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Autore: Kagome    04/12/2022    2 recensioni
Quando Tikki costringe Marinette a rivelare al marito il segreto che la tormenta da due anni, Adrien non lascia niente al caso per trovare una soluzione. Dopo diversi tentativi e alcuni errori, forse un miracolo Natalizio potrà dare ad Adrien e Marinette la famiglia che bramano così tanto. Sequel della storia "L'Unica Famiglia di cui ho Bisogno", ma può essere letta separatamente.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Un Doppio Miracolo

Scritto da: JuliaFC

Beta: Genxha

Disclaimer: questa storia è basata su personaggi e situazioni creati e di proprietà di (c) Thomas Astruc, TS1 Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation. Non si fanno soldi e non si intende violare il copyright o il marchio.

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Sequel della storia “L'unica famiglia di cui ho bisogno” Dal calendario dell'avvento 2021 Può essere letto standalone (ho inserito la premessa in questa storia), ma ha molto più impatto se letto dopo questa prima parte.

Scritta per il calendario dell’avvento 2022 del gruppo h/c Italia. Prompt n19: Secondo Battito

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«Ipercoagulazione?»

Adrien e Marinette guardarono con occhi sbarrati la ginecologa bionda seduta dall'altra parte della scrivania. La donna sospirò, li guardò da dietro le lenti degli occhiali e iniziò a cercare tra i fogli sulla scrivania.

Erano passati alcuni mesi da quella notte maledetta, quando Tikki aveva svegliato Adrien e lui aveva trovato la moglie seduta in una pozza di sangue, a piangere tutte le sue lacrime per aver avuto l’ennesimo aborto spontaneo.

Eh sì, perché all’insaputa di Adrien, Marinette aveva avuto un aborto dopo l’altro, soffrendo in silenzio per oltre due anni e non osando dirgli nulla. Perché aveva paura. Perché pensava che non l'avrebbe più amata se non avesse potuto dargli la famiglia che bramava. Perché si sentiva un fallimento.

La storia della loro vita.

Adrien aveva impiegato un sacco di tempo a convincere Marinette che lui l'avrebbe amata in ogni caso, che nel peggiore dei casi avrebbero potuto adottare. Sul serio, non gli importava davvero; lei era tutta la famiglia di cui aveva bisogno, tutto quello che desiderava. Ma se davvero Marinette voleva provare a rimanere incinta, dovevano prendere la cosa sul serio e andare da uno specialista, entrambi. Sì, si è messo in gioco anche lui, perché per ballare il tango bisogna essere in due; avrebbe potuto essere stata colpa sua. Quindi entrambi su erano sottoposti a ogni tipo di esame medico per cercare di scoprire la fonte dei ripetuti aborti spontanei di Marinette.

Negli ultimi mesi, avevano fatto test per escludere anomalie negli organi riproduttivi della ragazza, test per escludere problemi ormonali. Avevano anche fatto un test completo del cariotipo per escludere un'anomalia cromosomica. Il problema è che tutti i valori erano risultati negativi e perfetti, quindi i due avevano iniziato seriamente a pensare che fosse solo stata sfortuna.

Almeno fino ad oggi.

«Sì, Monsieur e Madame Agreste. Il risultato dell'ultima analisi è molto chiaro»

Prese uno dei fogli sulla scrivania e glielo passò, accedendo rapidamente il computer e facendo clic con il mouse.

Adrien e Marinette guardarono con aria assente una lunga lista di risultati con parole strane; i loro sguardi si spostarono confusi dalla pagina nelle loro mani al viso della donna di fronte a loro. Lei li osservò, il riflesso dello schermo del computer sulle lenti degli occhiali mostrava che il computer stava visualizzando la stessa pagina che loro avevano in mano.

«Di cosa di tratta, dottoressa Lepen?» chiese Marinette dopo essersi schiarita un po' la voce.

La ginecologa scosse la testa, facendo sfuggire da dietro le orecchie alcuni riccioli biondi ribelli, che finirono per coprirle la fronte e andarle negli occhi. Si spinse di nuovo i capelli dietro le orecchie e afferrò il mouse. «Se guarda i valori delle proteine ​​C e S, e in particolare quelli dell'antitrombina, e li confronta con l'intervallo di riferimento, può vederlo lei stessa. E’ carente in tutti e tre, il che ci mostra dov'è il problema»

I valori evidenziati dalla dottoressa Lepen erano scritti in rosso, il che era già un’indicazione che qualcosa non andasse, e Marinette notò che i valori erano molto al di sotto del range di riferimento.

