Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Milly_Sunshine    27/11/2022    2 recensioni
Aurora, giovane professoressa di matematica, viene invitata a trascorrere un weekend a casa di un'amica di famiglia. Oscar è il figlio della padrona di casa, è un giornalista che ha lasciato il lavoro per inseguire il sogno di diventare scrittore. Tra i due c'è una forte attrazione e sembrano destinati fin da subito l'una altro. Tuttavia, non sempre la realtà è facile come la si immagina e a volte basta poco perché vecchi segreti che dovevano rimanere tali possano venire alla luce: nel passato di Oscar ci sono ombre e segreti dolorosi sui quali Aurora vuole fare luce. Contesto "persone adulte che vivono negli anni '80/90" non esiste come opzione, quindi vada per contesto generale/ vago, l'unica che può essere adatta.
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'odore della crema solare era talmente forte da dare fastidio. Non era comunque l'unica ragione di tedio: Aurora detestava la sensazione che le dava sulla pelle. Non aveva tuttavia potuto opporsi, quando era stata invitata da Luisa e dalla sorella Loredana a trascorrere il pomeriggio sulla spiaggia con loro. Entrambe avevano attribuito la sua reticenza alla scarsa volontà di esporsi agli sguardi altrui con addosso solo il costume, esibendosi in un coro di "stai benissimo" e "sei bellissima", senza mai centrare il vero problema: Aurora avrebbe preferito di gran lunga fare altro. L'unico costume che aveva portato con sé non le stava peggio di certi abiti e non provava vergogna per il proprio aspetto.
"Incredibile ma vero" pensò, accogliendo con un forzato sorriso la rivista che Luisa le porgeva e iniziando a sfogliarla distrattamente, "l'unico che ha capito qualcosa di me è Oscar."
Non aveva idea di dove fosse, d'altronde non gli chiedeva spiegazioni sui suoi spostamenti, sia per non essere invadente sia per non destare sospetti. Aveva capito che, nonostante la loro età, Oscar non ci teneva a farsi vedere da Luisa insieme a lei. In realtà, se non fosse stato per l'insistenza della madre, probabilmente non si sarebbe nemmeno trovato a casa con loro in quei giorni.
Sembrava di stare in una trappola e Aurora vi si sentiva dentro come non mai. Per fortuna c'era la rivista. Fintanto che le due donne più anziane avessero pensato che fosse immersa nella lettura, magari si sarebbero degnate di non cercare di fare per forza conversazione con lei. Aurora sapeva dove sarebbero andate a parare. O meglio, non aveva la certezza di quali argomenti avrebbero toccato, ma senza ombra di dubbio si sarebbero in qualche modo intromesse nella sua vita privata. Ci avevano già provato, ma per fortuna era sempre riuscita a evitare di ritrovarsi da sola con loro. Luisa era terribile, ma Loredana sapeva essere anche peggio.
Mentre Aurora stava cercando di concentrarsi sulla ricetta di un arrosto - ricetta che probabilmente non avrebbe mai messo in pratica, dal momento che difficilmente aveva ospiti a cena e non si sarebbe messa a cucinare piatti elaborati soltanto per se stessa - fu proprio la sorella della sua madrina a interrompere quella sorta di finto silenzio, fatto di un'accozzaglia di voci di sconosciuti che parlavano, urlavano e schiamazzavano, mescolandosi con il verso dei gabbiani.
«Cosa farai la prossima settimana, Aurora?»
Era una domanda innocente, in apparenza, ma Aurora non si fidava.
«Non saprei.»
«Allora perché non ti fermi ancora qualche giorno?»
Era un'offerta gentile, ma non era il caso.
«Non posso.» Cercò di trovare una scusa e gliene venne in mente una che, tutto sommato, non si discostava tanto dalla verità. «La prossima settimana mi scadono delle bollette, devo andare alle poste a pagarle prima che mi stacchino la corrente.»
«Magari puoi tornare» suggerì Loredana. «A meno che, ovviamente, tu non abbia di meglio da fare. Immagino che stare in compagnia di due vecchie signore non sia la tua priorità.»
