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Autore: syila    11/12/2022    2 recensioni
Il Palazzo d'Estate non aveva un centro.
Come il delta di un fiume, una volta oltrepassato il grande portone laccato, si disperdeva in mille rivoli tra padiglioni, terrazze, ponti e giardini che s'inerpicavano sulle pendici della Montagna di Giada fino a perdersi oltre il velo leggero delle nebbie.
La luce crepuscolare in cui era sempre avvolto quel lembo del Reame degli Spiriti lo rendeva ancor più irreale; i suoi edifici galleggiavano nel vuoto, circondati dall'aureola delle lanterne, mentre i drappi delle casate che li avevano abitati nei secoli sventolavano al capriccio della brezza, come grandi vele di seta sfilacciata.
A Leng Ye Xue quel luogo aveva sempre ispirato un senso di decadenza e malinconia, era un'eredità del passato di cui non aveva mai avuto troppa cura; a differenza dei suoi predecessori, non aveva mai fatto nulla per ingrandirlo o abbellirlo.
Era anche abbastanza certo che ci fossero alcune stanze in cui non aveva mai messo piede.
Dei vivaci schiamazzi lo distolsero dalla contemplazione della luce lunare che inargentava i tetti d'ardesia; probabilmente il suo ospite aveva scoperto lo stagno delle anatre.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Bagliori d'Oriente'
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Capitolo XXV
Mangiare è uno dei quattro scopi della vita.
Quali siano gli altri tre nessuno lo ha mai saputo.
(PARTE 1)

Il Signore degli Shen si aspettava un salone enorme, stravagante o sontuoso, coerente con quella che era a tutti gli effetti una reggia.
Invece si ritrovò in un ambiente piccolo e raccolto dove predominavano i toni del crema, ravvivati da raffinati stucchi dorati, di ispirazione classica.
Il tavolo rotondo era posizionato vicino ad un camino di marmo su cui era appoggiata una piccola collezione di ventagli cinesi e giapponesi, incorniciati ed esposti con gusto.
A Ye Feng bastò un'occhiata per capire che erano autentici e piuttosto antichi, come il tappeto di lana e seta, ampio quasi quanto l'intera superficie calpestabile, sul quale si rincorrevano draghi e motivi floreali.
Vasi di peonie rosa facevano mostra di sé sulle credenze ed erano una nota di colore acceso nella generale armonia cromatica della stanza, che alla luminosità soffusa prodotta dal lampadario aggiungeva quella delle finestre affacciate su piccolo spazio esterno; un giardino segreto ispirato ai chiostri italiani, col pozzo posizionato al centro di un gioco geometrico di aiuole.
Il buffet degli antipasti era già stato allestito in modo che gli ospiti potessero servirsi da soli; sotto voluminose cupole d'argento cesellato le portate riposavano al caldo sul carrello di servizio, collocato in maniera strategica accanto al tavolo da pranzo.
Nella sua lunghissima esistenza aveva acquisito abbastanza dimestichezza col galateo occidentale da sapere che, in base ad una tale disposizione, la Prima Signora e la sua Tata volevano occuparsi personalmente di servire i commensali.
Il senso della “cena in famiglia” andava inteso alla lettera e ne ebbe conferma diretta quando la fanciulla in rosa gli tese la stessa ciotola che aveva offerto ad Alaric.
Ye Feng alzò appena lo sguardo e incontrò l'espressione spiritata dell'apprendista con le guance gonfie di cibo, che aveva immagazzinato come i criceti.
Per carità non rifiutare! Gli stava urlando il suo sguardo terrorizzato.
“Nem aspettiamo che ci siano tutti per cominciare, inoltre se abbuffi subito gli ospiti non potranno gustare il resto, devono poter assaggiare tutto.” spiegò paziente la Tata, intervenendo per salvare i due in difficoltà.
“Di questo passo lo stomaco ci arriverà in fondo alle scarpe, sai quanto piacciono i convenevoli a Ekto!”