«Che significa? Io...» Deglutì a vuoto. «Non sarò mai in grado di…» La voce della giovane donna si incrinò, ma sentì immediatamente la mano di Adrien sulla sua spalla. Il marito le diede una forte stretta, e lei gli coprì la mano con la sua, stringendola forte per farsi coraggio, il cuore che le batteva a mille.

La dottoressa sorrise, gli occhi azzurri dietro le lenti degli occhiali sembravano quasi indaco nella stanza buia. «Significa che abbiamo una soluzione»

«Davvero?» La presa di Marinette sulla mano di Adrien si fece più forte mentre gli occhi della ragazza si allargavano.

«Sì. Questi risultati ci dicono che c'è il rischio di trombofilia o, come ho detto prima, che vada in ipercoagulazione. Questo è probabilmente ciò che causato gli aborti precedenti»

Marinette si accigliò. «Ma non ho mai avuto questo problema prima d’ora»

«Se non le è successo in passato non significa che non possa succedere mai» La dottoressa strinse le mani sulla scrivania mentre guardava Marinette dritta negli occhi. «Non è raro per una donna soffrire di trombofilia durante la gravidanza, e avere aborti spontanei a ripetizione ne è uno sfortunato sintomo»

«Oh» Marinette si afflosciò e mise il broncio.

La dottoressa cercò di offrire un sorriso rassicurante. «Tuttavia, sapendo qual è il problema, possiamo fare qualcosa. La soluzione che mi sento di offrirle è di usare un anticoagulante. Iniezioni di Clexane dovrebbero essere sufficienti» Si aggiustò gli occhiali inutilmente. «Aiuterà a fluidificarle il sangue e a prevenire la formazione di coaguli»

Marinette entrò in allerta letteralmente in un istante. Raddrizzò la schiena, inchiodò i gomiti sulla scrivania di fronte a lei e aggrottò la fronte in un cipiglio deciso. «Cosa devo fare? Come lo prendo? Comincio subito?»

«Madame Agreste, capisco che non veda l'ora di iniziare il trattamento» La donna sorrise dolcemente a Marinette. «Ma non può iniziare ad utilizzare questo particolare farmaco finché non è incinta»

Marinette aggrottò ulteriormente le sopracciglia. «Ma...»

«Lo so» La dottoressa sospirò. «Ha già avuto aborti prima ancora di scoprire di essere incinta. È un rischio, ma non possiamo permetterle di prendere un anticoagulante senza motivo. È una medicina pericolosa, può prenderla solo quando serve, e cioè dopo aver concepito» Notò come Marinette stesse cercando di parlare di nuovo e continuò rapidamente: «Non significa che abortirà di nuovo. Guardi» disse tentando di sorridere, «terremo la situazione sotto controllo. Si misurerà la temperatura ogni mattina prima di alzarsi e me la invierà regolarmente. Quando ci avvicineremo all’ovulazione, inizierà a fare i test di ovulazione tutti i giorni, così possiamo valutare il momento migliore per avere rapporti»

Marinette sussultò e la dottoressa Lepen di sicuro notò la vampata di rossore che le infiammò il viso e strinse le labbra. «Madame Agreste, mi dispiace rovinare il lato romantico della situazione, ma se è seriamente intenzionata ad aver figli, non possiamo lasciare nulla al caso. La controllerò regolarmente con ecografie ed esami del sangue. Non appena confermeremo la gravidanza, inizierà il Clexane»

Adrien mise una mano a coppa su quella di Marinette e la strinse delicatamente. «Cosa dobbiamo fare per prendere questo Clexane, dottoressa Lepen?»

«Ci stavo arrivando» disse la donna. Prese una scatola da uno dei suoi cassetti e gliela mostrò. «È un'iniezione sottocutanea. Le mostrerò come farla, così potrà farlo da sola, Madame Agreste» Si accorse che Adrien stava cercando di parlare, quindi sorrise e continuò: «E se per lei va bene, anche Monsieur Agreste può imparare e aiutarla. L'importante è che venga iniettato ogni giorno più o meno alla stessa ora»

Adrien sorrise a quelle parole, un sorriso che raggiunse i suoi occhi e gli illuminò tutto il viso. Afferrò la mano di sua moglie e la mosse leggermente per incrociare il suo sguardo mentre le premeva dolcemente le labbra sulle nocche. Marinette arrossì.

