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Autore: CyberNeoAvatar    27/11/2022    5 recensioni
Nell'immensa regione di un mondo fantastico nota come Proéyld, o ‘ Landa dell'Origine’ per via dei miti ad essa correlata, esiste un particolare potere chiamato Foundation, il quale prende le sue abilità basandosi su luoghi ed elementi di luoghi. Dopo la morte del sovrano di questa terra, però, i possessori di tale potere hanno preso a sparire uno dopo l'altro; questo fatto si intreccia con il viaggio di Evret, un giovane personaggio che sembra sapere chi ne è la possibile causa, e il cui passato sembrerebbe nascondere qualcosa legato all'accaduto...
Così verrà sancito l'inizio di un viaggio che porterà Evret e i suoi alleati attraverso la regione alla ricerca della verità sulla natura delle sparizioni, una verità che nasconde ben più di quanto possano immaginare.
Avvertenze:
Questa è una storia originale che viene consigliato immaginare come una versione scritta di un manga o di un anime per com'è sviluppata. I suoi contenuti sono stati sviluppati senza copiare nulla, di conseguenza ogni possibile somiglianza/uguaglianza tra questa e altre opere è solo frutto di coincidenze. Ogni eventuale disegno inserito al suo interno servirà soltanto per aiutare l'immaginazione, anche se non dovesse essere in qualche modo perfetto.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2 – Foundation in azione.

 

« Che COSA?!» esclamò Sein, totalmente impreparato alla frase di Eief. Anche Evret assunse un’espressione sbalordita a quell’inattesa confessione, e lo stesso fecero gli altri soldati.

« Tu... avresti...?» cominciò a dire Cabel.

« Qualcuno ha del cerume nelle orecchie?» chiese Eief, incrociando le braccia con ancora la tazza di caffè in mano. « Era quello che volevi sentire, no? Sì, ho rapito io tua sorella. Un lavoretto pulito... è stato facile rapirla sotto il vostro naso, mentre ero in incognito a Liontàri, la città dove l’ho presa.».

« Eief...» mormorò Cabel. Era ben visibile come la sua espressione, superata la sorpresa, si stesse cominciando a contrarre dalla rabbia.

« Ti rendi conto di cosa stai dicendo, Eief?» gli chiese con serietà Lector. « Se quanto dici è vero, saremo costretti a metterti agli arresti.».

« E quindi?» domandò Eief, bevendo il suo caffè come se nulla fosse. « Te lo riconfermo tranquillamente... sono io il rapitore che questi gentiluomini stanno cercando.». C’era qualcosa di strano, si disse Evret: perché stava confessando così facilmente? E perché non pareva affatto preoccupato?

« Stando così le cose, non ci lasci altra scelta.» disse Lector, mentre alcuni dei suoi colleghi, incluso Juine, già sguainavano le spade dalle lame parallele che portavano nei foderi sulle loro schiene. « Dopo questa non la passi certo liscia. Amici, prendiamolo!».

« Mi hai rubato le parole di bocca, Lector...» sussurrò Eief, muovendo la testa di lato.

« AAAAAAAAH!».

Cabel, Sein e Lector si voltarono. Uno dei soldati che avevano estratto le armi aveva appena affondato la propria da dietro nell’armatura di Juine, facendogli uscire le punte della spada dal suo petto.

« JUINE!» esclamò Lector, incredulo. Juine vacillò, sputando sangue... poi la sua testa si reclinò in avanti, mentre il soldato che l’aveva trafitto lo spingeva con nonchalance via dalla sua arma, divenuta rossa del liquido organico della sua vittima di cui si era appena bagnata, a terra.

« Che diavolo...?» cercò l’arma che portava sulle spalle Cabel, quando altri due Cavalieri Salamandra lo dissuasero puntando le proprie armi verso di lui e Sein, mentre l’assassino di Juine faceva lo stesso con Lector.

« C... Cosa...?» cominciò a chiedere Lector, inorridito e confuso da quell’atteggiamento estremamente ostile.

« Ehi, Eief... si può sapere perché diavolo gliel’hai detto?» girò la testa verso di lui il soldato dai capelli bruni con cui avevano conversato prima, continuando a minacciare Sein con il proprio strumento da combattimento.

« Perché, pensate che io abbia fatto male, a questo punto? Erano troppo sospettosi...» sorrise Eief.

Evret non mosse un muscolo: il modo in cui avevano appena fatto fuori uno dei loro... e quell’improvvisa ribellione di parte dei soldati, certo non era un buon segno.

Gli ricordava qualcosa di sgradevole, che aveva già visto in passato...

« Juine...» mormorò Lector, lanciando occhiate colme di dolore al compagno trafitto.

« Non ci sto... capendo nulla...» mormorò Sein, anch’egli frastornato da quell’imprevedibile cambiamento di eventi.

« Davvero non ci arrivi, Sein?» biascicò tra i denti Cabel. « Queste carogne sono dalla stessa parte della barricata... sono in combutta tra di loro.».

« Ma che cervellone!» esclamò Eien, muovendo un passo avanti. « Tu sì che sei uno sveglio, anche troppo. Davvero, chi pensava che sareste stati in grado di seguire le mie tracce fin qui?».

« A che gioco stai giocando, Eief?!» esclamò ad un tratto Lector, la spada vicina al suo collo praticamente a un centimetro di distanza. « PERCHÉ avete ucciso Juine?!».

« Sarebbe ancora vivo, se non avessi avuto la bella pensata di aiutare questi qua.» osservò il soldato, degnandolo appena di uno sguardo. « Non l’avremmo trascinata per le lunghe e magari io non mi sarei tradito come invece è successo, costringendomi ad arrivare a questo. Beh, possiamo anche dire che siete stati degli ingenui...» tracciò un cerchio nell’aria con la tazza, distrattamente. « Nel momento in cui ho iniziato a parlare avreste dovuto capire che non ero l’unico implicato: non dimenticare che voi due ci avete incrociato strada facendo e vi siete aggregati a noi. Non avreste dovuto escludere che non fossi il solo del gruppo ad avere qualcosa da nascondere.».

« Bastardo...» ringhiò Lector, stringendo impotentemente i pugni.

« Oh beh, immagino che arrivi per tutti il momento di adattarsi in maniera diversa a nuove circostanze, non trovate anche voi?» disse il rapitore, appoggiando la tazza a terra.

« E che ne hai fatto di nostra sorella Lira, brutto figlio di puttana?» domandò astioso Cabel.

« Eh... dov’è Lira?» esclamò a sua volta Sein, con il fuoco negli occhi. « Se hai fatto del male anche a lei, io...».

« Ooooh, voi sì che siete fratelli esemplari... anche con delle spade puntate contro, vi preoccupate prima della vostra sorellina che di voi stessi. Vi do atto di questo.» osservò Eief. « Tuttavia non necessito di rispondere alla vostra domanda... diciamo che è in mani sicure.» estrasse a sua volta la propria arma dalla schiena, maligno e la impugnò a due mani, avvicinandosi a Cabel. « Ora, credo proprio che le nostre Doppielama si prenderanno anche le vostre vite.».

« Vuoi farci fare la stessa fine di Juine?» domandò rabbiosamente Lector.

« Non è evidente? Tanto avevo già in mente di farvi fuori di sorpresa accompagnandovi nella ricerca della persona rapita... ma, avendomi costretto ad uscire allo scoperto prima del previsto, non è il caso di rimandare la pratica. Non possiamo certo lasciare che vi immischiate nei nostri affari.» alzò quindi la Doppialama al di sopra della propria testa. « Niente di personale. Addi-AAAAAH!». La sua azione si interruppe bruscamente, costringendolo a riabbassare l’arma.

Un sasso l’aveva centrato in pieno proprio tra l’orecchio sinistro e il cranio, portandolo a mettersi una mano sul punto colpito con grande sorpresa generale dei presenti.

« ARGH... CHE MALE...» strinse i denti Eief. « CHE CAZZO...?».

« EHI, VOI!».

Eief si voltò all’istante, per trovarsi davanti alla visuale la figura di Evret, che finalmente aveva lasciato il suo nascondiglio per mostrarsi.

« Ehi, è il ragazzo che abbiamo incontrato a Fìdi.» osservò Sein, sorpreso.

“ Che diamine ci fa qui?” pensò Cabel.

« Sì, dico a voi!» esclamò Evret, indicandoli. « Non vi lascerò uccidere quelle persone!».

« Ma guarda guarda...» sorrise con fare innervosito Eief, muovendosi di un po’ verso il nuovo arrivato. « Ehi, ragazzo... non ti hanno insegnato che non si tirano le pietre addosso agli adulti?».

« No, ma in compenso mi hanno insegnato che un buon soldato che serve il regno non dovrebbe mettersi a rapire le persone.» disse il nuovo arrivato.

« Sembra che tu non sia semplicemente arrivato ora...» costatò il rapitore, il sorriso svanito. « ‘ Non vi lascerò uccidere quelle persone’, dicevi? Ascolta, moccioso... dopo questa bella improvvisata posso garantirti che ci sarà un cadavere in più, in aggiunta a quelli di questi qui.».

« Eief, se devi far fuori anche lui, spicciati: non abbiamo tempo da perdere.» lo esortò il soldato bruno.

« AMICO, SCAPPA!» gli gridò Sein. « Questi qui non scherzano!».

