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Autore: cassiana    01/12/2022    2 recensioni
Nuova raccolta di storie dedicate ai Pink Floyd partecipanti a varie iniziative e challenge sia stagionali che no. Ogni storia è a sé stante, vari avvisi e generi all’interno.
Disclaimer: ovviamente non possiedo nessuno dei Pink Floyd (sob). Questo è un lavoro di finzione e nulla di quanto raccontato è realmente accaduto. Nessuna diffamazione o calunnia è intesa. I personaggi sono la mia rappresentazione di fantasia delle persone reali, ma non c’è nessuna pretesa di verità dei dati biografici o storici.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: David Gilmour, Nick Mason, Richard Wright, Roger Waters
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Smutty David'
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Titolo: Il gatto e la bambina
Fandom: Pink Floyd
Rating: G
Relazione: Rick Wright, David Gilmour, Nick Mason, Roger Waters, Alan Parson, Peter Watts, Naomi Watts
Note: Questa storia partecipa all'iniziativa 25 DAYS OF FICSMAS - CHALLENGE DI DICEMBRE@Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom FB con i prompt: “Ti avevo promesso che ti avrei portato via da questo posto, no?”/Gatto/Drabble o One Shot/X suona uno strumento
Mi sono fissata con questo tema e quindi ormai è diventata una trilogia! Questa storia potrebbe essere un ideale seguito di Di come Rick imparò a non mangiare mai più bacche sconosciute e La miaoledizione della tredicesima luna , ma può essere letta anche da sola!
Warning: fluffity, fluffety, fluff! supernatural elements, friendship fluff, slice of life
Sinossi: Naomi, andata a trovare il papà roadie agli studi della Emi, s'innamora di un certo gattino ed è intenzionata a portarlo via da lì. Nel frattempo Rick è alle prese con uno di quei suoi giorni speciali e il resto della band va in paranoia perché non riesce a trovarlo.




Il gatto e la bambina




A Naomi piaceva quando la mamma la portava agli studi musicali di Abbey Road a trovare il papà: la bambina amava girellare per i lunghi corridoi moquettati e appoggiarsi alle porte per sentire le note che ne uscivano, oppure intrufolarsi nelle sale di registrazione vuote e giocherellare con le strumentazioni, anche se il papà la redarguiva sempre di non toccare. Il più delle volte i musicisti la ignoravano, troppo presi dalle loro cose, ma alcuni si fermavano a parlare con lei, le regalavano caramelle che pescavano mezze sciolte e spiaccicate dalle tasche malconce dei giubbetti e qualcuno perfino si prendeva la briga di insegnarle canzoncine e filastrocche.
Quel giorno Naomi era in missione: aveva scorto un gattino aggirarsi per le sale da registrazione e ci aveva giocato un pò lasciandogli una pallina di carta. Ora lo vide accoccolato sul panchetto di un pianoforte, quel gatto sembrava provare un'attrazione speciale per quello strumento. Naomi accarezzò il soffice pelo bianco e il gatto aprì gli occhi azzurri e iniziò a vibrare contento. Lei gli fece i grattini sotto al mento e gli baciò la testolina proprio tra le orecchie.

"Vieni, bel gattino. Ti avevo promesso che ti avrei portato via da questo posto, no?”

Come se avesse capito le parole di Naomi, il gatto smise di fuseggiare e si divincolò dalla stretta della bambina.

“Aspetta, non avere paura ti dico! Verrai a casa con me, sono sicura che mamma vorrà tenerti..in fondo è quasi Natale!”

Il gatto spalancò le pupille e portò indietro le orecchie, in segno di avvertimento, ma Naomi non si avvide dei suoi segnali e cercò di tenerlo stretto a sé:

“Ti prego, gattino. Vorrei così tanto un amico, sono sempre sola. Ti pettinerò sempre e ti darò tanti bocconcini buoni e ti vorrò tanto bene.”

Quando il gatto percepì le lacrime della piccola bagnargli il pelo smise di frustare la coda di qua e di là e rassegnato si lasciò portare via.

David percorreva a passo svelto i corridoi degli studi con un panino al tonno in una mano. Si affacciò a una delle porte e chiese preoccupato:

“Parson, hai per caso visto Rick? Tu, Peter? Oh, a proposito mi sa che ho visto la tua bambina in giro.”

Entrambi i tecnici del suono scossero la testa e Watts rispose:

“Si, Glennys me la portava oggi. Però le ho detto di andare dalle segretarie e non dare fastidio.”

David si strinse nelle spalle, era preoccupato: quella sera ci sarebbe stata la luna piena, una di quelle speciali e lui aveva avvertito Rick che sarebbe stato meglio non farsi vedere, ma il tastierista aveva alcuni brani da suonare schedulati per quel giorno e voleva evitare di far incazzare troppo Roger. Ma ora Rick era scomparso e David aveva l’atroce sospetto che la sua trasformazione fosse già in atto. Non avrebbe mai perdonato l’amico per essere stato così incauto da mangiare bacche sconosciute durante quel tour in Giappone di cinque anni prima; di sicuro ora non avrebbero dovuto fare i conti con quella sua strana metamorfosi ogni volta che arrivava la tredicesima lunazione.

