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Autore: Freya Crystal    10/09/2009    1 recensioni
Una mia visione dei pensieri di Squall e Quistis mentre sono nel Centro d'Addestramento e hanno una lite. Si tratta di un tentativo di interpretare le loro menti e di capire il perché delle loro reazioni. Enjoy!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quistis Trepe, Squall Leonheart
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uno pari



L'ora del coprifuoco era scattata da pochi minuti. Il cielo nero era punteggiato da opalescenti stelle che rilucevano fulgide sotto la luce dorata dei lampioni. Appoggiati contro la balconata dell'area del coprifuoco,Squall Leonheart e Quistis Trepe osservavano il Garden che si ergeva maestoso sulla pianura di Balamb come una stilistica nave colorata attraccata ad un porto solitario. Quella era stata una giornata lunga e faticosa per entrambi. Il neo SeeD aveva lottato contro Seifer Almasy procurandosi una cicatrice che gli aveva sfregiato irrimediabilmente il viso e che lo aveva spedito in infermeria,sfidato e vinto il Dio delle fiamme e del fuoco perenne,sostenuto l'esame d'ammissione a Dollet- luogo dal quale si era intrufolato nella torre di trasmissione-,rischiato di morire stritolato nella morsa assassina di un ragno meccanico,ballato pietosamente il walzer sotto la luna con una sconosciuta e affascinante ragazza chiaramente interessata a lui,e sfidato i mostri del Centro d'Addestramento,per poi ritrovarsi ad osservare il panorama in compagnia della sua giovane insegnante.
Quest'ultima,pur avendo vissuto esperienze meno emozionanti rispetto al ragazzo-se così si potevano definire-,si era ritrovata a soccorrere il suo pupillo ferito in infermeria allo spuntare del sole. Dopo di che aveva svolto la sua regolare lezione in classe,scortato Squall alla Caverna di Fuoco e combattuto con lui,preparato i documenti e le formazioni delle squadre dei Cadetti in missione,ispezionato una città devastata dalle corsie nemiche e distrutto un ragno robotico che stava tentando di uccidere tre dei suoi studenti.
Insomma,si poteva dire che si erano annoiati...O forse non proprio...Anzi,la cosa non si poteva pensare nemmeno remotamente. Ma d'altronde si sapeva che la vita dei mercenari fosse faticosa...