« Lo so, ma non me andrò di certo davanti a questi qui!» gli rispose a tono Evret. « Ci penserò io ad affrontarli!».

« Ah, allora-NO ASPETTA, COSA?!».

« È pazzo, per caso?» borbottò Cabel, ostentando seria preoccupazione, la stessa che si trovò riflessa anche sul volto di Lector. Perché quel ragazzo non scappava e basta come gli aveva appena suggerito Sein? Non aveva certo possibilità di vincere contro ben quattro Cavalieri Salamandra.

« Ci sentiamo coraggiosi, vedo!» affermò beffardo Eief, ruotando la spada. « Sembri serio... Beh, tanto non ti lascerei certo fuggire, con la mia Salamandra-Lupo a disposizione ti prenderei in un baleno. Quindi... vieni pure a farti uccidere, moccioso!». Evret si limitò a sorridere all’invito.

« Non così in fretta.» rispose Evret, alzando l’avambraccio sinistro all’altezza del viso. « Vorrei mostrarti una cosetta, prima di iniziare.».

« Cioè?» domandò Eief.

Ma ci volle poco perché la sua espressione cambiasse di colpo. Qualcosa di luminoso si stava diramando sulla copertura dell’avambraccio del giovanotto, prendendo una forma simile a quella di venature di un intenso verde chiaro che si protendevano sulla superficie in una prospettiva che pareva quasi far sembrare che fossero proiettate da più in profondità nell’arto verso l’esterno.

« È...» boccheggiò un altro dei soldati assassini insieme al resto del suo gruppo. Ma non fece in tempo a completare la frase che la luce di quelle venature lucenti aumentò di intensità, materializzando intorno al braccio e al resto del corpo del giovane una sorta di alone, un ‘ aura’ brillante accompagnata da particelle eteree che circondarono gli avambracci, per poi prendere colore e forma diverse al suo contatto.

Di fronte agli sguardi dei presenti, a coprire totalmente le coperture di tessuto degli stessi avambracci avevano preso forma dei bracciali marroni aventi diversi fregi ornamentali dorati, tra cui un doppio cerchio, a decorare quegli oggetti. Attaccate a ciascuna vi erano dei gusci di roccia dai lati in rilievo, concavi, che andavano a schermare buona parte dell’esterno del braccio.

In quel momento, le estremità dei bracciali rivolte verso le mani del proprietario emisero dell’energia verde chiaro che percorse la pelle del giovane e attraversò esattamente a metà con linee perfettamente dritte tutte e dieci le dita di Evret, fino in fondo alle unghie. Gli oggetti di roccia si separarono fluttuando dai bracciali stessi, collegati solo ad essi da flussi di quell’energia che apparivano simil-elettriche nell’aria, dividendosi in tre sezioni concave a forma di rettangolo a tre sezioni piegato alle estremità.

« Quella...?» cominciò a riconoscerla Cabel.

« Non ci credo... una FOUNDATION?!» esclamò Sein, incredulo. « Ma... com’è possibile? Il controllo a Fìdi...?».

« Eief!» esclamò uno dei soldati al loro capo.

« Una Foundation... qui...» mormorò Eief, interdetto.

« Iniziamo...» disse piano Evret, spostando le braccia davanti a sé. Gli oggetti di roccia che aveva intorno alle braccia seguirono immediatamente il suo movimento, quasi facessero parte degli arti... e il secondo dopo si mosse in corsa verso Eief.

« Ugh...!» esclamò quest’ultimo, riprendendosi dalla sorpresa il tanto che bastava da lanciare un fendente con la propria Doppialama. Evret però pose davanti a sé il braccio destro, e le tre sezioni rocciose si riattaccarono insieme in maniera da parare tutte e due le lame rivoltegli contro.

« HA!» fece il ragazzo, e con un gesto spostò la lama dalla visuale e usò l’altra mano per colpire lo stomaco del nemico: un riverbero verde chiaro brillò per un attimo dalle linee sulle mani del ragazzo, e con rumore di qualcosa che si frantuma Eief venne respinto indietro di qualche passo.

« ARGH...» socchiuse gli occhi questi nel barcollare e nel costatare – con una certa dose di orrore – che quel pugno aveva incrinato il metallo della sua corazza.

« EIEF!» esclamarono i suoi compagni.

« WO-OH!» fece Sein.

« E non ho finito!» esclamò con entusiasmo Evret, e con uno spostamento in avanti spinse le sezioni che aveva usato per difendersi a separarsi nuovamente e gli sferrò un destro. Stavolta toccò a Eief difendersi, assorbendo il colpo con la parte metallica che univa le due lame della sua arma e riuscendo a trattenerlo a stento.

« GRRR!» ringhiò Eief, spostando la spada in maniera da tirare un secondo fendente, stavolta in orizzontale, intorno a sé. Di riflesso Evret fu costretto ad arretrare, dando il tempo al nemico di risollevare la spada e di lanciargliene un terzo. « PRESO!».

« UGH!» fece Evret, che si era invece si abbassò con le ginocchia. Si vide il riflesso di un’ondata eterea verde chiaro, subito dopo la spada del Cavaliere Salamandra colpì.

« … eh?» batté le palpebre il nemico: la sua spada aveva beccato il terreno... il ragazzo era sparito. « Dove...?».

« SOPRA DI TE, EIEF!» gli gridò il soldato bruno suo compagno.

« Sopra...?» alzò lo sguardo lui, ma nel momento stesso che lo fece Evret cadde dall’alto e gli assestò un fortissimo calcio in faccia a mezz’aria. « AAAAAH!». Sotto quel colpo a cui era completamente impreparato, il rapitore venne spinto contro la parete rocciosa, accasciandosi ad essa.

« Hop!» fece Evret, che intanto aveva toccato terra. « Fortuna che ho calcolato bene il tempo...».

« Che salto INCREDIBILE, AHAHAH!» rise Sein. Cabel invece, era più cupo, pensando:“ Quello non era affatto un salto normale: quando si è scatenata quella... ondata, quel giovane è proprio schizzato in alto, come se il suo salto fosse stato amplificato...”. I pensieri del fratello di Sein, però vennero interrotti da qualcosa che lo spinse ad avvertire il giovane:« EHI, ATTENTO!».

« L’ho visto!» disse Evret nel balzare indietro: il Cavaliere Salamandra dai capelli bruni si era staccato dagli altri e l’aveva assalito con la propria Doppialama.

« Muori, maledetto!» esclamò questi, menando diversi fendenti.

« Non... credo!» esclamò il giovane, e nello spostarsi ad evitarne uno dato un po’ più in alto intercettò con uno dei suoi pugni dal basso verso l’alto il piatto delle due lame, che dopo il riverbero del pugno si alzarono verso l’alto e spinsero con prepotenza i pugni corazzati del loro proprietario contro la sua stessa testa.

« OUCH!» si lamentò questi.

“ Non stanno badando a noi...” pensò Cabel, nel notare come l’attenzione dello spadaccino che lo sorvegliava e del suo rimanente compagno fosse totalmente assorbita dallo scontro in corso, quindi afferrò il braccio del primo e lo tirò verso di sé, in maniera tale da potergli stringere la gola da dietro con l’altro robusto braccio. Questi cercò di divincolarsi, gridando:« AAAH!».

« EHI, LASCIALO!» sbottò l’assassino di Juine, che a quanto pare non era poi così distratto dalla lotta, e impugnando ad una mano la Doppialama cercò di colpirlo al fianco.

« FERM-AAAAAAAAAH!». Proprio allora Lector era scattato tra il fendente e Cabel, e un fiotto di sangue uscì dalla corazza appena penetrata dall’affilatissimo doppio filo dell’arma.

« Accidenti...» disse allarmato Cabel, senza smettere di trattenere l’altro soldato.

« Stupido... seguirai subito il tuo collega nel...» cominciò a dire l’assassino di Juine, quando una lama romboidale si insinuò in una delle sue mani attraverso l’armatura, strappandogli un gemito e costringendolo a mollare la spada. « AAH!».

Sein non era rimasto a guardare, e aveva tirato fuori la propria lancia per impedirgli di minacciarli ancora.

« E tanti saluti!» disse con disgusto Sein, girando l’arma metallica e colpendolo alla tempia con forza tramite l’estremità posteriore arrotondata, cosa che bastò a farlo cadere a terra. Per buona misura gli assestò un secondo colpo nello stesso identico punto, garantendogli un posto nel mondo dei sogni. Si rivolse quindi a Cabel. « Stai bene?».

« Io sì.» ammise lui, mentre dopo aver costretto lo sgherro che aveva afferrato a mollare l’arma lo stava praticamente soffocando. Sein gli diede una mano a metterlo definitivamente k.o. « Grazie...».

« UOOOOOH!» gridò intanto Evret, approfittando di un momento di stordimento del bruno per afferragli la mano armata di spada con la propria prima che potesse brandirgliela di nuovo contro per poi tiragli un pugno. Questi cercò di proteggersi con il pezzo di metallo sporgente che si allungava dal pezzo di armatura del braccio, ma a contatto con il pugno il ferro si frantumò lasciando che l’arto gli si piegasse un po’ troppo verso l’interno, e il grido di dolore del guerriero confermò la rottura di un osso.

« AAAAAARGH!».

