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Autore: MollyTheMole    26/11/2022    0 recensioni
Londra, 1934: il crimine di Londra ha un nuovo James Moriarty. Quest'uomo, però, ha una nemesi: il nuovo ispettore capo di Scotland Yard, per il quale ha in serbo una triste ed amara sorpresa.
Londra, 1936: il rinnovato castello sul lago Loch Awe, in Scozia, apre i battenti ai turisti. Il passato, però, è come la ruggine: incrosta ed imprigiona. Gli ospiti del castello si troveranno, loro malgrado, a fare i conti con esso, con l'oscuro futuro ormai alle porte e con lo spettro di un criminale che infesta i loro ricordi.
Genere: Mistero, Noir, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Londra, 20 febbraio 1934.

 

Aveva aperto il suo piccolo orologio da tasca e lo aveva guardato ticchettare sulla sua postazione. 

Le diciotto e trenta sembravano non arrivare mai. 

Aveva cominciato a tamburellare con le dita sulla scrivania, poi, non paga, aveva cominciato a camminare avanti e indietro per la stanza. Consapevole che se avesse continuato così avrebbe scavato un solco nel pavimento, aveva deciso di procedere anche con movimenti circolari, per accorgersi di aver trascorso in quel modo soltanto venti minuti.

Non vedeva l’ora di scoprire l’esito del suo piano.

Non era stata un’idea geniale, però aveva pensato che avrebbe comunque potuto funzionare. In fondo, bastava solo dare notizia di un appalto privato di grossa entità, la cui gara era aperta, e aspettare che qualcuno dei suoi si presentasse. 

O meglio, non si presentasse. 

Già, perché se le cose fossero andate secondo i suoi piani, quella persona avrebbe riferito del tranello e avrebbe fatto in modo che Gordon Van Allen la scampasse un’altra volta. 

Le lancette continuavano a girare. In quel momento quella dei secondi stava passando veloce sopra il numero nove e proseguiva imperterrita verso il numero dodici, anche se per Danielle il tempo stava scorrendo comunque troppo lentamente. 

Il piede sotto la scrivania cominciò a ballare e le dita ripresero a tamburellare nervosamente sul legno consunto.

Un leggero bussare alla porta la risvegliò dal suo ansioso torpore.

- Avanti!-

Un poliziotto dallo sguardo delicato e il volto giovane e liscio come quello di un bambino entrò e richiuse immediatamente la porta. Scambiò un’occhiata con lei, e la donna improvvisamente sentì di aver fatto un colossale passo in avanti nella sua indagine.

- Allora, Evans?-

- E’ andata, ispettore. E’ andato deserto.-

Il cuore di Danielle fece un salto di gioia. 

La sua idea, in fondo, era stata molto semplice. Per attirare Gordon Van Allen in una trappola, aveva bisogno di una buona esca, e considerato che il mercato edilizio stava andando a gonfie vele e che l’Esattore si era fatto spesso vedere presso le imprese private che erano risultate recentemente titolari di grossi appalti, era molto probabile che quella gran faina della malavita potesse essere interessata ad un nuovo bando. Così, aveva simulato la costruzione di una bella villetta appena fuori Londra, con requisiti talmente complicati da restringere incredibilmente il campo delle imprese edili disposte ad accettare una tale commissione.

Ovvero, soltanto quelle che quel vecchio volpone di Gordon Van Allen controllava direttamente.  

Se Danielle avesse avuto ragione - e, considerato com’era andato l’appalto trabocchetto di quel giorno non aveva motivo di dubitarne - sarebbe stata la prova che Van Allen era riuscito ad accaparrarsi col tempo la collaborazione di buona parte delle piccole imprese edili, che altrimenti non avrebbero avuto di che lavorare, e una fetta delle imprese medie, che stavano cercando di fare il salto di qualità. Creando un appalto complicato avrebbe escluso a priori le prime, che al massimo avrebbero potuto svolgere altre mansioni in subappalto, e avrebbe invece invitato quelle imprese medie in odore di progresso a tentare la sorte. Quella che avrebbe offerto il maggior numero di prestazioni e, soprattutto, il minor prezzo, consueto in una gara al ribasso, sarebbe stata la principale indiziata per il coinvolgimento di Gordon Van Allen. 

Da quell’impresa edile, la giovane ispettore capo avrebbe tallonato quel mascalzone fino ad incastrarlo.