«Ti aiuterò il più possibile, mon amour. Vedrai, ce la faremo»

§§§

Marinette inviò le informazioni che la dottoressa aveva richiesto con la precisione di un orologio svizzero. Tuttavia, anche con tutte le accortezze possibili, ci vollero un paio di tentativi e, sfortunatamente, un ulteriore aborto spontaneo che lasciò Marinette ancora più devastata. Ma alla fine colsero il momento giusto. Una prima ecografia intravaginale mostrò un piccolo sacco amniotico; la dottoressa non poteva fare a meno di sorridere nel vedere l'eccitazione e la felicità della coppia alla notizia. Stavano letteralmente volando sulla propria nuvoletta personale.

La dottoressa richiese esami del sangue ogni due giorni per assicurarsi che i livelli delle beta aumentassero al ritmo giusto, e lo stavano facendo, anche nel limite alto della normalità. E non appena il primo esame del sangue aveva rivelato la presenza di Beta Hcg, la dottoressa era stata fedele alla sua promessa e aveva prescritto il Clexane.

Marinette la prendeva religiosamente, una volta al giorno, tutti i giorni alla stessa ora, permettendo ad Adrien di aiutarla quando era a casa. I giorni e le settimane passarono veloci e Marinette iniziò persino a vedere la sua pancia arrotondarsi un po’.

«È solo gonfiore» sbottò Plagg l'ennesima volta che Marinette si guardava allo specchio quella mattina, la gonna giusto leggermente abbassata sulla vita per scoprirle la pancia mentre si metteva seduta sul bordo del letto.

Adrien stava preparando l’iniezione di Clexane; appena l’ebbe preparata si inginocchiò davanti a Marinette e prese un batuffolo di ovatta intrisa di disinfettante, che passò sulla pelle della pancia della ragazza, al lato dell’ombelico. Poi le pizzicò col pollice e indice quel tratto di pelle e inserì la siringa facendo così tanta attenzione a tenerla alla giusta angolazione che la punta della lingua gli faceva capolino dal lato delle labbra. Iniettò il liquido e poi ritirò la siringa, rimettendo il cappuccio di sicurezza sull’ago e poggiandola sul tavolino della toletta ripromettendosi di gettarla subito dopo nel contenitore che avevano designato per disporre in tutta sicurezza di aghi e siringhe. Accarezzò la pelle vicino a dove aveva punto, ricoperta da piccole crosticine marroni, memoria di tante altre iniezioni come quella che le aveva appena fatto e sapendo benissimo che, se tutto fosse andato bene, ce ne sarebbero presto state molte altre. Ma nonostante ciò, Adrien guardò la pancia della ragazza come se fosse la cosa più bella del mondo. Poi si inclinò leggermente per darle un bacio proprio sopra l’ombelico e si alzò per gettare la siringa nel contenitore adibito e lavarsi le mani.

Ma alle parole di Plagg, fece il broncio. «Sei un guastafeste, Plagg. È ovvio che le cominci a vedersi la pancia»

Plagg mangiò una fetta di Camembert e si leccò meticolosamente le piccole dita prima di alzare un sopracciglio verso il suo portatore. «Nah. E’ solo gonfiore. E’ ancora troppo presto per vedere qualcosa, gattino»

Adrien fece il broncio di nuovo. «Qualunque cosa sia, è bellissimo!» disse poi, facendo alzare gli occhi al cielo a Plagg. Ma Adrien lo ignorò e si spostò dietro Marinette che si stava sistemando i vestiti; le mise le mani a coppa sulla piccola sporgenza del suo ventre mentre con le labbra le sfiorava l'incavo del collo.

Marinette rabbrividì e posò le mani su quelle di lui, poi le fece scivolare sulle sue braccia per raggiungere le sue spalle. Appoggiò la schiena contro il suo busto e chiuse gli occhi, facendo un respiro più profondo prima di guardarsi di nuovo allo specchio.

