Serie TV > House of the dragon
Segui la storia  |       
Autore: corallinaa    02/12/2022    1 recensioni
Dal capitolo 2: «Se potessi scapperei insieme a te e al tuo drago, ma è davvero quello che vuoi?»
«Voglio governare i Sette Regni»
Finalmente la voce della principessa Rhaenyra divenne più ferma, come se avesse appena avuto una realizzazione.
«Sai, ser Harwin… se potessi tornare indietro, forse avrei fatto meglio a sposare te. Sarebbe stato tutto molto più semplice»
Inizialmente Lord Strong si limitò a sorriderle, quella frase lo aveva emozionato come niente altro prima d’ora.
«Pensavo stessi per dire che avresti voluto sposare il principe Daemon»
(Missing moments salto temporale tra le puntate 1x05 e 1x06)
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harwin Strong, Rhaenyra Targaryen
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 2) LE NOZZE DORATE
 
 

L’ombra del drago si fece sempre più grande lasciando i presenti con il fiato sospeso e quando la fiamma inondò la piazza di calore, tutti iniziarono ad applaudire festosamente. Anche Harwin applaudì, guardando il grosso drago di cartone al centro di una pedana, dove gli attori di una commedia si stavano inchinando al termine della loro rappresentazione.

«È stato divertente, no?» il cavaliere si girò a guardare la persona che aveva di fianco, la quale non sembrava condividere affatto il suo entusiasmo.

«Dai, davvero non ti è piaciuto?»

Larys Strong alzò le spalle e pulì con un fazzoletto l’estremità del suo bastone sporco di fango.

«Non amo particolarmente i draghi» commentò «Non come te»

Harwin lanciò una moneta verso il palcoscenico e poi sorrise con sarcasmo.
Non avrebbe potuto ribattere. Larys lo conosceva fin troppo bene e anche se negli ultimi mesi si erano frequentati meno di quanto avessero mai fatto prima, suo fratello continuava ad essere sempre particolarmente perspicace.
Le attività quotidiane di Harwin Strong avevano ormai acquisito una certa regolarità, senza però risultare monotone, almeno ai suoi occhi. Si svegliava alle prime luci dell’alba e percorreva le strade di Approdo del Re placidamente. Talvolta Rhaenyra era al suo fianco, il cavaliere aveva continuato ad accompagnarla alla fossa del drago ogni volta che lei lo desiderava ed aveva prontamente attraversato i corridoi segreti della fortezza per farle compagnia durante la notte.
Quasi come se fosse qualcosa di completamente naturale, era diventato l’amante della principessa, ma talvolta faceva ancora fatica a considerarsi tale, consapevole che, probabilmente, i suoi sentimenti non fossero ricambiati. Non del tutto. Le ore passate insieme erano spesso divertenti e giocose e lui traeva alimentato da quella gioia tanto che se qualcuno li avesse uditi parlare, avrebbe realizzato immediatamente che le sue provocazioni altri non erano che il suo modo di corteggiare la ragazza.
Naturalmente, Larys non ne sapeva nulla. Ad Harwin mancava potersi confidare con lui, ma il rischio che stava correndo era troppo grande quindi gli aveva lanciato solo vaghe allusioni.

«Comunque, volevo passare un po’ di tempo insieme a te, fratello» riprese mentre ormai erano a poche miglia dal castello.
«Visto che ho mancato il tuo compleanno, l’altro giorno»

Anche in quell’occasione era stato in compagnia di Rhaenyra.

«Come è stata la cena con nostro padre?»

Larys alzò nuovamente le spalle ma la sua espressione, questa volta, sembrò particolarmente compiaciuta.

«A dire il vero, nostro padre è andato a dormire molto presto quella sera, quindi mi sono ritrovato a cena con la regina»

Harwin lo fermò dandogli una rumorosa pacca sulla spalla.

 «Capisco… non ti piacciono i draghi ma preferisci una sfumatura più verdognola nel fuoco»

Scoppiò a ridere e guardò suo fratello rispondergli con un sorriso quasi imbarazzato. Un’altra provocazione andata a segno.

«Ad ognuno il suo posto nella corte» gli rispose Larys con calma.

Harwin lo aiutò a salire le scale che portavano all’interno della Fortezza Rossa.