Stando ai suoi progetti, la presentazione dell’offerta si sarebbe dovuta svolgere alla presenza di un funzionario privato, che lei aveva provveduto immediatamente a rimpiazzare con l’agente Evans, sotto copertura. Tutto sommato, per lui sarebbe dovuto essere un lavoretto semplice: poche imprese, pochi incartamenti, rendersi conto se era presente qualche volto amico del casellario giudiziario e tanti saluti. 

Si sarebbe dovuta svolgere così, appunto. Il condizionale era d’obbligo.

Perché l’appalto era addirittura andato deserto!

- Splendido, Evans. Una notizia veramente meravigliosa!- disse, alzandosi in piedi e mettendogli una mano sulla spalla. 

Il ragazzo non sembrava contento quanto lei.

- Io sinceramente avrei quasi preferito che venisse qualcuno. Questo ha delle implicazioni enormi.-

- Lo so, ragazzo. Lo so.-

E certo che lo sapeva. 

Danielle non faceva mai niente per niente. Quella era una trappola potenzialmente efficace per incastrare il boss della malavita di Londra, ma, per una volta e soltanto per quell’occasione, non era esattamente a lui che Danielle era voluta arrivare. 

E, se quel testone di Turner si fosse deciso ad essere puntuale, con molta probabilità avrebbe scoperto presto se la sua intuizione era stata azzeccata o meno.

- E adesso che si fa?-

- Tu intanto te ne vai a casa, giovanotto. Hai finito per oggi.-

- Veramente io avrei delle carte…-

- Le carte possono aspettare domani. Hai fatto un ottimo lavoro, ragazzo. Sono fiera di te.- e continuò a dargli pacche sulle spalle mentre lo accompagnava alla porta.

Voleva molto bene al giovane Evans. Era un ragazzo dalle mille potenzialità, dotato di una materia grigia pensante e dinamica e, soprattutto, di un cuore d’oro. Era uno dei più giovani del gruppo, e nonostante tutto era più valido di tanti altri. 

Sapeva che frequentava la figlia del panettiere di Piccadilly, e sperava che un giorno gliel’avrebbe presentata. 

- Fatti un bel riposino e domani porta… Com’è che si chiama?-

- Susan.-

-  Porta Susan a prendere un bel gelato! Offro io!-

Il ragazzo divenne rosso fino all’attaccatura delle orecchie e si passò una mano sul collo, imbarazzato. 

- Mi chiamerà se dovessero esserci novità importanti?-

- Puoi giurarci, figliolo.- e con un ultimo affettuoso scappellotto lo cacciò fuori dall’ufficio proprio mentre un altro giovane agente, dallo sguardo fiero e con una brutta cicatrice sul labbro superiore, si precipitava di corsa verso di lei.

- Ah, Turner.- disse, con cipiglio severo, mentre Evans se la svignava.- Imparerai mai il valore della puntualità?-

- Chiedo scusa, ispettore, ma sono praticamente finito dall’altra parte della città. Ci ho messo una vita per tornare indietro.-

Lo fece accomodare e gli porse un tovagliolo di carta per asciugarsi il sudore. C’erano ancora dei residui di panna, dopo avervi posato sopra il bignè che aveva mangiato a metà pomeriggio per consentire al suo cervello di carburare, ma l’agente Turner parve non farci caso. 

- Ebbene?- aggiunse lei, congiungendo le dita sotto il mento.

- Quello non voleva saperne di fermarsi. Ad un certo punto ho pure pensato che si fosse accorto di me e volesse seminarmi, ma grazie al cielo non è stato così.-

- Probabilmente è prassi, cerca di far perdere le proprie tracce in ogni caso, anche quando sa di non essere seguito.-

- Ci ho pensato anche io.- disse, gonfiando il petto e annusando con aria circospetta il tovagliolo con cui si era appena asciugato la fronte.- In ogni caso, si è incontrato in un pub davanti ad una pinta di birra con il nostro uomo. Non crederà mai alle sue orecchie.-

- Spara, Turner.-

- Rodney Cook.-

Danielle rimase per un momento interdetta, calcolando mentalmente le conseguenze di quell’affermazione.

Poi, le balenò in testa l’idea più folle che le avesse mai attraversato la mente.

Ovvero cogliere due piccioni con una fava. 

- Perfetto, Turner.- gli disse, alzandosi e riservandogli lo stesso trattamento che aveva ricevuto l’agente Evans.