« Duomaglio...» cominciò a dire il ragazzo nel piegare all’indietro le braccia, lasciando che le linee sulle dita scintillassero, « … TERRESTRE!» e subito dopo sferrò contemporaneamente due pugni contro la parte di corazza sul suo stomaco, che sotto gli occhi dei presenti si spaccò in mille pezzi con uno schianto al passaggio dei colpi, prima che questi sprofondassero nel suo ventre.

« BLERCH!» rigurgitò un fiotto di sangue con fare strozzato il bruno, gli occhi fattisi. Poi, piegò le ginocchia e cadde giù, fuori combattimento.

« Ha sbriciolato quell’armatura come niente...» sussurrò Sein, sbalordito, mentre Cabel esaminava le condizioni di Lector, che continuava a sanguinare abbondantemente al suolo.

« Fatto...» sussurrò Evret, allontanandosi dal soldato bruno sconfitto. In quel momento, il rumore di un pesante passo lo costrinse a prestare la propria attenzione altrove.

« Vediamo adesso... come la mettiamo.». A quanto pare Eief aveva approfittato dello scontro con il bruno per sgusciare fino alla Salamandra-Lupo del punto di sosta, saltandoci in groppa e spingendola a muoversi. Adesso che era sulle zampe, si vedeva come l’esemplare fosse piuttosto grosso, più della media rispetto ai simili dello stesso sesso. La bestia procedeva lentamente, guidata dalle redini che il suo soldato stringeva in una mano, mentre nell’altra aveva la propria Doppialama. « Adesso ti faccio a pezzi... non credere che i soldati di Proéyld siano così tanto impotenti di fronte ad una Foundation qualunque! HA!». Batté i piedi sui fianchi dell’enorme anfibio e scioccò le redini, e la creatura si mosse con un balzo verso Evret.

« UGH!» esclamò Evret nel gettarsi via da lì. Nell’atterrare dove poco prima c’era la sua posizione, la Salamandra divaricò le quattro zampe ed emise un sommesso ringhiare estremamente simile a quello di un vero e proprio lupo.

« HA, ATTACCALO!» esclamò Eief, e dopo quel ringhio la fiera scattò velocemente. Anche stavolta Evret si spostò per tempo, ma non riuscì ad evitare la spada del soldato, scattata apposta per lui.

« AH!» si lasciò sfuggire un gemito quest’ultimo, appoggiandosi una mano ad una spalla: era riuscito ad affondare una delle lame proprio lì.

« AH-HA!». Il giovane alzò lo sguardo, e si vide arrivare addosso un’altra volta la bestia, stavolta a testa bassa a caricarlo. Lui si buttò ancora una volta lontano dal pericolo, dal lato dove la spada di Eief non poteva raggiungerlo, e senza bersaglio la carica della Salamandra-Lupo si infranse contro la parete rocciosa, la quale si riempì di crepe e franò superficialmente con uno schianto.

« Non scherza...» sussurrò Evret, mentre la Salamandra-Lupo si girava come se non avesse manco sentito l’urto da dietro la corazzatura frontale sul suo cranio già normalmente rinforzato. l’avrebbe sicuramente spezzato, se l’avesse preso con una testata del genere. Oltretutto era veloce... e lo sapeva, sapeva che la velocità di una Salamandra-Lupo maschio era più alta di quella delle femmine, specialmente dopo essere state addestrate dai Cavalieri. Quando poi c’era in groppa il suo soldato, la sua pericolosità poteva solo aumentare...

« Vengo ad aiutarti, amico!» esclamò Sein, facendosi avanti con la lancia in pugno.

« Lascia perdere, posso farcela da solo!» rispose con decisione Evret.

« Usi parole grosse, ma da quando sono in sella alla mia Salamandra-Lupo sei stato capace solamente di schivare.» ghignò divertito Eief. « Immaginavo che un utilizzatore di Foundation qualsiasi non potesse tenere il passo contro di me su questa bestia, e la ferita sulla tua spalla ne è una prova lampante.».

« Ferita... questa?» domandò il ragazzo, dando un’occhiata di sottecchi alla spalla insanguinata. Con noncuranza girò il braccio, pur nascondendo una certa sensazione di dolore, nel rispondere con il sorriso sulle labbra. « Guarda meglio... è di striscio. Non hai fatto granché!».

« Ne riparleremo tra un attimo... quando ti avrò messo sotto! HA!» gridò Eief, e prontamente la sua cavalcatura corse avanti e si lanciò ancora una volta su Evret cercando di prenderlo con una poderosa zampata. Lo schivò per un soffio chinandosi indietro: le Salamandre-Lupo erano sprovviste di artigli, ma di certo venir colpiti dalla forza bruta di quelle zampe non sarebbe stato affatto piacevole.

Fallito quel primo assalto, la Salamandra venne spinta a cercare di calpestarlo con l’altra zampa. Evret si tuffò da un lato per evitarlo, quindi piegò le braccia come aveva fatto con il soldato bruno mentre si fletteva per evitare la spada tesa dall’avversario. « DUOMAGLIO TERRESTRE!». L’attacco andò a segno con il riverbero verde che accompagnava le sue offensive, frantumando metà del ‘ gambale’ corrispondente alla zampa bersagliata e sentendo di aver preso con le nocche la sua pelle liscia.

« GRRUUOOOOH!» gridò raucamente la creatura, facendosi immediatamente indietro.

« UOH-OH!» fece Eief, calmando rapidamente la bestia. Evret sapeva di non aver fatto gran danno all’animale, la sua armatura e la pelle – che a dispetto delle apparenza era piuttosto robusta – l’avevano protetta da grossi traumi fisici.

« Bel colpo!» strinse un pugno Sein.

« Fatti sotto!» disse spavaldamente Evret, muovendo una mano in segno di sfida.

“ Tsk... fai tanto il duro. Tanto ho capito il tuo punto debole.” pensò Eief, quieto.“ Me ne sono accorto quando ho fermato il tuo pugno: certo sembri allenato, ma eserciti tutta la portentosa forza dei tuoi pugni solo quando colpisci con essi. Il che significa che dopo l’impatto iniziale, puoi contare solo su una forza fisica più moderata. La Foundation non pare migliorare le tue capacità fisiche in generale, almeno non eccessivamente.” si preparò con le briglie.“ Questo è il motivo per cui non ti sei fermato a parare gli assalti della Salamandra-Lupo, perché in uno scontro frontale il tuo corpo soccomberebbe alla sua forza spaventosa. Quindi...” fece schioccare le briglie, portando la sua cavalcatura alla carica.“ … non mi resta che caricarti finché non ti travolgo!”.

« HOP!» fece il ragazzo nello scattare da un lato un’altra volta.

« Non mi scapperai!» affermò il soldato, strattonando il suo destriero perché si girasse dopo essere stato portato lontano di diversi metri dalla carica appena esaurita.

Ma Evret non stava affatto scappando: anzi, si era messo inaspettatamente a correre in direzione dell’avversario.

« Cosa...?» disse Cabel, notando la sua manovra.

A quel punto, il ragazzo saltò, e una ondata di luce verde si allargò dai bracciali sulle sue braccia, facendo sì che quel salto si trasformasse in un vero e proprio viaggio fulmineo ad arco nello spazio che colse per la seconda volta alla sprovvista sia quest’ultimo che la sua Salamandra-Lupo... viaggio che lo stava portando dritto dritto verso il muso della fiera mentre questa era ancora immobile.

« Ti chiedo...» cominciò a dire Evret, rivolto alla bestia mentre piegava un gomito nell’arrivare, « … SCUSA!» e con tutta la sua forza, prima che avesse il tempo di spostarsi, gli calò al volo un velocissimo destro laterale.

« GRUUUOOOAAAAAAAAAAAAAAAH!».

Il pugno aveva spaccato l’occhio della Salamandra-Lupo. Il muso del grande anfibio si agitò come impazzito, così come tutto il suo corpo, il quale iniziò ad ondeggiare ed impennarsi parzialmente più e più volte.

« AAAAH!» gridò Eief, in totale balia dei movimenti incontrollati dell’essere che si curava soltanto di dar sfogo quanto più possibile alla sua voce dalle mascelle naturalmente semi-bloccate dalle strisce carnose tra di esse, al suo dolore. « CALMATI, STUPIDA BESTIA... CALMATI!».

« GRUOOAAAH!» continuò a ruggire lui, disseminando il terreno roccioso di zampilli di sangue che schizzavano dal suo occhio.

« Mi spiace prendermela con gli animali... ma...» sussurrò Evret, serrando entrambi i pugni, « … per farla davvero finita, devo metterti fuori combattimento!» quindi piegò di nuovo le braccia e si diresse verso la bestia ferita. Stando attento ai suoi spasmi riuscì ad arrivare alla sua zampa anteriore sinistra, la stessa a cui aveva fatto saltare il gambale. « Duomaglio... TERRESTRE!». Un altro riverbero e stavolta, senza l’intralcio dell’armatura, quei pugni riuscirono a spezzare l’osso superiore della zampa del già sofferente animale, che nell’impennarsi ancora e riappoggiarsi a terra nei suoi movimenti sragionati perse l’equilibrio e si piegò in avanti con il corpo, crollando violentemente da un lato con un ultimo ruggito.

« AAAAAAAH!» si udì un altro urlo da Eief nel venire a sua volta trascinato, e in parte schiacciato, sulla superficie del canyon dal peso della sua stessa belva corazzata.

« Ce l’ha fatta!» esclamò Sein, stupito.

