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Autore: Akane    08/12/2022    0 recensioni
Taiga ha battuto Tatsuya, ma non riesce a chiarire con lui dopo la partita, perché c'è un piccolo incidente di percorso. Daiki comunque non resta in disparte in attesa che scelga cosa fare col suo ex e gli darà altro materiale su cui riflettere.
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Daiki Aomine, Taiga Kagami
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La cosa più preziosa'
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NOTE: arriva la decima fic della serie ‘La cosa più importante’. Piccola spiegazione per chi legge senza aver visto o letto anime o manga: Taiga ha finalmente fatto la partita contro lo Yosen (vincendo), durante la quale va in crisi proprio perché sta affrontando Tatsuya, il suo ex. Durante l’incontro chiede a Kuroko di buttare per lui il suo anello (che è quello che si era scambiato da ragazzino con lui), ma glielo tiene e glielo restituisce dopo intimandogli di parlargli. Quando Taiga va a farlo, si imbatte in una scena che lo carica di rabbia: Tatsuya e Alex, infatti, sono presi di mira da uno che fa parte del passato della Generazione dei Miracoli. Questo rimanda il chiarimento fra Taiga e Tatsuya e nel frattempo si intromette una brutta partita, un Kise ingiustamente maltrattato ed un Daiki che riuscirà a placare il suo ragazzo dal farsi espellere dalla squadra. 
Sulla fic: La prima parte è più veloce, non mi sono soffermata molto su ciò che succede nonostante fosse importante inserirlo; in realtà il punto centrale della fic è l’incontro fra Taiga e Daiki, che sarà invece approfondito per benino. Ho saltato di proposito la partita contro lo Yosen perché nell’anime (e suppongo nel manga) è molto ben resa e non avrei potuto aggiungerci nulla di più. E poi la parte importante è quel che viene dopo.
Seguono altre fic, per sapere quando le metto, seguite la mia pagina su FB: https://www.facebook.com/akanethefirst
Come sempre, le fan art non sono mie ma trovate in rete, le ho usate per ispirarmi su alcune scene.
Buona lettura. Baci Akane

CONTI IN SOSPESO

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Se lo sarebbe immaginato catartico, ma la verità era che forse era più confuso di prima. 
Per battere Tatsuya aveva dovuto convincersi seriamente di voler chiudere definitivamente con lui per sempre, perciò aveva dato a Kuroko il loro anello chiedendogli di buttarlo.
Certo per esserne certo sarebbe dovuto andare lui stesso a farlo, farlo fare a lui era una mossa furba e da vigliacchi poiché non te ne liberavi davvero tu in prima persona. 
Kuroko infatti, che non era stupido, l’aveva tenuto facendogli solo credere di averlo buttato al suo posto. 
Poi alla fine della partita glielo aveva ridato dicendogli di non fare il cretino e di andare a chiarire col suo amico. 
Gli aveva detto che si poteva essere rivali e fratelli, ma il loro problema non era stato essere amici e rivali contemporaneamente. Si erano separati quando erano diventati anche amanti e compagni. 
A quel punto non era più stato possibile stare insieme.
Ma la vera domanda che alla fine della partita rimaneva era: si poteva tornare ad essere fratelli dopo che smettevi di essere il suo ragazzo? 
“Non è che noi semplicemente abbiamo litigato e deciso che saremmo stati solo due rivali per poter essere più forti. Noi ci siamo lasciati, ma prima eravamo fratelli. Si può essere di nuovo fratelli, al di là dell’essere rivali o meno? Kuroko e Daiki lo sono. Sono ridiventati amici anche se si sono lasciati. Col basket hanno superato le divergenze e capito che possono tornare ad essere quel che erano prima che l’amore rovinasse tutto. Perciò Kuroko crede che anche noi possiamo fare altrettanto e vuole che tenga l’anello. Però non ne sono sicuro, non lo so. Dipende anche da quel che prova lui.”
Correndo da lui aveva deciso che prima di ogni richiesta, avrebbe cercato di capire i reali sentimenti di Tatsuya, se avesse ancora provato qualcosa per lui allora avrebbe evitato di chiedergli di tornare ad essere fratelli. 
Non era sicuro di cosa dovesse e volesse fare, era confuso e gli serviva ancora tempo. In una partita era successo di tutto, troppo, per prendere decisioni serie e importanti come quella. 
Non era solo lui, in ballo. C’era anche Daiki. Non gli aveva chiesto nulla, ma sapeva che era a conoscenza del suo rapporto con Tatsuya perché sicuramente Kuroko gliene aveva parlato.
