Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: evil 65    03/12/2022    6 recensioni
(Sequel di "The War of Ice and Nightmares - La Battaglia del Crogiolo")
Dopo gli eventi del primo libro, Mr Cold - la variante di Jack Frost che per poco non aiutò Pitch Black a dare il via ad una nuova Dark Age - si ritrova finalmente libero dal giogo del suo padrone, e comincia a seminare il caos per tutto il Multiverso. Questo attirerà l'attenzione della MVI - la Multiverse Variant Intelligence - i cui membri non si fermeranno davanti a nulla pur di assicurare lo Spirito alla giustizia.
Nel frattempo, menti assai più spietate e dagli obbiettivi maligni, pianificano di ribaltare completamente l'ordine naturale della creazione stessa...
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The War of Ice and Nightmares'
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Eccovi un nuovissimo capitol. Buona lettura!



Capitolo 9 – The Tiger and the Phoenix

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What are you willing to lose?
You cover your wounds, but underneath them
A million voices in your head that whisper, "Stop now"
Another twist of the knife, the turn of the screws
It's all in your mind and it's fighting you
Arm yourself, a storm is coming
Well, kid, what you gonna do now?

Phoenix – Cailin Russo
 
 

Il castello di Malefica si ergeva imponente sulle pendici della Montagna Proibita, unica roccaforte edificata per decine di miglia e miglia. Oscura e immersa da una foresta di rovi, rappresentava un perfetto tributo alla Signora di Ogni Male.
Dopo che la loro ultima base era stata compromessa, la stessa Malefica aveva deciso di accogliere i suoi nuovi alleati nelle stanze più profonde del castello, protette da una magia che nemmeno la MVI sarebbe stata in grado di superare tanto facilmente.
Ora, mentre osservava l’ennesimo lampo di magia nera scagliato contro una delle pareti più vicine, quasi desiderava di non averlo fatto.
<< Com’è potuto succedere?! >> ringhiò Cornelius, gli occhi che brillavano di fiamme rabbiose << Ci era stato assicurato che quella banda di ficcanaso non poteva rintracciarci! >>
<< Evidentemente, le informazioni in possesso del nostro benefattore erano molto più arretrate di quanto pensasse >> disse Vader, le braccia incrociate davanti al petto << Ammesso siano mai state vere. >>
Le orbite del suo casco puntarono verso Facilier e Malefica, sfidandoli a rivelare qualsiasi sotterfugio di cui non fosse a conoscenza.
<< Sfortunatamente, Vaddy… >> sospirò l’Uomo Ombra << non ne abbiamo, di fatto, la certezza. Siamo stati, come dire... fiduciosi delle sue intenzioni e della cricca di gente che vive nella sua testolina. >>
<< Taci, sciocco. Non avrebbe avuto alcun motivo di mentirci, e lo sapevamo bene >> sibilò l’Oscura Signora, stizzita << È ovvio che quei cani hanno trovato un modo per eludere le nostre difese. >>
<< Allora non dovremmo perdere altro tempo >> ringhiò Cornelius << Io dico di lasciare che Kozmotis se la sbrighi da solo, mentre noi cerchiamo gli altri frammenti. >>
<< Temo che nemmeno questo sia... fattibile. >>
Facilier aveva parlato con calma, probabilmente per cercare di rendere meno problematica quella rivelazione. << Per non correre rischi, il nostro collega non ha rivelato a nessun altro la posizione degli altri frammenti. Non che la cosa mi abbia dato fastidio, nei suoi panni avrei fatto lo stesso. >>
A quella dichiarazione, il bagliore nelle orbite del Lich diventò ancora più intenso.
<< Mi stai dicendo che dovremo aspettare qui fino a quando Kozmotis non sarà tornato!? Ammesso che torni, ovviamente! Stupidi incompetenti! Lo sapevo che non mi sarei mai dovuto fidare di un branco di dilettanti... argh! >>
La creatura si sentì improvvisamente mancare il respiro. Un fatto piuttosto insolito, visto che aveva ormai abbandonato da tempo ogni bisogno mortale. Cadde in ginocchio... e, sollevando appena lo sguardo, vide Facilier con la mano destra avvolta attorno ad un medaglione familiare, lo stesso che, a detta sua, conteneva l’anima del sovrano.
<< Stai molto attento, Corny >> cinguettò lo stregone con finto fare serafico << Ti ricordo che questa nostra collaborazione è basata sulla fiducia e sul rispetto reciproco. Perciò ti consiglio di ricomporti: avremo anche preso un evidente abbaglio, ma siamo, in ogni caso, dei professionisti nel nostro mestiere. Non sarà certo un problemino come questo a metterci i bastoni fra le ruote. Quindi mantieni la calma, e non pensare minimamente di mollarci qui. >>
L’ultima frase gli uscì in un sibilo di minaccia.
Cornelius lo fissò con odio, quasi sperasse che così facendo sarebbe riuscito a incenerirlo con lo sguardo. Poi, annuì lentamente e gracchiò: << Come desideri. >>
A quel punto, Facilier sorrise soddisfatto e allentò la presa sul manufatto, permettendo al Lich di rialzarsi.
Vader, rimasto ad osservare la scena in silenzio, scosse semplicemente la testa.
<< Questi bisticci sono fuori luogo. Abbiamo questioni molto più pressanti di cui preoccuparci. >>
La sua maschera scheletrica si rivolse alla proprietaria del castello.
<< Forse i nostri nemici ci stanno già cercando e dobbiamo organizzarci di conseguenza. Ho bisogno di conoscere i punti più vulnerabili di questa fortezza per preparare delle contromisure adeguate. >>
Lei annuì lentamente col capo. << Sarà un piacere assisterti in questo compito. >>
Batté piano il bastone per terra, prima di voltargli le spalle. << Seguimi. >>
Sebbene il Signore dei Sith non fosse abituato a prendere ordini – se non dal suo Maestro – decise di assecondare il tono della fata. Dopotutto, costei non era certo uno dei suoi sottoposti, né qualcuno che avrebbe potuto uccidere con un semplice movimento della mano.