«Immagino tu abbia ragione» concluse dandogli un’altra pacca, questa volta più delicata ed affettuosa.

Quando entrambi si girarono per poter proseguire il cammino verso le rispettive stanze, notarono immediatamente un particolare chiacchiericcio tutt’intorno. Guardie, dame di corte, servi e altri cavalieri stavano parlottando tra loro rumorosamente.

«Pensi che sia per la regina? È entrata in travaglio?»

«Potrebbe» Larys guardò attentamente i presenti «Eppure sarebbero tutti diretti verso le stanze reali»

Harwin concordò. Erano tutti fermi dove si trovavano.

«Deve essere successo qualcos’altro»

Rimase al fianco del fratello. Nessuno più di lui avrebbe potuto scoprire l’accaduto in tempi brevi. Salirono i vari piani e notarono che non si parlava della regina Alicent, bensì della famiglia Velaryon.
Era forse successo qualcosa a Lord Corlys? O addirittura a suo figlio Laenor? Qualcuno si lasciò sfuggire il nome di Daemon Targaryen e a quel punto Harwin ipotizzò che, evidentemente, la guerra fosse ritornata nelle Stepstones.
Si imbatterono nel proprio padre Lyonel, che aveva da poco terminato un incontro privato con Re Viserys e fu lui a raccontare loro tutto l’accaduto.

«Da poco è giunto un corvo messaggero da parte di lord Corlys Velaryon e sua moglie la principessa Rhaenys Targaryen. A quanto pare, due giorni fa il principe Daemon ha preso in moglie Laena Velaryon»

«È una buona notizia, no?» chiese Harwin confuso, perché l’espressione di suo padre non era poi così allegra. Ricordò quando, durante il matrimonio di Rhaenyra e ser Laenor, aveva notato il principe ballare proprio con lady Laena.

«Re Viserys e la principessa Rhaenyra sono alquanto sorpresi e non molto felici di aver saputo del matrimonio ad atto compiuto. Si aspettavano come minimo un invito» chiarì Lyonel «Io credo, invece, che sia qualcosa che ben rispecchi il principe Daemon»

«Dopotutto, è sempre una figlia che ha ottenuto» commentò Larys con la sua solita calma.