Per questo entrambi aspettavano prima di avanzare troppo un una relazione che non sarebbe nemmeno dovuta cominciare. 
“È successo perché siamo due impulsivi teste calde, ci siamo lasciati trasportare ed abbiamo agito come sempre senza pensare. Lo volevamo e l’abbiamo fatto, ma quando proviamo a rifletterci entrambi mettiamo dei freni. Perciò diciamo che è confusa anche quella cosa fra noi.”
Ad interrompere le sue elucubrazioni, arrivò la lite di Alex e Tatsuya, malamente pestato da un tizio grande, grosso e con le treccine sulla testa probabilmente vuota o piena di mosche. 
Quelle grosse che stanno sulla merda. 
L’istinto di picchiarlo, chiunque esso fosse, fu immediato, ma venne bloccato tanto da Tatsuya che gli ricordò di non poter partecipare a risse per non incorrere in sanzioni sportive serie, e Kise stesso. 
Kise, accorso durante il riscaldamento pre partita, era arrivato da loro come se li avesse cercati. Si era intromesso al suo posto, fermando colui che sembrava conoscere bene e aveva spiegato loro velocemente di chi si trattava. 
Il titolare della Teiko, la vecchia squadra della Generazione dei Miracoli, prima che lui, Kise, prendesse il suo posto. 
Si chiamava Haizaki. 
Senza soffermarsi nei dettagli di una storia che avrebbe poi chiesto a Kuroko, Taiga vide Kise prendere in mano la situazione con molta sicurezza intimando al teppista di andare in campo a risolvere la questione. 
Taiga ci era rimasto un po’ male nel non poterlo malmenare, aveva visto quel tale prendere Alex per il collo, i lividi su Tatsuya erano poi molto eloquenti, l’aveva picchiato. Lui non aveva potuto restituire il favore, cosa che gli aveva dato non poco fastidio. Era vero, però, che se avessero ceduto alle mani, proprio loro che erano membri di un club di basket, sarebbero potuti essere cacciati dalle squadre. 
Kise era intervenuto in tempo, posto che Tatsuya non glielo avrebbe mai permesso. 
Taiga, tornato nel palazzetto per assistere alla famosa partita fra Kise e Haiazaki, aveva subito chiesto a Kuroko chi era quello stronzo e lui gli aveva spiegato di chi si trattava. 
Per colpa del suo carattere problematico era stato cacciato dalla Teiko dal loro ex capitano, Akashi, per sostituirlo con Kise, uno arrivato da poco ma con un potenziale più grande di quello dell’altro titolare. 
Già agitato e nervoso di suo, pieno di voglia di scendere ancora giù e picchiare come si doveva quell’idiota in campo, assistette ad uno spettacolo a dir poco osceno mentre proprio lui continuava a calpestare letteralmente e umiliare Kise.
Non era superiore a Kise, ma usando mezzi sporchi lo stava sottomettendo. La prima parte della partita fu uno spettacolo pietoso che caricò ulteriormente Taiga di nervoso e voglia di sbaragliare tutto e tutti. A partire dal fatto che aveva rimandato il suo chiarimento con Tatsuya, sul quale comunque non aveva nemmeno avuto le idee chiare. Vedere la prepotenza di Haiazaki proprio su Kise in particolare, colui che l’aveva aiutato a scuotersi e svegliarsi nella partita contro lo Yosen, aveva caricato Taiga di un tale nervoso da essere incontenibile al punto da dover scendere dagli spalti. 
Kuroko, che lo conosceva, aveva fatto per seguirlo ed impedirgli di fare qualche sciocchezza, ma vedendo Daiki andare nella sua stessa direzione, decise di fermarsi e lasciare fare a lui.
“Non penso che lui possa fermare quella testa calda dal fare qualche danno, visto che è più testa calda di lui. Ma probabilmente si intercetteranno e si distrarranno a vicenda.”
Kuroko che conosceva i suoi polli, puntò tutto su quello.


L’intenzione di Taiga in effetti era quella di trovare in qualche modo quell’Haizaki e ucciderlo. Era nella modalità toro imbestialito e non pensava minimamente alle controindicazioni del fare una rissa nel contesto sportivo. 
Aveva visto Haiazaki maltrattare Kise oltre ogni limite sopportabile, prendere per il collo Alex e aveva visto i lividi che aveva lasciato su Tatsuya. Era troppo da sopportare. 