Al contrario, era un essere il cui potere rivaleggiava probabilmente con il suo. E in quanto tale, poteva, perlomeno, tollerare un simile comportamento.
Mentre procedevano per i corridoi del castello, il cyborg si ritrovò a scrutare i suoi dintorni. Per certi versi, questo posto gli ricordava la sua fortezza su Mustafar. Anche se...
<< La manutenzione della vostra dimora lascia molto a desiderare, mia signora >> disse con la sua voce bassa e graffiante << Una carenza a cui dovreste rimediare. Dopotutto, l’efficienza di una fortezza è lo specchio del suo padrone. >>
Normalmente, l’Oscura Signora avrebbe incenerito nell’immediato chiunque avesse anche solo insinuato qualcosa del genere. Tuttavia, la fata era rimasta incuriosita dalla sua affermazione. D’altronde non molti osavano contestare la sua forza e potenza, e sin dall’inizio aveva chiaramente percepito l’incredibile portata del potere dell’uomo. Voleva vedere dove sarebbe andato a parare.
<< Vedi, caro… quando sei l’essere più potente e inarrestabile del tuo mondo, e non vi è nessuna minaccia in grado di resisterti, situazioni come questa sono inevitabili. >>
<< Qualcosa su cui posso concordare almeno in parte >> ammise Vader.
Dopotutto, lui stesso era diventato la forza più potente della sua galassia, seconda solo al suo padrone. E con il passare degli anni, il pensiero di poter incontrare avversari degni del suo tempo era pian piano sfumato in una fredda indifferenza.
Ciononostante, il suo periodo speso come generale nella Guerra dei Cloni gli aveva insegnato a non dare mai niente per scontato.
<< Esiste una linea sottile tra fiducia e arroganza. Il potere è, per sua stessa definizione, un concetto assai volubile. Perché per quanto qualcuno possa essere potente... esisterà sempre, da qualche parte o in futuro, qualcosa capace di superarlo. Noi possiamo solo cercare di mantenere il passo. >>
<< Per essere un umano, sembra che tu abbia acquisito una certa saggezza. Qualcosa che tutto sommato sono in grado di rispettare. >> Malefica accarezzò distrattamente la sfera del suo bastone con le dita, assumendo un’espressione riflessiva. << Anche se non posso fare a meno di percepire... un’esperienza recente, a seguito di questa dichiarazione. >>
Vader rimase in silenzio per qualche istante, accompagnato solo dal rumore del suo respiratore.
In passato, una semplice accusa sarebbe bastata per fargli distruggere quel posto da cima a fondo. Ma non ora, dopo aver passato gli ultimi cinque anni a rimuginare sugli eventi della sua ultima disfatta.
Il Signore Oscuro riuscì a mantenere sotto controllo la propria rabbia.
<< ... non hai torto >> disse, guardando la fata con la coda dell’occhio << Alcuni anni fa ho subito una deplorevole sconfitta. Nella mia arroganza, ho combattuto un avversario che già in passato era riuscito a ferirmi gravemente... e dopo averlo finalmente sconfitto, ho preferito prolungare le sue sofferenze, dandogli così la possibilità di contrattaccare. >>
Sentì un bruciore fantasma al viso, ove la spada di Obi-Wan Kenobi era riuscito a graffiarlo. Il ricordo della loro ultima battaglia era ancora fresco nella mente del cyborg, come una cicatrice indelebile... e francamente, Vader dubitava che se ne sarebbe mai andata, malgrado i suoi migliori sforzi di sopprimerlo.
<< Non commetterò più lo stesso errore >> sussurrò freddamente << La prossima volta che ci incontreremo... lo ucciderò senza esitazione. E per assicurarmene, ho passato gli ultimi cinque anni ad accrescere il mio potere. >>
<< Ah, il caro, vecchio, desiderio di rivalsa, di prolungare la sofferenza delle vittime e goderne. >>
Un sorriso ampio e crudele si era disegnato sul volto cinereo della Signora Oscura.
<< Comprendo bene. Ahimè, sono errori elementari e diffusi, quando si tratta di quelli come me e te. Vedi, è questo il bello del Multiverso! Per quanto le cose possano essere diverse tra i vari mondi, nessuna realtà può sfuggire alle regole fondamentali dell’eterno conflitto. Il tuo Lato Oscuro, e il potere che ne deriva... non sono altro che un modo diverso di chiamare il dominio del Male e delle Tenebre di cui io sono la Signora indiscussa. >>
Vader rilasciò uno sbuffo divertito... a cui seguì un lampo di sorpresa. Quanto tempo era passato dall’ultima volta in cui si era semplicemente goduto una conversazione con un altro essere vivente?
Di certo non mentre era in compagnia del suo Maestro: il loro rapporto si basava unicamente sull’odio reciproco e sull’inganno. Entrambi sapevano che, prima o poi, avrebbero cercato di uccidersi per il controllo della Galassia... un destino ormai inevitabile.
Ma con Malefica era diverso. Erano simili sotto molti aspetti... e questo lo metteva a disagio. Risvegliava in lui sensazioni che pensava di aver eliminato per sempre, quando aveva abbandonato l’identità di Anakin Skywalker.
Il suo primo pensiero fu di stroncare quella conversazione sul nascere. Allora... perché mai il Lato Oscuro lo stava incitando a continuare?
<< Eppure, a discapito di tutto ciò che siamo riusciti a realizzare, eccoci qui >> si ritrovò a dire << Due reietti trascinati in una guerra che non ci appartiene. E per cosa? Un desiderio, come bambini ancora pregni della loro innocenza. Non posso fare a meno di trovare il tutto estremamente ironico. >>
<< Al contrario, è esattamente appropriato, mio caro >> dichiarò la Signora di Ogni Male << Non vi è nulla di infantile e innocente in un desiderio. L’essenza stessa di un simile concetto è qualcosa di travolgente e profondo. Sogni, desideri, ambizioni... fa tutto parte della volontà, la forza estrema che gli esseri viventi adoperano per aggrapparsi alla vita che gli è stata concessa, e lo fanno con le unghie e con i denti. Se credi di non appartenere a tutto questo, non sei ancora entrato in pieno contatto con la tua natura oscura. >>
