Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Angel_7    06/12/2022    1 recensioni
“Tu sei un senziente, Harry.”
“Io sono cosa?”
“Un senziente. Una persona con un avanzato livello di empatia che ha sviluppato una profonda connessione psichica con un simile, me... in questo caso.”
.
.
.
Storia ispirata a Sense8 e in cui Draco è un consumatore compulsivo di biscotti al cioccolato.
Genere: Azione, Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Luna Lovegood, Neville Paciock | Coppie: Draco/Harry, Luna/Neville
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ebbene sì, sono ancora viva. 
E sì, sono qui con una nuova Drarry. "Nuova" per così dire, dal momento che l'ho scritta anni or sono, ma non ho mai avuto il coraggio di portarla allo scoperto. Credo, tuttavia, che sia giunto il momento di farlo. 
La storia non è perfetta, ma ho pensato fosse carino condividerla con chi, come me, stravede ancora per questa coppia. 
Ma bando alle ciance e buona lettura!
- Angel



 
Mancava ormai una settimana all’inevitabile. Pochi giorni e si sarebbe ritrovato vincolato a una donna che per anni aveva rappresentato la sua unica ancora di salvezza. Adesso, si rendeva, tuttavia, conto che qualcosa era pian piano irrimediabilmente cambiato.

Che ne era stato di quella sensazione che gli faceva battere il cuore, girare la testa e sentire le farfalle nello stomaco? Che ne era stato di tutto l’amore che aveva provato verso quella ragazza forte e determinata che aveva portato innumerevoli volte la sua squadra di Quidditch alla vittoria?

Erano queste le domande che si stava ponendo Harry, intento a insaponarsi i capelli sotto il getto caldo della doccia. Reduce di una lunga e pericolosa missione che l’aveva tenuto lontano da casa per settimane, il suo primo pensiero non era stato stringere tra le braccia il gracile corpicino della sua futura moglie, bensì concedersi un rilassante bagno ristoratore, tentando di dar un po’ di sollievo alle membra intorpidite dalla prolungata permanenza in Siberia e di sgombrare la mente da tutti quei pensieri che da lì a un paio di giorni addietro avevano iniziato a frullargli intesta.

Con passo lento e svogliato uscì dal box doccia e, grattandosi pigramente la nuca, fronteggiò il proprio riflesso allo specchio, incrociando due iridi color smeraldo che con calma lo esaminavano da capo a piedi nell’inutile ricerca di quel bambino mingherlino e denutrito che aveva ormai lasciato posto al ragazzo aitante e prestante che era diventato dopo continui ed estenuanti allenamenti. Dopo un’ultima veloce occhiata, si legò l’asciugamano alla vita e, sbadigliando apertamente, si diresse verso la propria camera da letto, pregustando quel bel sonnellino che aspettava già da ore.

Una volta entrato, aprì le ante della armadio e, piegandosi per prendere la biancheria nel cassetto in basso a destra, percepì un sospiro appena accennato alle proprie spalle. Prima che potesse anche solo domandarsi chi si fosse introdotto in casa sua, si ritrovò a lanciare un incantesimo non verbale al fine di immobilizzare l’intruso che, con sua grande sorpresa, non sembrò minimamente risentirne.

-“Ma dico io, ti sembrano modi?”-

Una voce acuta e pungente lo spinse a voltarsi e, senza perder tempo, i suoi occhi iniziarono a squadrare la misteriosa figura che sedeva comodamente sul davanzale della sua finestra.

-“E tu chi diavolo sei?”-

L’altro si limitò a lanciargli uno sguardo penetrante per poi sparire nel nulla.