« Uhm...» mormorò Cabel.

« Vediamo un po’...» si disse Evret, facendo il giro dell’animale. Lì a terra, la bestia continuava ad agitarsi ruggendo, continuando a soffrire per il pessimo stato in cui si trovava.

« U-gh... aaaaaah... AH!». Eief, intanto, non era messo meglio: la gamba seppellita dal peso della sua cavalcatura doveva aver riportato quantomeno qualche slogatura, a quanto sentiva. La Doppialama gli era sfuggita di mano durante i tentativi di riportare alla ragione la Salamandra, trovandosi a giacere ad un metro da lui. « Maledetto... moccioso...».

Senza sapere neanche come avrebbe potuto fare ad uscire da sotto quell’ammasso di carne, mosse il braccio verso la spada, desideroso di tornare armato...

Le sue palpebre però in quel momento batterono nello scorgere qualcosa di poco gradito.

Evret si era inginocchiato proprio di fianco a lui. Appena si accorse che lo osservava, il giovanotto chiuse gli occhi e gli rivolse un largo sorriso... prima di stampargli un pugno in piena faccia.

« OUCH!» esclamò il rapitore, perdendo subito i sensi.

Fatto ciò, il giovane combattente si guardò intorno: a quanto vedeva, tutti i soldati complici di Eief erano impossibilitati a riprendere a combattere.

Trasse un respiro, e nel farlo la consistenza della sua Foundation prese a ridursi in pezzi fino a scomparire. Le venature luminose tornate a palesarsi da sotto di essa si ‘ ritrassero’ nel braccio, tornando invisibili sotto la copertura del braccio corrispondente.

« Ohi...» cominciò a dire Sein. Evret gli scoccò un’occhiata.

« Coff coff...» tossì in una mano quest’ultimo, in quel suo fare da ‘ darsi un tono’, e subito dopo si appoggiò entrambe le mani ai fianchi e scoppiò a ridere. « AHAHAHAH! Ho vinto io! Io e la mia Foundation siamo davvero TROPPO forti! AHAHAHAH!». Sein e Cabel socchiusero gli occhi, assai allibiti da quella dimostrazione di superbia.

« Ok... quando hai un attimo, magari la smetti con questi auto-elogiamenti e ci dai una mano ad immobilizzare questi soldati.» osservò il secondo dei due fratelli.

« Ah, ehm, giusto!» esclamò il ragazzo. Notò poi Lector, a cui era stata già tolta parte dell’armatura per trattare il lungo taglio sul suo petto. « E lui? Come sta?».

« Ha perso parecchio sangue, ma l’armatura ha bloccato il fendente a sufficienza perché non gli colpisse gli organi vitali.» rispose Cabel.

« Meno male...» sospirò sollevato Evret.

« Vieni con me: ho delle funi, sulle nostre Salamandre-Lupo.» gli disse Sein. « Le avevo portate per discendere da un picco sulla strada di Liontàri... ma sono contento che tornino utili anche ora.».

« Se ve ne servono... altre... ne abbiamo anche tra i nostri... bagagli...» borbottò Lector, cercando di farsi sentire.

« Non ci pensare, adesso, abbiamo tutto quello che ci serve.» gli rispose bruscamente Cabel, il quale lo cominciava ad avvolgere con stracci presi da una maglietta che il soldato stesso portava in precedenza sotto l’armatura.

Intanto, dopo che Evret si fu anche fasciato la ferita di striscio infertagli alla spalla con quanto vi era su una delle Salamandre-Lupo femmina, lui e Sein iniziarono a legare stretto tutto il gruppo di Eief – tenendo quest’ultimo per dopo, essendo bloccato dalla Salamandra-Lupo azzoppata che tanto non pareva aver alcuna intenzione di spostarsi da lì.

« In due, amico. Oh... ISSA!» disse Sein al suo compagno di ‘ operazione’, tirando insieme per le braccia Eief e riuscendo a farlo uscire fuori dalla massa corporea dell’anfibio. Iniziarono a legare anche lui. « L’hai proprio conciato per le feste, eh? E anche con il bruno non hai certo scherzato, anzi, sono sorpreso che tu non gli abbia fatto di peggio.».

« Beh, ho cercato di contenermi un pochino... non volevo mica ucciderli.» ammise Evret, nel stringergli insieme i piedi nelle corde. « Sono contrario all’eccessiva violenza, se posso evitarla.».

« Non si direbbe, da come hai frantumato corazze a destra e a manca.» replicò Sein con un sorriso. « Comunque non sarò un esperto di Foundation, ma ho trovato la tua portentosa.».

« Ti piace davvero?».

« Se mi piace?! È fortissima, come potrebbe non piacermi?!» esclamò Sein, completando l’ultimo nodo e poi iniziando a trascinare con il nuovo amico lo svenuto Cavaliere vicino al piccolo punto di sosta allestito in precedenza dai soldati. « Quanto vorrei averne una così anch’io!».

« È normale, è una super Foundation!» affermò con orgoglio lui.

« Ma il Sign che ho visto sul tuo braccio? Come mai a Fidì...?».

« Magari, uhm, ne parlerei dopo!» si affrettò a dire Evret. Sapeva già cosa voleva chiedergli... perché il Sign era sfuggito al controllo effettuato al suo arrivo. Tuttavia, c’era Lector poco distante: certo non era colluso con quei bellimbusti di Eief e soci, ma preferiva non far arrivare alle orecchie dei ranghi militari di Proéyld certe cose, per il momento.

« Mah, va bene...» disse senza farsi problemi Sein.

« Anche perché non è il momento di pensare a queste cose.» osservò con serietà Cabel, il quale aveva a sua volta iniziato a portare i Cavalieri traditori legati come salami dove avevano portato Eief. « Appena li avremo riuniti tutti insieme, voglio subito interrogare questi bastardi per farci dire dove hanno portato esattamente Lira.».

« Vostra sorella, giusto?» chiese Evret. « Scusatemi, ma prima di intervenire ho sentito qualche parola circa il suo rapimento. Posso sapere come si è svolta la faccenda di preciso?».

« Dopo, magari.» alzò le spalle il maggiore dei fratelli, andando a prendere l’ultimo paio di Cavalieri che mancava all’appello.

Una volta tutti riuniti in modo da averceli tutti sott’occhio, Cabel, Sein ed Evret si posero dinanzi a loro.

« Da chi vuoi cominciare?» domandò Sein al fratello.

« Da Eief, ovviamente.» rispose lui. « La sua gamba sinistra è un po’ malmessa a causa del piccolo ‘ incidente’ provocatogli dall’ultima fase del suo combattimento... eventualmente potremo stuzzicargliela un po’ per renderlo più malleabile.».

« Aspettate...». Lector si era rimesso in piedi, arrancando verso i presenti.

« Dannazione...» scosse la testa al vederlo Cabel.

« Stia attento!» esclamò Evret, andandogli subito davanti con atteggiamento preoccupato. « È sicuro di farcela a stare in piedi? Può continuare a riposare, se vuole.».

« Ti ringrazio del pensiero, ma... ce la posso fare.» si diede ad un sorriso forzato Lector, in realtà sofferente. « Voglio assistere all’interrogatorio...».

« Ci permette di interrogarlo... così?» chiese Sein:« Credevo che ai Cavalieri Salamandra non piacesse che altri svolgano le loro mansioni.».

« In questo caso, non è che possa proprio occuparmene di persona.» osservò il soldato. « Però devo quantomeno partecipare...». Il suo sguardo andò tristemente al cadavere di Juine, non lontano da lì. « Per le azioni disoneste di questi qui, il mio compagno è stato assassinato. Devo capire almeno quali ragioni hanno portato alla sua morte... lo devo alla memoria di Juine.».

« Capisco...» sussurrò Evret, profondamente rattristato.

« Ah, non ti ho ancora ringraziato, ragazzo.» continuò Lector, rivolto ad Evret. « Senza l’aiuto tuo e della tua Foundation avremo fatto la fine del mio sfortunato amico.».

« Vero, quindi hai anche la nostra gratitudine.» gli fece l’occhiolino Sein.

« Posso sapere chi sei e cosa ci facevi qui?».

« AH! Che stupido, non mi sono presentato!» batté le palpebre Evret. Poi, si indicò con il pollice, pronunciando con aria solenne:« Il mio nome è Evret, e sono un viaggiatore diretto ad Arcteve per ragioni troppo lunghe da spiegare. Ma gli amici mi chiamano Ev, perciò se volete potete chiamarmi così anche voi. Stavo passando per il sentiero sopra al canyon qua vicino, ma sono dovuto scendere a causa di una piccola frana che ha fatto cadere qui sotto il mio bagaglio – che devo ricordarmi di recuperare, già che ci sono – , e questo mi ha portato ad origliare quanto stava accadendo.».

« Una piccola frana, mmh? Capitano, da queste parti. Sei stato fortunato a non farti male...» notò Lector. « D’accordo, Ev... io invece sono Lector, dello squadrone di Lìnkas...».

« Potreste rimandare i dettagli?» li guardò male Cabel, che intanto si era piegato verso Eief e gli aveva messo le mani sulle spalle. Lo scrollò più volte con una gran dose di violenza, continuando finché l’uomo dal naso aquilino non mosse le palpebre.

« Ooooh... Cosa...? Chi...?» biascicò Eief nel destarsi.