Così quando Daiki lo chiamò, non sapeva cosa fosse venuto a fare visto che non aveva idea di cosa fosse successo prima. 
Le mani in tasca, i pugni chiusi, l’aria feroce. 
- Beh? - chiese Taiga a Daiki in attesa di sapere cosa volesse. 
- Beh tu! Che ci fai qua? Non è la zona per il pubblico! - gli disse impunemente. Taiga lo guardò col sopracciglio folto alzato. 
- Mi prendi per il culo? Anche tu sei qua e sei il pubblico! Che vuoi?
Non aveva intenzione di litigare con lui bensì con Haiazaki, ma poteva essere difficile trattenersi nello stato d’animo in cui era. 
Daiki si sentì caricare di nuovo. Aveva assistito ad uno spettacolo osceno in partita ed aveva deciso di scendere, nei dieci minuti di intervallo fra il secondo ed il terzo tempo, alla ricerca di quell’idiota. 
Non il suo idiota, quello senza speranza. Haiazaki. 
Non l’aveva mai pestato, ma poteva iniziare ora prima di vederlo ferire Ryota. 
I due si guardarono battaglieri, come se dovessero picchiarsi fra di loro, poi Taiga decise di parlare per primo per sbrigarsi a sganciarsi da lui.
- Quello stronzo che sta massacrando Kise... 
A Daiki bastò quello per capire e decidere, in un nano secondo, quale fosse la cosa più giusta in quell’istante. 
Mise da parte l’odio represso per quell’essere e la voglia di salvare Ryota e prese Taiga per il polso proprio mentre si girava per riprendere la sua marcia. 
Lo afferrò e lo trascinò per i corridoi degli spogliatoi.
- D-Daiki, che hai? Non sono affari tuoi! - brontolò Taiga cercando di liberarsi. Ma nel trascinarlo altrove, Daiki scivolò dal polso alla mano e una volta che lo ritrovò a tenerlo come un fidanzato, quello avvampò e diventando come di consueto del colore dei capelli, si zittì diventando quasi docile. Quasi.
Una volta entrato in uno degli spogliatoi vuoti, la sua mossa preferita, lo lasciò quasi sbattendolo al suo interno. 
I movimenti erano secchi e decisi, di chi era arrabbiato, Taiga lo capì subito. 
Perché doveva essere lui quello arrabbiato?
Non aveva subito quello che aveva subito lui.
Daiki si piazzò davanti alla porta, braccia conserte, aria scura e furiosa, intenzionato a non muoversi di un millimetro. 
Taiga si caricò di nuovo. 
- Che cazzo hai, si può sapere? Non sai cosa ha fatto! 
- L’ho visto! Sto guardando anche io la partita e conosco quel pezzo di merda meglio di te! E ne ho di trascorsi con lui! Gliene devo molte più di quelle che gli devi tu. Ora voglio sapere tu che diavolo c’entri con lui! 
Non era geloso, Taiga lo capì. Era furioso, così furioso che ricordava una pantera in procinto di sbranare qualcuno. Ma non lo faceva. Stava lì con lui e aspettava. 
C’era qualcosa di più importante, in quel momento, di sbranare un nemico. 
Taiga capì di cosa si trattava e iniziò a calmarsi leggermente. 
Così smettendo di muoversi come un’anima in pena per lo spogliatoio, si fermò a pugni stretti e fissando per terra spiegò cosa era successo. 
Gli disse che quando era uscito per parlare con Tatsuya aveva visto Haiazaki tenere Alex per il collo e aveva visto i lividi inequivocabili sul viso del suo amico. 
Gli parlò del veloce scambio di insulti e della quasi rissa che aveva cercato di provocare intenzionalmente, fermata solo dall’arrivo tempestivo di Kise. 
Daiki scosse il capo ed alzò gli occhi al cielo. 
- Maledizione, Taiga! Sei ancora in pieno torneo, se fai una rissa ora verrai espulso dal torneo oltre che dalla squadra! - sbottò andandogli avanti a braccia aperte. - si può sapere che stai per fare? Vuoi davvero mandare a puttane tutto per cosa, l’onore di alcuni tuoi avversari e della tua maestra? 
Daiki sminuiva di proposito cercando di calmarlo, ma questo ovviamente funse da deterrente perché Taiga si accese spingendolo con uno scatto feroce. 
- Amici! Sono tutti miei amici! Tatsuya è il mio primo fratello, Alex è un’amica preziosa e devo a loro ciò che sono oggi! E Kise... 