Bene, se prima aveva qualche dubbio sulla propria sanità mentale, ora aveva la certezza di star perdendo completamente il senno. Eppure poteva affermare con sicurezza di non aver percepito nessun’aura magica e tuttora non rilevava segni di smaterializzazione. Aveva forse usato una qualche passaporta? Impossibile. La vecchia dimora della famiglia Black era tutelata dall’Incanto Fidelius e nessuno, se non pochi scelti, ne era a conoscenza. In più, era protetta dalla fattura Anti-Smaterializzazione, insita fin dalla sua fondazione, per cui chi mai avrebbe potuto introdursi al suo interno e, tra l'altro, ignorare uno dei suoi incantesimi? Beh, di una cosa era certo. Fare un sonnellino in un momento del genere era decisamente fuori questione.

Deciso a venire a capo di questo dilemma, si vestì prendendo indumenti per lo più a caso dal suo guardaroba e si diresse al piano di sotto, sperando di trovare qualcosa di utile nei registri di famiglia, ma, prima che vi potesse metter mano, un’insistente bussare alla porta d’ingresso lo portò a metter momentaneamente da parte l’idea. Scocciato per l’intrusione si affrettò ad aprire e in men che non si dica si ritrovò un tornato dai capelli rossie lentiggini arpionato al torace.

-“Harry, sei tonato!”-

L’echeggiante voce di Ginny gli causò una stretta al cuore. Era davvero felice di rivederla?

-“Sì, scusa se non sono passato alla Tana, ma ero davvero in pessime condizioni.-

Bugiardo.

-“Non importa tesoro, avremmo tutto il tempo del mondo una volta che ci saremo sposati.”-

Prima che potesse dar ragione, quasi a malincuore, alla ragazza, uno spostamento d’aria alla sua sinistra lo spinse a voltare la testa verso la cucina. Nel bel mezzo della stanza, atteggiandosi a padrone di casa, la figura misteriosa di poco prima era intenta a prepararsi un tè caldo, ignorando bellamente il fatto di esser stato colto in flagrante.

-“Tesoro, sicuro di star bene? Sembra che tu abbia visto un fantasma, sei bianco come uno straccio.”-

Lo sguardo di Harry tornò sul viso della ragazza, che lo scrutava preoccupata e al contempo sospettosa.

-“Non mi stai nascondendo niente, vero?”-

Con voce sprezzante si rivolse a colui che da lì a poco sarebbe diventato suo marito e, senza pensarci due volte, si precipitò in salotto, guardandosi con cipiglio accigliato attorno.

-“C’è qualcuno con te, Harry?”-

E prima che il diretto interessato potesse rispondere, si era già fiondata a ispezionare ogni singola stanza, pensando di trovarci chissà chi o cosa. Fu quando entrò in cucina che Harry si ritrovò a trattenere il fiato. Comodamente seduto sul tavolo vi era infatti l’ospite indesiderato che, vedendo la ragazza entrare comeuna furia, la incenerì con un semplice sguardo.

-“Non c’è... nessuno.”-

-“Cosa ti aspettavi?”-

Il moro avrebbe dovuto sentirsi ferito da un comportamento del genere, ma ciò che provava non era altro se non la più totale indifferenza e ciò lo portava a porsi domande come quelle che lo stavano facendo andare fuori di testa poco prima sotto la doccia. La cosa che maggiormente gli premeva sapere al momento era il motivo per il quale fosse l’unico a vedere il tizio che se ne stava lì, seduto a soffiare sulla tazza di tè bollente nel tentativo di raffreddarlo un pochino.

-“Io.. niente. Scusami tanto amore, non puoi capire che stress comporti organizzare questo matrimonio. Sono giorni, giorni, che non faccio altro che viaggiare in metropolvere da un rifornitore all’altro e...”-

-“Perché guidare una squadra di Auror in una missione sull’orlo del suicidio non è stressante, ovviamente.”-

Harry, con le braccia incrociate all’altezza del petto e appoggiato allo stipite della porta, percepì sulla sua stessa pelle il ghigno divertito che le sue parole avevano causato allo sconosciuto, avvolto in jeans neri e camicia bianca, e si trovò a pensare a quanto fosse piacevole trovare finalmente qualcuno che apprezzasse il suo umorismo.