«Cosa ne pensi di questo ensamble?» chiese mentre si raddrizzava per l’ennesima volta il colletto della maglia.

Le labbra di Adrien tornarono sull’incavo del suo collo e ci si strofinarono leggermente. «Sei bellissima come al solito, Insettina»

«Bugiardo» sussurrò strofinandosi mestamente l’addome, «mi sento come un puntaspilli…»

Ma si voltò rapidamente verso di lui e gli portò le mani al su collo, attirandolo a sé per un bacio veloce. Il che non era abbastanza per Adrien, visto che le mise entrambe le mani a coppa sulle guance e reclamò di nuovo le sue labbra, lasciandola senza fiato.

«Non è una bugia» sussurrò lui di rimando. «Le tue creazioni sono sempre fantastiche, Marinette. Sei bellissima. Radiosa»

Lei alzò un sopracciglio divertito. «Sì. Spensierata. Un sogno. Pensavo quello fossi tu, Monsieur» Scoppiò a ridere quando lui fece il broncio.

«Come osi. Non la pubblicità di quel maledetto profumo» si lamentò Adrien, provocando ancora più risate da parte di sua moglie. Alla fine, anche lui iniziò a ridere. «Quello spot mi perseguiterà per il resto dei miei giorni! Ma non fa niente, almeno ti fa ridere» Le diede un bacetto veloce sulle labbra. «Adoro quando ridi»

Marinette lo afferrò per il bavero e gli diede un altro bacio, schioccando le labbra sonoramente.

«Ti amo» gli disse. I loro sguardi si incontrarono per un lungo momento, ma quando Adrien la attirò di nuovo a sé, lei si spostò con riluttanza e si raddrizzò ancora una volta il collo della maglia. «Ma non usciremo mai di questo passo. Non voglio far tardi proprio oggi che incontriamo il nostro gattino

Adrien raccolse la lettera che giaceva sul lato della toeletta e ci diede una rapida occhiata, e poi all’orologio. «Abbiamo ancora un paio d'ore»

Ma Marinette aveva già iniziato a passeggiare per la stanza e a raccogliere le sue cose per mettere tutto nella borsa.

«Sì, abbiamo solo un paio d'ore e un lungo viaggio in auto per arrivare alla clinica, andiamo!» Tenendo saldamente la borsa sulla spalla, si sistemò il collo del cappotto e mosse la testa verso la porta. «Vieni pure tu, papà

Il sorriso di Adrien fu come un dono. «Puoi scommetterci, mamma»

Le tese il braccio, aspettando che ci si aggrappasse prima di uscire dall’appartamento che condividevano.

§§§

Freddo. Il gel sulle sue parti intime era freddo come sempre. Marinette rabbrividì quando la ginecologa le spinse dentro la testina dello scanner e accese lo schermo.

«Mi dispiace, è ancora troppo presto per ottenere una buona immagine da un'ecografia normale. Quelle transvaginali sono molto più efficaci all'inizio della gravidanza» disse la dottoressa con un sorriso quando notò il disagio di Marinette.

«Non è un problema» sussurrò lei, così la dottoressa le fece un cenno col capo e iniziò a concentrarsi di nuovo sullo schermo.

«Vediamo un po’» disse poi.

Le prime immagini iniziarono a comparire e ciò suscitò l'interesse di Marinette facendole dimenticare immediatamente sia il freddo che il disagio. Tirò su l'asciugamano con cui la donna l'aveva coperta per rispettare la sua intimità e ne afferrò l'orlo, stringendolo fortisimo.

La dottoressa continuava a guardare lo schermo, muovendo il mouse e tracciando piccole linee dove Marinette poteva vedere solo quelle che sembravano piccole bolle. Più a lungo la donna taceva, più il livello di ansia di Marinette aumentava. All'improvviso sentì la mano gelida di Adrien afferrare la sua e tenerla stretta. Questo l'aiutò a distogliere lo sguardo dallo schermo, incontrando gli occhi preoccupati di Adrien. Mosse la mano per afferrare meglio quella del ragazzo e la strinse con forza, cercando di ottenere conforto e rassicurare anche lui.

Il silenzio nella stanza era assordante. Solo il clic del mouse della ginecologa lo rompeva di tanto in tanto.