Ma a quel punto fu Daiki a prendere Taiga per il colletto e attirarlo a sé furioso, i visi a pochi centimetri mentre i corpi vertiginosamente a contatto uno con l’altro. 
- Non ci provare, Ryota è affar mio, non tuo! 
A quello scatto imprevedibile ed eccessivo, a Taiga partì la vena e lo prese a sua volta per la giacca spingendosi contro di lui a sua volta fino quasi a toccargli il viso col proprio. La furia fluiva in lui per essersi dovuto trattenere troppo contro la propria volontà.
- Cioè? Stai anche con lui, forse? Ti sei dimenticato di spiegarmi questo dettaglio? 
Daiki continuò a tirarlo e strattonarlo, voleva picchiarlo ma sapeva che era il modo migliore per farlo cacciare dal torneo, così si limitava a gridargli in faccia e tirarlo. 
- È il momento di essere geloso? Hai avuto giorni per questo ed un mare di motivi e tu esplodi per Ryota? Ma lo sai che mi vedo quasi ogni giorno con Tetsu e che stavamo insieme? Quello ti va bene e questo invece no? 
- Cosa diavolo c’entriamo noi ora? Kise mi ha aiutato durante lo Yosen, se non fosse stato per lui non mi sarei sbloccato! Sei tu che reagisci male per Kise e poi sono io quello geloso della persona sbagliata? 
Sarebbero andati avanti come due felini feroci all’infinito, se Taiga non avesse notato all’ultimo che quello era lo stesso spogliatoio dove quel giorno aveva visto Daiki e Kise avere quello scambio sessuale. 
Così rendendosene conto, smise di attaccare sia verbalmente che fisicamente; Daiki accorgendosi che doveva essere successo qualcosa,  lo lasciò.
- Che c’è ora? 
Taiga scosse il capo. Non poteva dirglielo. Non glielo avrebbe mai detto. Nemmeno lo meritava. 
- Niente. Lo sai che sono geloso di te e Kise, non è una novità. 
Risolse così, era vero. Daiki sospirò a fondo calmandosi, chiuse gli occhi e tirò fuori quello che lo stava divorando principalmente da quando gli aveva iniziato a raccontare quel discorso. 
- Cosa eri andato a dirgli a Himuro? 
Breve, ovvio e conciso. 
Taiga risollevò lo sguardo meravigliato. 
Tutto lì?
Di ogni cosa che si erano sbraitati in faccia e che era successo, a lui premeva sapere quello e basta? 
- È questo che vuoi sapere ora? 
Daiki avvampò, ma la sua pelle scura lo aiutò a mitigare l’imbarazzo, lo fissò arrabbiato e avanzò di nuovo, ma senza afferrarlo. 
Poi notò che sotto la maglia indossava ancora la catenina con l’anello, non sapeva niente dei loro trascorsi, ma non ci voleva un genio a capire che se la indossava sempre doveva essere speciale per lui. 
- Ce l’hai ancora. Non fa parte del tuo rapporto con lui? Eri andato a far pace? - insistette con un tono più basso e meno feroce. Più smontato. Più demoralizzato. Come se si preparasse a farsi da parte per causa di forza maggiore. 
- Non lo immagino. - disse ad alta voce Taiga, distraendosi totalmente dai discorsi precedenti e dalla rabbia che l’aveva acceso. 
Daiki lo guardò senza capire. 
- Cosa? 
- Tu che ti fai da parte in modo mite e sottomesso. Che accetti qualcosa che non ti va bene. 
A questa sparata, Daiki tornò ad accendersi della sua tipica luce sadica e sexy che mandava fuori di testa Taiga. 
- Chi l’ha detto che mi sarei fatto da parte? - disse quindi abbassando la cerniera della felpa della sua squadra. Gli agganciò la catenina col dito e l’attirò a sé, poi invece di puntare alle sue labbra, si mise in bocca l’anellino. 
- Non lo so, avevi un’aria da gatto abbandonato... 
Non gli aveva risposto e forse non l’avrebbe fatto, cosa che Daiki notò con irritazione, ma Taiga fu veloce a distrarlo e lo fece prendendo la giacca aperta e facendogliela passare giù per le braccia, nel movimento aderì le mani alle sue spalle e ai suoi bicipiti muscolosi. 
La giacca cadde presto per terra e fu dimenticata perché Daiki con l’anello in bocca, prese possesso di quella di Taiga e lo baciò. 
Per lui fu strano farlo con l’anello di Tatsuya in mezzo, ma il trovarlo stranamente eccitante gli fece pensare per assurdo che forse Daiki sognava una cosa a tre fra loro e Kuroko. O fra loro e Kise.