Aurora si girò a guardare Luisa. Aveva solo sessant'anni, di sicuro non le sarebbe piaciuto essere definita con quelle parole. Tuttavia, da parte della sorella, sembrava accettarlo, specie se era un buon apripista per passare ad altro.
«Magari in città avrà un fidanzato, è chiaro che potrebbe preferire la sua compagnia alla nostra.»
«Beh, sì, è ovvio.»
«Non c'è nessun fidanzato» chiarì Aurora. «Ho solo un po' di cose da fare, in più non voglio approfittare di voi. Siete già state molto gentili a invitarmi per il weekend.»
«Sai che sono sempre stata molto legata a tua madre, Aurora» le ricordò Luisa, «Anche se...» Si interruppe, un po' come se dovesse misurare le parole. «Anche se le nostre strade si sono un po' separate.»
Aurora sapeva cosa intendesse. "Io e tua madre eravamo molto legate, poi io ho sposato un uomo molto ricco, mentre tua madre ne ha sposato uno che aveva semplicemente uno stipendio dignitoso. Le nostre strade si sono divise perché io frequentavo solo persone che avessero lo stesso status economico di mio marito, dato che era questo che si aspettava da me. Non mi è mai pesato, ho sempre preferito i suoi soldi ai legami con le persone, perfino al legame con lui stesso." Doveva essere quello il pensiero di Luisa, anche se non si sarebbe mai spinta a pronunciarlo ad alta voce.
Anzi, doveva essere già concentrata su altro, dato che aggiunse: «È un vero peccato che i tuoi genitori non siano venuti a trovarmi.»
«Quando li vedrò» rispose Aurora, «Riferirò loro che avresti piacere di incontrarli.»
Luisa rimase in silenzio. Dopotutto non poteva certo replicare che, in realtà, non le interessava nulla di rivederli, quanto piuttosto avrebbe gradito fare sfoggio anche davanti a loro della sua casa delle vacanze.
Se una delle due sorelle rimaneva in silenzio, l'altra doveva necessariamente parlare, a quanto pareva, dato che fu Loredana a dire qualcosa, nello specifico tornando sull'argomento "fidanzato".
«Non hai ancora conosciuto nessun giovane professore?»
«Di professori giovani ne ho conosciuti» ammise Aurora, «Ma questo, di per sé, non è sufficiente. Alle persone non basta solo incontrarsi, devono anche avere qualcosa in comune.»
«Voi giovani di oggi vi mettete troppi problemi» replicò Loredana. «Una volta ci mettevamo meno preoccupazioni. Io, al posto tuo, non mi sarei fatta sfuggire la possibilità di...»
Luisa la interruppe: «Aurora è una ragazza bella, elegante e istruita. Può puntare a qualcosa di più che a un semplice professore. Non è vero, Aurora?»
«Non c'è nulla di male a innamorarsi di un professore» ribatté Aurora. «Se mi succedesse non sarebbe un problema. Il punto è che non mi è ancora successo e che non tutti i giovani professori sono celibi.»
Luisa azzardò: «Possono sempre ripensarci.»
«In che senso?»
«Un giorno potrebbero lasciare le loro fidanzate, oppure le loro mogli. Anche mio marito, il padre di Oscar, era impegnato con un'altra donna, quando lo incontrai. Era fidanzato ufficialmente con la figlia di un suo socio in affari e si sarebbero senz'altro sposati, se non avesse incontrato me. Invece ci conoscemmo, feci subito colpo su di lui, e pure con certe difficoltà, in un secondo momento fui io a diventare sua moglie.»
«Oh, non lo sapevo.»
«Sono in pochi a saperlo. Te l'ho detto per ricordarti che non devi arrenderti alla prima difficoltà. Solo perché un uomo a cui punti non è libero adesso, non significa che non possa tornarlo, prima o poi. Adesso, peraltro, è molto più semplice. Quando ero giovane io, e ancora non si poteva divorziare, la presenza di una moglie iniziava ad essere un problema serio. Al giorno d'oggi una moglie potrebbe valere tanto quanto una semplice fidanzata.»