Le sopracciglia nere le si inarcarono. << E ciò mi lascia perplessa. Perché quando ci siamo ricongiunti, potevo chiaramente avvertire quanto stessi traboccando di pura tenebra. Ora invece, sembri quasi… sperduto. >>
Vader si fermò di colpo e assottigliò lo sguardo.
<< Stai forse mettendo in dubbio la mia fedeltà alla causa? >> domandò pericolosamente << Ti assicuro che non sarebbe saggio. Ho abbandonato da tempo il sentiero della luce. In me non esiste alcun conflitto. >>
<< Oh, non posso dire di riferirmi a quel tipo di conflitto. Altrimenti, me ne sarei già accorta da tempo >> dichiarò lei, con spiazzante franchezza << Hai avuto modo anche tu di scontrarti con qualcuno dei nostri nemici, non è così? Cos’è accaduto? >>
Ancora una volta, Vader rimase in silenzio per qualche istante.
<< La ragazza >> rispose, infine << La guerriera che porta il nome di She-Ra. La sua presenza nella Forza è... accecante. Così pura e incontaminata, più che in qualunque Jedi che abbia mai incontrato. >>
Abbassò lo sguardo sulla mano destra, stringendola a pugno.
<< Lei mi disturba. È un affronto a tutto ciò che ho cercato di distruggere da quando sono diventato un Sith. Mentre combattevo con lei... era come se qualcosa stesse cercando di strisciarmi nell’animo. Di cambiarmi... di soggiogarmi. Non ho mai provato niente di simile da quando... >>
Si fermò di colpo, come se si fosse accorto delle parole appena pronunciate e ne avesse avvertito, solo in quel momento, il peso che comportavano.
Per tutto lo scontro, era stato convinto di aver dominato su She-Ra, di averla menomata e ferita grazie alle proprie parole e al suo ricatto. Sì, l’aveva fatto, ovviamente… ma si stava rendendo conto che, nel profondo del suo cuore, lei l’aveva colpito allo stesso modo: non tanto forte quanto lui aveva fatto con lei, ma una piccola scintilla si era fatta strada dentro di lui. L’aveva sentito di nuovo… il richiamo della luce.
Così come gli era successo quando aveva rivisto e affrontato Ahsoka Tano, l’apprendista di Anakin Skywalker.
Malefica gli rifilò un lungo sguardo contemplativo, tale che per un istante, il Sith ebbe l’impressione che lei stesse cercando di scrutargli nell’animo.
<< Penso di capire >> dichiarò << Quando hai visto quella ragazza... quando si è rivelata a te, sprigionando tutto il suo potere... hai sentito come una scarica, vero? Una scarica inevitabile, una specie di istinto primigenio. In quel momento, non sentivi altro che la volontà di annientare, distruggere in ogni modo possibile quella ragazzina. Volevi provare un brivido… il brivido del massacro di una cosa così bella e perfetta, così piena di luce e positività. >>
Vader rifletté attentamente sulle parole della fata. Erano... sorprendentemente simili alla realtà dei fatti: non poteva dimenticare la sensazione di brama e furia che l’avevano invaso quando She-Ra gli si era rivelata.
<< È così. Suppongo tu abbia familiarità con una simile sensazione? >>
<< È la naturale predisposizione degli oscuri come noi >> gli rispose, in tono metodico << Lei è luce e tu sei oscurità. E l’oscurità è sempre destinata a inghiottire la luce. Con ogni mezzo. Per questo gli esseri come noi non sanno darsi pace… quando trovano la loro luce. Devono spegnerla a tutti i costi. >>
Poi annuì con fare deciso.
<< Anch’io ho avuto la mia. Una principessa con i capelli color dell’oro e le labbra rosse come una rosa. Ma, come puoi vedere... >>
Un ghigno orrido si materializzò sulle sue labbra, distruggendo per un istante la grazia mefistofelica e composta da lei ostentata.
<< Sono qui, davanti a te, perché sono trionfante. Potrei raccontare di come ho spento lei e coloro che la amavano. >>
Di colpo si ricompose, assumendo un’espressione più custodita.
<< Ma credo non sarebbe giusto nei tuoi confronti. Sarebbe invece splendido guidarti verso un’esperienza simile! Capisci cosa intendo? >>
Gli occhi e il suo sorriso candido si illuminarono, simili alle pupille e alle zanne di un gatto. Per qualche strana ragione, Vader si ritrovò ad osservare quel volto mellifluo più a lungo di quanto si aspettasse.
Il Lato Oscuro sembrò canticchiare dentro di lui, apparentemente deliziato dalle parole della fata. Questo lo metteva a disagio... ma lo intrigava al tempo stesso.
<< Mi hai dato molto a cui pensare >> disse, mentre rammentava la disperazione incisa sul volto della guerriera << Ma se davvero sei riuscita ad annientare coloro che si opponevano a te... mi chiedo a cosa mai potrebbe servirti un desiderio. Sembra che tu abbia già ottenuto tutto quello che volevi. >>
Un piccolo ma deciso suono tonante squarciò l’aria. Dopo qualche istante, il Sith si rese conto trattarsi di lei: stava ridacchiando. Era come osservare e sentire una roccia ridursi in polvere di colpo: era uno spettacolo a tratti sconvolgente, a tratti affascinante.
<< Credo che per oggi tu abbia avuto nozioni sufficienti con cui far lavorare la tua bella testolina, mio caro >> dichiarò, non mancando di regalargli il suo sorrisetto derisorio ma che, stranamente, in quel frangente, non sembrava del tutto maligno << Abbiamo ancora delle difese da perfezionare, dopotutto. Ora spetta a te rendermi partecipe delle tue conoscenze. >>
E, detto questo, infilò una mano attorno al braccio del Sith e cominciò a condurlo più a fondo nel castello. Vader fu inizialmente sorpreso da un simile gesto, ma scelse di non opporsi.
Mentre procedeva in compagnia della fata, il canto del Lato Oscuro divenne ancora più forte.
 
