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Autore: Milly_Sunshine    01/12/2022    2 recensioni
Aurora, giovane professoressa di matematica, viene invitata a trascorrere un weekend a casa di un'amica di famiglia. Oscar è il figlio della padrona di casa, è un giornalista che ha lasciato il lavoro per inseguire il sogno di diventare scrittore. Tra i due c'è una forte attrazione e sembrano destinati fin da subito l'una altro. Tuttavia, non sempre la realtà è facile come la si immagina e a volte basta poco perché vecchi segreti che dovevano rimanere tali possano venire alla luce: nel passato di Oscar ci sono ombre e segreti dolorosi sui quali Aurora vuole fare luce. Contesto "persone adulte che vivono negli anni '80/90" non esiste come opzione, quindi vada per contesto generale/ vago, l'unica che può essere adatta.
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Mentre Aurora parlava, Nora dava segno di avere già adocchiato da tempo il pacchetto di sigarette che aveva appoggiato sul tavolo tempo prima. Non si stupì vedere l'amica prenderlo in mano e chiederle: «Ti dà fastidio se fumo?»
Aurora ribatté: «Faresti meglio a smettere.»
«Non in questo momento» replicò Nora. «Posso?»
«Solo sul davanzale della finestra» rispose Aurora, con fermezza. «E portati il posacenere, che non voglio sentire lamentele da parte dei vicini.»
Nora annuì.
«Grazie, come vuoi.» Andò alla finestra e si accese subito una sigaretta, esortando Aurora a proseguire il loro discorso. «Dunque, ricapitoliamo: il figlio della tua madrina è un tizio estremamente sexy, che incarna tutti gli stereotipi di figaggine...»
Aurora la interruppe: «Non ho detto nulla di tutto ciò.»
«L'hai descritto essenzialmente come un divo del cinema, biondo, con i capelli lunghi fino alle spalle e due occhi azzurri che quando ti guardano ti fanno venire voglia di spogliarti.»
«Non mi sembra di averlo descritto in questi termini.»
Nora sbuffò.
«Va bene, non l'hai descritto con queste parole esatte, ma era palese che tu lo pensassi.»
«Non sapevo che avessi maturato la capacità di leggere nella mente delle persone. Potresti metterla in pratica con i tuoi studenti, per capire se stanno copiando. Li sento, ogni tanto, dicono che con te è troppo facile.»
«I miei studenti credono che non me ne accorga, ma in realtà mi limito a chiudere un occhio.»
«Se fossi in te, non me ne vanterei.»
«Perché no? Mentre voi vi comportate come degli inquisitori, io lascio che si esprimano come meglio credono.»
«Quindi impedire loro di copiare limiterebbe la capacità di espressione?»
«Voglio che i miei studenti diventino persone mature. Se facessi tutto il possibile per impedire loro di copiare, il messaggio che passerebbe è che non bisogna copiare perché la prof di francese è una stronza. Io voglio che imparino a non copiare perché devono cavarsela da soli. Devono arrivare a capirlo anche senza di me.» Nora si allontanò dalla finestra, avvicinandosi ad Aurora. «Adesso, però, mi pare che stiamo divagando.»
«E a me, invece, pare che tu stia fumando nel mio soggiorno» replicò Aurora. «Tornatene sulla finestra.»
«Va bene, mi arrendo, tu però adesso mi racconti i dettagli.»
«Mi sembra di averti già raccontato qualche dettaglio.»
«Sì. Sei arrivata a casa della tua madrina giovedì sera e l'hai visto di sfuggita. Pioveva a dirotto, quella sera. La mattina dopo, hai scoperto che la pioggia l'aveva ispirato e che ti aveva dedicato una poesia in cui ti definiva un'insegnante avvenente. Quest'uomo ha molte doti. Nessuno mi ha mai detto che sono un'insegnante avvenente, figurarsi farlo dedicandomi una poesia.»
