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Autore: MaryFangirl    02/12/2022    0 recensioni
Un risveglio in dolcezza. PURO FLUFF. (Bruno/Camilo)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Bruno Madrigal, Camilo Madrigal
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Un lontano suono giunse a spazzare via il dolce oblio del sonno e a risvegliare le orecchie del giovane che si mosse pigramente, sfregandosi contro la morbidezza del materasso sotto il suo corpo, non volendo abbandonare il calore del letto. Le sue palpebre sfarfallarono diverse volte, aprendosi lentamente, portando subito la mano a proteggere gli occhi dalla luce del giorno.

Dalla sua posizione prona, Camilo voltò il capo verso la fonte del rumore che in breve identificò come lo scroscio della doccia. Risultava distante, carezzevole, e se non avesse sentito l'impellente necessità di fare pipì, si sarebbe rimesso sotto le coperte per sonnecchiare ancora un po'.

Si mise invece dritto e si stiracchiò sbadigliando ampiamente, passandosi una mano tra i capelli folti e voluminosi, guardandosi intorno, nella stanza che ormai conosceva bene e non era più una sorpresa quando al mattino scopriva di non essere nella propria.

D'altronde, la camera di Bruno non era più un'immensa torre che invitava chiunque a stare il più possibile alla larga, adornata di infinite scale in grado di scoraggiare il più impavido degli individui, ed era ora invece un locale moderno e accogliente, in seguito alla ricostruzione della casa.

Gli occhi assonnati di Camilo vagarono sul piano inferiore, dove si trovava lui, composto da letto, armadio, una piccola finestra per arieggiare, un bagno composto di wc e lavandino, con una porta a soffietto. 

Nonostante il ritorno dei poteri, Bruno non aveva più allestito alcuno spazio destinato alle visioni, per un motivo molto semplice: aveva definitivamente chiuso con le previsioni del futuro.
In realtà non era stato affatto felice che i doni fossero tornati, ma non era stato l'unico.
Dolores era stata così contenta nel periodo di ricostruzione della casa, in cui non aveva dovuto sorbirsi nessun rumore indesiderato, tra i quali tanti, troppi di cui avrebbe fatto volentieri a meno.

Bruno, che era arrivato tranquillamente a considerare il proprio 'dono' come una maledizione, aveva smesso del tutto di esercitarlo. Tanto, diceva sempre, vedere il futuro serviva a poco. Non si poteva cambiare, e non si poteva vedere il contesto o le altre variabili che l'avrebbero inciso. La visione su Mirabel era stata incompresa da tutti fino a che le mura non erano letteralmente crollate, quella sul fidanzamento di Mariano e Isabela non avevano avuto modo di capire che la ragazza non era affatto interessata, mentre le battute - ok, non grandiose e non sempre dette con il giusto tono - erano sempre state considerate come promesse di sventura.

Quindi Bruno ignorava totalmente quella parte della propria eredità e si dedicava invece a ciò che gli piaceva davvero, la lettura e il teatro. A tal proposito, per tenersi impegnato in maniera costruttiva e utile, finalmente supportato dalla famiglia e da buona parte della comunità, aveva rilevato una vecchia libreria rimasta chiusa da quando l'ultima proprietaria era passata a miglior vita, ed era convinto che non avrebbe potuto fare scelta migliore. Amava immergersi nei libri per gran parte del giorno, lo faceva sempre anche da bambino, quando le sue sorelle giocavano fuori con gli altri e lui preferiva sguazzare tra storie di avventura e fantasia, azzardando ogni tanto a scriverne di suo pugno. Era uno dei pochi momenti in cui si sentiva in pace con se stesso, avrebbe amato di gran lunga mettersi in viaggio alla ricerca di un tesoro dei pirati che accettare di effettuare una previsione del futuro, con il solito responso finale che prevedeva la delusione e lo scontento sul volto del richiedente.

La sua stanza rifletteva ora pienamente il nuovo Bruno. Era composta di due piani, ma la rampa di scala che li connetteva era ora percorribile da chiunque, Mirabel aveva applaudito entusiasta quando l'aveva vista, approvando pienamente.

La parte superiore era interamente dedicata al relax. Era stata installata un'ampia doccia e Bruno aveva desiderato anche una vasca da bagno abbastanza grande da contenere due o anche tre persone, se non troppo robuste. C'era un piccolo palco dove gli piaceva mettere in scena i classici della letteratura classica, ma anche le telenovele più dozzinali e le sceneggiature che scriveva lui stesso. C'erano molti libri, alcuni dei quali gli avevano tenuto compagnia nel suo lungo periodo di isolamento, e pile di fogli pieni di sue idee, scarabocchi, cancellature e disegnini senza senso.