                                                                                                                             * * *
 
In un altro universo...

Nell’istante in cui mese fuori piede dal portale, Edalyn si ritrovò immersa nell’odore familiare di cenere e sangue, una fragranza piuttosto facile da trovare nelle Isole Bollenti in cui era cresciuta, oppure sui campi di battaglia che aveva visitato nel corso della sua carriera di agente.
Ma quando mise a fuoco i suoi dintorni, scoprì che lei e il resto dei Phantoms non erano finiti su un terreno di guerra… bensì in una semplice risaia, benché le sue limpide acque non rispecchiassero un cielo azzurro e idilliaco. Questo perché la volta sovrastante era ricoperta di nubi nero pece, da cui scivolavano occasionalmente brandelli di cenere.
I raggi del sole le attraversavano a mala pena, dipingendo il paesaggio circostanze di tonalità rosse e arancioni. In effetti, sembrava decisamente il panorama reduce di una battaglia, o forse di qualche incendio, sebbene la vegetazione attorno a loro fosse piuttosto rigogliosa.
<< Va bene, tigrotta, stiamo per sconfinare sul tuo tappeto erboso >> disse mentre si rivolgeva a Tigre << La domanda che ora sorge spontanea è… che cosa dobbiamo aspettarci? >>
La felina si incupì. << È passato molto tempo dall’ultima volta... ma non ho motivo di credere che le cose siano migliorate. Quello che affronteremo è un’astuta mente perversa. Se Cold vi sembrava un folle senza redini, Lord Shen è un folle fin troppo razionale. Per certi versi, è anche più pericoloso. Non ha pietà per niente e per nessuno! >>
Prese un respiro profondo.
<< Restiamo uniti e teniamo un profilo basso. E teniamoci lontani dai lupi con un simbolo rosso sulla spalla! Sono la sua guardia. Non deve sapere che siamo qui... o almeno, non ancora. >>
Un lampo pericoloso le passò negli occhi gialli.
Adora corrucciò la fronte.
<< Se davvero questo Shen ha ottenuto i poteri da un frammento del Graal, è logico pensare che ne sia ancora in possesso. Voglio dire, se avessi un’arma di tale potere... be’, me la terrei bella stretta >> disse, mentre indicava la propria spada << So che è passato molto tempo, ma ricordi dove fosse la sua base? Immagino che ne avesse una, no? I conquistatori con manie di grandezza ce l’hanno sempre. >>
Accanto a lei, Stitch annuì con un grugnito d’accordo, memore di tutte quelle volte in cui il Dottor Jacques Von Hämsterviel lo aveva catturato, per poi portarlo nel suo cosiddetto “Covo del Male”.
<< Se non l’ha cambiata nel tempo, deve trovarsi nella città di Gongmen, la sua patria natale. >> Tigre si guardò intorno. << Non ho memoria di questo posto. Tutto è diventato così... così... >>
<< Tenebroso >> le completò la frase Adora, stringendosi nelle spalle: anche lei avvertiva nell’aria pulsazioni negative << Potremo cercare in giro e vedere se ci sono delle persone a cui chiedere come arrivare a Gongmen. Cosa ne pensate? >>
<< La trovo una buona idea >> convenne Eda << Forse potremmo cominciare da laggiù. >>
I Phantoms si voltarono all’unisono per osservare il punto che stava indicando... e allora scoprirono che alcune delle nuvole grigio cenere si stavano effettivamente innalzando da una piccola foresta di bambù che confinava con la risaia.
<< Eccovi alcune ipotesi >> riprese la strega, assottigliando lo sguardo << O stanno facendo la più grande grigliata del mondo... oppure... >>
Di scatto, Tigre si acquattò sulle quattro zampe, tese il naso e le vibrisse verso il cielo.D’istinto, ruggì e scattò in avanti, correndo in quella direzione.
<< Tigre! >> gridò Adora, colta di sorpresa << Dannazione, Tigre! Aspetta! >>
Subito, anche Stitch le corse dietro... o meglio, si ficcò le zampe in gola, si appallottolò e cominciò a rotolare sulle orme lasciate dalla felide, com’era solito fare ogni qualvolta si spostava su lunghe distanze.
<< Stitch, no! Urgh, cos’è questa improvvisa tendenza a correre di petto contro un potenziale pericolo. Eda, dobbiamo... >>
Nel momento in cui la ragazza si rivolse alla strega, scoprì che anche lei era corsa all’inseguimento dei due.
<< Ovviamente >> borbottò << Perché mi sorprendo? >>
Con un sospiro rassegnato, cominciò a seguire il gruppo.

                                                                                                                     * * *

Ben presto, la custode della Spada del Potere capì che cosa aveva attirato l’attenzione dei suoi compagni.
Dinnanzi a loro si stagliava un villaggio  dallo stile orientale, probabilmente della Cina medievale o un periodo più vicino. Solo che non era abitato da esseri umani… ma animali antropomorfi di varia natura, perlopiù mammiferi: insomma, si vedeva chiaramente che quello era il mondo di Tigre.
Certo, l’avrebbe volentieri visitato in un momento meno critico. Alcune case erano state assalite e bruciate: le fiamme ancora ardevano, artefici del fumo che avevano osservato in precedenza.
Un branco di lupi stava spintonando a forza gli abitanti, fino a radunarli in una piccola piazzetta al centro dell’abitazione. Avevano armature e un pezzo di stoffa sulla spalla, con un misterioso simbolo simile ad un sole dai raggi ondeggianti.
Erano senz’altro la guardia di Shen. Li avevano trovati prima del tempo.
<< Immagino che quei brutti ceffi siano i soldati di cui stavi parlando >> sussurrò, acquattandosi accanto ai propri compagni dopo averli individuati.
<< Io li trovo piuttosto adorabili >> disse Eda, con gli occhi che le brillavano << Quello con un occhio solo mi ricorda una versione un po’ più grande di King. Quanto vorrei portarmene uno a casa per spupazzarlo un po’... ahi! Va bene, va bene, non essere geloso, stavo solo scherzando! >>
Stitch tirò indietro le fauci dopo averle morso la spalla, sollevò il mento ed emise un ringhio basso, gli occhi assottigliati. Non era chiaro se si fosse davvero ingelosito, o se in realtà le avesse intimato, intelligentemente, il silenzio. Sia Tigre che Adora convennero infine per entrambe le cose: l’alieno era particolarmente volubile, ma non stupido.
Il lupo osservato da Edalyn  abbaiava gli ordini agli altri suoi compagni, lasciando ad intendere fosse una specie di generale.
<< Quest’oggi, voi sacchi di carne… >> disse con voce profonda <<  avete cospirato, truffato, mentito e sobillato. Portate insegne del kung fu, proteggete fuorilegge e insozzate il grande nome del nostro Signore! Dovrei farvi strappare la carne pezzo per pezzo, qui ed ora! >>
Eppure, assunse un’espressione più custodita e fece un passo indietro.
<< Ma la Fenice è la redenzione, la rinascita e la devozione. Sarà lui stesso... a giudicare voi infedeli. >>