«Non era una poesia» chiarì Aurora. «Erano un po' di versi buttati giù a caso con cui pensava di impressionarmi. E non ce l'ha fatta.»
Nora rise.
«A me pare il contrario, ma chi sono io per giudicare.»
«Voglio dire, Oscar mi ha impressionata per molte ragioni, ma non per quella sorta di poesia» puntualizzò Aurora. «La mattina dopo sono andata a fare una passeggiata sul molo ed ecco che all'improvviso me lo sono ritrovata davanti. Anzi, me lo sono ritrovata dietro. Poi mi sono girata e...»
«E, fammi indovinare, ce l'avevi davanti? Cosa facile da intuire, dato che prima era dietro di te.»
Aurora la ignorò.
«Ci siamo messi a parlare e l'ho criticato per quello che aveva fatto.»
«Wow, sembra la trama di un film: la protagonista femminile è sconvolta dalla sfacciataggine del bel figo di turno, lo rimprovera per la sua presunta scortesia, ma poi si rende conto che il bel figo di turno non la fa indignare per niente. Al massimo la fa eccitare.»
«Non la metterei esattamente in questi termini. Anzi, ero ancora indispettita quando questo si è messo a parlare con un pescatore. Però è stato divertente: il pescatore conosce di fama la mia madrina e si è messo a decantare le sue doti, specificando che ha un figlio che ha preso una cattiva strada.»
«La tua madrina ha altri figli, oppure parlava proprio di Oscar?»
«Parlava di Oscar.»
«E il tuo bel figo cos'ha fatto? L'ha buttato in mare?»
«No, affatto. Ha finto di non essere lui il figlio di Luisa.»
«Oserei immaginare che, con un simile comportamento, abbia fatto sciogliere il cuore alla nostra protagonista femminile» dedusse Nora. «Se fosse stato un film, sarebbe andata a finire così.»
«Non era un film, però ammetto che quella scena mi ha fatto ridere abbastanza. È stata dura, anzi, non scoppiare a ridere in faccia a quel povero pescatore sprovveduto. Comunque è bastato per convincermi a non mandare a quel paese Oscar e abbiamo fatto un giro lungo la spiaggia. Abbiamo parlato... e poi, a un certo punto, ci siamo baciati.»
Nora azzardò: «Ci ha messo poco questo Oscar per far breccia nel tuo cuore. D'altronde ti capisco, avevi pochi giorni a disposizione, hai fatto bene ad approfittarne. Dimmi, piuttosto, te lo sei portata a letto quel giorno stesso?»
«No, durante il resto della giornata se n'è andato in giro per i fatti suoi» rispose Aurora. «Quella sera, però, mi ha invitata a uscire con lui.»
«E immagino che, da perfetto uomo bello e dannato, ti abbia fatto fare qualcosa di folle.»
«Mangiare un gelato al bar è abbastanza folle?»
«No, mi delude un po'.»
«Invece è stata una bella serata» le riferì Aurora. «Abbiamo parlato di tante cose, ci siamo conosciuti meglio. Voglio dire, conoscevo già Oscar, ma non eravamo mai stati molto in confidenza. Mi sono trovata bene con lui.»
«Poi siete tornati a casa» ipotizzò Nora, «E te lo sei portata a letto.»
«Non ancora.»
«Come sarebbe a dire?»
«Sarebbe a dire che siamo tornati a casa e siamo andati a dormire, ciascuno nella propria stanza.»
«Strano. Pensavo che...»
Aurora non la lasciò finire.
«Penso che Oscar volesse liberarsi di me, a quel punto. Abbiamo parlato di un argomento che per lui doveva essere abbastanza scottante.»
«Wow, la vicenda si infittisce di mistero» rispose Nora. «Uomo bello, dannato e con segreti scottanti, cosa potrà mai andare male?»
«Abbiamo accennato al suo ex coinquilino» precisò Aurora. «Era un tizio che conosceva fin da quando era bambino.»
«Un altro tipo bello e dannato come lui?»