E doveva ammettere che improvvisamente quell’ultima opzione l’accese molto più di tutte le altre, al punto che gli tolse bruscamente l’anello dalle loro labbra unite e  si tolse la felpa, attaccando subito la maglia di Daiki che gli tolse insieme a quella che aveva sotto, più leggera. 
Lo lasciò in un lampo a torso nudo facendo sorridere compiaciuto il suo compagno. Vivo, acceso, seducente, malizioso. Adorava quando aveva quell’espressione. Lo eccitava da matti.
Ed era incredibile che il pensiero che stesse succedendo fra loro una cosa simile proprio in quello spogliatoio, lo accendesse ancora di più. 
Daiki lo girò di scatto spingendolo contro gli armadietti e gli abbassò i pantaloni senza troppi complimenti, poi si succhiò le dita e cariche di salive gliele infilò dentro. 
Taiga si sconnesse dimenticando ogni altra cosa, si perse nel piacere che gli stava infondendo in quel preludio. 
Non aveva pensato a come sarebbe successo e nemmeno quando. Forse sì. Forse aveva messo come unico paletto la partita contro lo Yosen. 
Ma di fatto non aveva chiarito nulla con Tatsuya, forse avrebbe dovuto parlargli prima di fare sesso con lui?
O magari farlo in un posto meno squallido e scomodo? 
Farlo...
Taiga si girò e si lasciò scivolare contro l’armadietto con la schiena, mentre finiva seduto sulla panchina, alzò le gambe e Daiki gli prese i pantaloni abbassati e glieli tolse insieme ai boxer, poi si infilò nelle sue gambe allargate che gli avvolse intorno al suo corpo. 
Daiki si era abbassato a sua volta i pantaloni e invece di stimolarsi con la mano o chiedergli di farlo con la bocca, iniziò a strofinarsi sulla sua erezione dura. 
Non sembrava intenzionato ad infilarsi dentro e possederlo, gli stava solo strofinando l’erezione contro la sua, mentre gli diventava dura a livelli spropositati. 
- Oh merda... - fece Taiga ricordando che la stessa cosa l’aveva fatta quel giorno con Kise mentre lui si era masturbato guardandoli, sognando di poter essere lui al suo posto. 
Daiki sorrise sadico e capendo che stava venendo aumentò gli strofinamenti su di lui, si chinò e gli succhiò la lingua, le dita di Taiga affondavano sulle sue spalle attirandolo a sé, mentre le sue tenevano le sue cosce aperte gestendolo in totale piacimento. 
- Daiki sto per ve... - non fece in tempo a dire ‘venire’ che lo fece liberare in un orgasmo che macchiò il suo addome scolpito. 
Daiki si leccò le labbra per poi baciarlo soddisfatto, completando anche il proprio piacere alla stessa maniera, aggiungendo il proprio sperma al suo. 
Ansimanti e coi sensi esplosi e confusi, Taiga cinse le braccia intorno al collo, mentre Daiki lo prendeva a sua volta e lo abbracciava stringendolo a sé. Scivolò con le labbra sul suo collo, prese la collanina fra i denti, tirò fino a raggiungere il suo orecchio e mormorò: 
- Il resto l’avrai se chiarirai definitivamente con il tuo ex. 
Con questo, infine, lo baciò sulla bocca, lasciando l’oggetto. Taiga accolse la sua lingua e ricambiò in una pace dei sensi confusa più che mai. 
L’aveva fatto venire come aveva fatto con Kise quella volta. Già uno dei suoi sogni erotici si era soddisfatto.
Ma perché fissarsi con sta storia del parlare al proprio ex? Era necessario davvero?
Forse proprio perché lui continuava a tenere il suo anello al collo?
Taiga pensò che forse dopotutto non avesse torto, ma non glielo avrebbe mai detto.
Forse se doveva immaginare un posto ed un momento adatti a fare sesso con lui, era dopo aver sistemato le cose con Tatsuya. 
Di sicuro non in uno spogliatoio dove Daiki probabilmente aveva scopato con chissà quanta altra gente! 
Il giovane così lasciò cadere le gambe giù dai suoi fianchi e ridacchiando scosse la testa, spingendolo delicatamente via per potersi ricomporre. 
- Ci tieni così tanto? 
Daiki alzò le spalle, in piedi davanti a lui ancora sulla panchina che si rimetteva boxer e pantaloni. 
Riprese le maglie e la giacca ed iniziò ad infilarsele una ad una. 
