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Autore: Abby_da_Edoras    03/12/2022    3 recensioni
Eccomi qua con la nuova long fic ispirata alla serie TV "Vikings"! In realtà ormai la serie TV si è conclusa e io ho già dato la mia versione della storia (l'unica e la sola secondo me! XD), ma non potevo proprio separarmi dai miei personaggi, Ivar, Aethelred, Hvitserk, Bjorn e tutti gli altri, e così ho deciso di scrivere una nuova storia che non so neanche dove mi porterà, ispirandomi a varie storie (Vikings: Valhalla prima di tutto, ma anche altre serie TV e film). La storia inizia proprio dove si concludeva Mission impossible: i Norreni sono tornati a Kattegat dopo aver ottenuto da Re Alfred nuove terre e ora ci saranno decisioni da prendere, scelte da fare e ovviamente nuovi avversari da affrontare... oltre a qualche personaggio nuovo!
Ringrazio chi mi ha seguita fin qui e spero che la nuova storia potrà piacere a chi ha letto le altre.
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a registi, autori e produttori delle serie TV "Vikings" e "Vikings: Valhalla".
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Bjorn Ironside, Hvitserk, Ivar
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'amore non ha fine '
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Cap. 13: Angels in disguise

 

After the storm there is calm, but flame inside still burns
A touch of sin left me undone, but still willing for more
Right after dawn we will witness the fall
Of purity and hope, with broken wings we'll mourn
From now on, on this flight I will be
Like the blazing moonlight I will shine
Open your eyes, feeding you lies
They came like angels in disguise
Holding you just to let you go throughout the flight
Frightening sight, we've been too blind
To see the dark behind their eyes
As despite their silky wings they can still bite
Angels in disguise!

(“Angels in disguise” – Frozen Crown)

 

I primi a ripartire da Kattegat furono Leif e Freydis, che non vedevano l’ora di far ritorno in Danimarca e rivendicare il Regno che Egil aveva strappato loro con violenza e crudeltà, ma anche Asvard era ansioso di ritornare a casa sua: ora che aveva accanto Thorir, la vista della sua dimora non gli avrebbe più ricordato il terribile massacro della sua famiglia, bensì il futuro felice che avrebbe avuto con il giovane Principe. Tuttavia Asvard e Thorir si erano fatti molti amici a Kattegat e, prima di ripartire, volevano trascorrere del tempo con loro e salutarli in modo adeguato ora che non c’erano più minacce all’orizzonte e si poteva bere e festeggiare insieme.

Trascorsero dunque alcuni giorni e un mattino Thorir volle andare a salutare anche Tiago, del quale era diventato molto amico. Asvard, ovviamente, lo accompagnò. Tiago e Floki non avevano potuto partecipare ai banchetti e ai festeggiamenti organizzati da Bjorn e Gunnhild dopo la vittoria contro Re Egil perché non potevano lasciare la loro casa e in maniera particolare Harald. Il Principe Norreno aveva riportato ferite molto gravi e, soprattutto, aveva perso davvero tanto sangue ed era allo stremo delle forze. Tiago e Floki avevano curato e medicato le sue ferite, ma l’uomo non riprendeva i sensi e quindi non poteva bere il decotto che Tiago aveva preparato per aiutarlo a riprendere le forze. Il giovane spagnolo, dunque, aveva dovuto fare ricorso all’energia della terra, degli elementi e delle piante per salvare Harald; il suo non era stato un vero e proprio incantesimo come quello con il quale aveva ridonato la vista a Erik, ma aveva dovuto trascorrere la notte in profonda concentrazione, quasi in trance, tenendo strette le mani di Harald tra le sue e diventando un canale attraverso il quale l’energia naturale giungeva al Principe.

Gli sforzi e le fatiche di Tiago, tuttavia, erano servite poiché il mattino successivo a quella prima notte Harald era sembrato più in forze, aveva ripreso i sensi e detto qualche parola, anche se Floki e Tiago gli raccomandavano di non stancarsi. Era stato in grado di bere i decotti curativi preparati da Tiago e, durante la giornata, anche di mangiare qualcosa di leggero e, a poco a poco, i due guaritori avevano capito che Harald non era più in pericolo di vita. Nei giorni successivi, quindi, Harald aveva continuato a migliorare, lentamente ma costantemente, e a rendersi sempre più conto di dove si trovava e di come era stato fortunato a non restare ucciso. Ovviamente, però, non poteva ancora lasciare il letto e Floki o Tiago dovevano essere sempre in casa per occuparsi di lui in caso di bisogno.