Evans e Turner erano quanto di più diverso potesse esistere. Agli antipodi. Il diavolo e l’acqua santa. Tanto Evans era tranquillo e pacato, forse troppo per un agente di polizia, tanto Turner era focoso e impulsivo, fin troppo per un uomo di legge. Se Evans aveva una naturale inclinazione per la riflessione e l’introspezione, Turner aveva imparato quella lezione nel modo più duro, e la cicatrice sul labbro lo dimostrava. Il suo passato difficile e indisciplinato ancora lo tormentava, ma Danielle aveva visto in lui un ottimo elemento, dal cuore d’oro soffocato sotto strati di scorza dura, e molto intelligente. Lo stimava, anche se aveva dovuto richiamarlo qualche volta. Eppure, quel ragazzo indisciplinato che sembrava l’archetipo della disobbedienza la ascoltava e la seguiva come un cagnolino. Lui, che per definizione avrebbe dovuto avere il sopravvento su una donna; invece era proprio una donna quella che rispettava di più. 

Ogni volta che lo incontrava, Danielle si chiedeva quanto male potesse fare l’assenza, fisica o affettiva, di un genitore, e nei suoi confronti provava una genuina quanto pericolosa forma di affetto, come per un fratello minore problematico. 

- Adesso? Quando lo andiamo a prendere?-

- Calma e sangue freddo, ragazzo. Abbiamo fatto un ottimo lavoro, oggi, vediamo di non mandarlo al diavolo. Abbiamo bisogno di una strategia fatta bene e ti garantisco che ne sarai informato non appena l’avrò definita nei dettagli. Per il momento, acqua in bocca!- e aprì la porta, facendogli l’occhiolino.- Adesso, da bravo, vai a casa. E fammi il favore di mandarmi Nicholson, quando passi dall’ufficio.-

Non appena fu sola le rotelle nella testa di Danielle cominciarono a girare furiosamente.

Hai capito Gordon Van Allen. 

Il James Moriarty del Ventesimo secolo. 

Danielle lo stimava, come si può stimare la propria nemesi, il proprio nemico prediletto. Quell’uomo senza forma e senza volto aveva tessuto una tela fitta come quella di un ragno, fatta di denaro, paura, sangue e morte. Prepotente, ma quasi mai letale, se non quando gli conveniva, era stato scaltro e violento a sufficienza da scalzare gli italiani e prendere gradualmente il posto fino a dominare l’intero mercato della mala inglese. 

Non c’era un solo settore in cui non avesse le mani in pasta.

Lei stessa riteneva che gran parte degli omicidi a lui attribuiti in verità fossero farina del sacco dei suoi scagnozzi, più pazzi, sanguinari e senza scrupoli di lui. Van Allen se ne stava ben rintanato nell’oscurità e mandava avanti i suoi sodali, avanzi di galera, disposti a tutto pur di guadagnare una misera sterlina. 

La strategia, oh sì, quella era il pezzo forte di Van Allen. Lui era la mente dietro i pugni, la droga, le prostitute, le estorsioni e gli appalti truccati. Ed era quella mente, così perversa ma così geniale al contempo, che Danielle aveva imparato ad ammirare.

Non stimava l’uomo, che le rivoltava lo stomaco ogni volta con le azioni scellerate che commetteva o che spingeva i suoi a commettere, ma ne apprezzava le doti intellettive.

Così, quella vecchia faina aveva trovato il modo di aggirare il suo più grande ostacolo, ovvero lei. 

Era stata una trovata audace, non c’era niente da dire, ma se Danielle avesse avuto ragione, il piano di Van Allen stava per colare a picco definitivamente. 

Puoi fregarmi una volta e passarla liscia, perché sei stato bravo. Fregarmi due volte, però, da parte mia è idiozia.

Così aveva creato una trappola. La sua squadra era stata interamente coinvolta nella creazione di quel falso appalto, ed Evans era stato scelto di comune accordo tra gli agenti per sostituire il funzionario privato che avrebbe dovuto gestirla. 

L’incarico di Turner, però, quello era stato confidenziale. 

Il povero ragazzo aveva zompato in giro per Londra per tutta la settimana, tenendo d’occhio un farabutto di sua conoscenza. Lo aveva beccato una volta in una circostanza sospetta, e da lì erano partite le indagini. Quella sera, evidentemente, il suo sozzo amico aveva deciso di fare una puntatina dal suo compare per informarlo che l’offerta, come da copione, era andata deserta.

Non l’avrebbe fatta franca.

Un leggero bussare alla porta la distrasse, e potè scorgere gli occhi azzurri di Eric sbirciare dentro il suo ufficio.

- Sì può?-

- Avanti.-

L’uomo entrò con aria formale. Non appena si fu chiuso la porta alle spalle, lontano da occhi indiscreti, il suo volto si rilassò, mentre lasciava scivolare lo sguardo sull’ispettore capo.