Non fu chiaro ai figli se Lyonel Strong avesse ignorato la verità nascosta in quella frase, ma proseguì il discorso informandoli, piuttosto, che la regina Alicent era probabilmente prossima al parto e che la notizia del matrimonio era presto passata in secondo piano, almeno per Re Viserys. Harwin, invece, aveva sentito benissimo ed evitò di guardare Larys per paura che la sua espressione potesse tradirlo in qualche modo. I suoi pensieri andarono immediatamente a Rhaenyra e da quel momento non ascoltò più neanche una parola.
Non si era mai intromesso in questioni che riguardavano più da vicino il Re o il principe Daemon, ma conosceva il rapporto che la principessa aveva con loro, turbolento ma allo stesso tempo pieno di affetto ed amore incondizionato.
Si era sempre ritenuto fortunato perché la sua famiglia, invece, era sempre stata particolarmente unita e i conflitti si sarebbero potuti contare sulle dita di una mano. Rhaenyra voleva bene a suo padre ma non sempre andavano d’accordo, mentre con il principe Daemon... la questione era parecchio più complicata. In realtà la principessa evitava cautamente di parlare di suo zio ma gli occhi di Harwin avevano visto, certe voci erano arrivate alle sue orecchie e a fatica aveva dovuto reprimere qualunque pensiero o sentimento. In presenza del principe, avrebbe sempre dovuto compiere un passo indietro e farsi da parte.
Tuttavia, stimava Daemon Targaryen, in effetti la possibilità di servire come guardia cittadina era da attribuire soprattutto a lui, inoltre era un guerriero che in un eventuale battaglia non avrebbe voluto trovarsi davanti. Era dunque un sollievo pensare che la notizia del matrimonio con Laena Velaryon non avesse turbato così tanto il Re e non avesse creato alcun tipo di contrasto, ma Rhaenyra… aveva la sensazione che lei invece fosse particolarmente turbata.
Una parte di sé avrebbe voluto essere nel torto, ma quando la principessa lasciò le stanze di suo padre, non aveva di certo un’espressione serena e superò i presenti senza degnare loro di uno sguardo.
Suo fratello e suo padre chinarono il capo in segno di rispetto e ad Harwin sembrò di rivivere un momento accaduto solo un anno prima, quando durante la caccia al cervo, Rhaenyra era tornata nell’accampamento reale con il volto e i vestiti impregnati di sangue. Eppure, nonostante non si fossero mai rivolti la parola, le aveva sorriso. Ora, invece, si ritrovò a chinare il capo a sua volta e tutta la gioia provata in quei mesi appena trascorsi, di colpo svanì. Si trattenne dal seguirla, non solo perché la ragazza era già sotto la protezione di ser Harrold Westerling, ma anche perché suo padre era rimasto impassibile, quindi l’intervento della famiglia Strong, stavolta, non era necessario. Con terrore pensò di essere tornato ad essere uno sconosciuto.
Tristezza e confusione lo accompagnarono per il resto della giornata nella quale non riuscì ad intercettare la principessa neanche una volta e ripensò alle parole di suo fratello Larys che sembravano sempre descrivere la sua vita molto bene. Ad ognuno il suo posto, certo. Lui probabilmente aveva appena perso il suo o forse non lo aveva mai avuto ed era stata tutta una mera illusione.
Mentre ancora ci rimuginava, facendo avanti e indietro nelle sue stanze, ebbe una visita inaspettata ma anche decisamente bramata. Non aveva certamente rivolto i suoi pensieri ai sette dei, ma li ringraziò quando vide apparire Rhaenyra dietro l’arazzo dove si nascondeva il passaggio segreto.
Molte delle sue paure cessarono immediatamente e quando lei si gettò tra le sue braccia Harwin si sentì immediatamente invaso dal calore che solo la principessa avrebbe potuto trasmettergli. Quel giorno più di qualunque altro l’aveva desiderata con ardore e non oppose resistenza, né le fece alcuna domanda. Avrebbe voluto parlarle e lo avrebbe fatto, ma per lo meno aveva la conferma che la notte passata qualche giorno prima non sarebbe stata l’ultima in intimità con lei.
In Rhaenyra c’era, però, ancora la fretta con la quale l’aveva vista uscire dalla stanza del Re ed anche un pizzico di aggressività che Harwin notò immediatamente perché non gli aveva lasciato il tempo di fare nulla, a malapena era riuscito a baciarla. Per qualche secondo la principessa spinse così forte da fargli quasi perdere il fiato, poi però il piacere si trasformò in dolore, un dolore che provavano entrambi ma che lei non aveva intenzione di interrompere, c’era una rabbia in lei che non sembrava volersi placare.

«Principessa…» Harwin cercò di farla rallentare ma lei invece spinse ancora più forte.

Il cavaliere però percepì improvvisamente un odore strano e guardando verso il basso notò delle macchie di sangue nella zona inguinale.

«Rhaenyra» questa volta la fermò e la costrinse a guardare a sua volta «Stai sanguinando»

In realtà la principessa stava anche piangendo e seppure lui non la stesse stringendo con forza, lei si divincolò e scese dal letto. Si inginocchiò, si portò una mano sul ventre e l’altra ancora più in profondità, da dove effettivamente sembrava partire l’emorragia.
C’erano decisamente tante domande che Harwin avrebbe dovuto farle, ma ancora una volta fu completamente sopraffatto dalla sua emotività e mosso da un senso di tenerezza si alzò, strappò una parte del lenzuolo e la impregnò d’acqua con una brocca. Poi si inginocchiò accanto a Rhaenyra e gliela porse.
Lei lo guardò appena e la prese subito, si alzò e la posizionò tra le gambe. Con un sospiro di sollievo, la serenità sembrò ritornare sul suo volto. Un’altra lacrima le rigò il viso, poi si mosse per prendere la sua sottoveste e con passo incerto si diresse di nuovo verso l’arazzo.

«Ti prego, non seguirmi» disse ad Harwin, le uniche parole che gli rivolse in quella giornata.