Quando Thorir, accompagnato da Asvard, si recò alla casetta dei guaritori per salutare l’amico Tiago, lo trovò molto provato e stanco per essersi preso cura di tanti feriti e, soprattutto, di Harald.

“Tiago, volevo salutarti prima di partire per la Danimarca con Asvard ma… ti vedo così pallido e sfinito. Sei sicuro di stare bene? Non voglio partire se non so per certo che stai bene” disse il giovane Principe Danese.

Tiago lo abbracciò affettuosamente e gli rivolse un sorriso.

“Non preoccuparti per me, sono solo stanco per aver svolto la mia missione” rispose. “Dopo una guerra, i guaritori devono essere pronti a tutto e per fortuna non ci sono state ferite troppo gravi tra i Norreni e la gente di Kattegat. Però quel Principe Norreno, Harald, ci è stato portato qui in fin di vita e io e Floki abbiamo dovuto davvero faticare molto per salvarlo, abbiamo anche fatto i turni accanto al suo letto perché non potevamo rischiare di lasciarlo solo. Comunque ora lui sta migliorando e, quindi, anche io e Floki possiamo iniziare a prenderci un po’ di riposo. Per fortuna siamo in due e ci aiutiamo!”

Thorir continuava ad essere un po’ preoccupato per il suo amico, ma il fatto che ci fosse Floki al suo fianco, che lo amava davvero come un padre, lo tranquillizzò.

“Principe Thorir, tu devi ritornare alla tua terra e vivere la tua vita in pace” insisté Tiago, stringendo le mani dell’amico. “Solo che… sei certo di non voler rivendicare il tuo Regno? Ti spetterebbe di diritto, tuo padre non aveva altri eredi e… insomma, sei sicuro di voler seguire Asvard?”

Fu la volta di Thorir di sorridere: se lui era preoccupato che Tiago si potesse stancare troppo nel suo lavoro di curandero, Tiago continuava a non fidarsi di Asvard e a temere che potesse fargli del male!

“Asvard non è l’uomo che credi, lui mi vuole davvero molto bene e anch’io… io mi sento finalmente accolto e accettato da qualcuno, mi sento protetto e sicuro con lui, come non mi era mai accaduto prima. Non vorrei mai dover regnare da solo e preferisco rinunciare al potere che alla possibilità di essere felice con Asvard” spiegò il ragazzo, arrossendo. “Lo so che tu non ti fidi di lui perché ti ricorda Erik, ma Asvard non è Erik, devi stare tranquillo ed essere felice per me perché io lo sono tanto!”

Tiago continuava a non fidarsi poi molto, ma il viso illuminato di gioia di Thorir e, soprattutto, lo sguardo tenero e affettuoso con il quale Asvard lo guardava gli fecero capire che, almeno in quel caso, la sua esperienza negativa lo portava ad avere dei pregiudizi ingiusti contro l’uomo.

“Allora ti auguro tanta felicità e tutto quello che desideri” disse lo spagnolo, abbracciando di nuovo l’amico, “e spero che potremo rivederci, un giorno.”

“Ci rivedremo senza alcun dubbio” intervenne allora Asvard con un sorriso. “Tu e Thorir siete diventati molto amici, ma anch’io ho delle persone care qui a Kattegat e entrambi saremo lieti di farvi visita molto spesso dopo che avrò riorganizzato il mio Regno e ricostruito le case e i palazzi distrutti.”

Così anche Asvard e Thorir si accinsero a lasciare Kattegat. Quello che Tiago non aveva notato, però, era che il suo colloquio con il Principe Danese era avvenuto all’interno della casa e, siccome l’ambiente non era certo grande, Harald aveva potuto ascoltare tutto.

Non fraintendete, Harald non era uno spione qualsiasi! C’era un motivo ben preciso se si era interessato così tanto alle parole dei due ragazzi e, in modo particolare, agli accenni che Thorir aveva fatto su un certo Erik.