«Non lo so, non mi ha detto molto. Ho solo capito che non ne voleva parlare e che per lui era arrivato il momento di salutarci.»
«Quindi, se non l'avete fatto venerdì, immagino che la giornata giusta sia stata quella di sabato» osservò Nora, che dava segno di essere interessata soprattutto a quel dettaglio. «Com'è andata?»
«È andata che non sapevo cosa fare, con Oscar, se fosse il caso di parlargli oppure di rimanermene per i fatti miei» ammise Aurora. «Sono andata in spiaggia con la mia madrina e con sua sorella, quel pomeriggio, sperando che non fosse una giornata così terribile. Naturalmente non è andata molto bene. Si sono messe a intromettersi nella mia vita privata, chiedendomi con insistenza se avessi intenzione di trovarmi un fidanzato, o roba del genere.»
«Fammi indovinare» azzardò Nora. «A quel punto, per caso, il tuo cavaliere è comparso per caso, accorgendosi che eri in difficoltà, ed è intervenuto in tuo soccorso?»
Aurora sorrise.
«Una cosa del genere. Quando l'ho visto comparire, ho capito che avevo una possibilità per levarmi da quella situazione e ne ho approfittato al volo.»
«Quindi siete andati a casa e siete andati a letto insieme.»
«No. Possibile che tu sia fissata?»
«È il dettaglio principale o sbaglio?»
«Dipende da come vedi le cose. Io e Oscar siamo andati di nuovo a fare un giro sul molo, ma stavolta non si è spacciato per un altro con i pescatori. Anzi, non ha parlato con i pescatori. Abbiamo aspettato che sua madre e sua zia se ne andassero, poi siamo tornati in spiaggia.»
«Se fosse un film, avreste fatto sesso in mare al tramonto.»
«Non è un film, ma non ci siamo andati tanto lontani.»
«Nel senso che non c'era il tramonto?»
«Nel senso che non ci siamo spinti così tanto in là. Mi ha dato appuntamento per quella sera tardi nella sua stanza, poi ci siamo preparati per andare a una cena con quelli della casa di fronte.»
Nora spense la sigaretta sul posacenere e tornò ad avvicinarsi.
«Se fossi stata al posto tuo» disse, sedendosi sul bordo del tavolo, «Avrei praticamente fatto il conto alla rovescia. Deve essere stata dura fare venire sera.»
«Diciamo che la cena ha riservato delle sorprese, purtroppo non particolarmente positive» replicò Aurora. «La sorella della mia madrina aveva decisamente bevuto troppo e ha parlato un po' a sproposito. L'unico lato positivo è che ho scoperto qualche segreto sulla famiglia di Oscar e che è stato menzionato di nuovo il suo presunto coinquilino.»
«Presunto?»
«È stato menzionato un bambino che Oscar frequentava durante la sua infanzia, il figlio di una governante. Mi aveva detto di avere conosciuto quel tizio, quando erano bambini, perché era figlio di una donna che lavorava per la sua famiglia, quindi sono abbastanza convinta che si tratti della stessa persona. Oscar ha fatto finta di ricordarselo a malapena. Quel pomeriggio ers saltato fuori l'argomento e mi era parso di capire che fosse una persona a cui era molto legato e dopo sono successe altre cose che me l'hanno confermato. Comunque sua madre non sapeva della loro amicizia - intendo da adulti. Oscar non gliene ha mai parlato perché è una donna piuttosto classista e voleva evitare che si comportasse in modo invadente e facesse commenti sgradevoli in proposito.»
«Abbiamo un problema, Aurora, non so se te ne sei accorta. Dovevamo parlare di te e Oscar a letto insieme, invece stiamo parlando di un tipo che non c'entra niente.»
«Invece stiamo parlando di una persona che ha fatto insindacabilmente parte della vita di Oscar. Dici che sono stata fortunata a incontrare uno come lui, eppure ti interessano solo le faccende più materiali. Lo chiami bello, dannato e pieno di segreti, ma non sembri molto interessata a come sia diventato "dannato e pieni di segreti".»
