Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: dragun95    25/11/2022    2 recensioni
Le Terre dimenticate, sono un luogo ostile e molto pericoloso. Tanto che anche la Chiesa se ne serve per esiliare
chi ritiene un eretico o le creature troppo pericoloso.
Ma in questo luogo vive anche una delle razze Ancestrali. Giran è un membro dei Brashak che da tempi antichi vivono
in quelle terre, per lui la vita è un semplice tiro di dadi. Ma quando la sua tranquilla routine viene interrotta, sarà costretto
a scendere a patti con i suoi rimpiatti e affrontare il suo passato.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The Thorn Cronicles'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 15
 
 
Le ronde sulle mura della Cittadella erano un lavoro piuttosto noioso. Ma dopotutto qualcuno doveva pur farlo per la sicurezza di chi ci viveva, era questo che si diceva Basil.
Ma mentre guardava l’orizzonte di sabbia appoggiato alla balaustra in pietra, la noia iniziava a prendere il sopravvento. Anche se erano anni che era stato inviato lì contro la sua volontà, avrebbe voluto volentieri un po' di azione.
 
“Quanto vorrei una birra fredda!” pensò portandosi la borraccia alla bocca per bere un sorso, così da combattere la sete. Mentre stava bevendo però sentì delle lievi scosse provenienti dal muro, cosa che percepirono anche le altre guardie.
Quando fece per affacciarsi per cercare di capire cosa stesse succedendo, un’imponente figura lo coprì per intero. Alzò lo sguardo sollevato di notare che si trattasse di Giran.
 
-Giran…non ci aspettavamo di rivederti così presto- disse la guardia tirando un sospiro di sollievo. Il Brashak non disse niente scendendo dalla balaustra e lasciando cadere la Pacificatrice ancora svenuta che aveva portato con sé.
 
-Chiamate Ajarys- ma i presenti non sembrarono averlo sentito, troppo sorpresi di vederlo coperti di tagli ancora sanguinanti e che avesse portato con sé una nuova persona.
 
-Okey…uhm è una nuova Esiliata?- gli chiese Basil, lui non sapeva se rispondergli o no. Sapeva però che quando gli abitanti avrebbero saputo che la donna che portava faceva parte della Chiesa, la maggior parte della Cittadella avrebbe volentieri voluto un pezzo di lei.
 
-Un momento…quello è l’abito di una Pacificatrice!- affermò un’altra guardia riconoscendo l’abito che indossava. Gli occhi dei presenti si puntarono contro la donna svenuta, ed era proprio quello che il Brashak non voleva al momento.
 
-Lei è della Chiesa?!- il tono della voce era rabbioso. Appena anche gli altri sentirono quelle parole il loro umore cambiò, tanto che anche il membro del primo popolo poté sentire la rabbia che si formava dentro di loro. Sospirò mettendosi davanti a Isla come a mettere un muro vivente tra loro e la prigioniera.
 
-Si è della Chiesa. E ora uno di voi vada a chiamare Ajarys!- ma sembrò che nessuno lo avesse sentito ancora una volta. Gli altri si limitavano a fissare la donna portando le mani alle loro armi.
 
-HO DETTO ANDATE A CHIAMARE AJARYS- l’urlo che lanciò li costrinse a tapparsi le orecchie. Tutte le guardie rimasero impietrite sul posto sentendo la forte aura intimidatoria che emanava. Il Brashk lanciò uno sguardo alla guardia più vicina, questa annuì capendo cosa volesse dal suo sguardo e corse a chiamare il Vearii.
 
Appena giunse alle mura si stupì di ritrovare il Brashak ridotto in quello stato.
 
-Diamine, che ti è successo? Sembri appena uscito da una rissa con i coltelli, in cui tu eri lo sfidante senza coltello!- ma lo sguardo serio che gli stava lanciando fu sufficiente a fargli capire che non voleva scherzare. Allora spostò lo sguardo su chi aveva portato con sé, alla vista del membro della Chiesa il suo viso si irrigidì per la rabbia.
 
-Avevi ragione- ammise il membro del popolo della terra, prima di afferrare la donna per il colletto dell’armatura e portarla giù per le scale, seguito a ruota da Ajarys e alcune guardie.
 