Aurora puntualizzò: «Non ho messo gli occhi su un uomo impegnato, non è una faccenda che mi riguarda, al momento. Auguro ai miei colleghi sposati o fidanzati di avere una vita felice insieme alle loro compagne, anzi. Il fatto che io sia sola, al momento, non mi sembra un buon motivo per sperare che rimangano soli anche loro.»
«Magari potrebbero avere qualche amico da presentarti.»
«Non saprei. Non ne abbiamo mai parlato. Non è un'urgenza, per me, trovare qualcuno che voglia fidanzarsi con me o addirittura sposarmi.»
Loredana le suggerì: «Se fossi al posto tuo, cercherei di sbrigarmi. Più il tempo passa e più i migliori finiranno per accasarsi. Allora non ti resterà altro da fare che puntare agli scarti delle altre donne, come mio nipote Oscar.»
Aurora avvampò.
«Perché Oscar dovrebbe essere uno scarto?»
«Ha avuto parecchie ragazze, in passato» precisò Loredana. «Non ha funzionato con nessuna di loro.»
«Magari è Oscar ad avere gusti difficili» ipotizzò Aurora.
Loredana accennò una risata.
«Stai dicendo che per te Oscar non è così male?»
«Sto dicendo che non vedo perché dovremmo passare il pomeriggio a spettegolare su di lui» rispose Aurora, cercando disperatamente di cambiare argomento. «Magari Oscar sta bene così.»
«Parlate di me?» chiese all'improvviso una voce alle loro spalle.
Aurora sussultò, lasciando cadere la rivista e girandosi.
«Oscar?!»
Il figlio della sua madrina sorrideva e Aurora sentì, pur senza vederli, i suoi occhi che la scrutavano da dietro le lenti a specchio degli occhiali da sole.
«N-no» balbettò, venendo subito smentita da Luisa.
«Tua zia stava commentando il fatto che non hai una fidanzata fissa da... da quanti anni? Ce l'hai mai avuta una fidanzata fissa? Mi hai portato a casa un paio di ragazze, in passato, ma è stata una vita fa, quando c'era ancora tuo padre.»
Aurora cercò di sviare l'argomento.
«Tu, piuttosto, cosa ci fai qua?»
Oscar ribatté: «Devo ipotizzare che la mia presenza ti infastidisca, prof?»
«No, affatto» rispose Aurora, «è solo che non pensavo di incontrarti in spiaggia. Pensavo preferissi evitarla.»
«Preferisco evitare di andarmene in giro in mutande dai colori imbarazzanti» le ricordò Oscar, che indossava una camicia hawaiana e un paio di pantaloncini bianchi. «E comunque, se dovessi fare un'opera buona, la farei ovunque, anche su una spiaggia.»
«Che tipo di opera buona?»
«Salvare una povera professoressa rapita da due tremende signore avanti con gli anni che, senza ombra di dubbio, stanno cercando di convincerla a prendere in considerazione un certo scrittore scapolo al quale non vedrebbero l'ora di trovare una donna.» Si girò verso Luisa e Loredana. «Perché è questo che state cercando di fare, vero, mamma?»
«Oh, no, affatto» replicò Luisa. «Non mi permetterei mai di suggerire ad Aurora di frequentarti.»
«Perché sono senza speranze?» azzardò Oscar. «Oppure perché Aurora non è abbastanza attaccata ai soldi?»
Aurora sussultò. Non era sicura della piega che quella conversazione stesse per prendere.
Oscar si rese conto che si sentiva a disagio e la rassicurò: «Tranquilla, tu non c'entri nulla. Anzi, ti porto a fare un giro, se vuoi. Andiamo sul molo a vedere se c'è qualche pescatore e se i pesci abboccano?»
All'improvviso quella appariva come la migliore delle idee. Aurora si infilò il copricostume e i sandali, prima di alzarsi in piedi.
«Sono pronta.»
Oscar sorrise.
«Ciao mamma, ciao zia. Ci vediamo stasera a cena. La compagnia dei pescatori, per ora, potrebbe essere più gradevole della vostra.»
Aurora si allontanò in silenzio. Soltanto dopo molti metri, quando era sicura di essere al riparo da orecchie indiscrete, domandò a Oscar: «Come ti è venuto in mente di dire quelle cose a tua madre?»