Track 14: https://www.youtube.com/watch?v=ABFby6fJMnY
 
All’improvviso, il villaggio sprofondò in un silenzio di tomba. L’aria sembrò farsi più pesante e l’oscurità della volta cominciò ad immergere le abitazioni circostanti in una cupa ombra, come se una forza sconosciuta vi avesse gettato sopra un velo invisibile. Poi, un clangore metallico risuonò al di là di una capanna. Un suono ritmato e familiare... uno che Tigre conosceva anche troppo bene.
Dapprima, i Phantoms videro solo una pallida sagoma che fuoriusciva dalle nubi di fumo. E i contorni di quella forma indistinta divennero man mano sempre più definiti, fino a rivelare l’esile figura di un pavone albino.
Era alto quanto il lupo e indossava una lunga tonaca in argento, ricoperta di rifiniture fiammeggianti di un rosso acceso. Ma ciò che catturò davvero l’attenzione del resto dei Phantoms... furono i suoi occhi del colore del sangue, freddi e calcolatori... tanto intensi da risplendere nella cupa ombra dell’incendio. Erano decisamente inquietanti.
La creatura si fece avanti con passo lento e misurato, senza mai distogliere lo sguardo dal gruppo di villeggianti. Infine, si fermò accanto al lupo sfregiato.
<< Quanti ne avete catturati? >> gli chiese con una voce stranamente elegante, quasi suadente.
Contrariamente ad ogni buon senso, l’istinto animale di Stitch si risvegliò, come un cane che percepiva l’imminente pericolo, e cominciò a ringhiare come un dannato: Eda dovette acchiapparlo e tappargli con le braccia il muso.
<< Zitto! Vuoi farci scoprire!? Maledizione! >>
<< Ssst! >>
Adora era a dir poco terrificata. Adesso comprendeva l’enorme tormento dell’amica felide: quell’essere emanava la stessa pericolosità e oscurità di Hordak e Vader.!
<< Questa è un’occasione speciale, mio signore >> rispose il Capo Lupo, scuotendo la pelliccia << A quanto pare, un intero villaggio di abitanti è colpevole. Saranno in cento, ad essere generosi. Bambini compresi, per complicità. >>
A Tigre sfuggì un ringhio basso e il suo corpo iniziò a tremare convulsamente, mentre una scarica dorata la attraversava da capo a coda. Adora pregò il cielo che Shen non avesse il potere di percepire l’energia altrui, proprio come lei.
Nel mentre, gli occhi scarlatti del pavone tornarono sui villeggianti.
<< Ma davvero? >> disse, con tono apparentemente sorpreso << Un intero villaggio di sobillatori? Che triste, triste notizia... dico davvero! Mi si spezza al cuore al solo pensiero. >>
Scosse la testa e fece alcuni passi avanti.
<< Ricordo quando mio padre mi portò per la prima volta a visitare le risaie di Gongmen. Ero rimasto abbagliato dalla dedizione di coloro che si occupavano di queste terre! Passavano intere giornate sotto il sole cocente a raccogliere piccoli chicchi dall’acqua, senza mai lamentarsi. Invece, adoravano cantare. >>
Rivolse ad una piccola antilope un sorriso quasi benigno.
<< Tu hai mai sentito i coltivatori di riso cantare, bambino? >> gli chiese gentilmente.
Il cucciolo era assolutamente terrorizzato. Dopo alcuni istanti, riuscì in qualche modo ad articolare una risposta.
<< S... s-sì... >>
Borbottò qualcosa sottovoce che suonava come un “però” lasciato in sospeso, ma il pavone lo sentì lo stesso.
<< Però cosa? >>
Il piccolo deglutì, con espressione colpevole in volto. << Però non li sento più... da q-quando... ci s-siete... v-voi. >>
Il pavone annuì in conferma. << Ah, ma pensa un po’... è proprio così! >> esclamò, gli occhi ora illuminati da un inquietante luccichio << Il che mi fa chiedere... perché mai? >>
Tornò a guardare il gruppo di villeggianti.
<< Non mi sono forse dimostrato un sovrano giusto e benigno? Non ho forse condotto la Cina verso una nuova era tecnologica? Ora siamo la nazione più potente del mondo! Gli altri regni tremano al solo pensiero di combatterci... e quelli che vogliono essere nostri alleati si spintonano a vicenda come infanti per guadagnare il nostro favore. La Cina non è mai stata più prospera! >>
L’espressione sul volto dell’uccello si fece improvvisamente affilata.
<< Quindi... perché i miei sudditi continuano a tradirmi? Perché affidano i loro cuori a coloro che li hanno delusi e abbandonati? A quei disgustosi guerrieri kung fu? >>
Quando nessuno dei villeggianti osò aprire bocca, aggiunse: << Non è una domanda retorica. Rispondete! >>
Tigre non ce la faceva più. Ogni muscolo del suo corpo fremeva, l’adrenalina le pompava il sangue al cervello. Ma intervenire non sarebbe stato saggio, sarebbe stato stupido, sarebbe…
<< Nessuno ha voglia di parlare? >> La voce di Shen, interruppe il suo flusso di pensieri, trafiggendole le orecchie << Molto bene... >>
All’improvviso, la zampa piumata del pavone scatto in avanti e afferrò un maiale per il collo, sollevandolo da terra. E prima che il contadino potesse anche solo urlare, una lama d’argento cominciò a premergli contro la gola.
<< Forse questo vi scioglierà la lingua >> sibilò il tiranno, mentre i villeggianti cominciavano a piagnucolare e implorare pietà.
<< Tigre, NO! >>
La voce di Adora le giunse lontana come un eco. Le sue zampe avevano compiuto il balzo prima ancora di registrare il movimento direttamente nel cervello.
Strinse i pugni anteriori e li caricò di energia, per poi convergerla nel terreno non appena atterrò con perizia ferina. Un piccolo squarcio si allargò sotto Shen e lo fece barcollare, quel tanto che bastava per fargli perdere la presa sul povero malcapitato suino, che procedette a tornare in mezzo alla folla.
<< Davvero!? Ti stai ancora domandando perché ti odiano!? >> sibilò Tigre, scattando rapidamente in piedi per ritrovare l’equilibrio, perso a causa del contraccolpo.
Il tempo parve fermarsi. Come a rallentatore, gli occhi di ogni singolo animale presente nella radura si spalancarono come piatti, in riconoscimento all’identità di colei che aveva appena messo zampa nel villaggio.
Shen compì un istintivo passo indietro, quasi fosse stato schiaffeggiato da una forza invisibile. Le sue pupille vermiglie erano dilatate, il becco era leggermente spalancato ed era come se il respiro gli si fosse fermato in gola.
<< Non è possibile >> sussurrò << Sei davvero tu? >>
<< È proprio lei! >> gracchiò il maiale che un attimo prima aveva avuto tra le zampe << Tigre dei Cinque Ciclo-... ugh! >>
La lama del pavone affondò nella sua gola prima che potesse terminare la frase. A nulla valse il muro animale che lo proteggeva, la mira del maligno era pressoché infallibile e non risparmiava nessuno: i paesani guadagnarono qualche ferita per aver osato proteggere il loro compagno.
Lo sguardo giallo di Tigre era contenuto, ma non poté evitare di sbattere forte le palpebre di fronte a quell’azione. Dentro di sé, aveva urlato: non aveva salvato quel povero contadino come sperava, e per di più sapeva di aver appena fatto un errore madornale.
Ma oramai non poteva più tornare indietro… e in cuor suo sapeva che, a prescindere, non avrebbe mai potuto lasciare che quegli innocenti venissero massacrati.
Si concentrò sulla rabbia e sul disprezzo che provava per il mostro responsabile.
<< Odi il mio nome al punto che non puoi permettere a nessuno di pronunciarlo? Oppure hai semplicemente sperato che fossi solo un ricordo? >>
Sperava di prendere tempo e pensare ad un piano, continuando a parlare con tale fierezza. Dovette fare del suo meglio per non riesumare il ricordo di Po che faceva la stessa cosa, con la sua personalità allegra, giocosa e, a tratti, un po’ tocca. Lei non era espansiva come lui, ma non le era sconosciuta l’arte del temporeggiare, proprio perché l’aveva imparata dal suo migliore amico.
Il becco del pavone si piegò in un sorriso al limite tra il cortese e l’estasiato.
<< Ah, Tigre... mia cara Tigre... >>
Fece un passo verso di lei, mentre roteava il coltello macchiato di sangue tra le piume.
<< Perché mai dovrei provare gioia al pensiero della tua scomparsa? Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme... >> Scosse la testa. << No, no, no... tu meritavi molto di più. Un’esecuzione plateale, degna del tuo rango! O forse qualcosa di più personale? Non preoccuparti, avremo modo di discuterne più a fondo una volta che sarai in ginocchio. >>
<< Lascia andare questa gente >> replicò lei, a denti stretti << e allontana le tue guardie. È una cosa tra me e te. >>
Shen la fissò con apparentemente sorpresa.
<< Oh... vuoi che allontani le mie guardie? Potevi dirlo subito! >>
Puntò un’ala verso di lei.
<< Prendetela >> ordinò freddamente. Una frazione di secondo dopo, il gruppo di lupi partì alla carica.

