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Autore: Little_ball_of_anxiety    26/11/2022    0 recensioni
(Violet Evergarden x Omori crossover)
Per l'ennesima volta, la famosa bambola di scrittura automatica Violet Evergarden era stata convocata per scrivere delle lettere. Il giovane ragazzo che glielo chiede è molto particolare e sembra difficoltoso cavargli della parole di bocca. Quattro lettere cariche di sentimenti in una settimana: questo è il loro obbiettivo. Scavando nei propri ricordi sia Violet che il giovane ragazzo scopriranno qualcosa di più su loro stessi e si aiuteranno a vicenda. Un breve viaggio inizia
Genere: Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Violet Evergarden
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Ogni casa ha una porta, da cui si può entrare e uscire. Oltre a questa loro capacità, le porte permettono anche di riprodurre un suono che attira l'attenzione di chi abita dentro ad un edificio. Per realizzare quel suono secco basta colpire la superficie di una porta con il dorso della mano. Nonostante ciò, era da mesi che Sunny non sentiva la presenza di qualcuno davanti alla porta. Per l'ennesima volta, era a casa da solo. Sua madre gli aveva detto che doveva occuparsi di diverse mansioni quella mattina, quindi sarebbe tornata solo dopo l'ora di pranzo. In ogni caso, Sunny fu preso alla sprovvista dal rumore che la porta aveva riprodotto. Inizialmente pensò di non aprire. Da quando si era trasferito non aveva mai bussato nessuno, quindi era probabilmente stata la propria immaginazione. Con un po' di malinconia riprese a leggere il libro di narrativa su cui stava studiando. Poi sentì di nuovo qualcuno bussare. Questa volta decise di alzarsi e si avvicinò all'ingresso. Aprì uno spiraglio della porta in maniera riluttante.
-... chi siete? - disse con un tono di voce quasi impossibile da udire.
-Il servizio auto-memory doll. - a rispondere fu la voce sicura di una ragazza, ma Sunny non riusciva ancora a vederla in volto. Ci volle qualche secondo prima che il ragazzo ricordasse del fatto che lui e sua madre avevano contattato un' auto-memory doll. Finalmente aprì completamente la porta.
- Piacere di conoscerti, io sono Sunny. - esclamò il ragazzo, sempre con lo stesso tono di voce di prima.
- Il piacere è mio, signor Sunny. Mi recherò ovunque per soddisfare le vostre richieste. Auto Memory Doll, Violet Evergarden, al vostro servizio.
Sunny si sorprese sentendo la formalità con cui parlava la giovane.
-Può parlare con maggiore informalità, se le va.
-Anche lei ha usato delle espressioni formali, signor Sunny. - gli fece notare Violet mentre inclinava leggermente la testa.
Sunny abbassò il viso a quella sua affermazione, cercando di pensare a come avrebbe potuto correggere la sua affermazione.
-Se ti va, Violet.
-Va bene, Sunny.
I due avevano indossato delle espressioni impassibili per tutta la conversazione, anche se nei loro pensieri stavano vacillando una quantità crescente di domande. Nessuno dei due sapeva ancora niente dell'altro, eppure Violet aveva già scorso qualcosa di particolare negli occhi del ragazzo.
- Posso entrare?
Sunny si fece da parte ed indicò a Violet il soggiorno. Lì c'erano un tavolo e due sedie, quindi era probabile che quello fosse il posto di lavoro della Doll per quei giorni. La ragazza si diresse subito lì e sistemò la propria macchina da scrivere sul tavolo. Nel frattempo Sunny scomparve dalla sua vista per qualche minuto, per poi tornare con un vassoio e due tazze di tè. Appoggiò il tutto sul tavolo.
-Bevilo, se vuoi, ma non sono un esperto nel fare il tè.
-Non serve essere esperti. Sono sicura che sarà delizioso ugualmente, grazie.
Il loro dialogo era un po' meccanico, ma il fatto che riuscissero a parlare era già un ottimo traguardo.
- Se non sono indiscreta - continuò Violet - potrei chiederti come mai mi avete ingaggiata per una settimana. Non avendo ricevuto molte notizie su di te, non ne sono al corrente.
Sunny si sedette e rimase in silenzio per un po'.
- Dovrei inviare quattro lettere e probabilmente ci vorranno più giorni.
- Comprendo. Vuoi iniziare a scriverle adesso o preferisci raccontarmi il contenuto senza trascriverlo su carta per oggi?
Con il tempo Violet aveva appreso che se si avevano più giorni disponibili conveniva iniziare a scrivere dal secondo giorno e iniziare prima di tutto a conoscere il cliente. Questo valeva soprattutto quando si dovevano trattare tematiche delicate.
Sunny rimase ancora in silezio e sorseggiò un po' del suo tè. La tazzina era ancora bollente, ma non sembrava causargli disturbo. Sembrava quasi che volesse bruciarsi la lingua, così da non sentire i sapori. Eppure, quella non era una cosa possibile. In fondo, chi è che avrebbe potuto desiderare di non sentire i sapori.
- I nomi delle persone a cui devo mandare le lettere sono Hero, Kel, Aubrey e Basil. Sono dei miei amici d'infanzia. Ormai è da un po' che non li vedo.
Violet annuì.
-Tua madre mi ha detto che vi siete trasferiti qui circa un anno fa. È da allora che non li hai più rivisti?
Sunny annuì e sorseggiò un altro po' di the.
-Ogni tanto Kel e Basil mi chiamano. Mi fa sempre piacere passare il tempo con loro, seppur a distanza. Però, quando ho lasciato Far Away Town... ero appena uscito dall'ospedale e... cough... cough...