“Va bene, va bene.”

Nick gli si affiancò in corridoio:

“Beh, l’hai trovato? Magari nascosto in bagno o nella saletta piccola, in uno dei magazzini?”

Alla fine Rick si era dovuto confidare con i compagni di band per quanto all’inizio fosse stato molto più che riluttante. Eppure, invece delle prese in giro che si aspettava, aveva avuto la solidarietà di tutti, perfino di Roger che essendo un amante dei gatti forse quasi preferiva Rick in quella forma piuttosto che in quella umana. Infatti di lì a poco il bassista si unì ai compagni nella ricerca del tastierista.

“L’ultima volta che l’ho visto, stava fumando una sigaretta nel cortile sul retro, magari è rimasto là.”
“Speriamo che qualche cane non se lo sia mangiato.”

Scherzò poco opportuno Nick guadagnandosi un’occhiataccia da parte degli altri due. La porta sul retro era aperta nonostante O’Driscoll, il portiere dello stabile, raccomandasse sempre a tutti di richiuderla. Il cortile sembrava vuoto, due enormi secchi della spazzatura gettavano la loro ombra sul lastricato tenuto sempre perfettamente pulito. Eppure Roger percepì una presenza, come un leggero ansimare:

“Stai buono gattino, appena se ne saranno andati sgusceremo via.”

Sussurrò Naomi alle orecchie del gatto bianco. David e Nick si scambiarono un’occhiata d’intesa e il chitarrista agitò il panino, gli effluvi del tonno colpirono le piccole narici delicate del felino che contorcendosi riuscì a sfilarsi dalla presa della bambina.

“Hey … aspetta, ma dove vai? Oh!”

La bambina si bloccò davanti ai tre uomini capelluti che appostati sulla soglia le stavano impedendo ogni via di fuga. Li conosceva: erano i musicisti per cui lavorava il papà e loro naturalmente la riconobbero. Nick le fece un sorriso e la salutò porgendole una liquirizia. Naomi slacciò le mani che aveva serrato dietro la schiena e educatamente accettò la caramella, anche se la liquirizia non le piaceva. Roger le chiese:

“Cosa ci facevi qui? Se tuo papà ti cerca e non ti trova si preoccuperà molto.”

Naomi abbassò la testa colpita dalla piccola ramanzina e le labbra le tremolarono in un broncetto mortificato. Intanto David era inginocchiato e stava sfamando il gatto che vorace divorava i pezzetti di tonno, le chiese con dolcezza:

“Stavi giocando con questo gattino?”
“Io…volevo adottarlo perché è orfano e nessuno gioca con lui!”

Roger si era acceso una sigaretta e rispose brusco:

“Non puoi mica portarlo via!”

Nick lo redarguì con lo sguardo notando il visino contrito di Naomi. Si piegò in modo che i suoi occhi fossero all’altezza di quelli della bambina:

“Questo gatto non è orfano, tesoro. E’ di Rick, il nostro tastierista, lo conosci?”

Naomi annuì, una lacrima le scivolò lungo una guancia e le sue labbra si piegarono all’ingiù:

“Ma io…gli voglio bene!”

La bambina tirò su col naso, mentre le lacrime continuavano a rigarle il visino. Il gatto bianco smise di mangiare e si avvicinò a Naomi strusciandosi contro le sue gambe e dandole piccole testatine affettuose. David si ripulì le dita unte sull’orlo della maglietta e le fece un sorriso, le accarezzò con tenerezza i capelli biondi:

“Vedi? Anche lui ti vuole bene. Sono sicuro che Rick ti ci farà giocare ogni volta che potrà. Non è vero ragazzi?”
“Oh, si. A Rick piacciono le coccole, voglio dire le coccole al suo gatto!”

Aggiunse Nick, dopo aver ricevuto una gomitata da parte di David che fece ridacchiare Naomi. Roger scosse il capo e pescò un fazzoletto dalla tasca dei pantaloni, piegò la sua lunga forma verso la bambina e con delicatezza le passò il fazzoletto lungo le guance:

“Coraggio, torniamo dal tuo papà adesso.”

Le prese la manina e insieme i tre uomini e la bambina, seguiti dal gatto trotterellante, tornarono dentro l’edificio mentre la luna piena faceva capolino nel crepuscolo incombente.



Angolo Autrice

Naomi Watts (si, l'attrice) è la figlia di Peter Watts che è stato per anni tecnico del suono, roadie e tour manager dei Pink Floyd. Dopo il divorzio dei genitori quando lei aveva 4 anni e la morte del padre per overdose con la mamma e il fratellino si trasferì in Australia.
Gerry O'Driscoll era il portiere di Abbey Road e compare in Dark Side of the Moon pronunciando l'iconica frase: "There is no dark side of the moon really. Matter of fact it's all dark."
Aspettavo solo l'occasione giusta per poterli usare!
   
 
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