Track 15: https://www.youtube.com/watch?v=v8TDS5zFAg8


Tigre strizzò gli occhi e caricò i pugni di energia, portando i gomiti prima all’indietro e poi direttamente in avanti non appena la manciata di lupi le fu addosso: un’onda invisibile scaturì dalle nocche e li colpì in pieno, sbalzandoli. Alcuni, fra cui il Capo Lupo, riuscirono a resistere impuntando i piedi e semplicemente barcollando, sballottati, altri furono spazzati lontano.
I rimanenti – almeno in tre – procedettero di nuovo ad attaccarla. Colpì il primo dritto alle zampe, sbilanciandolo, il secondo fu sul punto di abbatterlo con un colpo, per poi accorgersi che le stava facendo una finta: alle sue spalle, il Capo Lupo caricò un colpo con la lama… ma ecco che la felide scartò di lato con una capriola, intercettando l’ennesimo assalto.
Stavolta si sbarazzò facilmente del secondo lupo, mentre il Capo la costrinse in una difesa serrata e rapida, intrisa di lampi d’oro scaturiti dalle proprie zampe.
C’era qualcosa di particolare nei suoi movimenti e nella sua spada. Forse Shen l’aveva potenziato con un po’ del suo arcano potere, quel tanto che bastava per fare capire alla gente comune che scherzare con le sue guardie non conveniva.
Allora la felina cambiò tattica; invece di attaccarlo frontalmente, caricò il pugno di energia e colpì nuovamente il terreno. E questa volta, i suoi occhi si illuminarono d’oro, così come la crepa nel terreno.
Lo squarcio creatosi fu tale da farci cadere dentro l’avversario, mettendolo momentaneamente fuori gioco.
Da lontano, Shen osservò lo svolgersi del massacro con uno sguardo impassibile, per poi sospirare stancamente.
<< Sai una cosa? In prospettiva, me lo sarei dovuto aspettare >> disse con un roteare degli occhi << Povero me… mi tocca sempre fare tutto da solo. >>
Dalla manica della veste scivolò una corta asta metallica. E nell’istante in cui le piume del volatile si strinsero attorno ad essa, ecco che il bastone risuonò di un acuto schiocco meccanico, diventando una lancia argentata in piena regola.