«Va tutto bene?» osò chiedere Adrien dopo un momento che sembrò eterno.

La donna sobbalzò, come se si fosse ricordata all’improvviso della loro presenza. «Oh sì, va tutto bene. Più che bene, scusatemi non volevo preoccuparvi. Datemi solo qualche minuto in più; Finisco tutte le misure e ne parliamo»

Marinette sentì lo scanner dentro di lei muoversi e la dottoressa sorrise alla vista di qualcosa su cui aveva messo una linea. Premette un pulsante sulla sua macchina e all'improvviso, il suono di un battito cardiaco iniziò a risuonare nella stanza.

«Questo è...» chiese Marinette.

«Aha» disse la ginecologa. Poi gli lanciò uno sguardo divertito e indicò due linee sulla soundbar. «Sì. Entrambi i battiti sono molto forti» Li guardò da dietro gli occhiali e strinse le labbra cercando di nascondere un piccolo sorriso al loro sussulto.

«E-entrambi?» Adrien e Marinette si scambiarono sguardi sconcertati.

Il sorriso della dottoressa si allargò. «Sì. C'è un secondo battito. Avrete due gemelli» Il modo in cui entrambi spalancarono la bocca allo stesso momento doveva essere divertente, perché la ginecologa non riusciva a smettere di sorridere. «Buon Natale!»

Natale. Oh già…mancavano solo poche settimane a Natale, Marinette se n’era completamente scordata, presa com’era a patire il disagio di farsi quelle iniezioni. E anche a fare l’altra cosa che dovevano fare che, a dire tutta la verità, era molto piacevole e, beh, compensava per il diasagio.

Ahem.

Marinette arrossì fino alla radice dei capelli al pensiero e si mosse distrattamente, ricordandosi subito dopo che lo scanner era ancora dentro e, con riluttanza, tornò alla posizione precedente. La dottoressa spostò la testina dello scanner dentro di lei finché non ritrovò ciò che stava cercando e iniziò a indicare un puntino sullo schermo con la mano libera.

«Questo è baby A» Poi indicò un altro puntino. «E questo è baby B. Condividono lo stesso sacco amniotico, ecco perché non li abbiamo visti prima»

Marinette non poteva crederci. «Gemelli?»

«Beh» disse Adrien ingoiando a vuoto. «In fondo ce l’ho nel sangue...» Sembrava un po’ teso mentre scambiava sguardi con Marinette. «Mia madre era una gemella, dopotutto»

«Gemelli... Oh mio Dio» sussurrò Marinette mentre la dottoressa metteva via lo scanner e le passava alcune salviette per pulirsi prima di vestirsi di nuovo. Marinette fece tutto ciò in un silenzio attonito e, dopo aver gettato le salviettine nel cestino e essersi vestita di nuovo, si rivolse alla ginecologa. «I gatt-uh, i bambini staranno bene?»

La donna finì di digitare qualcosa al computer e premette un pulsante per accendere la stampante. Pochi secondi dopo, prese alcune immagini dal vassoio della stampante e li mise in una busta che consegnò a Marinette. «Non le nascondo che è più rischioso di una gravidanza singola, soprattutto perché gli embrioni condividono sacco amniotico e placenta. Quindi dovremo prestare maggiore attenzione alla sua salute e assicurarci che stia molto a riposo»

Adrien e Marinette si scambiarono sguardi d'intesa mentre la mano di Marinette toccava distrattamente i suoi orecchini e li faceva scorrere sui lobi delle orecchie. «Capisco» mormorò.

La dottoressa afferrò una cartella dalla postazione dell'ecografia e si incamminò verso la scrivania, facendo loro cenno di sedersi di fronte ad essa. «Stabiliamo un piano. Sono sicura che andrà tutto bene»

§§§

Un paio d'ore dopo, comodamente sdraiata sul letto e avvolta nell'abbraccio del marito, Marinette non riusciva a chiudere occhio e stringeva le braccia di Adrien con le mani.

«Gemelli» mormorò.

Le labbra di Adrien le sfiorarono l'incavo del collo. «Andrà tutto bene»

«Ha detto che è più rischioso» La mano di Marinette lasciò il braccio del marito e iniziò a giocherellare con i suoi orecchini. Orecchini che, per la prima volta in una decina d'anni, non erano il suo Miraculous.