Harald era stato molto vicino a morire e senza le cure speciali di Tiago probabilmente non ce l’avrebbe fatta. Quando aveva ripreso i sensi dopo quella notte di oscurità e dolore la prima persona che aveva visto al suo capezzale era stato quel ragazzino dai grandi e tristi occhi scuri e dal viso dolce e gentile che si occupava di lui. Anche nei giorni seguenti aveva seguito con lo sguardo ogni movimento di Tiago e si era reso conto che si sentiva sempre meglio quando lo aveva vicino. Si stupiva che un ragazzo così giovane fosse tanto abile nel guarire e, soprattutto, che si dedicasse con tanta generosità ad aiutare gli altri e così, pian piano, la delicata sensibilità dello spagnolo lo aveva conquistato così come il suo viso grazioso e malinconico. Harald non riusciva a pensare ad altri che a Tiago e, quasi quasi, avrebbe desiderato non guarire tanto rapidamente perché non voleva perdere l’occasione di averlo accanto. Tiago, però, non si era accorto di niente e continuava a trattare il Principe Norreno esattamente come avrebbe fatto con qualsiasi altro ferito che avesse avuto bisogno del suo aiuto. Quel giorno, tuttavia, gli accenni a quel tale Erik e a qualcosa di doloroso nel passato di Tiago spinsero Harald a farsi avanti e a cercare di parlare con il ragazzo in modo più personale.

Tiago era andato al suo capezzale per portargli il decotto curativo da prendere prima di mangiare e nella sua mente era a mille miglia di distanza da quello che Harald stava per dirgli!

“Devi bere questo, Principe Harald” gli disse con la solita distaccata cortesia, “poi Floki verrà a portarti il pranzo. Ormai sei in grado di sederti sul letto e di mangiare da solo, non è così? Tuttavia se hai bisogno di aiuto…”

“No, non ho bisogno di aiuto per mangiare, però vorrei parlarti, Tiago. Sei stato sempre così gentile e generoso in questi giorni, ti sei occupato di me rinunciando anche al riposo e adesso vedo quanto sei sfinito” gli disse con un tono tenero che mise subito in allarme il giovane spagnolo. “Sei un ragazzo speciale, non molti sceglierebbero di fare questa vita.”

L’approccio fin troppo diretto di Harald non piacque affatto al ragazzo che, come già era successo con Asvard, vedeva in ogni uomo anche lontanamente somigliante a Erik un pericolo dal quale stare il più possibile alla larga! Harald, in realtà, era molto diverso da Erik, aveva poco più di trent’anni e, pur essendo un Principe per nascita, era sempre stato cordiale, scherzoso e amichevole con tutti, accettava nel suo esercito guerrieri e shieldmaiden di ogni provenienza e cercava di fare in modo che ognuno fosse trattato bene e andasse d’accordo con gli altri. Aveva tanti amici, tutti coloro che lo conoscevano imparavano ad apprezzarlo e a volergli bene e anche a Kattegat si era fatto subito benvolere da Bjorn e da tutti gli altri. Anche ciò che aveva tentato di fare con il Rogaland, sperando di essere eletto Re al posto di suo fratello Olaf, era frutto non tanto di ambizione, quanto della consapevolezza che lui sarebbe stato un sovrano più giusto e dalle idee più aperte del fratello. Naturalmente non era perfetto, il potere e la ricchezza non gli dispiacevano certo, amava l’azione e l’avventura come tutti i Vichinghi, ma le sue motivazioni andavano al di là del semplice desiderio di una corona e, comunque, lui non avrebbe mai voluto che a Olaf fosse fatto del male, intendeva chiedere a Bjorn di eleggerlo sovrano del Rogaland grazie alla sua autorità di Re dei Norreni, ma intendeva lasciare al fratello le sue ricchezze e i suoi privilegi.

Olaf, al contrario, aveva dimostrato di essere molto più definitivo nelle sue scelte e, saputo che Harald aveva dei piani a proposito del trono, aveva deciso di farlo uccidere senza se e senza ma, chiudendo la faccenda una volta per tutte!