« Ben ritrovato, bastardo.» lo salutò freddamente il fratello maggiore di Sein. Ci volle un istante perché il malfattore si rendesse conto della situazione.

« Che diamine... Liberatemi, maledetti!» si agitò lui. « Altrimenti preparatevi a...!». In risposta, un solido schiaffo del suo interlocutore lo zittì all’istante.

« Tsk!» fece Cabel, tenendolo alzato sulla schiena con le mani. « Ascoltami, non abbiamo tempo da perdere, perciò ti consiglio di riprendere la confessione dal punto in cui l’avevi lasciata. Mancano solo due domande a cui rispondere: dov’è Lira? E perché l’avete rapita?».

« Tsé... ti piacerebbe, non è vero? Temo che da me non caverete niente...».

« Ah sì?» lo scrutò lui, tirandolo indietro e alzandosi. « Potrei effettivamente chiedere ai tuoi compari, ma sai com’è, ho l’impressione che...» nel dire questo tirò un calcio alla gamba malmessa di Eief, il quale soffocò un gemito di dolore, « … con te possa trovare un più facile punto d’intesa.».

« Eh... ahahah... questa è buona.» rise tra il dolore il rapitore. « Ma... ti sbagli di grosso. Non caverai niente da me... e neanche dai miei amici, te lo posso garantire. Tagliami pure la gamba, se preferisci, o fammi fracassare il cranio dalla Foundation di quel mocciosetto...» uno sguardo d’odio puro arrivò dritto dritto a Ev, « … tanto nessuno di noi vi dirà qualcosa.».

« Vuoi fare una prova, per caso?» fece un passo avanti Sein, innervosito.

« Fate come vi pare. Tanto sarà inutile...». Distolse lo sguardo altrove. « Pensate che due tizi a caso, un Cavaliere qualsiasi e un imberbe utilizzatore di Foundation mi facciano paura? Francamente, se vi spifferassi informazioni che volete, poi dovrei fare i conti con un certo qualcuno che mi fa centomila volte più paura di voi tutti messi insieme. Le vostre minacce sono patetiche, in confronto a quel che potrebbe farmi lui.».

“ Un certo qualcuno...” pensò Ev, ripetendosi quella frase.

« E poi, figuriamoci se della gente che si preoccupa tanto per la propria sorella è il tipo capace di torturare qualcuno.» aggiunse tornandoli a guardare Eief.

« E va bene, te la sei cercata!» si scaldò Sein, prendendo la lancia in pugno.

« Sein, aspetta.» lo calmò Cabel. « Allontaniamoci un attimo.». Il gruppetto si allontanò di qualche passo.

« Volevo spaventarlo un po’... Perché mi hai fermato?» gli sussurrò Sein, una volta lontani dalle orecchie indiscrete di Eief.

« Perché temo che abbia ragione.» gli rispose il fratello. « Mi piacerebbe da morire strapazzare quella carogna, ma davvero non parlerà: quando ha distolto il suo sguardo e ha parlato di quel misterioso qualcuno, ho visto nei suoi occhi una preoccupazione gigantesca, genuina, verso la prospettiva di affrontarlo. C’è davvero qualcuno di cui ha così tanta paura, e da com’è convinto del fatto suo c’è da scommettere che veramente anche i suoi amici staranno zitti.».

« Ma se lo dicesse solo per farci credere il contrario?» ribatté Sein:« Magari gli altri parlano.».

« Anche stavolta mi trovo a dar ragione a Cabel.» osservò Lector. « Eief è troppo convinto... Avete poi visto come sono intervenuti gli altri quando stavamo per arrestarlo? Se la intendono parecchio... quindi probabilmente sono tutti della stessa pasta. Inoltre, i soldati di Proéyld sono allenati a resistere alle più pesanti torture per non tradire il nostro regno...».

« Il che esclude quel metodo... anche perché Eief ci ha visto giusto, noi non siamo capaci di questi atti.» ammise Cabel, seccato. « Non resta altro da fare che rimetterci a cercare le loro tracce.».

« Vi posso però suggerire un punto del canyon da cui ricominciare a seguirle risparmiando un po’ di tempo.» disse Lector. « Abbiamo incrociato Eief e il suo gruppo mentre venivamo in qua, ad un bivio obbligatorio di un passo più avanti: assumendo che abbiano lasciato a qualcun altro vostra sorella come lasciava far intendere Eief, è plausibile che stessero tornando da lì. Se seguite le loro tracce a ritroso da quel bivio, sono pronto a scommettere che finiranno con il condurvi dalla vostra Lira.».

« Ah, è vero, quel manigoldo aveva accennato al fatto che vi eravate incontrati venendo in qua.» rammentò il fratello maggiore. « Dicci, dov’è quel bivio?».

« Ve lo dico subito. In realtà mi piacerebbe anche accompagnarvici, ma...» la sua faccia si fece più sofferente, nel piegarsi leggermente, « … con la ferita che mi ritrovo, è già tanto se mi reggo in piedi, al momento. E qualcuno deve occuparsi di assicurare alla giustizia Eief e i suoi compagni... Quando mi sarò ripreso a dovere, mi occuperò io di andare presso i più vicini distaccamenti del regno di Proéyld perché vengano a metterli sotto chiave.».

« Sei certo di quello che fai?» domandò con nuova apprensione Ev.

« Ma sì... in fondo, Fìdi non è lontana. Ce la dovrei fare, una volta riprese le forze...».

« Uhm...» fece Cabel, pensieroso. Poi, si rivolse al fratello. « Sein, che ne dici di spostare parte delle tue cose sulla mia Salamandra-Lupo e portare il resto con te insieme alla tua lancia? Voglio lasciarne una a Lector.».

« Eh? Sicuro.» annuì Sein. « Ma in caso io su cosa viaggio?».

« Faremo a turno per chi sta sopra, tanto io avrò il mio da fare a ritrovare le tracce, ad una certa. Dai, muoviti.» lo esortò lui. Il fratello obbedì disciplinatamente.

« Grazie...» disse Lector, colpito.

« Di nulla... è meglio non scherzare con le ferite.». Era un tipo premuroso, dopotutto, si disse Ev.

« Senti, Ev... avrei una cosa da chiederti.» continuò Lector.

« A me?».

« Sì...». Il soldato chiuse gli occhi nel dire:« Avevo offerto a questi signori il mio diretto aiuto, ma, come comprenderai, così conciato non posso certo venire a dare loro una mano. Non potendo seguirli... posso chiederti di andare tu con loro?».

« Vuole che li aiuti?» chiese Ev.

« Aha. Credo che un utilizzatore di Foundation come te potrebbe evitargli ulteriori impicci.» spiegò Lector.

« Un momento.» intervenne Cabel. « Il ragazzo ci ha già dato una grande mano, e anche se è abile non voglio trascinarlo nei nostri-».

« Avevo già deciso di farlo.» lo interruppe Ev con semplicità. Il fratello maggiore smise di parlare. « Non posso ignorare il fatto che una persona sia stata rapita, no? Senza contare che in un certo senso mi sono già intromesso nella vicenda, accorrendo in vostro aiuto. Vi aiuterò a trovare la ragazza di nome Lira, ve lo garantisco.».

« Ev viene con noi? YU-UH!» fece con entusiasmo Sein mentre scaricava la sua Salamandra.

« Tu chiudi il becco.» lo ammonì Cabel, spazientito.

« Oook...» si girò il fratello.

« Uhm...» si fece di nuovo pensieroso il maggiore. « È innegabile che la tua abilità potrebbe rivelarsi preziosa... ciononostante, non voglio dover badare ad un’altra persona così giovane, se possibile...».

« Sono abituato a cavarmela per conto mio, non vi darò alcun fastidio.» lo rassicurò Ev.

« E poi, non dovevi recarti ad Arcteve? È in tutt’altra direzione.».

« Arcteve può aspettare, non c’è problema.». L’interlocutore lo guardò per un istante...

« … e va bene. Purché non perdiamo altro tempo.» disse infine Cabel, dandogli le spalle. « Se hai un bagaglio da recuperare, prendilo... partiamo subito.».

« D’accordo. Solo, prima...» disse Ev, e subito si avvicinò ad piccolo masso poco lontano da lì, iniziando a farlo rotolare.

« Che stai facendo?» domandò Sein, notando la manovra.

« Copro il cadavere del compagno di Lector.» rispose Ev, accostando il masso al cadavere vicino. « Non voglio che qualche uccellaccio infierisca sul suo corpo.».

« È un bel gesto.» disse Lector, addolorato al vedere di nuovo Juine morto. « Juine... io e lui siamo diventati soldati insieme. Abbiamo condiviso più di un campo in diverse zone, era il mio migliore amico. Vederlo morto mi fa soffrire in maniera straziante... ma sono sicuro dall’Altra Parte approverebbe questo ultimo atto nei suoi confronti.».

« Sono contento che pensi sia la cosa giusta da fare.» gli sorrise solidale Ev. Quindi, disse a Cabel:« Se volete cominciare a partire, però, non voglio rallentarvi. Vi raggiungo tra un attimo.».

« No, no... ti aspettiamo. Anche se ho detto che dobbiamo sbrigarci, è effettivamente qualcosa che dev’essere fatto.» diede il suo assenso Cabel. « Ma ti darò una mano anch’io, per velocizzare la pratica. Sein, vieni anche tu: in tre ci metteremo un attimo.».