- Sei tu che ci tieni. 
- Sì, forse, ma tu ci tieni quanto me.
- Se a te non dà fastidio la mia amicizia con Tetsu, a me non la dà quella con Himuro. - asserì infine senza guardarlo, fingendo che non fosse una gran cosa quella che diceva. 
Taiga sorrise sorpreso e si alzò infilandosi la felpa che lasciò aperta, gli si mise davanti mentre Daiki teneva la giacca in mano. 
- Non mi dà fastidio. Ma perché aspettare questo per andare avanti nella nostra relazione? 
Daiki avvampò e questa volta si vide. Era la prima volta che la chiamava ‘relazione’ e che in generale gli dava un nome, una definizione. 
Lo guardò negli occhi e arricciò le labbra imbarazzato, poi decise di essere sincero.
- Perché io non sarei mai stato pronto per qualcosa di nuovo prima di aver sistemato le cose con Tetsu. Non dovete essere per forza amici come noi, noi abbiamo deciso che era la nostra dimensione, quella giusta. Se per voi non è così non importa, ma dovete parlarne una volta per tutte. Mettere un punto. O fra noi ci sarà sempre un fantasma e non è Tetsu. 
Uno dei suoi soprannomi era ‘fantasma’. 
Taiga sospirò e scrollò le spalle annuendo. 
- Penso tu abbia ragione. Ma io ho i miei tempi. Gli parlerò. 
Senza dire come e quando né se in realtà l’avrebbe fatto. 
Daiki se ne risentì e pensando che davvero gliel’avrebbe fatta pagare se non si fosse dato una mossa, gli prese i capelli rossi sulla nuca e lo costrinse a guardarlo negli occhi, serio e corrucciato. 
- Ci tengo perché non è solo sesso quello che voglio da te. Per questo devi liberarti dei pesi passati. 
Sentirgli dire ‘ci tengo’ colpì Taiga in profondità e giurò a sé stesso che l’avrebbe fatto. Consapevole che per lui fare una cosa simile era molto più difficile di quanto sarebbe stato in grado di spiegare. 
- Lo farò, lo prometto. 
- E fino a quel momento, non avrai più di questo. - rispose con un sorriso sadico di chi voleva comandare. 
Taiga ricambiò alla stessa maniera. 
- Voglio proprio vedere se ci riesci. 
L’avrebbe visto. Chi avrebbe ceduto prima. O chi sarebbe impazzito prima. 
Si lasciarono con un bacio sulle labbra, per poi uscire insieme dallo spogliatoio. 
- Ci vediamo dopo? - chiese al volo Taiga, prima di separarsi usciti dal corridoio, diretti agli spalti dove erano sistemati in posti diversi. 
Daiki, senza guardarlo e con aria seria e corrucciata, rivolto al campo, ad Haiazaki in particolare ed al suo ghigno malefico e fastidioso, scosse il capo.
- No, dopo ho da fare. 
- Vaffanculo. - brontolò Taiga rimanendoci male.
- Vaffanculo tu. - replicò con la sua solita dolcezza Daiki.


Alla fine della partita, vinta da Kise, Daiki intercettò Haiazaki e gli diede un pugno. Bastò quello per metterlo KO.
Ma quella soddisfazione se la tolse, col rischio di finire nei guai con la squadra. 
Per lui certe cose erano troppo importanti.
Kise stesso, in qualche modo, lo era e non solo lui.
Picchiare, maltrattare gli amici di Taiga era come farlo con lui. Soprattutto insultarlo e provocarlo per spingerlo ad alzargli le mani contro.
Giochetti sporchi fatti alla persona sbagliata. 
Taiga e tutto quello che lo circondava non si toccava. 
“E poi Kise e Taiga a parte, glielo dovevo da anni, questo pugno! Ora mi sento meglio!”
Così pensando se ne andò senza rimpianti, pensando che Taiga non avrebbe mai dovuto saperlo. 
Consapevole che Satsuki l’avrebbe detto a Kuroko che l’avrebbe detto a Taiga che gli avrebbe detto... “Beh,” pensò poi ridacchiando divertito. “Probabilmente non mi dirà nulla, litigheremo e poi faremo sesso.
“Se si muove a parlare col suo ex. Brutto stronzo. Sapeva cosa diceva quando mi ha sfidato a resistere realmente dal saltargli addosso finché non avrebbe parlato a quello. 
“È uno stronzo di prima categoria. Proprio alla mia altezza, non c’è che dire.”

   
 
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