Track 16: https://www.youtube.com/watch?v=0wfiKETWQfQ&t=26s
 
Tigre si mise in posizione, mentre Shen arricciava il becco in un sorriso predatorio. Al contempo, una patina di fuoco cominciò a ricoprire l’arma dalla punta della lama fino all’estremità opposta del manico, illuminandola di un intenso bagliore rossastro.
Gli occhi di Tigre si strinsero minacciosamente.  Anni orsono, era rimasta scioccata e timorosa dei misteriosi poteri ottenuti dal sovrano di Gongmean… ma ora? Ora conosceva la loro origine.
Quell’arcano potere non era altro che una promulgazione dello stesso artefatto che stavano cercando: il Graal. E ora che ne comprendeva la natura… aveva una possibilità di contrastarlo! E per il momento, questo le bastava.
<< Capiti al momento giusto, mia cara Tigre >> disse il pavone, con tono mellifluo << Era da parecchio tempo che desideravo mettermi alla prova con un avversario degno del mio tempo. Gli altri maestri kung fu sono diventati troppo facili da uccidere! Ormai non c’è più alcun gusto nel combatterli. >>
<< Tu, ignobile, spregevole, assassino codardo >> sibilò la felina, implacabile << Sarai costretto in ginocchio ad implorare il perdono ad ognuno di loro, e agli innocenti che hai massacrato con il tuo sporco potere. >>
Shen ridacchiò, quasi fosse deliziato dalle parole della felide.
<< Potrebbe volerci un po’, Maestra Tigre. Ho ucciso e massacrato molti dei tuoi cosiddetti “innocenti”... così tanti da dimenticare i loro nomi. >>
Si portò un’ala al becco e cominciò a strofinarselo, gli occhi illuminati da un bizzarro luccichio.
<< Oh, ma uno me lo ricordo bene. Com’è che si chiamava? Ping? No, qualcosa di più patetico... Pen... no, c’è l’ho sulla punta della lingua... oh, sì! >>
Le sue pupille rosso sangue parvero prendere fuoco.
<< Po... il vostro amato Guerriero Dragone! Personalmente, ho sempre trovato un simile titolo assolutamente ridicolo... >>
Un tremendo ruggito scosse l’aria.
Adora - mentre Eda era impegnata a trattenere Stitch - era scesa lungo la piana con l’intenzione di aiutare la compagna. Aveva seguito solo a stento la conversazione tra i due avversari… ma proprio mentre si era portata a distanza di supporto, fu costretta a tapparsi le orecchie e a cercare di restare in equilibrio. Eppure, nemmeno così riuscì ad evitare la sensazione di angoscia e ansia che quell’eco bestiale le aveva provocato.
Quando terminò, un lampo d’oro le balenò davanti agli occhi, così passò a coprirsi pure quelli. Cercò di guardare attraverso le dita, ma riuscì solo a distinguere le strisce nere e arancioni della sua amica - avvolte in quel turbinio luminoso - che si scagliavano contro la macchia bianca e rossa che era Shen.
Da parte sua, il pavone era ora circondato da una tempesta di fiamme. Fuoco e luce si scontrarono in un turbinio di scintille, carbonizzando il terreno circostante e facendo crollare alcune della capanne vicine.
Sorrise estatico, mentre la sua lancia si scontrava ripetutamente contro il pugno dell’avversaria, senza incrinarsi di un millimetro come normalmente avrebbe dovuto fare.
<< Lo senti questo calore, Tigre? >> sussurrò perfidamente << Sappi che è solo una minuscola porzione di ciò che ha sentito il tuo caro Po... prima che lo riducessi ad uno scheletro fumante. Vuoi sapere quale destino ho riservato alle sue ossa? >>
Lei ruggì più forte, furibonda, e aumentò il flusso degli attacchi. Ma presto si rese conto che qualcosa non andava: i suoi movimenti erano quasi meccanici, istintivi, come se non potesse fermarsi.
Maledizione, doveva fare più di così!  Se voleva batterlo, non poteva risparmiarsi.
Voleva la guerra? Voleva torturarla con quanto aveva fatto a Po? Bene, gliel’avrebbe fatta vedere!
Allora perché il chi non le rispondeva, dannazione!? I suoi attacchi non potevano essere così limitati, gli insegnamenti dei panda non potevano risultare vani!
Quando quel pensiero la raggiunse, si rese anche conto in quale terribile trappola si fosse  messa da sola. Tutto cominciò ad avere un senso.
Non si poteva usare il chi con tanta veemenza! Era un potere di disciplina ed equilibrio, funzionava bilanciando le emozioni, senza mai reprimerle, ma senza nemmeno farsi trascinare da esse. Per tutti gli dèi, che cosa stava facendo? Combattere alla cieca non era il suo stile! Ma… era così arrabbiata…
Quasi avesse scorto i suoi pensieri, Shen sorrise famelico e si scanso di lato con un rapido movimento della coda a ventaglio.
Per un attimo, la visione della felina fu invasa dal vortice di fiamme che lo circondava. Cadde in avanti per lo slancio... e fu allora che il pavone la colpì violentemente con il manico della lancia, inchiodandola a terra.
L’impatto fu talmente forte da provocare un piccolo cratere nella piazza del villaggio, a cui seguì una colonna di fuoco scarlatto. Tigre cercò di ignorare il dolore bruciante, ma con il passare del tempo scoprì che stava diventando troppo forte da sopportare.
Poi... tutto cessò, e allora sentì una zampa metallica che l’afferrava per il collo. Dopo essere stata girata sulla schiena, si ritrovò ancora una volta a fissare le pupille scarlatte del suo avversario.
<< Cosa pensavi che sarebbe successo? >> le sussurrò questi, con tono quasi gentile << Che avresti combattuto coraggiosamente l’assassino dei tuoi compagni e vendicato il loro nome? Vivi ancora nel mondo delle leggende, mia cara... ma questa è la vita reale. Non c’è posto per coraggio e compassione! L’unica cosa che conta davvero... >> Alzò un’ala e la strinse a pugno, illuminandola di fuoco << ...è il potere. E in un tempo lontano, tu eri certamente una guerriera potente! Ma ora? Vedo solo una tigre caduta in disgrazia... arrabbiata e sola. >>
<< Lei non è più da sola! >>
Era la voce di una ragazzina, ma qualcosa nel suo tono spinse il diabolico pavone a voltare lo sguardo, spinto a metà fra la curiosità e la stizza: c’era forse qualche stupida popolana fra i ribelli che voleva compiere l’insano gesto? In quel caso, sarebbe stato più che felice di darle il ben servito.
Non ebbe il tempo di registrare la sua interlocutrice a fondo… ma quando la vide, scoprì che si trattava di una specie di scimmia dalla pelle nuda, il cui unico segno di pelliccia era limitato alla testa, mingherlina e dotata di spada.
La sollevò verso il cielo, declamando a gran voce: << Per l’onore di Grayskull! Io sono She-Ra! >>
A quel punto, si sprigionò un altro lampo di luce, assai diverso da quello di Tigre. Questo era bianco e accecante: per Shen fu come osservare il sole stesso. Poi, tutto cessò… She-Ra apparve al centro della piazzola.