-Qual è il tuo piano? Perché se è di tenerla qui io sarei contrario!- gli disse subito il capo della Cittadella. Il solo pensiero che una delle persone responsabili di aver esiliato in quel luogo la maggior parte delle persone che abitavano lì, lui incluso, era qualcosa di impensabile. Mentre lo sguardo del Vearii si abbassò d’istinto osservando il tatuaggio di una rosa su una delle sue mani.
Capiva benissimo il suo stato d’animo, ma sperava che avesse almeno capito perché l’avesse portata lì. Mentre attraversava la strada, improvvisamente gli abitanti gli bloccarono la via riversandovisi davanti a lui, girò la testa vedendo lo avevano bloccato da ambedue i lati.
 
-Giran, sappiamo chi stai tenendo in mano- rispose Asir, indicando col suo bastone la Pacificatrice. Si morse il labbro infastidito. Era proprio quello che stava cercando di evitare, com’era possibile che una notizia simile si diffondesse così in fretta. Sicuramente sarà stata la guardia.
 
-Non posso lasciarvelo fare!- rispose subito.
 
Dopo un secondo di silenzio, iniziò il putiferio con tutti che iniziavano ad insultare il Brashak e inveire contro di lui. Ajarys provò a riportare la calma, ma sembrava che nessuno lo ascoltasse. A complicare le cose Tosak si fece avanti attraversando la calca di gente e parandosi davanti al moro con la sua ascia in mano. Nonostante questo però non sembrava per nulla intimorito, al contrario dell’orco che nonostante sembrasse agitato non dava l’impressione di volersi spostare.
 
-Spero tu abbia buoni motivi per difendere questa donna Giran! Ed è meglio che tu ce li dica subito!- gli disse l’orco puntandogli contro la sua arma in segno minaccioso. Tra la folla Maya guardava preoccupata la scena cercando di trattenere Pacifica, che voleva andare più vicino, così da avere la sua occasione per vendicarsi. Non gli andava di trovarseli contro, non era quello il suo intento e doveva cercare di spiegarsi subito.
 
-SILENZIO- l’urlò che lanciò fu sufficiente a far tacere tutti e tapparsi le orecchie, persino l’imponente figura di Tosak era caduta sul sedere per la sorpresa dell’urlo.
 
-Amici miei, sappiate che non ho portato questa persona per dargli asilo…lei e i suoi hanno ucciso Azara e i Silent Sands- disse guardando tutti i presenti uno per uno –Quindi comprendo benissimo la vostra sete di vendetta, ma vi chiedo di aspettare-
 
-Aspettare cosa?- gridò un abitante tra la folla.
 
-In questi momenti, mantenere la calma è essenziale. Potrei farvela giustiziare qui seduta stante è vero. Ma riflettete…lei è l’unica arrivata nelle Terre Dimenticate? Con che scopo? Ci sono altri o arriveranno altri membri della Chiesa?- nessuno dei presentì parlò più, troppo impegnati a farsi anche loro quelle stesse domande. Persino Pacifica tolse la mano dalla pistola iniziando a rifletterci. Il Brashak intanto continuò a parlare.
 
-Per quanto voglia vendicarmi, mi preoccupa più della protezione di questo luogo e di chi vi abita! E se vogliamo prepararci al meglio in caso qualunque cosa potrebbe arrivare, ci servono informazioni!- detto ciò si abbassò inginocchiandosi fino a poggiare la testa a terra.
 
-Quando avremo le informazioni, vi assicuro che la lascerò a voi. Ma vi prego mettete da parte la vostra vendetta…per ora almeno- Ajarys resto ammutolito come tutti i presenti nel vedere un guerriero fiero e minaccioso come erano abituati a vederlo, chinare la testa e implorarli.
Tosak sospirò rimettendo a posto la sua arma, alla fine la protezione della loro casa valeva prima della loro vendetta. Quando vide che la situazione si era calmata il Brashak si rialzò guardando il Vearii che annuì a sua volta dandogli ragione.
 
 
 
Il sole ormai era sorto da poche ore, Zeus stava annusando la sabbia percependo un forte odore di sangue e morte. Dario guardò i corpi dei suoi uomini con aria totalmente indifferente, scendendo dalla sua cavalcatura avvicinandosi ad uno di essi.
 