Lui obbedì, ma a malincuore.
Tutti sanno che la casata Targaryen è sempre stata accompagnata dall’esclamazione fuoco e sangue e lord Strong si rese conto che quella sera aveva avuto un assaggio di entrambi gli elementi. Non avrebbe mai saputo se il sangue di Rhaenyra fosse dovuto alla forza aggressiva di quel rapporto intimo o se invece fosse semplicemente il periodo mensile in cui ogni donna ne perdeva una quantità. Ebbe solo la consapevolezza di aver conosciuto una violenza che aveva trasformato la sua dolce principessa, aveva forse segnato un rito di passaggio, come se il drago dentro di lei si fosse risvegliato.
Avrebbe voluto godere della spensieratezza di Rhaenyra ancora un po’ ma da quel giorno probabilmente avrebbe dovuto indossare un’armatura diversa, altrimenti non sarebbe più stato in grado di domarla o per lo meno di esserle al fianco come avrebbe meritato e come lui ancora desiderava.
 
*
 
La corte ebbe due giorni davvero concitati perché il mattino seguente la regina Alicent entrò finalmente in travaglio e tutti si affrettarono a raggiungere le sue stanze in attesa di conoscere ed acclamare il nuovo arrivato.
Quando ciò accadde, Harwin si trovava in uno dei cortili del castello insieme ad altri cavalieri, intento ad affilare la lama della sua spada e non si mosse dalla sua postazione. Aveva poco interesse nella questione in effetti, a differenza di Ser Criston Cole, il quale interruppe immediatamente il suo allenamento con il principe Aegon e trascinò il bambino all’interno del castello, probabilmente per portarlo dal suo futuro fratello o futura sorella.
Harwin li osservò allontanarsi, il piccolo Aegon di soli quattro anni che si dimenava contrariato e Cole che lo teneva stretto per un braccio e cercava di nascondere un po’ di disagio.
Ben presto il cortile iniziò a svuotarsi completamente e lord Strong ne approfittò per rilassarsi, cullato dal silenzio interrotto solo da qualche tuono in lontananza. Prevedibilmente, aveva dormito poco e male, disturbato anche da un insolito incubo nel quale aveva visto scie di sangue coprire i corridoi di Harrenhal. Non aveva mai dato particolare attenzione ai sogni, preferendo vivere nel presente reale e tangibile; tuttavia, aveva fatto visita a suo padre e lo aveva convinto a mandare un corvo ai parenti che in quel momento stavano custodendo il castello in sua vece. Poi era entrato nel cortile poco prima di dirigersi in città e si era trattenuto forse un po’ troppo a lungo.
Con gli occhi ancora chiusi, si rese conto solo all’ultimo momento di un leggero suono di passi che lo avevano raggiunto e quando li riaprì, con sua sorpresa vide accanto a lui la chioma platinata del principe Aegon.

«Tu!» tuonò il bambino indicandolo «Ser…» disse poi più incerto.

«Non dovreste essere qui, principe»

Harwin si era alzato e con la sua altezza lo sovrastava completamente. Il piccolo però non sembrò esserne turbato.

«Voglio combattere» esclamò andando a raccogliere una spada di legno molto più grande delle sue braccia. «Ora!»

Quella fu probabilmente la prima volta in cui l’uomo ebbe un contatto diretto con il principe e non perse tempo a pensare a come gestire la situazione. Il suo primo pensiero fu quello di riportarlo nel castello ma quando mosse un braccio per afferrarlo, il bambino lo colpì con la spada di legno.
Aegon continuò a piagnucolare di non voler tornare da sua madre e di voler continuare ad allenarsi con la spada ed Harwin si fermò, pensando a quanto fosse effettivamente normale per lui voler svolgere quell’attività invece di restare fermo accanto ai propri genitori. Non ricordava nel dettaglio la nascita di Larys e cosa avesse provato, ma ricordava quante volte avrebbe preferito andare a cavallo o allenarsi invece di essere in compagnia degli adulti.
Cercò, allora, di essere comprensivo e andò a raccogliere una spada di legno a sua volta. Magari anche solo cinque minuti sarebbero bastati prima che il piccolo Aegon si stancasse e avesse accettato di tornare nel castello. Si lasciò colpire dalla spada di legno, dai colpi deboli del principe e non disse una parola, ma il bambino non era certamente stupido e ben presto gli ordinò di rispondere e di usare la sua arma.
Harwin aveva appena mosso le braccia per difendersi quando nel cortile riapparve ser Criston Cole, paonazzo in viso e con i capelli corvini arruffati.

«Che cosa stai facendo, Ser?»