“Qualcuno mi ha chiamato?” trillò la padrona di casa, presentandosi all'ingresso della sala da pranzo al braccio dei due traditori, che ostentavano un sorriso smagliante.
"Vostra Maestà il popolo ha fame!" ribatté seccata la ragazza.
"Mon dieu! Allora che gli si diano gli antipasti!" esclamò la Prima Signora, raccogliendo e rispedendo al mittente il noto aneddoto attribuito alla Regina Maria Antonietta.
Yue Xue e Yun Bai ridacchiarono, Ye Feng mantenne un'espressione neutra, mentre l'apprendista ne approfittò per deglutire tutto ciò che aveva accumulato nelle tasche guanciali.



Decidere cosa prendere dal tavolo del buffet si rivelò un'impresa più ardua del previsto per l'allievo di Ye Xue; il quale al contrario si muoveva con disinvoltura tra le varie portate, indicando al mentalista quelle più meritevoli di un assaggio.
Ogni scelta era sottolineata dalla rumorosa approvazione della giovane maga in rosa, che era già al terzo giro e sembrava ben lontana dall'essere sazia.
Alaric era stato preso sotto l'ala protettiva della Tata, che gli suggeriva alcuni stuzzichini spiegandogli analogie e differenze con la cucina francese.
Ye Feng invece aveva ancora il piatto vuoto e tale sarebbe rimasto se non fosse stato per Sophia; la piccola gli tirò la manica dell'hanfu e indicò la portata più grande e insolita presente sul tavolo: una grossa forma di formaggio scavata all'interno e riempita di piccole scaglie dorate.
“Io prenderei quello...”
Pensando che la bambina non ci arrivasse il Signore degli Shen si premurò di recuperare per lei un pezzo di formaggio; Sophia lo spezzò in due e gli diede la metà più grande.
“Assaggia! È buonissimo!”
“Ah, xiao Hu ha buon gusto!” esclamò Ye Xue “Il Parmigiano Reggiano è uno dei formaggi più famosi del mondo e a buon diritto direi! Senti che squisitezza baobei e anche tu a-Feng.”
All'interpellato parve scortese disattendere le aspettative del suo mentore e soprattutto della figlia della padrona di casa, perciò assaggiò la decantata prelibatezza trovandola in effetti molto saporita e allo stesso tempo delicata.
“È buono.” convenne sobrio.
Il francese sospirò di sollievo; temeva le reazioni e il carattere scontroso dell'Immortale quasi quanto essere bandito da Serannian.
Ancora non c'erano stati segnali in tal senso, ma non significava niente; circolavano alcune storie sulla Prima Signora e sul modo in cui era arrivata a capo di una dimensione magica praticamente dal nulla.
Potevano essere i soliti pettegolezzi messi in giro da congreghe invidiose, tuttavia lei non si curava di smentirli e, se solo una di quelle dicerie corrispondeva al vero, essere espulso diventava l'ultimo dei suoi problemi.
L'impressione di essere osservato interruppe i suoi ragionamenti e l'intensa attività di ruminazione, alzò gli occhi da piatto e incontrò lo sguardo sornione della padrona di casa, che sorridendo annunciò garrula: “Vogliamo accomodarci a tavola?”

Dai... quante probabilità ci sono che mi abbia letto nel pensiero con tutto il casino che sta facendo sua sorella?

“L'apprendista Lafayette siederà qui, vicino a me!” dichiarò scostando appena la sedia accanto alla sua “Così mi assicurerò che gli arrivino le porzioni giuste e non dimezzate a causa di una certa persona...”
“Ehi! Io assaggio prima di passare i piatti, è una cortesia per gli ospiti!” la rimbeccò la maga in rosa “Lo fanno nelle cene importanti!”
“L'usanza degli assaggiatori reali è stata abbandonata all'inizio dell'era moderna e comunque non hanno mai impedito l'assassinio di un principe o di un invitato, se questo era l'intento...”
Alaric fissò la sedia con l'espressione del condannato a morte in attesa di salire al patibolo.