-Sono stati vittime di una bestia?- gli domandò un soldato, ma il Templare negò. Non riscontrava sui corpi segni di alcun animale e non vedeva il corpo di Isla, ma solo quelle delle sue Chimere mutaforma.
Vederle in quello stato era un vero spreco per lui. La Chiesa aveva messo a disposizione della sua compagna due dei suoi araldi e lei era riusciti a farseli uccidere. Ma in parte si chiedeva chi o cosa li avesse uccisi e ridotti in quello stato.
 
“Chiunque fosse deve essere forte!” il vampiro si portò la mano al mento per riflettere. Nonostante fosse sotto i raggi solari, non sembrava risentirne come gli altri della sia razza. Questo grazie alla croce che portava al collo, che era rivestiti di una magia protettiva gli permetteva di stare alla luce del sole.
 
-Signore, il corpo della Pacificatrice Isla non si trova!-
 
-Questo lo vedo anche da solo!- gli rispose irritato. Decisamente non ci voleva, se avesse davvero perso anche lei insieme a due delle armi viventi del loro ordine, allora sì che sarebbe stato un vero disastro. Non avrebbe saputo come avrebbe fatto a spiegare che si trovavano lì e anche il motivo, se diceva la verità e tornava senza la testa della spia avrebbe perso la faccia e la sua reputazione.
Mentre faceva quei pensieri notò un paletto che brillava tra la sabbia, si abbassò a raccoglierlo notando che apparteneva ad Isla e che sopra c’era del sangue. Quindi era riuscita a ferire qualunque cosa li avesse attaccati.
 
Dario sorrise mostrando i canini, doveva essere un segno di Michele che gli indicava la via da seguire. Fischiò facendo tornare a sé il suo leone alato a cui porse il paletto. Zeus annusò l’oggetto sentendo l’odore del sangue mischiato alla creatura a cui apparteneva, lo lecco assaporandolo per poi fiutare l’aria.
 
-Preparatevi a partire!- gridò lui ai suoi uomini salendo in groppa al suo destriero.
 
-Dove andiamo signore?-
 
-Che domande. A vendicare i nostri compagni!- strinse la catena con cui teneva legata la Imp dietro di se con una mano e le redini di Zeus nell’altra. L’animale ruggì aprendo le ali come a dar ragione al suo padrone.
 
 
 
Un pugno si abbatté contro il volto di Isla, facendola svegliare. Gli ci vollero qualche istante per capire dove fosse. Ritrovandosi a guardare Giran e altri tre individui con lui. Era stata spogliata della sua armatura e aveva il volto gonfio e tumefatto dai pugni ricevuti oltre che altre ferite inflettergli per cercare di farla parlare.
 
-Bene è di nuovo sveglia!- disse Manner –Ora saresti così gentile da dirci ciò che vogliamo sapere?-
 
-Andate al diavolo sporchi eretici. Michele vi punirà per questo!- un urlò gli uscì dalla bocca, quando l’uomo gli piantò uno spiedo in acciaio tra l’unghia e il dito della mano destra, facendo forza per fargliela saltare via. La Pacificatrice si piegò leggermente in due per il dolore. Avrebbe voluto liberarsi, ma le catene con cui l’avevano legata erano in Oricalco. Uno dei materiali capaci di assorbire l’essenza magica.
 
-Non vuole arrendersi vedo- sospirò Ajarys, con al fianco il Brashak. Ormai la stavano interrogando da diverse ore, ma senza risultati.
 
-Posso provarci io se volete?- gli chiese Asir allungando il suo pastone verso di lei. Ma il membro del popolo della terra ci poggiò sopra la mano per farglielo abbassare, avvicinandosi per oscurare la prigioniera con la sua ombra.
 
-Meglio per te che inizi a cantare. E forse avrai una fine veloce- anche se era sicuro che la gente fuori l’avrebbe volentieri giustiziata con un metodo molto lento e doloro. In risposta lei gli sputò addosso, mantenendo uno sguardo di sfida.
 
-Io non parlerò schifosa bestia. Non importa cosa mi farete!- per quanto apprezzasse la tenacia, la cosa iniziava seriamente a stancarlo. Così lanciò uno sguardo all’amico, facendogli segno di prendere quella cosa.
Annuendo il capo della Cittadella, uscì dalla stanza, tornando due minuti dopo con in mano un bicchiere di ceramica. Giran afferrò il volto di Isla costringendola ad aprire la bocca, mentre l’altro gli faceva bere a forza il contenuto.
 