Stava guardando principalmente Aegon, ma chiaramente si rivolse a lui.

«Quello che il mio principe comanda» la risposta di Harwin fu spontanea e sincera.

Cole li raggiunse e strappò dalle loro mani le spade di legno.

«Beh, il principe è anche un bambino e non può restare da solo»

Aegon cominciò a supplicare ser Criston affinché continuassero ad allenarsi mentre Harwin notò lo strano sguardo rabbioso che la cappa bianca stava, invece, rivolgendo a lui.

«Il principino era con me e lo avrei presto accompagnato dal re e dalla regina»

«I tuoi rigorosi servigi verso la corona dovrebbero riguarda la città e non l’interno del castello, lord Strong»

Era confuso da così tanto astio nei suoi confronti, ma non ebbe intenzione di rimanere in silenzio.

«Beh, sembra quasi che io conosca il castello meglio di te, Ser» rispose mettendogli una mano sulla spalla «Almeno non ho perso il ragazzo»

Cole si mosse nervosamente così Harwin concluse

«Ora lo hai ritrovato, per fortuna!»

I due cavalieri si separarono dopo una breve colluttazione spalla contro spalla e fu il figlio del Primo Cavaliere a lasciare il cortile per primo, nello stesso istante in cui cominciò a piovere.
Harwin affrontò la sua ronda tra le strade di Approdo Del Re e in qualche modo la pioggia sembrò inasprire gli animi di chiunque incontrasse, compreso il suo. A pomeriggio ormai inoltrato, fu costretto a sedare una rissa tra pozzanghere e fango e più di una volta colpì i presenti con probabilmente troppa forza. Alcuni caddero semplicemente all’indietro, ad altri venne spaccato il naso o un dente. Alcuni volti presero le sembianze di Ser Criston Cole, altri addirittura quelli del principe Daemon.
Da quando la famiglia Strong si era trasferita a corte, Harwin non ricordava di aver avuto molti contatti con il cavaliere della guardia reale, tuttavia, lo aveva inizialmente invidiato per la sua vicinanza con la principessa Rhaenyra, dalla quale raramente si separava.
Ma dopo le nozze della ragazza, lo strappo era stato evidente e Larys non lo attribuiva solo a quell’insensato attacco contro ser Joffrey ma soprattutto ad un legame tra la principessa e ser Criston che era stato evidentemente ostacolato. Harwin non aveva mai indagato, non aveva mai fatto domande, sapeva solo che quel pomeriggio aveva reagito esattamente come il cavaliere aveva fatto, con rabbia e violenza e se ne vergognò sinceramente.
Aveva trovato riparo sotto il baldacchino di un venditore ambulante quando il vento portò tra le strade il suono di un tuono particolarmente stridente che si ripeté con particolare frequenza ed Harwin si diede dello sciocco per non essersi reso conto prima che quello fosse il verso di un drago. Con l’elmo in testa ad attutire la violenza dell’acqua, cercò di mettere a fuoco il cielo per scorgere la creatura e notò anche altri fare la stessa cosa. Un drago con quelle condizioni atmosferiche non si vedeva di frequente. Per qualche secondo, la pioggia cessò del tutto prima di riprendere di nuovo e fu seguita da una folata di vento fortissima.
Il drago passò così vicino che alcuni si ritrovarono sdraiati a terra per la paura, altri invece scapparono. Harwin, mosso dal suo istinto di sopravvivenza ed anche dal suo senso di dovere nei confronti del popolo di Approdo del Re, cercò di salire in sella al suo cavallo per poter seguire meglio la creatura alata. Gli fu impossibile distinguerne il colore o capire se ci fosse qualcuno a guidarla, in effetti fu difficile anche capire quale momento della giornata fosse. Il drago continuò a volare in cerchio, vicino ai tetti e alle strade, ringhiando e sbuffando, fino a quando non superò le mura della città e si diresse verso il bosco. Lord Strong decise di seguirlo ed uscì a sua volta da Approdo del Re, percorrendo miglia dopo miglia fino a scorgere un albero in fiamme proprio all’inizio di una radura. Dopo ore pioggia incessante, finalmente si ebbe un po’ di tregua ed Harwin fu in grado di riconoscere il colore chiaro del drago che evidentemente era il responsabile dell’incendio. Accanto a lui, ancora agitato, il cavaliere scorse la chioma completamente bagnata di Rhaenyra. Era il destino che continuava ad attirarli l’uno verso l’altra, non poteva esserci altra spiegazione.
Quando la principessa lo notò, si sentì un ruggito forte che per un attimo Harwin pensò provenisse proprio da lei. Fu costretto a calmare il suo cavallo e a togliersi l’elmo per farsi riconoscere. Rhaenyra fece lo stesso con Syrax, con sguardo affranto e con il fiatone.