Bruno era finalmente sereno e in pace, e non sarebbe tornato alla vita precedente per nulla al mondo.

Come lamentarsi, poi, dato che ora aveva anche Camilo. La passione per la recitazione li aveva portati ad avvicinarsi e a condividere qualcosa che entrambi amavano, e avevano passato del tempo insieme. Molto, sempre di più, fino a rendersi conto che avevano un'altra cosa in comune: si erano innamorati reciprocamente, ma a distanza di qualche anno, non si trattava più solo di un'infatuazione, motivo per il quale c'era stata molta esitazione in principio. Poi, però, poiché quelle sensazioni non passavano affatto ma si intensificavano sempre di più, avevano dovuto arrendersi all'evidenza dei fatti.

C'erano state discussioni, tentativi di negazione, lacrime, ansie, ma la realtà era che Camilo intratteneva una relazione segreta con suo zio da un anno. Il senso di colpa che inizialmente lo aveva quasi schiacciato era un ricordo che emergeva solo di tanto in tanto, consapevole di non essere sincero con il resto della famiglia, ma Bruno lo rendeva felice come nessun altro sapeva fare, e ogni giorno in cui Camilo si svegliava e si rendeva conto che era ancora tutto vero, il suo cuore si imbizzarriva di felicità. Voleva goderselo per quanto poteva e quando alcuni timori minacciavano di rovinare tutto, inspirava ed espirava profondamente e si ripeteva costantemente di pensare a un giorno alla volta. Un abbraccio di Bruno aveva più o meno lo stesso effetto tranquillizzante.

Camilo era prossimo ai 20 anni, il periodo dell'adolescenza e dei colpi di testa iniziava a rimanere alle sue spalle, il passo tra l'essere un ragazzo e un uomo era ormai stato compiuto. Quando veniva fuori quel discorso, sua madre si metteva a piagnucolare e a far cadere pioggia mista a grandine, lamentandosi di essere ormai una vecchia.

Stropicciandosi gli occhi, Camilo si diresse velocemente a svuotare la vescica, senza preoccuparsi di chiudere la porta, poi si avvicinò al lavandino. Non amava affatto l'alito mattutino e una delle prime cose che faceva sempre era lavarsi i denti, anche quando aveva fretta si sciacquava la bocca con un po' di collutorio. Specialmente perché non vedeva l'ora di baciare Bruno, che sarebbe uscito dalla doccia pulito e profumato.

Come se l'avesse evocato mentalmente, sentì la voce di Bruno che canticchiava mentre scendeva i gradini e si avvicinava. Con ancora lo spazzolino in bocca, Camilo sollevò lo sguardo sull'uomo, ritenendosi un po' sciocco con la schiuma del dentifricio intorno alle labbra e ancora vestito con una t-shirt e le mutande. Nonostante il passare del tempo, Bruno sembrava ora più giovane rispetto a quando era tornato in famiglia. Era così tranquillo e soddisfatto della sua vita, che pareva aver invertito il tempo.

Aveva sistemato la barba e i capelli erano legati in una coda bassa. Indossava una camicia bianca ancora aperta e pantaloni beige. Bruno era più sicuro di se stesso, anche grazie al suo nuovo lavoro, curava di più il suo aspetto e non si nascondeva più dietro abiti larghi e sformati.
Camilo sapeva di non essere il solo a essersene accorto, perché quando passeggiavano vedeva benissimo gli sguardi interessati di alcune donne, rimaste single o vedove, anche di parecchi anni più giovani, e faticava non poco per evitare di ringhiare e agguantare il braccio di Bruno per rivendicarlo. Per fortuna, Bruno era rimasto abbastanza ingenuo e a volte non si rendeva conto quando qualcuno flirtava apertamente con lui.

Bruno gli sorrise calorosamente e Camilo fu ancora più sicuro di non avere niente di cui preoccuparsi. Bruno non sorrideva a nessun altro così.

Si affrettò a finire di lavare i denti.

"Buongiorno" disse Bruno con voce bassa, avvicinandosi e lasciando un tenero bacio sulla fronte del giovane. Come si aspettava, Bruno lo inondò del profumo del suo bagnoschiuma. Camilo si godette la coccola.