-“Beh, non te l’ho chiesto di certo io di intraprendere la carriera di Auror, ma quel che è fatto è fatto. A ogni modo... vedi di andare al più presto da un parrucchiere, sarebbe ora che ti decidessi una buona volta a tagliare quei capelli, stanno diventando davvero troppo lunghi.”-

-“A me piacciono così, grazie. Adesso scusami, ma vorrei andare a riposare un po’. Una missione in Siberia è stancante quasi quanto organizzare un matrimonio a quanto ho capito, quindi se non ti dispiace...”-

Con tanto di buona educazione accompagnò la rossa alla porta, intimandole in modo non poco velato di togliersi di mezzo almeno per il resto della giornata.

-“Certo, ti lascio riposare. Ma da domani mi aspetto che tu partecipi attivamente ai preparativi, intesi?”-

-“Certo, certo. A domani, tesoro.”-

E senza darle il tempo di rispondere le chiuse cordialmente la porta in faccia.

Buona educazione, pff.

-“Simpatica la ragazza.”-

Il nuovo arrivato se ne stava ora disteso sul divano con un vecchio libro preso sicuramente dalla libreria lì vicino, osservandolo con un sopracciglio alzato come a sottolineare la già ovvia ironia.

Adesso che ne aveva l’occasione, Harry si soffermò qualche secondo sulla slanciata e armoniosa figura del ragazzo, in particolare sui biondissimi capelli e i profondi occhi grigi. Non era niente male. Non era davvero niente male.

-“Tu. Spiegazioni. Ora”-

-“Io Draco, tu Harry, noi senzienti. Chiaro?”-

Harry assunse un’espressione alquanto perplessa, al che lo straniero, scuotendo la testa rassegnato e mosso forse da una sorta di compassione verso il più che confuso proprietario di casa, si apprestò a chiarire la situazione già di per sé complicata.

-“Tu sei un senziente, Harry.”-

-“Io sono cosa?”-

-“Un senziente. Una persona con un avanzato livello di empatia che ha sviluppato una profonda connessione psichica con un simile, me...in questo caso.”-

L’Auror si sedette sulla poltrona su cui era solito oziare nei suoi pochi giorni di riposo e, cercando di metabolizzare ciò che gli era appena stato detto, chiuse gli occhi, massaggiandosi il collo ancora indolenzito.

Se gli avessero detto una cosa del genere anni addietro, sicuramente non avrebbe perso tempo e avrebbe sbattuto in tre secondi netti il malcapitato di turno fuori casa ma, se c’era una cosa che aveva imparato dopo anni e anni di servizio, era che il più delle volte le cose più assurde potevano rivelarsi vere.

-“No, no, ti sbagli. Insomma, non posso essere un senziente. Voglio dire, sono solo... Harry. Solo Harry.”-

-“Beh,‘solo Harry’, come spieghi allora la mia presenza qui e, soprattutto, il fatto che io sappia perfettamente come ti senti in questo momento?”-

Con passo elegante e aggraziato il ragazzo si alzò dal divano e, una volta rimesso il libro al proprio posto sulla polverosa libreria, si accomodò sul bracciolo della poltrona, facendo in modo che il suo braccio sfiorasse la spalla di Harry, che a quel piccolo contatto sentì una scossa attraversarlo.

-“E come misentirei, di grazia?”-

-“Stai per sposare una donna per cui un tempo avresti dato la vita, ma per cui ora non provi altro se non...ludico affetto? Lo stare con lei ormai è diventato una mera routine, una consuetudine e non cerchi minimamente di mettere a posto la situazione, perché sai che prenderla come moglie e magari sfornare con lei uno o due bambini è ciò che tutti si aspettano da te. Indifferente. Ecco come descriverei il tuo stato d’animo in una sola parola. Ho forse dimenticato qualcosa?”