Nora ammise: «Hai ragione, mi sono lasciata trascinare dai dettagli che mi sembravano più interessanti, lasciando da parte tutta la parte più romantica. È successo altro, quella sera?»
«Sì» le riferì Aurora. «Quando mi sono presentata all'appuntamento, stava scrivendo.»
«Scrivendo cosa?»
«Stava abbozzando una poesia. Te l'ho detto, è uno scrittore.»
«Avevi detto che ha pubblicato un romanzo. Voglio dire, mi hai raccontato di quei versi scombinati sul fatto che tu sia un'insegnante avvenente - ha scritto così, vero? - ma non avevo capito che fosse anche un poeta. Quest'uomo ha un sacco di doti. Se è anche bravo a letto, hai fatto centro, cerca di sposartelo.»
«La poesia parlava del suo coinquilino.»
«Dedica poesie al suo coinquilino?»
«Non penso lo facesse una volta, ma da lì ho iniziato a capire che il suo coinquilino è morto.»
«Quindi ha pure una storia tragica alle spalle? Roba da film, dall'inizio alla fine.»
Aurora ignorò il commento di Nora e riprese a spiegarle: «Ho cercato di non essere troppo invadente, anche se ero piena di curiosità. Mi sono detta che questa fosse una storia da approfondire, ma non era il momento.»
«E poi?» la esortò Nora.
«Poi l'abbiamo fatto.»
«Finalmente!»
«Mi è piaciuto.»
«Anche questa è una bella notizia. Immagino, tuttavia, che siamo arrivate alla fine della storia.»
«No, affatto. Questo succedeva l'altro ieri e siamo tornati a casa soltanto ieri sera.»
«Siete?»
«È una lunga storia.»
«Sono pronta ad ascoltarla.»
Nora fece per aprire nuovamente il pacchetto delle sigarette, ma Aurora la bloccò.
«No, non adesso.»
«Guarda che sono in grado di ascoltarti e fumare nello stesso momento.»
«Ti ho detto che faresti bene a smettere, ma per il momento mi posso accontentare che quantomeno non fumi come una ciminiera.»
Nora sospirò.
«Va bene, niente sigaretta, però pretendo una notizia positiva. L'avete fatto di nuovo, ieri?»
«Ho cercato di passare con lui tutto il tempo possibile, ieri» riferì Aurora. «Purtroppo eludere la sorveglianza, se così la posso chiamare, della mia madrina e di sua sorella non era facile, ma quel giorno dovevano andare a pranzo con dei loro conoscenti e io e Oscar abbiamo declinato l'invito. Ne ho approfittato per cercare di scoprire qualcosa di più su Nico, il suo ex coinquilino, ma ovviamente Oscar non era tanto desideroso di parlarne.»
«A quel punto, immagino, avrai lasciato perdere» rispose Nora. «Voglio dire, eravate soli, le vostre parenti non sarebbero rientrate almeno per qualche ora, potevate approfittarne.»
«Sì, lo so, avrei dovuto lasciare perdere» ammise Aurora, «Ma quella faccenda mi incuriosiva molto. Insomma, se ti piacesse qualcuno che scrive poesie dedicate a un'altra persona, non ti piacerebbe sapere qualcosa di più su questa persona?»
«Mi preoccuperei se scrivesse poesie dedicate ad altre donne che frequenta, non a un amico morto.»
«Ma infatti non ero preoccupata, solo molto curiosa. Ho iniziato a pensare a un modo per convincerlo a parlare.»
Nora ridacchiò.
«Ci sei stata a letto sperando che dopo parlasse?»
«Non è stato necessario, ha iniziato a parlare dopo i preliminari. Non ha detto molto, ma una cosa l'ho scoperta: Nico è morto a luglio dello scorso anno, in un incidente d'auto.»
«È successo da queste parti?»
«Penso di sì.»
«E sai come si chiama di cognome, questo Nico?»