Sunny iniziò a tossire pesantemente.
-Stai bene? - disse Violet mantenendo la calma, ma alzandosi dalla sedia. Mentre continuava a tossire, Sunny le fece segno di risiedersi.
- Scusami... cough... non preoccuparti per me. In ogni caso... posso chiederti quanti anni hai.
-Non è un problema. Non ne ho la certezza, ma dovrei avere attorno ai sedici anni.
Violet si decise a bere il suo the. Finalmente si era raffreddato un po'.
-Non ne hai la certezza? - Sunny aveva un'espressione incerta.
-Sono rimasta orfana da piccola e non conosco niente del mio passato. Per questo non conosco la mia età.
Sunny annuì velocemente.
-Immagino sia stato a causa della guerra a Leidenschaflich. Mi dispiace. È stata sempre la guerra la causa della perdita delle tue braccia, non è vero?
Per la prima volta Violet vide il viso di Sunny cambiare espressione. Mentre stava parlando, il ragazzo sembrava triste e si poteva capire che provasse una forte empatia per Violet.
-Hai un ottimo spirito di osservazione, Sunny. Non mi ero ancora tolta i guanti.
Sunny la guardò e puntò timidamente il guanto, per mostrarle come questo si era leggermente alzato, mostrando una piccola parte della sua mano metallica. Bisogna avere un'ottima vista per poterlo notare.
-Deve essere stato difficile subire una guerra ad una così giovane età.
-Hai ragione, ma penso che la cosa più difficile per me sia stata abituarmi a non essere più un soldato. Ormai ne è passato di tempo, quindi sono a mio agio nella veste di Auto Memory doll.
Sunny fu preso alla sprovvista da quelle sue parole.
- Come? Hai due anni in meno di me ed hai già combattuto in guerra! - esclamò il ragazzo con aria piuttosto scioccata.
-Quindi hai diciotto anni, Sunny. Mi dispiace averti sconvolto con queste mie affermazioni. Sono a conoscenza del fatto che Far Away Town è una città avente tecnologia diversa da Leiden. Fortunatamente, è da secoli che queste città non vedono uno scontro armato. Anche se gli scontri emotivi, purtroppo, possono accadere in qualsiasi stato.
Sunny trasalì a quella sua ultima precisazione e preferì cambiare argomento.
- È quasi mezzogiorno. Provo a preparare il pranzo. Te, Violet, hai qualche preferenza?
La ragazza si limitò a scuotere la testa mentre Sunny controllava che cibi contenessero le credenze.
- Sai cucinare? - diase Violet con tono neutro.
- Sono abituato a mangiare da solo, ma in realtà fino a non tanto tempo fa mi limitavo a riscaldare qualche bistecca surgelata. Ho iniziato solo di recente a cucinare.
- Anch'io ho iniziato a cucinare recentemente. Possiamo imparare insieme una ricetta.
- Se vuoi potremmo provare... un hero sandwich.
-Un hero.... sandwich?
Violet guardò con aria perplessa Sunny. Quest’ultimo si sbrigò a dare una spiegazione.
-È una tipologia di panino che piace molto ad un mio amico. Il suo nome è Henry, ma tutti lo chiamano Hero propriò perchè adora questo sandwich. Dovrei riuscire a ricordarmi la ricetta ed è molto semplice. Violet, rilassati pure sul divano. Prepareremo qualcosa di più sofisticato insieme nei prossimi giorni.
Violet obbedì a Sunny e decise di leggere un libro mentre il ragazzo iniziava a preparare i due sandwich. Ogni tanto dalla cucina si poteva sentire Sunny parlare da solo. Probabilmente stava ripetendo ad alta voce i passi della ricetta. Violet non aveva ancora ricevuto molte informazioni innerenti alle lettere da scrivere, ma probabilmente fare amicizia con Sunny era un occasione per raccogliere informazioni su di lui e sui suoi amici. Per Violet non era una rarità scrivere lettere a persone sofferenti e lei sapeva più di chiunque altro cosa voleva dire non riuscire a conoscere ed esprimere i propri sentimenti. Pur non sapendo ancora niente di Sunny, le sembrava di poter vedere già un barlume della sua storia. Dopo un po' Sunny invitò Violet a tavola per mangiare i due sandwich. Erano molto semplici, ma estremamente invitanti. A Violet ricordavano un po' i tramezzini che aveva Luculia nel suo cestino quando si erano conosciute al corso.
- Mangia pure. - disse Sunny a bassa voce.
- In realtà ho assunto il nutrimento necessario ad avere energia. Puoi mangiare te, Sunny.
Se fosse stato da solo, il ragazzo avrebbe probabilmente saltato il pranzo, quindi non ci vedeva il senso di mangiare se anche Violet non aveva intenzione di toccare cibo.
Sunny stava per riportare i piatti in cucina, quando Violet lo fermò.
-Sunny, dovresti pranzare. Hai bisogno di forze per pensare a cosa scrivere domani.
Nelle conversazioni di Sunny e Violet c'erano spesso degli enormi spazi vuoti tra una frase e l'altra.
-Dovresti mangiare anche te, per poter scrivere.
-Allora mangiamo insieme il panino del tuo caro amico. - disse Violet alzando le proprie giance con le dita in modo da formare un piccolo sorriso. Sunny non ricambiò il sorriso, ma guardò ugualmente Violet con un'espressione più leggera.
I due riuscirono a pranzare.

   
 
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