Storie originali > Favola
Ricorda la storia  |       
Autore: lmpaoli94    07/12/2022    3 recensioni
In un mondo parallelo in cui la guerra era l’unica cosa esistente, la vita di due creature veniva sconvolta per sempre da un confronto pieno di parole che avrebbe cambiato le loro sorti.
Perché la guerra non è l’unico mezzo per portare la pace.
In fondo esiste un modo che solo la mente di un soldato che non ha niente da perdere può far nascere una nuova era lontano dall’oscurità del male, e dimenticare che la prima vittima della guerra è proprio l’innocenza.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Jaless, una creatura simile ad un minotauro, vagava per i prati sconfinati della sua terra natia mentre il sole all’orizzonte diventava più scuro e senza luce.
In fondo aveva sempre desiderato fissare il tramonto dopo una giornata passata a guardare i suoi simili uccidersi tra di loro, perché la sua vita non è mai stata facile e vedere quanto quelle creature possano essere così fragili, rendeva la sua esistenza importante quanto significativa.
Passeggiava andando sempre avanti senza avere il coraggio di voltarsi indietro perché per lui voleva dire tornare ad un passato che lo avrebbe escluso da un futuro roseo e pieno di speranza.
Ma la speranza nella terra di Nimerung era solo un miraggio nascosto da vividi ricordi che piano piano stava dimenticando.
Sì perché la guerra non era l’unica realtà di quella terra.
Ci sono stati momenti in cui l’esistenza era scandita dal silenzio e dal rispetto di tutto ciò che li circondava,
Ma invasori senza scrupoli da altri mondi avevano fatto capire a Jaless che la felicità non era eterna.
Eppure ognuno di noi desidera vivere tranquillo lontano da pericoli e da problemi e imprevisti di ogni tipo, ma non sempre succede così.
Ricordava lo sguardo di quelle creature che avrebbe voluto vedere crescere senza mai perdersi un giorno della sua esistenza.
Ma se talvolta la perdita è molto dolorosa, il problema sta dal fatto che il giovane minotauro era stato costretto a continuare a vivere tra il supplizio e la sua sofferenza.
Perché una volta arrivata tra i confini del suo Regno, l’unica cosa che gli rimaneva è vedere quel sentiero infinito che lo racchiudeva in un mondo fantastico che all’apparenza sembrava incontaminato.
Ma arrivare sul confine di due territori che da molto tempo non facevano altro che farsi la guerra, rendeva l’esistenza davvero cruenta e insopportabile, perché i ricordi nitidi sono sempre presenti nella nostra mente e dimenticare è tanto difficile quanto doloroso.
Eppure quando Jaless si ritrova davanti ad un suo simili con la faccia sguarnita che imbrandiva una balestra pronto a colpirlo, egli non aveva la forza di proteggersi.
Ormai la sua vita non aveva più bisogno di essere vissuta perché il suo dolore era troppo forte.
Non aveva nemmeno la forza di cercare la vendetta di creature che avevano sterminato la sua famiglia perché non credeva che il sangue si lavava con il sangue.
Anche se a prima vista era una creatura orribile e molto potente, dentro il suo cuore e dentro il suo sguardo ormai trucidato, sentiva il bisogno di vivere in pace tra quelle distese verdeggianti dove il sentiero per la condanna a morte sembrava sempre più reale.
Eppure il suo nemico non accennava a mettere giù la sua arma, pronto a sparare in ogni momento.
Ma mentre le due creature rimanevano fermi a fissarsi da tempo immemore,
Jaless si inginocchiò dinanzi a lui chiudendo gli occhi e immaginandosi un momento felice della sua vita.
Perché è così che doveva essere: lontano dall’odio e dal dolore.
E perché i pensieri sono l’unico rifugio degli esseri viventi in cui ci risulta determinante nascondersi dalle intenzioni malevoli che ognuno di noi ha subito o infligge a qualsiasi essere che si trova dinanzi.
< Combatti! Guardami dirtto in faccia! > continuava gridare il suo nemico < Non può arrenderti in questo modo. >
Ma Jaless, che non comprendeva tale odio perché era avvolto dalla sua anima pacifica, rispose:
< Io non laverò via il mio male uccidendoti. Perché la guerra è la forma di morte più brutale. Preferisco andarmene in pace dopo che sono riuscito a guardare dentro di te… Se vuoi uccidermi, fai pure. Perché io non farò niente per fermarti. >
E nel dire ciò, Jaless si immaginava il momento del suo giudizio.
Perché anche se all’apparenza la sua ora era ormai giunta, la speranza non sarebbe morta con lui.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Favola / Vai alla pagina dell'autore: lmpaoli94