Bruno scese a baciargli la punta del naso, facendogliela arricciare per il lieve solletico. Infine sfiorò le labbra nell'ombra di un bacio che probabilmente avrebbe vinto se ci fosse stato un concorso dei baci più casti.

Camilo, pur apprezzando tutta quella delicatezza e quasi sentendosi sciogliere completamente, decise di vivacizzare la situazione. Con le mani afferrò il volto di Bruno, attirandolo in un bacio appassionato, sensuale, languido, rendendolo più lungo del previsto, ma non diede segno di volerlo interrompere. E nemmeno Bruno.

Gradualmente e con naturalezza, la frenesia rallentò frammentandosi in lievi e veloci baci privi di impeto.

"Buongiorno, amore mio" rispose Camilo mantenendo il tono moderato, accarezzando la nuca dell'uomo e guardandolo in adorazione.

Bruno emise una leggera risatina gutturale. "Davvero un buongiorno..."

Camilo alzò le sopracciglia suggestivamente, dando a intendere che avrebbe potuto essere ancora meglio, ma Bruno lo precedette posandogli un dito sulle labbra tentatrici.

“Ah, no. Sono pronto per il lavoro, niente caos.”

Fintamente offeso, Camilo allungò le labbra in una sorta di broncio, ma non resistette e baciò il dito di Bruno.

Bruno si separò e andò a sistemare il letto, Camilo non lo rifaceva quasi mai dopo essersi svegliato, per Bruno invece era impensabile uscire di casa senza averlo fatto.

“Se ti sbrighi a lavarti, possiamo fare colazione insieme”

Gli occhi di Camilo brillarono e schizzò al piano di sopra per darsi una sciacquata veloce, in meno di dieci minuti era pronto e vestito. Quando riscese, vide Bruno semi sdraiato sul letto mentre leggeva il libro lasciato la sera prima sul comodino. Camilo sorrise pensando alle volte in cui la sera, prima di addormentarsi, leggevano insieme. In realtà, Bruno leggeva e lui ascoltava, adorando il timbro della sua voce che, a seconda del momento, o lo eccitava o lo rilassava al punto da farlo addormentare. Normalmente si sdraiavano insieme e Camilo appoggiava il capo sulla sua spalla, quando si sentiva particolarmente stanco si adagiava invece sulle sue gambe e con la mano di Bruno che gli accarezzava i capelli, gli era impossibile resistere al mondo dei sogni.

Bruno indossava gli occhiali da vista quando leggeva, elemento che, a dire di Camilo, lo rendeva ancora più sexy. Era assurdo e quasi patetico quanto fosse pazzo di quell'uomo. Erano abituati l'uno all'altro, ma non c'era nulla di abitudinario nella loro relazione, ed era quello che rendeva felice Camilo e rasserenava Bruno, il quale aveva temuto che quella di Camilo inizialmente fosse semplice curiosità, voglia di trasgressione, un trasporto della durata di un fiammifero, ma Camilo lo rassicurava giorno dopo giorno, specialmente quando accadeva che Bruno fosse in fase di autocommiserazione e si chiedeva perché un giovane e bello come lui avrebbe voluto un vecchio, e per di più suo zio.

Camilo in quelle occasioni alzava gli occhi al cielo, poi gli faceva un lungo massaggio, che poteva concludersi accendendo la tv per guardare qualche sciocchezza o in momenti più torridi, dolci o scatenati, dipendeva dall'umore che Bruno aveva alla fine del trattamento.

Bruno, notando la sua presenza, chiuse il libro e lo riappoggiò con grazia sul comodino. Bruno trattava i libri, oltre ai suoi topi, con più riguardo rispetto a quanto avrebbe dedicato a molte persone. Non che Camilo lo biasimasse.

"Pronto?" gli chiese, rimuovendo gli occhiali.

Camilo annuì, quindi Bruno si alzò e si avviò verso la porta.

“Aspetta”

Bruno non ebbe il tempo di girarsi, la mano di Camilo lo afferrò per il polso e lo trascinò, facendogli perdere l'equilibrio e quasi rovinandogli addosso mentre Camilo si lasciava crollare sul materasso a peso morto, trasportando Bruno su di sé, che mugugnò per la sorpresa ma non poté dire niente, la bocca di Camilo aveva istantaneamente preso possesso della sua.