“La Prima Signora dovrebbe dirci quali sono i nostri posti, in modo da non offendere nessuno scegliendo il nostro vicino.”
Ye Feng intuì il subbuglio interiore del giovane francese ed intervenne per evitare di lasciarlo in balia dell'invadente dama.
Dopo aver spiato il suo Qi si era convinto che fermarsi a cena era stata la scelta giusta e non perché apparisse deviato o minaccioso, ma per via dei legami che aveva già stabilito coi presenti.
Gege lo aveva messo in guardia: i maghi possedevano un Qi molto stravagante e anche quello della Prima Signora non faceva eccezione.
Appariva come un bozzolo di luce da cui partivano in ogni direzione fili sottilissimi, che creavano una ragnatela fitta e intricata avvolgendo tutti loro.
Quei fili si estendevano ben oltre la stanza e, se l'ipotesi che aveva formulato era corretta, potevano arrivare a qualunque creatura presente a Serannian.
Somigliavano a minuscole Linee del Drago, tuttavia sul loro scopo e funzionamento poteva fare solo delle congetture.
“Essendo un tavolo rotondo ovunque ti siederai Maestro Leng sarai sempre equidistante dal centro.”
“Allora va bene qui.”
Il Signore degli Shen si accomodò proprio di fronte ad Alaric, ma nel punto più lontano da lui.
“Un vero temerario...”
Ekto gli rivolse un sorriso e i suoi occhi dorati scintillarono ammiccanti sotto l'arco folto delle ciglia scure.
La ragione gli fu chiara quando alla sua sinistra prese posto Nemesi e a destra la piccola Sophia.
“Beato tra le donne!” esclamò Ye Xue, rimediando un'occhiata di biasimo da parte dell'allievo.
“Eppure mi sembra che manchi un posto per Hakon...”



Il lupo che fino a quel momento era rimasto immobile, accucciato in una posa fiera e ieratica accanto al camino, si esibì in un pigro sbadiglio.
“Lui ha già cenato.” riferì la Tata “Come potete immaginare le abitudini alimentari di un mannaro nella sua forma selvatica sono piuttosto cruente e preferisce non offendere la vostra sensibilità.”
“Gentile da parte sua, però so che la stirpe dei muta forma può prendere anche sembianze umane, avremmo condiviso volentieri questo momento con lui.”
L'interessato intanto aveva abbandonato la sua postazione di vedetta e si era accostato a Sophia mugolandole qualcosa che somigliava ad un discorso molto articolato; la bambina annuì e tradusse sicura.
“Hakon dice: quando la Fanciulla d'Argento mostrerà il suo volto propizio allora gli Spiriti Immortali e i Lupi siederanno insieme alla stessa tavola o saranno compagni nella stessa battaglia.”
“Diamine è un pensiero poetico e lo apprezzo molto, tuttavia preferisco la tavola alla battaglia, specie se ci offre questi prelibati manicaretti!” esclamò il Signore degli Shen alle prese con una imponente porzione di lasagna.
Le due signore si destreggiavano abilmente tra piatti e vassoi ed avevano già cominciato a servire i primi; come aveva ipotizzato Ye Feng erano loro che si occupavano dei commensali, mentre la maga in rosa aveva il compito di mangiare ed esprimere il suo gradimento.
“Sono contenta che apprezzi maestro Leng, eravamo un po' incerte sul menù, così abbiamo deciso di proporvi i piatti più significativi della cucina italiana, dal nord al sud della penisola.”
“La Tata è una cuoca eccezionale!” confermò Yun Bai.
Il mentalista mangiava come un uccellino, però provava di tutto.
“L'aiuto della Prima Signora è stato determinante, alcune ricette richiedono esperienza, buon occhio e manualità, sono competenze che non si trovano su un libro.” rispose la giovane donna chiamata in causa.
“Vuoi dire che...”
“La Prima Signora ha cucinato questo banchetto per noi con le sue mani?”
I tre orientali si alzarono e s'inchinarono all'unisono, usando la formula del saluto marziale.