La Pacificatrice sputò cercando di ricacciare ciò che gli avevano fatto bere, anche se dal sapore che aveva sentito sembrava solo della semplice acqua.
 
-Ed ora…dimmi in quanti siete?- gli domandò il Vearii.
 
-Eravamo in trenta, ma più di metà di noi è morta- Isla strinse le labbra. La verità gli era uscita fuori da sola, come se non avesse potuto mentire. Il sorriso di Ajarys si allargò sul suo volto incrociando tutte le quattro braccia.
 
-Nell’acqua che ti ho fatto bere, c’erano delle Bacche della verità polverizzate. Voi della Chiesa le usate, quindi sai quel è il loro effetto e che non puoi più mentirci!- gli occhi della donna diventarono due fessure, quando si rese conto di essere stata fregata da quegli sporchi eretici.
 
-Molto meglio, qual è il vostro obiettivo. Perché siete qui?- gli domandò il mago. La Pacificatrice cercò di tenere la bocca chiusa per non dire altro, ma l’effetto delle bacche era così forte che non riuscì a trattenere le parole.
 
-Stiamo cercando un elfo arcano che ha spiato il nobile Dario e che può aver scoperto alcune informazioni quando è scappato in questo luogo- La cosa non sorprese più di tanto Ajarys e Giran, visto che lo intuivano già. Peccato per loro che Serse fosse già a chilometri dalle Terre Dimenticate da parecchi giorni.
 
-Beh…mi spiace dirti che non lo troverete! Ma chi è questo Dario di preciso?-
 
-È un Templare e comandante che guida il gruppo. Si tratta di un vampiro che si è consacrato alla chiesa e…- non finì la frase che iniziò a sputare sangue. La donna si era morsa la sua stessa lingua con estrema forza quasi fino a staccare la punta per impedire a sé stessa di rivelare altro.
Asir e Manner si avvicinarono subito per impedire che si auto rendesse muta. A quel gesto Giran sembrò piuttosto sconvolto, era la prima volta che vedeva qualcuno arrivare a tanto per non divulgare altre informazioni.
 
-Cos’è un Templare?- chiese mentre gli altri due cercavano di evitare che la prigioniera morisse dissanguata.
 
-Sono dei guerrieri scelti della Chiesa che sono stati promossi a capitani o comandanti. Hanno a loro disposizione un gruppo di soldati che eseguono i loro ordini- quella spiegazione veloce gli fu più che sufficiente per capire che forse poteva essere un problema. Certo anche se erano protette da delle mura era chiaro che un individuo navigato di battaglie sarebbe potuto essere una spina nel fianco. Inoltre non sapevano di cosa fosse capace.
 
-Forse è il caso di allertare le guardie- manco dopo averlo detto sentirono un forte boato provenire da fuori. I quattro si girarono istintivamente verso la porta.
 
-Restate con lei- ordinò Ajarys agli altri due, mentre lui e Giran uscirono di corsa sentendo puzza di bruciato. Alcune abitazioni avevano preso fuoco e le persone avevano iniziato a scappare prese dal panico.
I due si guardarono intorno per cercare di capire come avessero fatto a colpirli oltre le alte mura che circondavano la Cittadella.
 
-Bestione, sopra di noi!- sentì Pacifica, vedendola insieme alla Fiers indicare in alto. Appena alzò la testa vide la figura di quello che sembrava un leone alato.
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore
 
Eccomi qui con il nuovo capitolo, ormai siamo arrivati verso le fasi finali della storia.
 
Come previsto la Cittadella non è stata felice di accogliere un membro della Chiesa, tanto da mettersi contro Giran. Ma lui riesce a farli ragionare usando la diplomazia e anche un briciolo di empatia forse.
Alla fine riescono a far parlare Isla, anche se ha detto poco o niente prima di mettersi a tacere da sola. E intanto Dario ha trovato la Cittadella, lo scontro tra lui è il Brashak sembra molto vicino.
 
Ma vedremo nel prossimo capitolo. Ringrazio anche solo chi legge e ci vediamo al prossimo aggiornamento.
A presto.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: dragun95