Ci fu un attimo di silenzio, mentre i due si preparavano a dire esattamente - ed inconsapevolmente - la stessa cosa.

- La talpa è James Mill.- dissero entrambi in coro.

Danielle sorrise e gli fece cenno di accomodarsi.

- Che hai scoperto?- gli chiese, aprendo un cassetto con la chiave ed estraendo la sua segreta scorta di biscottini da tè al burro.

- Ho fatto un giro in archivio, come mi avevi chiesto.- disse lui, mettendosi comodo ed addentandone uno. - Ed ho trovato un soggetto che assomiglia molto al nostro Mill, solo che va sotto il nome di Jeremiah Cole.-

Danielle guardò i muscoli della sua mascella mentre si contraevano per sminuzzare ciò che restava del biscotto. Adorava i suoi zigomi, ed in generale il suo viso delicato, i suoi occhi azzurri e i capelli neri come le piume di un corvo. 

- Congedato con disonore dalla Marina Britannica per aver ricettato tanta di quella roba da poterne campare di rendita.- aggiunse poi, aprendo un fascicolo davanti a lei.- Pare anche che l’arresto l’abbia condotto un illustrissimo nome delle nostre forze marittime. Guarda un po’ chi è?-

Danielle occhieggiò il mandato d’arresto ed inarcò un sopracciglio.

- William Collins?-

- Niente meno del bel capitano scapolo di cui è piena la cronaca rosa. E’ un ottimo elemento, a quanto pare.-

Danielle sfogliò distrattamente il fascicolo, cercando informazioni utili alla loro ricerca.

- Ha ricettato una carica di profondità?-

- Incredibile, vero?-

- E non è passato dalla corte marziale?-

- Pare che ci abbiano provato, ma che abbiano preferito rimettere il caso alla giurisdizione ordinaria.-

Danielle scosse il capo, sconsolata. Certo, quel tipo era un papabile candidato per le fila di Gordon Van Allen, anzi, praticamente garantito. Ci voleva una bella faccia tosta per trafugare una carica di profondità alla Marina e passarla pure liscia.

- Turner l’ha pedinato, l’ha visto mentre si incontrava con Cook.-

- Il banchiere?-

- Stando a quanto mi ha riferito il Giardiniere prima che Van Allen lo suicidasse in carcere- e mise parecchia enfasi sull’ossimoro - Rodney Cook potrebbe corrispondere sia al Notaio che all’Avvocato, anche se, date le conversazioni che ha intrattenuto con Cole, propenderei di più per la seconda.-

Eric si passò una mano sul mento appena velato di barba non fatta. 

- Quindi Gordon Van Allen, dopo numerosi tentativi, ha messo le mani dentro gli appalti edili, e per toglierti di mezzo dopo la storia della multa in sosta vietata, ha deciso di infiltrare uno dei suoi scagnozzi dentro Scotland Yard. Cole gli ha passato, attraverso Cook, l’informazione sull’ appalto falso, e così è andato deserto.-

Questa volta fu il turno di Danielle di intervenire.

- Ho fatto delle ricerche nel personale della penitenziaria. Ti avevo detto che il nome su quel registro non mi convinceva.-

- Parli del Giardiniere?-

- Del secondino che, quella mattina, gli ha offerto un caffè corretto al cianuro.-

- E?-

- Non esiste nessun John Stewart tra le fila della penitenziaria. Però l’uomo di guardia è disposto a testimoniare in tribunale di avere visto un tizio che assomigliava, e soprattutto puzzava moltissimo come il nostro Mill, mentre entrava ed usciva dal carcere il giorno della morte di Ward.-

Gli occhi di Eric brillarono di consapevolezza. 

Danielle si sentiva molto poco professionale a notare quanto fosse bello il suo fidanzato, in quel momento, mentre entrambi erano in divisa e sul posto di lavoro e la loro relazione era più proibita che mai, ma non potè farci niente. 

Eric, dal canto suo, appollaiato nella poltrona, la guardava come solo lui sapeva guardarla, e Danielle doveva fare di tutto per non arrossire, o ridere.

- Che cosa vuoi fare?-

Danielle congiunse le dita sotto il mento ancora una volta, l’aria pensierosa. 

- Abbiamo due possibilità. Provare ad arrestare Jeremiah Cole, creando l’occasione per coglierlo con le mani nella marmellata, oppure tentare il colpo grosso.-

- Vorresti incastrare anche Cook?-

- Potrebbe essere la nostra occasione per scalare la piramide ed arrivare in casa di Gordon Van Allen.-

L’uomo ammiccò, l’ombra di un sorriso sul volto. 