«Non ne sono del tutto sicura, ma più tardi, con una scusa, ho chiesto alla mia madrina se si ricordasse il cognome di quella governante.»
«Non ci sto capendo più nulla. Siamo rimaste ai preliminari.»
«Oh, dopo abbiamo fatto sesso, se è questo che ti interessa sapere» chiarì Aurora. «Poi, però, nel primo pomeriggio Luisa e Loredana sono tornate a casa. A quel punto io e Oscar abbiamo fatto finta che nulla fosse accaduto. Io ne ho approfittato per mettermi a parlare con Luisa e mi sono ricordata di quando la sera precedente si era accennato a quella governante. Mi era parso di capire che si chiamasse Floriana e che fosse una ragazza madre. Quindi ho ipotizzato che Nico portasse il suo stesso cognome e ho chiesto a Luisa se si ricordasse quello di Floriana... con una scusa, ovviamente. Mi sono inventata di avere conosciuto una donna di servizio dai sessanta in su che si chiama Floriana e ho fatto finta di volermi accertare che si trattasse della stessa persona.»
Nora la guardò con aria di approvazione.
«Wow, hai una certa inventiva!»
«Mi ha risposto che il nome di quella donna è Floriana Pizzi» continuò Aurora. «Le ho detto che non era la stessa persona che conoscevo io e mi sono scusata per l'invadenza. La mia madrina non vi ha dato peso. Anzi, sono sicura che non si ricordi nemmeno più della mia domanda.»
«Poi?»
«Poi niente. Alla sera sono tornata a casa e, siccome Oscar non ha una macchina e abita non troppo lontano da qui, l'ho accompagnato a casa a sua volta.»
«Sei stata a casa sua?»
«No.»
«Quando vi rivedrete?»
«Non lo so. Ci siamo scambiati i numeri di telefono. Probabilmente il prossimo weekend, ma non ne sono sicura.»
«Mi sembra una buona idea, ma nel frattempo non sarebbe male fare un po' di ricerche a proposito del suo amico morto.»
Aurora le scoccò un'occhiataccia.
«Come mai adesso ti interessa così tanto? Prima sembrava ti importasse solo del sesso.»
«Hai evitato tutti i dettagli più scabrosi, tutto quello che so è che l'avete fatto un paio di volte e che almeno un'altra ci siete andati vicini» replicò Nora. «Sembra che discutere di questo mistero ti interessi di più... e, ti dirò, una piccola idea ce l'avrei.»
«Ovvero?»
«Ovvero che, con un po' di fortuna, potrebbe bastare consultare dei giornali locali di luglio dello scorso anno, per venire a sapere se un certo Nico Pizzi o qualcosa del genere è morto in un incidente stradale. La legge del caso vuole che io sappia dove trovare giornali di quel periodo.»
Aurora spalancò gli occhi.
«Ah, sì? E dove?»
«In uno scatolone, nella mia cantina.»
«Posso chiederti come mai hai dei giornali di quel periodo in uno scatolone in cantina?»
«Lo ammetto, è una cosa bizzarra, però c'è una spiegazione logica. Non li stavo tenendo da parte perché potessero essere utili a te. In quel periodo mi sono trasferita e dovevo tinteggiare le pareti del mio nuovo appartamento. Mi serviva della carta da mettere a terra per non sporcare i pavimenti e mi sono fatta mettere da parte dai miei genitori i giornali che girano per il loro bar, invece di buttarli ogni sera. Non pensavo me ne tenessero così tanti. Alla fine, quando ho finito i lavori, ho pensato di tenerli, perché potevano venirmi utili in caso di altri lavori. Ce li ho ancora e potrebbero essere utili per un tipo di lavoro molto diverso. Ti possono interessare?»
Aurora guardò Nora piena di gratitudine.
«Non avrei saputo da dove iniziare, se non fosse stato per te.»
Nora prese una sigaretta.
«Questa me la sono guadagnata, direi» scherzò, accendendola e recandosi in direzione della finestra.
   
 
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