-Che ore sono?-
La giovane insegnante si stupì nell'udire la sua stessa voce articolare dei suoni,l'aria fredda della notte l'aveva fatta sprofondare in un gelido torpore sia fisico che mentale. In quella circostanza le parve di essersi appena destata da un brusco risveglio.
Il Seed, interrotto durante la sua riflessione,ci mise un po' a controllare l'orologio e a risponderle. -E' mezzanotte passata.-
Quistis si lasciò sfuggire un debole sospiro di stanchezza e si appoggiò con le braccia alla fredda balconata di marmo. Avrebbe voluto addormentarsi lì per interrompere il flusso di pensieri angoscianti che continuavano ad affluirle alla testa. Squall dal canto suo teneva lo sguardo fisso davanti a se in un perfetto stato di apatia. La sua invisibile,ma allo stesso tempo invalicabile barriera aveva da sempre impedito a tutti di capire il tipo di persona che si nascondeva dietro quelle mura. E Quistis non faceva l'eccezione:nonostante l'insegnante si fosse da sempre mostrata determinata a capirlo e a conoscerlo meglio,in tutti quegli anni non era riuscita a conquistare la sua fiducia. Il ragazzo non faceva nulla per aiutarla nel suo intento,sperava che lei prima o poi si arrendesse e rinunciasse a cercare di entrare nella sua mente,come avevano fatto tutti da tempo. Sapeva bene quanto Quistis faticasse ad intraprendere una conversazione con lui,sapeva quanta gentilezza e pazienza lei vi impiegasse e quanto si rendesse disponibile e ben disposta ad ascoltarlo,ma tutto ciò non faceva altro che farlo innervosire e sentire in cima ad un piedistallo che non aveva mai richiesto. Squall Leonheart non aveva bisogno di aiuto,non aveva bisogno di nessuno. Voleva semplicemente stare da solo,possibile che non ne avesse il diritto?
-Io,Quistis Trepe,da oggi mi dimetto dal mio incarico d'insegnante.-
L'annuncio fu alquanto inaspettato ma lui la lasciò parlare senza fare una piega.- Da oggi sono una SeeD come te e forse un giorno lavoreremo insieme.-
Continuò a fissare tranquillamente il cielo con aria impassibile. -Ah si?-.
Quistis voltò la testa per guardarlo e attese per un paio di secondi. - Tutto qui? Non dici nient'altro?- chiese poi,senza riuscire a mascherare completamente la delusione nel tono della voce.
Squall iniziava a spazientirsi,ma detestava darlo a vedere,così cercò di rimanere calmo. -Mah,se hai deciso così che altro posso farci io?-
Calò il silenzio.
"E' vero",pensò lei,"non può farci niente,ma almeno potrebbe esprimere un parere ogni tanto." Sospirò, dialogare con quel ragazzo era un'impresa,ormai ci aveva fatto l'abitudine. Ma in quella circostanza aveva un disperato bisogno di parlare,di liberarsi del senso di oppressione che l'attanagliava al petto;non le importava se lui non le avrebbe dato risposta,voleva solo essere ascoltata.
-Dicono che sono un'insegnante fallita e che non ho abbastanza polso.-
Purtroppo però l'insegnante non si rendeva conto di quanto fosse sbagliato il suo modo d'imporsi,si lasciava troppo andare quando invece avrebbe dovuto ostentare una certa fermezza. Non doveva dimenticare che Squall la considerava un'estranea e che parlargli dei suoi problemi equivaleva a commettere un grosso errore. - Sono diventata SeeD a quindici anni,insegnante a diciassette. Da allora non è passato nemmeno un anno...-
Quando si sta male si finisce sempre con il rivolgersi alla persona sbagliata...Forse l'istinto ci spinge a parlare proprio affinché la persona in questione ci ferisca e ci sproni a migliorare in maniera decisiva.
- Ho sempre fatto del mio meglio.- Quistis ormai stava riflettendo con sé stessa a voce alta mostrando così la sua debolezza interiore. Squall le voltò le spalle infastidito,le orecchie tese nella speranza che quella cantilena finisse al più presto,il sangue che gli pulsava caldo nelle vene.
-Cos'ho sbagliato?- il tone di voce della giovane donna era perplesso,ma di un'incredibile naturalezza. Parlare per lei era il modo migliore di risollevarsi,non lo faceva apposta ad essere assillante,doveva tirare fuori tutto ciò che aveva dentro. -Hey,mi stai ascoltando?- si voltò,notando che Squall si era girato dall'altra parte.
-Non hai ancora finito?- fece il ragazzo spazientito appoggiando la schiena alla balconata,poi all'improvviso non resistette più e parlò chiaramente come sapeva fare-...Odio questi discorsi.Per quanto la gente mi parli dei suoi problemi,io cosa ci posso fare?-
-Non voglio che tu faccia qualcosa. Mi basterebbe essere ascoltata quando parlo!- ribatté Quistis dispiaciuta.
-E allora parla col muro!- le rispose lui tagliente,l'espressione corrucciata.
-Non ti viene mai voglia di parlare con qualcuno dei tuoi problemi?- insistette lei,decisa a far valere le sue ragioni. Detestava nascondersi,detestava nascondere la sua umanità quando sapeva di averla. Era proprio l'esatto contrario di Squall in quell'ambito. Sperava che parlandogli sarebbe riuscita a smuoverlo,una volta che lui avrebbe compreso che anche gli altri avevano le loro debolezze. La sua reazione impulsiva non appena avevano toccato l'argomento dimostrava che la ragazza ci aveva visto giusto: Squall aveva paura dell'essenza umana che dimorava in lui.
-Ognuno deve pensare ai propri problemi da solo.-
Squall sentiva che se fosse rimasto un minuto di più lì con lei sarebbe esploso. La tristezza degli altri non faceva altro che fargli pesare maggiormente la sua sulle spalle e lui detestava ammetterlo perfino a sè stesso. Un rapido flash comparve nella sua mente: un bambino piccolo fra le lacrime in braccio a una ragazza che lo accarezzava amorevolmente e lo ascoltava parlare. Basta,ne aveva abbastanza!
-Io non  voglio portare il fardello degli altri!- detto questo se ne andò via.
"Ognuno deve pensare ai propri problemi da solo." La giovane insegnante sentiva rimbombare quella frase nella sua testa. "Ha ragione" pensò,"ha tremendamente ragione,e io lo so bene. Ho provato a rivelare le mie insicurezze affinché lui si sentisse pronto a farlo a sua volta. Ma non è servito a niente. Squall Leonheart è fatto di adamantio."
L'insegnante aveva commesso un errore davanti ad un suo alunno. -Forse hanno proprio ragione,sono davvero un'insegnante fallita!- si disse ad alta voce,sospirando rivolta al cielo come se stesse annunciando le previsioni del tempo. L'autoconvinzione di ciò che dicevano gli altri l'aiutava ad accettare meglio il giudizio che le veniva imposto. Adesso però era tempo di prendere la propria "botta in testa" e di rimboccarsi le maniche per intraprendere il cammino su una nuova strada.
"Ognuno deve pensare ai propri problemi da solo." La schiettezza e la durezza di quelle parole le avrebbero dato la forza per affrontare l'indomani. Perché si sa che la forza nasce dalla sofferenza,o dalla rabbia...