Bruno emise un lamento di protesta, ma Camilo lo ignorò intrappolandolo con gli arti superiori e inferiori, agganciandolo in una presa abbastanza solida da impedirgli di scostarsi troppo presto. Non era una stretta così ferrea, Bruno avrebbe potuto liberarsi se avesse voluto. Ma non lo voleva così tanto, o non avrebbe ricambiato lo slancio di Camilo con uguale fervore, gemendo quando Camilo ghermì maggiormente i suoi fianchi tra le gambe, sollevando il bacino e strofinandosi sapientemente contro di lui.

Il connubio di profumi, l'umidità del bacio e i sospiri che volavano nello spazio sopra e intorno a loro ebbero quasi la meglio sulla ragione, Camilo sembrava trarre ossigeno dalle labbra di Bruno, finché non ne ebbe realmente bisogno.

C'era qualcosa di molto, molto eccitante nel vedere Bruno pronto e ordinato per uscire, ma con gli occhi liquidi e colmi di desiderio e amore per lui.

"Sei un diavolo..." sussurrò Bruno, smorzando sul nascere la risata di Camilo con un secondo bacio un po' più brusco, che si concluse con uno strattone e un morso leggero sul labbro inferiore. Camilo quasi frignò quando finì.

“Non è colpa mia...potrei trascorrere tutta la giornata a baciarti" replicò Camilo allungandosi per stampare un altro bacio sulle sue labbra. Poi proseguì lungo la mascella, sfregando il naso sulla barba corta, morbida e profumata, arrivando all'orecchio, di cui baciò il lobo. "...e a fare molto altro”

Sentì un grugnito di Bruno, era sicuro di farlo cedere, ma di colpo Bruno alzò il viso e lo guardò con un sorrisetto. Afferrò la mano birichina di Camilo che aveva cominciato ad avventurarsi lungo la schiena, la portò alle labbra, con lentezza studiata e malefica baciò ogni nocca.

"No, questa volta non ce la farai, fin troppe volte mi hai fatto fare tardi" disse con presunto rimprovero.

Camilo reclinò il capo sul cuscino, brontolando, e in parte rabbrividendo piacevolmente per le attenzioni di Bruno. I baci aerei sulle dita erano delicatissimi, eppure tra le cose più sensuali. Era strano pensare che le mani fossero dei punti così sensibili e reattivi, ma ogni volta che Bruno sfiorava una nocca o un polpastrello, la pelle d'oca aumentava sul suo braccio.

Così non lo aiutava affatto a dimenticare i suoi propositi.

“Uff, chi se ne frega se ritardi di qualche minuto?”

“Non oggi. C'è il gruppo di lettura e non voglio farli aspettare”

Camilo alzò gli occhi al cielo, ma non era davvero arrabbiato. Era bello che Bruno, per ravvivare la libreria, avesse organizzato gruppi di lettura, praticamente ogni giorno, in diversi orari, ci si dedicava alla lettura di brani di diversi volumi, di disparati generi, dal romanzo d'amore al thriller alla poesia. Era stato un bel modo per ripopolare il luogo e spingere le persone a frequentare quell'ambiente, a ritrovarsi per un momento di svago e per conoscere nuove persone, oltre che ad acquistare libri.

Bruno aveva evidentemente fame di comunicazione e contatto con gli altri, e malgrado gli avvenimenti del passato, non serbava rancore verso nessuno. A volte Camilo gli diceva che era troppo buono, a lui capitava non di rado di guardare in cagnesco chi sapeva per certo aveva trattato male Bruno o parlato in maniera scorretta di lui, pur comprendendo che non valeva la pena sprecare energie per simili faide.

Camilo accettò sportivamente la sconfitta, lasciando andare Bruno, che si alzò e si sistemò i vestiti, rifacendosi la coda.

Con un balzo, Camilo fu in piedi e fece strada verso la porta.

"Allora, andiamo a fare colazione? Muoio di fame" disse, voltandosi e ancheggiando, dando a Bruno una buona visione del fondoschiena che lo invitava a seguirlo.

Bruno si leccò rapidamente le labbra e sbuffò, sorridendo. Ormai gli aveva detto di no, per quel mattino...ma intendeva rifarsi, in serata.

Seguendolo, Bruno pensò che sarebbe stata una lunga giornata in attesa della sera, ma almeno non poteva lamentarsi di com'era iniziata.

-Chi ben comincia è a metà dell'opera...- pensò soddisfatto.

Quello sì che era davvero un buongiorno.
  
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