Ella non perse tempo e si scagliò contro il pavone, liberando con un fendente la felina dalla sua morsa, e poi si girò a fronteggiarlo. Angelica, lucente, imponente: ogni volta che si trasformava, Adora era sempre apparsa a Tigre come una dea della guerra. Ma avrebbe saputo contrastare Shen? C’era solo un modo per scoprirlo.
<< Se cerchi il potere, mostro… >> dichiarò la Principessa del Potere, sollevando la spada ritta << ne ho da vendere. >>
Il pavone osservò la nuova arrivata con un’espressione a metà tra lo scioccato e il curioso.
<< E tu... quale razza di creatura potresti mai essere? >> borbottò meravigliato << Un Gibbone senza peli? O forse una specie di demone? >>
<< Tu cosa credi che io sia, pavone? >> replicò la guerriera, con un sorrisetto di bonaria autoironia << Mi chiamano la Principessa del Potere. Quanto al demone… non hai che da guardarti allo specchio! >>
Nel mentre, Tigre si risollevò lentamente sulle ginocchia. Era spossata, ma più di ogni cosa si sentiva mortificata per aver perso il controllo in quel modo. E adesso era anche preoccupata, perché una dei suoi amici era intervenuta per salvarla, qualcosa che aveva cercato di evitare dall’inizio della battaglia. Ma forse, con Adora al suo fianco… aveva la possibilità di vincere!
Entrambe si lanciarono contro il pavone, mentre questi evocava un’enorme cupola di fiamme. I rispettivi attacchi si scontrarono violentemente contro la protezione, generando un forte GONG! e sprigionando un’altra nube di scintille tutt’attorno.
Silenziosamente, Eda e Stitch approfittarono dello stallo per portarsi dietro al gruppo di prigionieri.
<< Non so voi, ma penso che dovreste andarvene il più in fretta possibile >> sussurrò la strega all’orecchio di una capra.
Questa si voltò sorpresa. << Sì, credo sia una buona ide-…!>>
Si bloccò di colpo alla vista della strana coppia di creature che avevano appena preso posto dietro di lei.
La sua reazione fu presto imitata anche dagli altri villeggianti. Non avevano mai visto niente di simile!
Eda inarcò un sopracciglio. << Volete fissarci imbambolati tutta la notte o cercherete di salvarvi la pelle? >>
Come risvegliatisi da un sogno ad occhi aperti, gli animali antropomorfi sussultarono e annuirono all’unisono, per poi cominciare a seguire i loro bizzarri salvatori.
Nel frattempo, l’assalto di She-Ra e Tigre era finalmente riuscito a sfondare la barriera del loro avversario. Questi si spostò di lato per evitare il pugno della felide, poi evocò una spada di fuoco tra le ali e incalzò quella dell’umana.
<< Cos’è una principessa… al cospetto di un’Imperatore? >> sussurrò, mentre aumentava l’intensità delle fiamme.
Gli occhi di Adora si spalancarono sorpresi, sentendo la pelle ustionarsi malgrado fosse ricoperta di energia magica. Quel fuoco doveva essere più caldo della lava!
Cominciò a retrocedere, e allora Tigre tentò un assalto alle spalle. Senza nemmeno girare la testa, Shen liberò un’ala e la usò per evocare uno scudo a ventaglio, intercettando il colpo.
Per il prossimo minuto, i tre combattenti presero a tempestarsi di attacchi come se ormai non potessero più fare altro. Il villaggio si stava pian piano trasformando in una vera e propria zona di guerra… e presto delle sue abitazioni non sarebbe rimasto altro che cenere.
All’improvviso, Shen trasformò lo scudo in una frusta e la usò per afferrare Tigre all’altezza dello sterno. La felide sibilò dolorante al contatto con il fuoco… ma prima che potesse anche solo provare a liberarsi, ecco che il pavone la tirò con forza, scaraventandola contro la capanna più vicina. Poi si voltò di scatto, intercettando l’ennesimo colpo ad opera di She-Ra.
<< Sei certamente potente, giovanotta >> si complimentò, le labbra arricciate in un sorriso predatorio << e lo sono anche io. Ma sai qual è la differenza tra noi? >>
Adora strinse gli occhi… e sentì qualcosa pungerla all’altezza del collo.
<< Io baro >> sussurrò Shen, facendo qualche passo indietro.
Lentamente, la guerriera abbassò lo sguardo… e scorse una specie di dardo piumato conficcato nella sua pelle.
Se le circostanze fossero state diverse, una simile arma non sarebbe mai stata in grado di scalfirla. Sfortunatamente, la battaglia contro Darth Vader aveva prosciugato gran parte della sua energia magica, rendendola molto più vulnerabile non solo agli oggetti appuntiti e contundenti… ma anche ai veleni o alle sostanze nocive.
Cominciò a sentirsi sempre più stanca. Aveva difficoltà a tenere gli occhi aperti e il mondo attorno a era diventato un tripudio di colori e immagini bizzarre.
Vi fu un lampo di luce e il suo corpo tornò quello di una semplice adolescente. Quando crollò a terra, ebbe giusto il tempo di girare la testa quel tanto che bastava per scorgere il lupo mono-occhio al servizio di Shen, con le zampe che stringevano una specie di cerbottana.
Il pavone sorrise soddisfatto.
Sentì uno scricchiolare alle sue spalle e si voltò per intercettare l’ennesimo pugno di Tigre. Anche senza l’uso del chi, quegli arti pelosi sarebbero stati più che sufficienti per spezzare la spina dorsale dei guerrieri più forti… eppure Shen lo aveva fermato come se niente fosse!
Gli occhi della felide incontrarono quelli dell’avversario, fissandolo con odio. Ma prima che potesse allontanarsi, ecco che un totale di tre dardi le si conficcarono nel corpo, facendola crollare a terra.
Shen la toccò con gli artigli delle zampe, per assicurarsi che fosse davvero svenuta.
<< Dormi bene, gattina >> sogghignò << Non vedo l’ora di conoscere gli eventi che ti hanno portato fino a me. >>
Si rivolse ai lupi ancora coscienti.
<< Legatele per bene! Torniamo a palazzo! >>
Subito, gli animali ulularono all’unisono e cominciarono a legare i corpi delle due Time Warriors.
Poco lontano, nascosti tra le canne di bambù che circondavano il villaggio, Eda e Stitch poterono solo osservare lo svolgersi della scena con sguardi impotenti e preoccupati.
<< Ok… questo non va affatto bene. >>



No, per nulla.
La situazione per i nostri eroi si fa sempre più difficile, mentre i cattivi cominciano a riorganizzarsi.
E che fine hanno fatto Cold, Elsa, Merida e Jim? Nel prossimo capitolo torneremo anche da loro!
Come vi è sembrata la nostra resa di Shen? Si tratta di un personaggio a cui siamo molto legati, quindi ci teniamo particolarmente. 
  
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