“Questi ospiti non sono degni di tanta attenzione!” dichiararono i Signori degli Shen, inchinandosi.
Alaric non fece niente, ma solo perché dopo la rivelazione gli si era incastrato un gnocco in gola e stava soffocando.
“Oh mon dieu, la formalità non è necessaria, cucinare mi diverte e la gratificazione più grande è vedere le espressioni contente dei miei ospiti.”
“Uno te lo stai perdendo per strada!” esclamò Nemesi, che si alzò, raggiunse l'apprendista e gli assestò una vigorosa pacca tra le scapole, permettendo al boccone di riprendere il suo viaggio verso lo stomaco “Animo Lafayette, respira! Adesso se siete tutti d'accordo dichiarerei conclusi i cinque minuti di gratitudine e proseguirei con la cena!”



Le cupole d'argento si aprivano una dopo l'altra e le pietanze ne uscivano ad un ritmo sostenuto; avevano appena servito i secondi quando gli ospiti cominciarono a notare una vistosa mancanza: il vino.
Perfino Yun Bai, poco avvezzo a frequentare le tavole occidentali, se ne era accorto e vedeva la stessa perplessità sul viso di Gege, intento a sorseggiare l'acqua dal suo calice di cristallo.
Era plausibile che le signore bevessero con parsimonia, ma era insolito che non avessero pensato ai loro invitati.
“Un po' di vino con questo brasato lo berrei volentieri...” mugugnò il Signore degli Shen.
All'altro capo del tavolo gli risposero delle risatine soffocate, la Tata si ricompose subito, mentre la padrona di casa prese un campanellino dal carrello di servizio e lo agitò.
“Mi stavo chiedendo chi sarebbe stato il primo eroe a sacrificarsi per il bene della collettività... Io e la Tata siamo in disaccordo sul vino: se dipendesse da me pasteggerei a spumante o champagne, lei ritiene che sia più corretto abbinare ad ogni piatto un vino specifico, possiamo contare sulla vostra competenza per risolvere il problema?”
“Nei miei viaggi all'estero bevo solo champagne, perché impressiona gli interlocutori, però la mia conoscenza enologica si ferma lì.” ammise Ye Xue.
“La mia esperienza con l'alcol mi suggerisce prudenza, questo ambasciatore non può consigliarti in tal senso.” aggiunse dispiaciuto il mentalista.
“La Prima Signora mi colma della sua fiducia, ma ha delle aspettative troppo alte su di me...” iniziò Ye Feng “Tuttavia qui c'è qualcuno abbastanza esperto in materia.”
Alaric, di punto in bianco, si trovò addosso gli sguardi degli altri commensali.
Naturellement, il est français!" esclamò Ekto facendolo sobbalzare "Hanno il vino che gli scorre nelle vene, come gli italiani!”
Nel frattempo era entrata un'ancella meccanica che spingeva un altro carrello su cui erano posizionati alcuni decanter, dove il vino d'annata era stato già messo ad ossigenare.
Accanto ad ogni contenitore c'era la sua bottiglia, che recava stampigliate le informazioni sulla casa vinicola, l'anno d'imbottigliamento e la gradazione alcolica.
Quando il giovane francese venne invitato ad esaminarle gli prese un colpo; certe bottiglie erano delle rarità da collezionisti e probabilmente costavano un patrimonio.
La Prima Signora non sbagliava dicendo che nei francesi il vino scorreva nelle vene insieme al sangue; al nonno piaceva bere e spesso le partite a carte con gli amici diventavano la scusa per saccheggiare la cantina del casale in Provenza.
Lui al contrario beveva come un lavandino, buttando giù tutto quello che appagava il suo estro alcolico: dalla birra in lattina all'assenzio.
Fregare i cinesi sarebbe stato facile, la marmocchia era fuori dai giochi per palesi limiti d'età, il sacco di pulci per limiti di razza, la maestra Nemesi non beveva mai alcol e la padrona di casa era più sul genere: sorseggio il mio calice di champagne perché fa chic e non impegna.
