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Autore: InsaneMonkey    30/11/2022    1 recensioni
Anche oggi la mia anima brucia corrosa dal gelo.
Genere: Introspettivo, Poesia, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Lettere e poesie destinate ad un amore impossibile. '
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Ho svuotato l'armadio e ho trovato una felpa nera - la tua:
la indossavi spesso nei giorni graffiati dalla rabbia,
nelle sere irrorate da un alone opaco di tristezza,
quelle in cui una scossa veloce ti correva lungo il dorso
e a luci spente si assopiva la nostalgia di parole taciute,
il suono lontano di una primavera destinata a morire.

Ho sentito un'ondata di freddo insinuarsi tra le fibre del cuore -
cenere che si sbriciola sul fondo dei miei rimpianti -,
quando ho tastato la stoffa calda e morbida del tessuto;
anche oggi la mia anima brucia corrosa dal gelo,
anche oggi furtivamente mi torni in mente,
anche oggi mi ferisci senza fare rumore.

Mi tiene qui, in sospeso tra passato e presente,
il cadavere spolpato di un sentimento intenso e inutile,
strascico stanco di una pagina di vita ridotta a brandelli;
a fatica raccolgo i cocci di qualcosa che non potrà più esistere,
i residui di uno di quei sogni che al risveglio spirano nel nulla,
e lasciano in bocca il loro tipico sapore dolce e amaro.

Non riesco a dimenticare l'eco di mille promesse distrutte,
accantonate in un angolo remoto e condannate all'oblio,
il tuo fiato infuocato a ridosso della mia carne ormai marcia;
languido e furtivo il tuo respiro mi moriva in gola,
si attorcigliava tra i miei polmoni un profumo di amore e morte:
rammentarlo sembra scalfirmi più del dovuto.

Vacillo nel momento in cui un tornado di ricordi mi travolge,
impetuoso mi squassa le membra con crudeltà;
vittima di una tortura che nessuno nota,
subisco passivamente tutti i colpi e i pugni che mi scaglia,
alla stregua di pallottole di piombo, uno dopo l'altro li ingoio,
sillabe agonizzanti che si disperdono tra queste pareti.

Ride la realtà, mentre mi azzuffo con me stesso,
ride delle stupide coincidenze in cui riecheggi inevitabilmente,
di me, che crollo davanti ai tuoi occhi bui anche se non ci sei,
che ti rincorro inutilmente ormai da troppo tempo;
ride la realtà delle lacrime che in massa si riversano sul volto,
del sangue che sgorga da ogni ferita, mentre appassisco.

Ho svuotato l'armadio e ho trovato una felpa nera - la tua felpa:
la indossavi spesso nei giorni graffiati dalla rabbia,
nelle sere irrorate da un alone opaco di tristezza - ricordi?
Dopo averti rimpianto per l'ennesima volta, l'ho rigettata via,
come se niente di niente mi avesse mai realmente turbato,
come se niente di niente fosse mai accaduto.






   
 
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