Touchè.

Voltandosi verso il giovane uomo seduto a poche spanne da lui, Harry quasi si perse nei suoi grigi e profondi occhi, che mal celavano la consapevolezza di aver fatto centro.

-“Ok, ti credo. Ma perché io?”-

-“Sai cosa significa la parola‘empatia’?”-

Sbuffando, Harry si domandò se il tizio comodamente adagiato al suo fianco lo ritenesse un emerito idiota. Insomma, non sapere cosa fosse un senziente non significava vivere nella più totale ignoranza.

-“E’ la capacità di comprendere lo stato d’animo degli altri, sia che si tratti di gioia che di dolore.”-

-“Giusto. Ascoltami bene ora, non lo ripeterò di nuovo.”-

Draco si alzò velocemente, sentendosi addosso lo sguardo penetrante del ragazzo, e si diresse in cucina, dalla quale uscì qualche secondo dopo con una scatola di biscotti in mano. Si risistemò sul divano, in modo da fronteggiare l’altro, e si portò alla bocca un Oreo.

-“L’empatia, come hai detto tu, è la capacità di comprendere lo stato emotivo di un’altra persona. Stringere un legame empatico con qualcuno significa comprendere i suoi pensieri, le sue intenzioni, riconoscere le sue emozioni in modo accurato e riuscire a vedere la situazione che sta vivendo dalla sua prospettiva. Ed è quello che facciamo noi senzienti, solo in modo più accentuato rispetto a un comune essere umano. Senti, sono qui no? Da Parigi con furore e tutto perché ho percepito da lontano il tuo subbuglio interiore.”-

I successivi minuti trascorsero nel più rigoroso silenzio, fatta eccezione del rumore che causavano il continuo frugare nella scatola e lo sgranocchiare dei biscotti. Harry sfruttò quella calma per metabolizzare il tutto, dopodiché, una volta accettato il fatto che fosse fonte di calamità inimmaginabili, si avvicinò stiracchiandosi al suo ospite, soffiandogli un dolcetto da sotto il naso.

-"Ehi!”-

-“Casa mia, biscotti miei.”-

Draco sbuffò e mise su un broncio che Harry trovò persino adorabile, da far invidia al più capriccioso dei bambini.

-“Comunque... Draco, giusto? Come fai a sapere tutte queste cose sull’empatia?”-

-“Sono stato educato nelle migliori scuole e i miei genitori si aspettavano che apprendessi tutto al riguardo.A quanto pare ogni tre generazioni un senziente fa la sua apparizione in famiglia e... sì, Draco. È un piacere conoscerti finalmente, Harry. Devo dire che non mi è andata tanto male con te, avrei potuto essere collegato a, che ne so, un hippie fuori di testa o peggio, a una donna. Immagini come mi sarei sentito durante quel periodo del mese? “Fate largo gente, Draco ha le sue cose!”, che poi tanto mie non sarebbero state, in realtà.”-

Il ragazzo avrebbe continuato il suo sproloquio all’infinito se solo la risata dell’altro non gli fosse giunta alle orecchie. Harry, infatti, era stato colto da un’improvvisa ilarità, che lo aveva portato ad appoggiarsi alla polverosa libreria alle sue spalle.

-“Tu, tu sei la persona più ambigua che io abbia mai incontrato. Ti presenti a casa mia, mi tratti come se fossi un completo imbecille, ti appropri dei miei biscotti al cioccolato, mi fai un... aspetta, quello era un complimento o un insulto? E, porco Godric, mi hai persino visto nudo!”-

-“Quello è stato davvero interessante e poi... un boccino, Harry? Ti sei davvero tatuato un boccino sul sedere?”-

L’unica cosa che Draco ebbe in risposta fu un cuscino lanciato a piena potenza che lo colpì nel bel mezzo della faccia.



 
Continua...


 
P.s. Non temete, la stoia è completa! 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Angel_7