«Mi dispiace di averlo dovuto fare davanti a te, ma mia madre si meritava ogni singola parola che ho detto» puntualizzò Oscar. «Posso capire tutto, ma non la sua invadenza. Non ha alcun diritto di intromettersi nella tua vita privata. Perché è questo che hanno fatto lei e mia zia, vero?»
«Un po' sì» ammise Aurora, «Ma non ho capito quella faccenda dei soldi.»
«Mia madre gradirebbe che dessi un maggiore sfoggio del patrimonio di famiglia e che mi trovassi un'arrampicatrice sociale come moglie. Non ha capito niente di me. Non ha capito che voglio vivere come una persona normale.»
«Perché, come vivono le persone normali?»
«Senza guardare gli altri dall'alto al basso e senza trattare le persone come se fossero oggetti da comprare.»
«È per questo che non vuoi che tua madre veda il tuo appartamento? Perché non riterrebbe alla tua altezza il posto dove abiti?»
Oscar attirò a sé Aurora e la guardò negli occhi - o quantomeno fu l'impressione che diede dato che aveva gli occhi ancora coperti dalle lenti a specchio.
«Quello era l'appartamento di Nico, il famoso figlio della governante. Ci andai ad abitare con lui per aiutarlo a pagare le spese. Era senza lavoro, ai tempi. Io, invece, avevo lasciato il giornale e avevo voglia di cambiare vita.»
«Ed è così, quindi, che sei diventato il cattivo ragazzo tanto denigrato dai pescatori del luogo?» azzardò Aurora.
Oscar la ignorò.
«Nico è stato come un fratello per me. A mia madre farebbe inorridire il solo pensiero che io abbia condiviso un piccolo appartamento con quello che lei avrebbe considerato un individuo inferiore.»
«E poi?» chiese Aurora. «Cosa ne è stato di lui? Abiti da solo, adesso, mi hai detto. Che fine ha fatto Nico?»
«Questo sarebbe il momento giusto per metterti a tacere infilandoti la lingua in bocca» ribatté Oscar. «Peccato che mia madre e mia zia abbiano una vista fin troppo acuta e sarebbero capaci di vederci e di farsi un film, se lo facessi. Dovrò rimediare sul piano B, portarti a fare quattro chiacchiere con i pescatori.»
«Va bene» si arrese Aurora. «Mi arrendo al fatto che tu abbia dei segreti.»
«Chi non ne ha?»
«Non credo di averne. O quantomeno, non ho dei segreti imbarazzanti. Ho solo accidentalmente bruciato il mio vestito preferito mentre stiravo. E poi, una volta, mentre correggevo i compiti dei miei studenti, ci ho ribaltato sopra per sbaglio una lattina di Coca Cola.»
«Questi sono segreti piuttosto scabrosi, prof. Temevo che tu fossi perfetta, invece non lo sei e questo ti rende mille volte più interessante. Inoltre, se un giorno ti sposassi, so che non dovrei mai e poi mai farti stirare le mie camicie. Io non le ho mai bruciate.»
«Stiri?»
«Mi ha insegnato Nico a suo tempo. Anche questo è un segreto. Mia madre inorridirebbe di fronte a un simile pensiero.»
«Un uomo che stira?»
«No, diciamo piuttosto una persona abbiente che stira invece di pagare qualcuno perché lo faccia al posto suo. Ma basta parlare di queste cose, andiamo dai pescatori.»
Il molo era più affollato della mattina precedente e, in realtà, Aurora e Oscar non rivolsero la parola a nessuna delle persone che stavano pescando, ma rimasero soltanto da soli ad attendere che venisse l'orario in cui si poteva ipotizzare che Luisa e Loredana avrebbero lasciato la spiaggia. Non c'erano più, quando tornarono indietro e ormai iniziava a calare la sera.
«Sarà meglio andare» osservò Aurora. «Sbaglio o siamo stati invitati tutti a una grigliata da quelli della casa di fronte?»