Tutta questa storia a Tiago però non interessava affatto. Fino a quel momento lui aveva visto in Harald semplicemente un ferito da aiutare e guarire, ma non avrebbe accettato nessun altro avvicinamento da parte sua. Ogni uomo, ormai, gli ricordava Erik e, purtroppo per lui, Harald gli somigliava anche un po’ nel fisico alto e atletico e nei lineamenti, sebbene Harald avesse i capelli castano dorati e gli occhi nocciola… e l’espressione dei suoi occhi e del suo volto fosse sorridente, scanzonata e spesso tenera, diversamente da Erik che si mostrava sempre cupo, grintoso e burbero!

“Non ho niente di speciale, invece” rispose quindi Tiago, determinato a chiudere lì la questione. “Faccio il mio dovere con le persone che hanno bisogno di me esattamente come fa Floki, infatti anche lui adesso è esausto quanto me. Non abbiamo niente da dirci, Principe Harald, a meno che tu non abbia bisogno di cure mediche.”

Harald non si offese per la risposta brusca di Tiago. Gli dispiaceva che il ragazzo non volesse avvicinarsi a lui, ma aveva capito dalle parole di Thorir che aveva sofferto molto a causa di qualcuno e comprendeva le sue paure. Avrebbe voluto solo rassicurarlo, tranquillizzarlo e poi, piano piano…

“Ho sentito che il tuo amico, il Principe Thorir, accennava a un certo Erik che, in passato, ti avrebbe fatto del male” provò a dire Harald, ma Tiago lo interruppe subito, prese la tazza vuota del decotto e si allontanò dal letto dell’uomo.

“Questi non sono affari che ti riguardano, Principe Harald, e hai fatto molto male ad ascoltare una conversazione privata tra me e un mio amico” fece, reciso.

“Non volevo intromettermi e ti chiedo perdono, è solo che mi dispiace pensare che qualcuno possa aver fatto del male a un ragazzo dolce e gentile come te e…”

“Come ho detto, non è una questione che ti riguardi” tagliò corto Tiago. “Tra poco verrà Floki a portarti da mangiare, noi due non abbiamo altro da dirci.”

E, con queste parole severe, il giovane spagnolo uscì dalla stanza e per il resto della giornata cercò di non farsi più vedere, lasciando che fosse Floki a occuparsi di Harald.

Insomma, che accidenti voleva quello? Perché si intrometteva in cose che non lo riguardavano affatto? E, soprattutto, che intenzioni aveva? Certo, Tiago sapeva che Harald era stato sempre amichevole con Bjorn, Ivar e tutti gli altri e che si era fatto benvolere da tutta Kattegat… ma anche Erik sapeva fingere molto bene, infatti Bjorn e Gunnhild si erano sempre fidati di lui. Anzi, anche lo stesso Tiago si era innamorato di Erik credendolo buono e premuroso, perché lo aveva visto occuparsi di Gunnhild dopo che aveva perso il bambino e di Bjorn quando era stato ferito da Ivar. Poi il suo vero volto era venuto allo scoperto quando era troppo tardi… e sicuramente anche Harald sarebbe stato così.

Per fortuna ormai il Principe Norreno stava migliorando sempre più e ben presto avrebbe potuto lasciare la casa dei guaritori, magari sarebbe stato ospite nella dimora regale di Re Bjorn per riprendersi del tutto e, finalmente, sarebbe tornato nel suo Regno. Tiago doveva solo badare a stargli il più lontano possibile in quel periodo!

Ma questo non era affatto ciò che desiderava Harald che, al contrario, desiderava conoscere meglio quel ragazzino spagnolo e potergli ridare la fiducia nella vita e nell’amore.

L’inizio non era stato dei migliori, tuttavia Harald era ottimista e paziente ed era sicuro che, pian piano, sarebbe riuscito ad avvicinarsi a Tiago. Intanto, però, l’idea che qualcuno gli avesse fatto del male lo tormentava e così, quando Floki arrivò per portargli da mangiare, lo trattenne.

“Floki, posso farti qualche domanda che riguarda Tiago?” gli chiese.

Il Vichingo lanciò un lungo sguardo d’intesa a Harald e sorrise nel suo solito modo elusivo che voleva dire tutto e niente…

Fine capitolo tredicesimo

 

 

 

   
 
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