Adrien sbuffò sulla sua pelle. «Sapevo che ad Alya non sarebbe dispiaciuto tornare ad essere Scarabella per qualche mese. Era così felice quando le hai dato gli orecchini che è stato come se Natale fosse arrivato prima per lei! Sono sicuro che andrà tutto bene. Parigi sopravvivrà. Ora devi concentrarti su te stessa e sui nostri gattini»

La strinse più forte e Marinette sospirò felice e si permise il lusso di crogiolarsi nel suo abbraccio. Rimase in silenzio per un po’, tanto che Adrien pensò che si fosse addormentata e iniziò a sentire anche le sue palpebre diventare sempre più pesanti. Ma prima che potesse scivolare completamente nel mondo dei sogni, sentì Marinette parlare di nuovo:

«Andrà tutto bene? Davvero?» Lui la abbracciò un po' più forte e lei ricambiò, stringendogli le braccia. «Voglio dire» continuò, «Gemelli... sono una doppia responsabilità e un sacco di lavoro. Riusciremo a...»

Lui la fece girare e le rivolse uno dei suoi sguardi intensi e affascinanti che la scioglievano e le facevano diventare le ginocchia di gelatina. «Siamo una squadra e non c'è niente che non possiamo fare insieme, Milady» Sorrise e le diede un bacetto sul naso. «Io e te contro il mondo, ricordi? Ci aiuteremo a vicenda»

Anche Marinette stava sorridendo ora, mentre si perdeva nello scintillio di quegli occhi verdi così affascinanti. «Sei sicuro, Micetto? Non l'abbiamo mai fatto prima!»

«Sicurissimo» Sorrise anche lui. «Due bebè non potranno essere peggio di Papillon, no?»

Questo la fece ridere. «Lei non ha idea di cosa stia dicendo, Monsieur Agreste»

Lui le baciò il naso. «Assolutamente, devo ammetterlo. Ma ci proverò, o morirò nel tentativo»

«Sei un idiota melodrammatico» Marinette rise più forte, strascicando le parole dopo un grande sbadiglio.

Lui le sorrise, felice. «Ma sono il tuo idiota.»

«Sempre» mormorò lei prima di addormentarsi tra le sue braccia.

Fine

Nota dell’Autrice:

Ciao a tutti e buon Natale! Mi ero ripromessa di non scrivere storie per secret santas o advent calendars quest’anno, perché l’anno scorso ho preso alla fine troppi impegni e ho bruciato la candela da entrambi i lati. Ma quando ho visto questo prompt…beh, che ve lo dico a fare. Coniglio gigantesco…non potevo non scriverlo.

Tante persone mi avevano chiesto il sequel della storia “L’unica famiglia di cui ho bisogno”, perché in molti sentivano che l’argomento non fosse stato esaurito. E in effetti anche io avevo quella sensazione, così questo prompt è stato una manna dal cielo. In fondo glielo dovevo alla povera Marinette, dopo tutto quello che ha sofferto nel prequel. Louis e Hugo in arrivo per direttissima ^-^

Questa storia, come la precedente, è dedicata a tutte le coppie che cercano di concepire. Questo Natale ho deciso di dare un messaggio ancora più positivo, mostrando che il dialogo e il lavoro di squadra, e l’aiuto della medicina, possono dare risultati sorprendenti. Ma più di ogni altra cosa, questa storia è dedicata a mia sorella. Lei non la leggerà mai, perché non è il tipo che legge fanfictions, ma mentre la prima storia era basata in termini molto generali sulla mia esperienza personale, questa è invece basata sulla sua esperienza. Sì perché mentre io di aborto spontaneo ne ho avuto solo uno, lei ne ha avuti diversi e proprio a lei, come a Marinette, è stata diagnosticata la trombofilia e le iniezioni di eparina. Per fortuna anche la sua storia si è conclcusa in maniera positiva: è diventata mamma tre anni fa di una bellissima bambina. E come lei, anche Marinette ha finalmente imboccato la via dell’arrivo. Quindi se state attraversando anche voi il calvario del “provare a concepire”, spero che anche voi, un giorno più vicino che lontano, possiate raggiungere la luce alla fine del tunnel. Ve lo auguro con tutto il cuore.

Un abbraccio enorme e Buon Natale!

   
 
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