«Non sbagli, ma per quanto mi riguarda non mi preoccuperei se dovessimo fare tardi» ribatté Oscar. «Sarà una serata terribile. Voglio dire, la carne alla griglia e il vino la renderanno sicuramente molto meno terribile, ma per il resto non c'è niente a cui guardare con ansia. Ti va di farci un bagno?»
«A quest'ora? L'acqua starà iniziando a diventare fredda.»
«Non dirmi che hai paura del freddo, prof.»
«Ho paura che tu possa entrare in acqua come la natura ti ha fatto, visto che cosa ne pensi dei costumi da bagno maschili.»
«Vai tranquilla, non intendo fare il bagno nudo. Non con la gente che è ancora in giro, almeno. L'essere contrario all'idea di farmi vedere in costume non significa che non lo indossi sotto ai pantaloncini quando può venirmi utile.» Oscar si sbottonò la camicia. «Spero solo che non scapperai dopo che mi sarò spogliato.»
«Perché dovrei?» ribatté Aurora. «Non penso che tu sia così orribile da dovere fuggire via terrorizzata.»
«Diciamo che se fossi due o tre chili di meno non mi dispiacerebbe. Ho un po' un fisico da mangiatore di grigliate.»
«Beh, non sono una grigliata, quindi sono abbastanza sicuro che non ti nutrirai di me.» Aurora si tolse i sandali e si sfilò il copricostume. «Avanti, sbrigati. Sei tu quello che vuole fare il bagno!»
Si avviò verso la riva, mentre Oscar finiva di spogliarsi. Appena l'acqua le bagnò i piedi e le caviglie, le sfuggì un urlo.
«È freddissima! Mi dispiace, ma qui dentro non ci entro.»
«Invece faresti meglio a entrarci» scherzò Oscar. «Ora non ci sono più mia madre e zia Loredana. Potrei davvero baciarti.»
«Puoi farlo qui.»
«Sì, potrei, ma voglio metterti alla prova. Fino a che punto sei disposta a spingerti per ricevere il bacio di un poeta maledetto, prof?»
La prese per mano e si avviò in direzione del mare. Aurora non poté fare altro che seguirlo. Non fu così terribile, almeno finché, in risposta alle sue proteste, diversi metri più avanti Oscar non si tuffò in acqua trascinandola con sé.
«Ti stai prendendo troppe libertà con me» mise in chiaro Aurora. «Attento a quello che fai, poeta maledetto.»
Oscar rise, beffardo.
«Essere mandato in punizione dietro la lavagna da te rimane sempre il mio sogno proibito, farò tutto il possibile per farlo accadere.»
Aurora scattò verso di lui.
«Mi avevi promesso un bacio o sbaglio?»
Era arrivato il momento di mettere le cose in chiaro. Si fiondò sulla bocca di Oscar, che non si ritrasse, anzi, si lasciò baciare con avidità.
Quando si staccarono, le disse: «Complimenti, prof. Mi piacciono le donne che prendono l'iniziativa. La vedo come un invito a spingermi più in là.» La strinse a sé e con una mano le sfiorò i capelli. «Anzi, non è esatto. Le altre donne potrebbero prendere tutte le iniziative che vogliono, ma adesso mi interessi solo tu. E, attenzione, ho detto adesso. Non significa necessariamente per sempre.»
«Al per sempre ci penserò poi» replicò Aurora, mentre la mano di Oscar abbandonava i suoi capelli e si abbassava. Senza il tempo di accorgersene, Aurora se la ritrovò tra le cosce, facendola avvampare. «Tu, invece, cerca di ricordare che siamo in pubblico.»
Oscar sorrise.
«Nessuno può vedere quello che faccio.»
Aurora lo fulminò con lo sguardo.
«Non qui.»
«Solo una piccola anticipazione» ribatté Oscar, risalendo e insinuando le dita sotto al costume di Aurora. «Ti aspetto in camera mia stasera a mezzanotte. Verso le undici e mezza, dì a mia madre - se lei e zia Loredana sono ancora in giro - che sei stanca e pensi di andare a letto. Poi, quando non fanno più caso a te, mi raggiungi.»
Non ci fu bisogno di riflettere, Aurora andò a colpo sicuro: «Va bene.»
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Milly_Sunshine