Seppellito il cadavere sotto un mucchio di sassi, Ev tracciò un segno davanti alla tomba improvvisata, nella polvere, un cerchio diviso in due con una pinna e un’ala parallele – lo stesso impresso sulla veste del Governatore Reggente di Tolriot che non era quello pentagonale, per intendersi – , segnò rapidamente il suo nome subito sotto, pronunciò alcune parole che Sein, Cabel e Lector non udirono e poi andò a recuperare il bagaglio dall’altra parte della parete di roccia che separava il percorso da quello in cui era sceso prima. Quindi, partì insieme a Sein e Cabel – appena quest’ultimo ebbe terminato una veloce ispezione degli effetti personali dei soldati sconfitti suggeritagli all’ultimo minuto – con la Salamandra-Lupo femmina rimastagli al seguito verso la continuazione della strada di quella parte di canyon , lasciando sul posto soltanto Lector, piantatosi a gambe incrociate con la propria Doppialama vicino alla legna dove prima cuoceva il caffè in compagnia dei quattro prigionieri e della Salamandra-Lupo lasciatagli, più la creatura anfibia maschia ferita all’occhio dalla zampa rotta a cui avrebbe pensato con calma lo stesso soldato.

« Non ti facevo un tipo religioso, Ev.» osservò Sein nell’avviarsi. Come Ev, guarda caso, anche lui aveva una specie di sacca da viaggio, adesso, sulla schiena, insieme alla propria arma. « Quella fatta alla tomba di Juine... era una raccomandazione per il defunto a Cecroth, giusto?».

« Sì.» confermò Ev. Cecroth era uno degli Stoinos divini delle leggende, e coloro che abitavano sotto la giurisdizione della Capitale Cardinale Tolriot dedicavano a lui le preghiere. In base ai racconti, l’influenza dei suoi poteri influenzava tutto ciò che riguardava l’elemento della terra.

« Una cosa in più da sapere su di te, immagino.» sorrise il fratello più giovane del duo.

« A proposito di cose da sapere, non dovreste raccontarmi qualcosa in più su di voi e su quanto è accaduto a vostra sorella?» osservò Ev. « Devo farmi un quadro più completo di tutto.».

« Digli tu tutto, Sein.» disse secco Cabel dalla testa del gruppo. « Io preferisco tener d’occhio il percorso da seguire, per essere sicuro che stiamo seguendo la via giusta.».

« Oh, ok.» annuì Sein. Il fratello andò un po’ più avanti, precedendoli sul percorso di un paio di metri con la Salamandra-Lupo le cui briglie erano tra le mani, mentre il minore diceva:« Scusalo... può sembrare un po’ brusco, ma generalmente non è così tanto orso.».

« Tranquillo, non mi ha fatto questa impressione. E poi è comprensibile un cambiamento di carattere, con ciò che ha per la testa...» osservò Ev, che ricordava cos’aveva pensato dell’uomo al loro primo incontro. « In verità, c’è da sorprendersi che tu sembri così spaesato.».

« Credimi, anch’io non è che sia così tanto calmo: anch’io sono preoccupatissimo per Lira. Pensa, avrei voluto strappare davvero le budella a quell’Eief, pur di farci dire dove stava andando.». Si grattò la testa. « Ma comportarmi come un incazzato cronico aiuterebbe mia sorella? No... io affronto questa situazione con il mio solito stato d’animo. D’altro canto, penso che tutti abbiano il loro modo di trattare con le proprie emozioni.».

« Anche questo è vero...» ammise Ev, contemplando il paesaggio ai suoi piedi.

« In ogni caso, devo raccontarti di noi, no?» chiese Sein, autoindicandosi. « Mettiti comodo, ci sarà un po’ da narrare.».

« Sarà un po’ difficile senza un appoggio, ma ci proverò.» rispose sorridendo Ev. Tanto, in base alle indicazioni di Lector, non sarebbero arrivati certo nell’immediato al bivio a cui li aveva indirizzati.

« Dunque, ripartiamo da capo: in totale siamo tre fratelli, Cabel di trentotto anni, io di venti e mia sorella Lira di diciannove...».

« Trentotto, hai detto?!» chiese con stupore Ev. « Che divario di età che avete con lui! Quando ho sentito che eravate fratelli, ho pensato che si portasse malissimo i suoi anni.».

« Vi sento ancora!» disse ad alta voce Cabel da davanti, infastidito. « Cos’è, stai forse asserendo che sembro vecchio?».

« Ah, scusa, scusa, non intendevo questo!» agitò le mani davanti a sé il giovane, intimorito dal suo tono intimidatorio.

« Eheheh, in realtà è un errore che fanno in tanti.» rise divertito Sein. « Ma è vero che Cabel non è esattamente nostro fratello... non nel sangue, intendo: nostro padre lo adottò che aveva già dodici anni, e io sono nato sei anni dopo il suo arrivo in famiglia.».

« Ecco perché c’è un così grosso divario d’età.».

« Non farti ingannare dalle apparenze, comunque, Cabel è più nostro fratello di quanto lo sia io. Quando mio padre e mia madre sono venuti a mancare, si è fatto in quattro per mantenerci, e già prima non è che ci ignorasse, anzi. Non era sempre presente a causa del lavoro che svolgeva, eppure non ci faceva mai mancare ogni attenzione una volta a casa. È stato proprio un secondo padre per noi.».

« Ma cos’è successo invece ai genitori naturali di Cabel?» domandò incuriosito Ev. Cabel parve volutamente ignorare l’argomento, senza neanche girarsi per seguire.

« Secondo mio padre, quando glielo chiesi prima della sua dipartita, una delle città al confine tra le regioni controllate da Arcteve e Soutis era stata conquistata da dei barbari provenienti da fuori Proéyld. Naturalmente il regno è intervenuto, ma nella battaglia per la sua liberazione la maggior parte dei civili finì col perdere la vita. Anche i genitori di Cabel finirono così... e mio padre, che all’epoca abitava in zona, lo prese con sé prima di spostarsi nella più lontana regione di Tolriot.».

« Che brutta storia.» mormorò Ev, mentre il gruppetto girava a imboccare una pista di un enorme insieme di vie diverso da quello cercato sulla strada naturale da attraversare, dove nella sabbia del canyon si vedevano ancora le impronte fresche di Eief, Lector e gli altri. Cercò di glissare sulla vicenda. « Ehm... e che lavoro faceva?».

« Che lavoro fa …che è divenuto anche il mio, tra l’altro.» rispose Sein. « Facciamo le guide per chiunque faccia richiesta nei dintorni di Tolriot: per transiti da città in città, per condurre battute di caccia, a volte abbiamo fatto perfino da guida ad alcune pattuglie di soldati in zone poco esplorate dall’esercito. Cabel ha iniziato con un amico di mio padre poco dopo essersi stabilito insieme a lui e a nostra madre, uno scout dei Cavalieri Salamandra molto bravo che gli ha insegnato un mucchio di cose, come cercare tracce... o usare quel bel pezzo di lama da combattimento che ha sulla schiena. Già all’inizio sembrava saperci fare con le armi, Cabel... è un talento raro in questo.».

« Non solo io, visto come tu hai imparato in quattro e quattr’otto a manovrare quella lancia.» puntualizzò distrattamente Cabel, sempre senza voltarsi.

« Dopo tutte le botte che mi hai dato con il piatto di quel mostro che ti porti a presso, anche un religioso imparerebbe!» protestò il fratello minore. « In ogni caso, il fatto è che non sopportavo il pensiero che Cabel fosse l’unico a sostentare economicamente la famiglia, quindi... diciamo che l’ho persuaso a portarmi con lui, a patto che riuscissi ad imparare l’uso di un’arma per affrontare i pericoli.».

« ‘ Persuaso’ per non dire ‘ assillato’.» precisò Cabel.

« E dai!». Le loro interazioni erano alquanto divertenti, si disse Ev. « Ad ogni modo, abbiamo fatto un sacco di viaggi insieme. Però... era solo questione di tempo perché pure Lira avesse qualcosa da dire. Restava sempre a casa quando noi avevamo da lavorare, e con le poche possibilità presenti a Kounelì non aveva molti modi di contribuire, essendo una ragazza.».

« Anche lei voleva venire con voi?» domandò Ev.

« Oh, no no no... Lira è una ragazza intelligente, sa valutare le proprie possibilità e sapeva che ci avrebbe solo dato preoccupazioni, dovendo badare anche a lei: d’altronde non ama le armi... fondamentalmente è una ragazza dolce, apprensiva ed altruista. Tu un po’ me la ricordi, per certi versi... intendo, per come ti sei curato dello stato di Lector.» nel dirlo, lo indicò. « Credo che qualora vi incontraste, andreste parecchio d’accordo... sempre che tu contenga quella tua vena di spocchia che hai mostrato quando hai battuto Eief, magari.».

« Ehm...» guardò altrove Ev.

« Ehi, non ti preoccupare, anch’io sono altezzoso in certi frangenti!» esclamò subito Sein con un largo ghigno. « Anzi, forse più di te. Ma andiamo avanti: Lira aveva deciso quindi di trasferirsi alla vicina Liontàri, dove vi sono alcune scuole per varie professioni. Lei era interessata alle scuole di sartoria, cucito e affini... sognava di creare vestiti tutti suoi, ed era convinta di poter aprire un’attività di produzione in quell’ambito, se avesse imparato abbastanza.».