«Ser Harwin, sei venuto ad aiutarmi, ancora una volta…»

Lord Strong aveva già pronta una frase servile, ma dopo i recenti avvenimenti decise di mettere da parte il suo ruolo da cavaliere per parlarle con sincerità. Dopotutto meritava la verità.

«Ho visto un drago spaventare le persone in città e l’ho seguito. Non sapevo fossi tu»

Rhaenyra si girò per assicurarsi che Syrax fosse a distanza di sicurezza.

«Volevo soltanto allontanarmi dal castello il più possibile» il tono della sua voce era chiaramente spezzato.

Harwin fece qualche passo in avanti con cautela.

«Lo capisco. Eri chiaramente arrabbiata… e quando siamo arrabbiati possiamo fare cose davvero stupide» non le lasciò il tempo di rispondere «Ma volare con il tuo drago nel bel mezzo di una tempesta» lui non era un cavalcatore di draghi ma aveva percepito il disagio dell’animale «questo non è da te, questa non sei tu!»

«Non pensavo di sentirmelo dire anche da te»

«Cosa, principessa?»

«Sentirmi dire quale sia il mio ruolo!»

Era di nuovo arrabbiata e con lei Syrax, la quale sbuffò di nuovo.

«Sembra che tutti sappiano esattamente cosa fare eccetto me! Mio padre mi ha nominata sua erede ma i lord sembrano rispettare le mie opinioni meno della metà di quanto facciano con le sue… Laenor se ne sta ad Altamarea ed ha trovato il modo per distrarsi e Deamon ha sposato Laena dopo che…» fece una pausa per riprendere fiato ma cambiò discorso «E poi Alicent ora ha partorito il suo terzo figlio e per tutto il giorno non hanno fatto altro che chiedermi quando sarebbe stato il mio turno di diventare… donna»

Harwin ormai le era arrivato accanto e avrebbe voluto avvolgerla nel suo mantello ma era bagnato dalla testa ai piedi quanto lei.

«E tu…»

Harwin intervenne «Io non ho mai voluto che tu fossi diversa da come sei, Rhaenyra. Pensavo lo avessi capito» si guardò intorno «Da quel giorno in cui tornasti completamente impregnata di sangue, in una radura simile a quella in cui ci troviamo ora…» un raggio di sole era finalmente spuntato e stava illuminando gli occhi lucidi e viola della ragazza «Da quel momento il mio cuore è stato tuo»

I pugni, gli sguardi incattiviti, la violenza. Tutto veniva completamente annullato quando era in presenza di Rhaenyra Targaeryen. Una luce benefica lo colpiva e lo rendeva tanto vulnerabile.

«Ma qui non si tratta di me, si tratta di te. Se tutti fanno ciò che vogliono o ricoprono un determinato ruolo, allora fallo anche tu. Sei la principessa, non sei tu che devi rispettare le aspettative degli altri»

«In alcuni momenti sembra quasi impossibile»

«Se potessi scapperei insieme a te e al tuo drago, ma è davvero quello che vuoi?»

«Voglio governare i Sette Regni»

Finalmente la voce della principessa Rhaenyra divenne più ferma, come se avesse appena avuto una realizzazione.

«Sai, ser Harwin… se potessi tornare indietro, forse avrei fatto meglio a sposare te. Sarebbe stato tutto molto più semplice»

Inizialmente Lord Strong si limitò a sorriderle, quella frase lo aveva emozionato come niente altro prima d’ora.

«Pensavo stessi per dire che avresti voluto sposare il principe Daemon»

Rhaenyra annuì dispiaciuta.

«Temo di non poter negare questa affermazione»

Harwin le prese una mano. «Va bene così»

Rimasero in silenzio per qualche minuto, le nuvole e la pioggia ormai erano scomparsi. Il cavaliere si ritrovò a guardare Syrax, che ormai si era quasi del tutto calmata.