Quella sera Squall Leonheart andò a dormire e immerso nel buio della sua stanza rivide il volto della ragazza dall'abito bianco che aveva salvato da un gruppo di mostri. Lei centrava qualcosa con il suo passato,sentiva che la sua persona gli era lontanamente famigliare.
"Nessuno può vivere da solo." lo spettro delle parole di Quistis Trepe lo colpì con violenza. "Già,questo lo dice lei." si ripeté mentalmente. Chi avrebbe vinto la sorta di segreta sfida che i due si erano lanciati?
Allora erano uno a zero per Squall...
Finché un giorno non era arrivata Rinoa Heartilly.

...Uno pari...



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Spazio dell'autrice: mmmh,dunque vediamo...Ho scritto una fanfiction sul mio personaggio preferito: Quistis Trepe. Invece di sottolineare i suoi pregi ho descritto la scena del gioco in cui vediamo emergere maggiormente il suo lato negativo. Questo perché? Perché quella è una scena molto importante per capire il carattere sia di Squall,sia di Quistis,a mio parere. Dalle loro reazioni intuiamo il loro modo di pensare e lo strano rapporto fra i due. Non li ho mai visti come possibili fidanzati e mai ce li vedrò,tuttavia ciò che li lega mi sembra molto interessante ed insolito: c'è un evidente contrasto,un senso di protezione da parte di Quistis e di fastidio da parte di Squall poiché la ragazza cerca di smascherarlo; io ho sempre pensato che in questo momento del gioco si fossero lanciati una  specie di sfida.  Alla fine ne sono usciti fuori pari. Quistis ha imparato a controllare le sue emozioni e Squall ha imparato a farle emergere incontrando Rinoa.
Ognuno deve pensare ai propri problemi da solo ma nessuno può vivere da solo. Due frasi che si incastrano perfettamente come pezzi di un mosaico.
Credo che entrambi i personaggi siano molto umani,perché oltre ad avere i loro pregi hanno difetti e debolezze. Squall ha paura del suo essere,Quistis è insicura,ma in compenso Leonheart è un comandante eroico e deciso e la Trepe è una ragazza saggia e sveglia.

Spero che la storia vi sia piaciuta,detto questo,vi saluto^^
  
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