« Mi sembra un’idea splendida.» disse Ev. « Creare vestiti è bellissimo.».

« Dici? A me pare una cosa noiosissima.».

« Io non la penso così, infatti ogni tanto li faccio anch’io.».

« Uh, buon per te.» chiuse gli occhi Sein. Dopo un istante, però, la sua mente registrò bene l’ultima frase. « No, un momento... puoi ripetere?».

« Anch’io faccio vestiti.» ripeté l’interlocutore.

Sein lo guardò a bocca aperta. Il secondo successivo, le sue risate:« AHAHAHAH!».

« C-Cosa c’è da ridere?!» esclamò Ev, confuso.

« Ma daaaaaaai!» si mise una mano sulla fronte Sein, contenendo altre risa. « Tu, un ragazzo... ti metti a fare vestiti? Sei SERIO?!».

« Certo che lo sono!» alzò un pugno il giovane, altamente risentito. « Cos’è, il fatto di essere un ragazzo mi dovrebbe impedire di fare qualcosa che mi piace?».

« Andiamo, solo le donne fanno lavori di questo tipo a Proéyld. Non sarai mica una femminuccia, sotto sotto, eh?».

« Ugh... o-ovvio che no!» affermò con una certa esitazione Ev. « Ma hai visto la mia giacca? E la mia maglietta? Le ho fatte io... il cerchio nero al fondo della maglietta è un mio personale tocco estetico, non me la cavo poi male.».

« Un po’ larghina la maglietta, magari...» osservò con occhio critico Sein, notando come ricadeva sulla sua cintura. « Beh, vorrà dire che se mi servirà un rammendo chiederò a te, sartina...».

« Dacci un taglio, Sein!» lo ammonì Cabel, stavolta girandosi. « Ev si è unito a noi da poco, e con questo atteggiamento stai facendo un pessimo lavoro nel fargli sentire gradita la nostra compagnia. Finisci di raccontare e non fargli pesare le sue passioni.».

« Ohem, sì, Cabel...» rispose Sein, mentre il maggiore si voltava nuovamente a scrutare il terreno. « Ok... tralasciamo questa parentesi. Dicevo, Lira voleva spostarsi a Liontàri, e quando ce ne parlò di ritorno da una commissione non avemmo rimostranze da muovere: al fin dei conti, avremo sicuramente trovato altri incarichi anche anche laggiù, c’è sempre lavoro per una guida esperta a Proéyld. Avviammo il trasloco e in poco tempo ci trasferimmo nella nuova città. Solo che, pochi giorni dopo...».

« … Lira è stata rapita.» intuì il ragazzo con la Foundation.

« Proprio così...» sussurrò cupo lui. « E’ successo una notte, mentre tornava da una lezione. La stavamo aspettando come di consueto, e vedendola tardare più del solito abbiamo chiesto a coloro che le insegnavano dove fosse finita, scoprendo in fretta la sua scomparsa. Naturalmente i soldati di Liontàri presenti ci hanno detto che se ne sarebbero occupati loro, ma io e Cabel non abbiamo voluto ascoltarli: quando Lira si è sottoposta al controllo per le Foundation all’entrata della città le hanno trovato un Sign ‘ dormiente’, e sapevamo bene che molta gente come lei era sparita sotto il naso dei soldati senza lasciare traccia negli ultimi anni, non potevamo stare ad aspettare e basta.».

“ Un Sign... lo sapevo.” pensò subito Ev.

« Perciò, senza farci notare troppo dai soldati e visto che all’interno della città si era già visto non esserci, ci siamo messi a cercare intorno a Liontàri per vedere se riuscivamo a trovare qualcosa, beneficiando della luce della luna piena che fortunatamente rischiarava il paesaggio. Non è stato facile, anche aiutandoci con le torce, ma Cabel è un dannato fenomeno... si è accorto subito che c’erano tracce cancellate da poco di un paio di Salamandre-Lupo, ma non abbastanza da trarlo in inganno. Siccome sembravano le uniche fresche nei paraggi che potevano combaciare con l’orario della sparizione abbiamo tentato di ritrovarle più lontano, e ci siamo riusciti... rivenendo anche un braccialetto che avevamo regalato a Lira per terra. Non so se l’abbia fatto cadere accidentalmente o di sua volontà, ma era la conferma che non fosse semplicemente sparita... e che chiunque montasse quelle Salamandre era proprio qualcuno che l’aveva rapita.

« A quel punto, avremo potuto farne parola con i Cavalieri Salamandra, come suggerii io stesso. Tuttavia, Cabel era di diverso parere. Sai... anche quando gli facciamo da guida... lui non si fida molto di loro. Oltretutto c’era la concreta possibilità che ci estromettessero del tutto dalla ricerca, per non coinvolgere civili, e se Lira era in pericolo Cabel non poteva stare ad aspettare sue notizie senza intervenire. Confidava che la sua abilità di seguire le tracce e la nostra bravura in combattimento sarebbero state sufficienti.».

« Hai detto che Cabel non si fida dei Cavalieri... Perché?» domandò il ragazzo.

« Non è a me che dovresti chiedere...» ammise Sein. Cabel non disse niente... eppure Ev avvertì una certa tensione provenire da lui, che gli sconsigliò di approfondire, almeno per il momento. « Tornando a noi, presa la decisione, alle prime luci dell’alba ci siamo procurati ciò che ci serviva e abbiamo lasciato Liontàri con una scusa convincente. Visto che i soldati non sapevano che avevamo trovato delle tracce concrete, non avevano motivo di pensare che le avremo seguite.

« Abbiamo quindi iniziato a viaggiare. I rapitori di Lira non sospettavano minimamente di essere seguiti, stargli dietro non era difficile, specialmente considerando che avevano anche nostra sorella da trasportare... seppur andassero comunque piuttosto veloci. Abbiamo fatto un bel tratto, e dopo una settimana siamo arrivati presso Fìdi: lì ci siamo accorti che uno dei proprietari delle Salamandre-Lupo di cui abbiamo seguito le tracce si era diretto in città, mentre l’altro lo aspettava fuori. Dato che non avevano sostato per molto tempo in altri centri abitati dovevano essere a corto di provviste per il viaggio, e quindi hanno aspettato che il tale andato a Fìdi tornasse prima di ripartire. Tuttavia anche a noi servivano rifornimenti, perciò prima di proseguire a seguire le tracce si è imposta una sosta... sì, quella che ci ha portati ad incontrarci con te all’entrata di Fìdì.» sorrise a Ev. « Ne abbiamo approfittato anche per informarci sulla zona, dato che dal tragitto che facevano sembravano diretti verso le montagne, e abbiamo anche cercato di capire se qualcuno avesse avuto contatti con uno straniero arrivato di recente bisognoso di provviste, per capire se si fosse lasciato sfuggire qualche dettaglio utile a ritrovarlo. Fatto tutto ciò che era necessario per noi e per le nostre Salamandre-Lupo siamo tornati dall’entrata della città e abbiamo proseguito la ricerca, seguendo le tracce che giravano intorno all’abitato per dirigersi da queste parti....».

« E io che pensavo che mi foste passati davanti mentre mi ero addormentato... non siete manco passati dall’uscita della città.» notò Ev.

« Eh?» chiese Sein.

« Ehm, lasciamo perdere, niente di serio...».

« In ogni caso, il resto è facile da immaginare: siamo finiti con l’inoltrarci in questo canyon e abbiamo incrociato Lector e Juine, insieme al gruppo di Eief. Abbiamo chiesto loro se avessero visto qualcuno, ma prima volevano sapere la ragione... e visto che ormai eravamo vicini ho preferito ignorare le rimostranze di Cabel e informarli della situazione, fiducioso che a questo punto ci avrebbero lasciato fare. Non che Lector e Juine fossero informati di una sparizione presso Liontàri, a quanto pare...» sospirò, serio, « … ed ero così contento che potessimo ottenere un aiuto professionale come quello di Cavalieri Salamandra disposti ad aiutarci senza estrometterci dalle ricerche, finché Eief non ha gettato la maschera. Forse non avrei dovuto dire apertamente che cercavamo qualcuno... il povero Juine non sarebbe morto, magari...». Un’ombra di estremo rammarico gli attraversò il volto.

« Sein...» sussurrò Ev.

« Se non l’avessi fatto, però, Eief l’avrebbe fatta franca.». Sein alzò lo sguardo verso suo fratello, che lo guardava con espressione calma. « E non avremo mai intuito la verità. Chi si aspettava che il rapitore fosse proprio un soldato del regno? Un serpente del genere non va certo lasciato girare per la regione impunito, sia lui che i suoi amichetti.».

« Sì, però...».

« Niente però.» chiuse gli occhi Cabel, definitivo, tornando a concentrarsi sulla strada di fronte a sé. « Non dico che sia stato piacevole, assistere alla fine di Juine, ma almeno non andrà più in giro a rapire ragazze indifese. L’importante, ora che è sistemato, è che la ricerca vada avanti... e parola mia, libereremo Lira.».

« Stando attenti però ai tali che la staranno tenendo prigioniera.» aggiunse Ev. « Eief ha accennato al fatto che si trova ‘ in mani sicure’...»