«Possiamo sempre tornare sui nostri passi» le disse «Possiamo sempre migliorare le cose»

Si staccò da Rhaenyra e si diresse cautamente verso la bestia dietro di loro. Sentì la principessa pronunciare qualche parola in valyriano ma lui proseguì.

«Hai sposato ser Laenor, ma a quanto pare lui non può darti tutto ciò che desideri, il principe Daemon ha sposato lady Laena e non può darti ciò che desideri, quindi torniamo indietro e sposa me»

Non poteva vederla in faccia, ma poteva immaginare la confusione nel suo sguardo. Sentì i suoi passi vicini, mentre Syrax, incuriosita lo stava guardando e si stava avvicinando a sua volta.

«Non posso avere l’approvazione di tuo padre, quindi avrò quella del tuo drago»

Non lo aveva programmato, in realtà c’erano buone possibilità che fosse finito in cenere all’istante, ma non si era mai tirato indietro da una sfida. Guardò Syrax e cercò di sostenere lo sguardo il più a lungo possibile, poi con gesto sicuro, si inginocchiò davanti a lei.
Per qualche secondo i raggi del sole al tramonto si riflessero sulla pelle del drago e sulla cappa del cavaliere, entrambe dorate e luminose.
Rhaenyra allora osservò l’avvenimento senza proferire parola, con un leggero sorriso a solcarle il viso. Syrax alitò verso Harwin ma non fece nulla se non continuare ad osservarlo e per diversi minuti il tempo sembrò cristallizzarsi.
Infine, il drago si girò e incendiò un altro albero.
Rhaenyra mise una mano sulla spalla del cavaliere e lui si alzò.

«Avevi ragione» le disse «Forse Syrax ha iniziato davvero a tollerarmi»

La ragazza rise.

«Pensi mi abbia dato la sua approvazione?»

Di tutta risposta Rhaenyra gli volò in braccio e lo baciò ed Harwin scoprì che le sue labbra erano caldissime, nonostante fossero entrambi ancora bagnati.

«Mi fido di te, Harwin Strong. Perché per qualche misterioso motivo sembra che tu riesca a darmi sollievo anche quando non so di averne bisogno e non nella maniera che pensavo giusta per me.»

Non aspettarono di tornare indietro, si accovacciarono tra le radici di un albero e si strinsero l’uno nelle braccia dell’altra.

«Questa è la prima volta che siamo da soli all’esterno del castello, ser»

«Vero»

La principessa gli scostò i capelli dal volto e notò un grosso ematoma su uno zigomo.

«Cosa ti è successo?»

«Come ho detto prima, quando siamo arrabbiati possiamo fare cose davvero stupide ed oggi ho quasi picchiato a morte delle persone»

«Chi ti ha fatto arrabbiare, ser Rompiossa?»

«Ser Criston Cole»

Harwin si aspettò di vederla diventare improvvisamente seria, invece gli rispose con uno sguardo a metà tra il sarcastico e l’annoiato.

«Cosa ti ha fatto?»

«Niente, è solo un insopportabile arrogante»

Lei gli accarezzò la guancia. «Sì, lo è»

Lo baciò di nuovo, tra le ombre della sera e la luce degli alberi ancora in fiamme. E quando i loro corpi si unirono in uno solo, Harwin ebbe la sensazione che i versi acuti e forti del drago non fossero altro che il riflesso di quelli della sua padrona e chiunque avesse attraversato il bosco, sarebbe stato in grado di udirli.


Note dell'autrice: ad un mese di distanza dal primo capitolo, sono riuscita finalmente a pubblicarne un secondo che in realtà non era in programma. C'è solo una scena che avevo già intenzione di inserire ma tutto il resto è venuto da sè, quindi questa long ha già un capitolo in più del previsto. Mi dispiace aggiornare con tanto ritardo ma sono stata presa da altro (tra cui la scrittura della tesi di laurea) ma tornerò sicuramente anche con altre storie slegate a questa (ho in mente due one shot, una dedicata ad un altra serie televisiva però). Come sempre vi ringrazio per la lettura e speriamo di sentirci presto!
Carol

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > House of the dragon / Vai alla pagina dell'autore: corallinaa