- Ambizioso.-

- Quando ci ricapita?-

- Hai ragione. E’ un’occasione da non sprecare. Come intendi procedere?-

- Innanzitutto, credo che scriverò una lettera a questo bellimbusto della Marina, per capire se ci sfugge qualcosa a proposito di Cole. Hai l’indirizzo?-

Eric fece una strana faccia.

- A dire il vero, no. Ho provato a chiedere, ma mi hanno risposto che il bel capitano dei sette mari è “fuori dalla nostra portata” e che dovremo scrivere al centro di comando.-

Danielle e l’uomo si scambiarono occhiate sospette.

- Dici che le voci su di lui sono vere?-

- Ah, non ne ho la più pallida idea. So per certo, però, che la comunicazione mi è arrivata su carta intestata, e non è quella della Marina.-

Le porse un foglietto ripiegato accuratamente in quattro, che Danielle aprì con cautela.

Oltre alla fredda risposta che Eric le aveva riferito, sulla carta intestata c’erano solo due iniziali.

G.H.

- Se tanto mi dà tanto, quelle sono le iniziali di Gordon Hastings.-

- Il sodale del Ministro dell’Interno con delega ai servizi. Ci hanno scritto dal suo ufficio.-

Eric fece spallucce.

- Quindi, sempre se tanto ci dà tanto, il nostro bel capitano è una spia.-

Danielle sospirò.

- Chissà dov’è in questo momento.- ed afferrò un foglio di carta pulito, penna e calamaio.

- Oltre alla grana di rintracciare il capitano Collins, credo che dovrò delineare un piano ben preciso. Dovremo ripetere l’esperimento dell’appalto, o qualcosa di simile, e cogliere sul fatto Cole e Cook al momento dello scambio di informazioni. Ci vorranno mezzi e, soprattutto, uomini. C’è anche la possibilità che ci mandino qualcuno direttamente dalla Marina, visto che sono coinvolti. Ammesso che riesca a contattare Collins.-

- Avrai bisogno del sostegno di tutti, e non dubito che lo avrai.- disse il poliziotto, fissandola intensamente.- Almeno, di sicuro quello di Evans e Turner. Sul mio, ci puoi mettere la mano sul fuoco. Su Baldwin West, beh, non credo che tu ci abbia mai contato.-

- Nemmeno sotto tortura!- disse lei, alzando le mani e lasciandosi sfuggire un sospiro al pensiero di quel piccoletto antipatico che le faceva i versacci dietro le spalle quando passava in corridoio.

Prese la stilografica e la ricaricò, macchiandosi le mani di inchiostro nero sul bordo del calamaio. Si pulì con noncuranza ed osservò pensierosa il foglio pieno di vecchi appunti che avrebbe usato per scrivere la bozza della sua lettera, sul retro intonso. 

Avrebbe dovuto comunicare con un uomo d’armi di un certo livello, che da lei si sarebbe aspettato sicuramente un livello altrettanto alto. Col mestiere che faceva, poi, non aveva margine di errore.

Erano necessari forma, tatto, e tante, tante regole. 

Alzò lo sguardo su Eric, che se ne stava seduto sulla poltrona in beata contemplazione. Lei lo scacciò con una mano, ma lui non parve muoversi.

- Da me o da te?-

Danielle strabuzzò gli occhi.

- Eric, non qui!-

- Ti avviso, sono a corto di viveri.-

Danielle sbuffò e scosse la testa con fare contrariato, anche se, sotto sotto, apprezzava quella conversazione.

- Allora da me.- replicò, senza staccare gli occhi dal foglio bianco.- Lefferts mi ha consegnato le verdure fresche stamattina.-

- Chi arriva prima, come al solito?-

- Mi sa che arrivi prima tu.- gli disse.- Al momento sono a corto di idee e questa è una lettera estremamente delicata da scrivere.-

- Intendi telegrafarla stasera?-

- No, ma voglio finire la bozza. Più tardi mi dirai che cosa ne pensi.-

Eric si alzò dalla sedia e si diresse verso la porta con fare professionale.

- Devo essere geloso?-

Danielle gli lanciò un’occhiata eloquente.

- Spero allora che una semplice frittata sia di suo gradimento, ispettore.-

- Mi accontenterò, Nicholson. Adesso leva le tende, o dormirò qua, stanotte.-

 
  
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