« Non l’ho dimenticato.» disse Cabel. « E il fatto che l’abbiano affidata a qualcun altro risponde ad altri punti oscuri: all’inizio seguivamo due Salamandre-Lupo, una condotta da Eief che ha ammesso di aver rapito personalmente Lira e un’altra usata forse da un altro del gruppetto che abbiamo sconfitto, ma quando li abbiamo trovati avevano una sola Salamandra-Lupo, per giunta un maschio da combattimento, ed erano in quattro anziché in due. Se erano in incognito, dubito che Eief e il suo complice nel rapimento indossassero l’armatura da Cavaliere... il loro equipaggiamento ufficiale avrebbe rischiato di dare nell’occhio. Deve averci pensato per forza qualcuno con cui si sono incontrati ad avergliele tenute pronte perché glielo restituisse, in modo che si potessero confondere di nuovo agli altri Cavalieri indisturbatamente insieme agli altri sgherri con cui si è in seguito accompagnato.».

« Dici che quel qualcuno possa essere la stessa persona che Eief affermava di temere tanto?» osservò Sein.

« A questo punto pare alquanto palese...».

Ev si tirò la corda della sacca più in basso. Palese... sicuramente no. Certo, se la persona che incuteva tutto quel terrore a Eief era chi pensava, era impossibile che fosse proprio lui...

« E adesso tocca a te spifferare qualcosa, amico!» esclamò il fratello minore di Cabel, nel mettergli un braccio intorno alle spalle ed avvicinandolo bruscamente a sé.

« Ouff... C-Cosa?» sbuffò il ragazzo con la Foundation, con le guance che per qualche motivo gli si arrossarono alla stretta.

« Andiamo, voglio sapere qualcosa sulla tua Foundation.» sorrise spensieratamente Sein. « Allora, come hai fatto a nascondere il tuo Sign fino al momento dello scontro, addirittura dai controlli di Fìdi? Se non avessimo visto la sua luce oltrepassare ‘ magicamente’ la tua copertura da braccio avremo pensato che potevi usare una Foundation senza, il che è impossibile.».

« Il... modo?» fece lui, alzando lo sguardo.

« Sì. Avanti, stavolta spara!».

Ev non rispose. Ora non c’era Lector o altri soldati... ma questo non significava che fosse saggio rivelare quel dettaglio. Poteva davvero rivelarlo così facilmente, rischiando che alla fine arrivasse comunque ai Cavalieri del regno?

« Dunque? Ebbene?» lo guardò Sein, praticamente facendolo marciare sotto di sé.

« B-Beh... non... posso...» borbottò Ev. « Non posso dirlo, ancora...».

« Come no?! E dai!» disse deluso il compare. « Guarda che non ti mollo finché non me lo dici!». Strinse di più per il collo il nuovo amico.

« AHI, AHI!».

« Uhm...» mormorò Cabel, un poco allibito ad assistere alla bambinesca scena. Poi, domandò:« Perché non puoi dirlo? Non vuoi che il modo con cui hai eluso i controlli arrivi alle orecchie dei soldati per mezzo nostro?».

« Come...?» batté le palpebre alla sua perspicacia Ev.

« Non ci voleva un genio a capirlo. Altrimenti, non nasconderesti il tuo Sign alle autorità. Non mi dire che hai commesso qualche crimine in giro per Proéyld e che hai paura di essere riconosciuto da loro.».

« No, non per quello, però...» cominciò il ragazzo con la Foundation.

« Va benissimo così.» si voltò di nuovo verso il sentiero Cabel, tranquillo. Il giovane fu colpito dall’arrendevolezza immediata del maggiore dei fratelli. « Ci siamo appena conosciuti, è naturale che non ti possa fidare al cento per cento di noi. Da parte nostra, invece... tu ci hai tolto dai pasticci poco fa, perché mai dovremmo dubitare di te? Non ti forzeremo a parlare di nulla che non vuoi rivelare, a meno che non si veda proprio necessario. Ci basta che ci aiuti a salvare Lira...».

« Cabel...» disse Ev. Era sollevato di trovare tanta accondiscendenza nei confronti del proprio silenzio nelle sue parole, nonostante per loro lui fosse poco più che uno sconosciuto...

« Ma qualcosa voglio comunque saperla, uffa!» esclamò Sein, mentre lasciava le spalle al giovane. « Almeno dove ti è capitato di liberare la Foundation per farle assumere quell’aspetto... per favore!». Sein diceva ‘ capitato’ perché generalmente le Foundation, non mantenendo visibili i propri Signs prima di essere attivati almeno una volta, si manifestavano il più delle volte attivati per caso: ovviamente, se il possessore del Sign era consapevole di possedere una Foundation grazie ai controlli giusti era abilitato a richiamarla di sua volontà se riusciva a trovare il modo corretto, ma molte volte erano emozioni spontanee di varia natura a far uscire l’imprevisto potere dal corpo del suo proprietario.

« Va bene... Ad un tempio dedicato a Cecroth.» rispose almeno a quella domanda Ev. Non c’era niente di male a lasciar trapelare un dettaglio del genere.

« Avrei dovuto immaginarlo, ahahah!» si mise una mano dietro la nuca il fratello minore di Cabel, divertito. « Avevo già visto quegli ornamenti dorati da qualche altra parte, e visto il tuo comportamento con la tomba costruita per Juine... E così ha preso quella forma da un luogo di culto, eh? In ogni caso, che fortuna che hai avuto, nel farne nascere una del genere.».

« Già, ahahah...» si mise anche lui la mano dietro la testa, fingendo lo stesso entusiasmo.

Fortuna...

Poteva davvero definirla tale? Forse sì, ma forse anche no. Sapeva i dettagli sul suo ottenimento, e non era stato tutto rose e fiori, ciò che ne era venuto fuori...

« E come funziona di preciso?» continuò imperterrito Sein. « Come controlli quelle basi concave che fluttuano intorno ai bracciali? E come produci l’energia liberata dai tuoi pugni?».

« Con la mente... Ci è voluto un po’ di allenamento, ma ho imparato a chiudere quegli oggetti fluttuanti con prontezza per parare gli attacchi... e non solo a fargli fare questo. Per gli attacchi fisici... non so bene di preciso, però credo che l’energia che tiene in aria le basi concave venga in qualche modo convertita in quella pura potenza che hai visto, che riesco a rilasciare regolata a piacere ad ogni colpo.».

« Interessante...» disse senza guardarli Cabel.

« E quei salti incredibili che hai usato per attaccare prima Eief e poi la sua Salamandra-Lupo?» chiese ancora lui.

« Ehm... quella è la parte che riesco a spiegare meno.» ammise con un po’ di imbarazzo lui, facendo toccare i propri indici. « Quando rilascio quelle ondate eteree da dentro i bracciali verso l’esterno, è come se tutto il mio corpo ricevesse una... spinta che accompagna il mio movimento.».

« Una spinta?» ripeté Sein.

« Sì... e io ho imparato ad usarla per amplificare i salti che eseguo. E’ possibile che c’entri sempre l’energia che tiene su le basi concave... dopotutto, si diceva che Cecroth nei miti potesse tenere sollevate addirittura le montagne con i suoi poteri. La mia Foundation avrà in qualche modo cercato di imitare questa cosa, essendo che si basano sulle caratteristiche che definiscono un luogo... forse tramite ciò che so della divinità e del tempio dove l’ho ottenuta...».

« Forza magnetica.» furono le parole di Cabel.

« Che?» ripeté Ev.

« Forza magnetica, ho detto.» ripeté Cabel. « Secondo le recenti teorie di alcuni studiosi, le rocce possono avere cariche particolari che esercitano tale forza e che possono influenzare i metalli... o almeno così dicevano. E alcuni di loro sostenevano pure di aver visto in alcuni luoghi remoti di Proéyld addirittura delle rocce che fluttuavano come per magia... Hanno teorizzato che c’entrassero sempre queste cariche e hanno chiamato il fenomeno ‘ levitazione magnetica’.».

« E tu come fai ad essere così acculturato in materia, fratello?» chiese Sein, incuriosito.

« Diciamo che ho ascoltato più del necessario, guidando alcune spedizioni scientifiche che hanno richiesto i nostri servigi, e me ne sono ricordato adesso.» rispose Cabel. « Comunque, può darsi che la forza che percorre la Foundation di Ev funzioni in maniera affine a quella, anche se non ho sentito di cariche magnetiche che producono ‘ spinte’.».

« Beh, può essere.» disse Ev. Ogni spiegazione era buona, per lui.

« Ora però direi che abbiamo parlato abbastanza.» consigliò loro Cabel. « Non dovrebbe mancare troppo a quel maledetto bivio... risparmiamo il fiato per quel che ci attenderà dopo.».

 

-Nota dell’Autore-

Ebbene, dopo tremila spiegazioni doverose, alla fine ho finito il secondo capitolo. Ammetto che non me l’aspettavo così complicato.

In ogni caso, cosa ne pensate? Spero che vada bene tutto e di non aver scritto stupidaggini xD E che il concetto delle Foundation per ora vi piaccia.

Ora, parentesi disegni. Avevo pensato di piazzarne alcuni, non perfetti ma che rendessero quantomeno l'idea dei characters, come avevo già fatto presente, ma sfortunatamente ho dei problemi con l'HTML delle immagini, pertanto mi trovo costretto a rinunciare. Spero comunque che questo non sia un problema.

Dopo ciò, comunque, non mi resta a questo punto che augurarvi un buon proseguimento. Al prossimo capitol, au revoir!

  
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