La vera incognita era la Tata, col suo bon-ton e l'aria di chi leggeva l'Annuario dei migliori vini italiani dal parrucchiere, mentre aspettava che si raffreddassero i bigodini della messa in piega.
Non poteva rifilarle un vino che sapeva di tappo o era stato servito ad una temperatura sbagliata.
Doveva barare un po' usando la magia dei sensi sottili, sfruttare le serate di bisboccia alla Lanterna Fatata ed essere bravo a fare scena;Ye Feng gli aveva fornito l'occasione di mettersi in luce e non intendeva sprecarla.



“Per il brasato suggerisco Barolo o Barbaresco, sono vino rossi molto strutturati e complessi, che si abbinano perfettamente ad una carne dalla lunga cottura e al suo condimento...”
Dopo aver rigirato e annusato bottiglie e decanter con fare pratico l'apprendista fu pronto ad ammaliare il suo pubblico; versò il vino nel calice di Ye Xue e si raccomandò di gustarlo con calma, per dare tempo alla bocca di abituarsi ad un gusto importante e alle sue sfumature.
Mise la salvietta immacolata al braccio, recuperò un'altra bottiglia e passò al calice del mentalista.
“L'abbinamento migliore coi bolliti misti è un vino rosso giovane, vigoroso e frizzante; sgrassa il palato e appaga il gusto con le sue bollicine.”
Fu poi il turno di Ye Feng a cui versò il vino accompagnando la spiegazione ad un rappido ammiccamento.
“Il pollo alla cacciatora richiede un vino intenso e passionale, il Nero d'Avola.”
Le due signore annuivano compiaciute, Sophia lo osservava con la bocca spalancata, mentre il peloso si limitava a tenerlo d'occhio.
La maestra Nemesi aveva passato il turno quindi toccava alla Padrona di Casa e al suo Braccio destro; entrambe avevano nel piatto una delicatissima arista di maiale alle mele cotogne e poteva essere un problema trovare il giusto abbinamento ad una preparazione dalla spiccata componente dolce.
“Posso consigliare questo rosso fermo? È un Dolcetto d'Alba, tipico dell'Italia Settentrionale da cui viene anche il vostro piatto.”
“Nella ricetta però abbiamo usato il vino bianco.” fece notare la Tata con un sorriso soave.
Ecco il trabocchetto!
“Restando sulla strada maestra si arriva a destinazione senza rischiare nulla, chi vuole davvero vedere il mondo invece esce dal sentiero e va all'avventura; scegliere un vino bianco è la soluzione più sicura, ma anche quella più scontata, un vino rosso poco acido e con un sentore di mandorle e frutti di bosco invece sarà un abbinamento insolito e sorprendente.”
Mervilleux!”esordì la Prima Signora dopo la degustazione “Hai un vero talento, il maestro Leng deve essere molto orgoglioso di te!”
“In effetti lo sono, come vorrei che lo fossero anche i Primi Signori di Serannian e non solo perché è un appassionato di vini.”
La replica di Ye Feng attirò lo sguardo terrorizzato del giovane francese e quello più cupo del suo mentore; entrambi erano consapevoli che il discorso rischiava di prendere una piega molto sgradevole.
“Oh lo siamo infatti...” dichiarò Ekto, elargendo un luminoso sorriso all'interlocutore, che non intaccò il suo cipiglio severo.
“Allora la Prima Signora deve spiegarmi perché Alaric vive nella paura di essere cacciato da questa dimensione magica e di diventare una specie di reietto nella vostra comunità.”
L'espressione di Ye Xue si fece minacciosa, tuttavia l'allievo la ignorò, come ignorò il pallore cadaverico del francese e l'aria confusa di Sophia, coinvolta in un discorso “da adulti”.
“Perché è uno scapestrato attaccabrighe forse?”
Il Signore degli Shen non si aspettava una replica così diretta, tuttavia non si lasciò intimidire.
“Allora perché accoglierlo se poi vi risulta difficile gestire le sue intemperanze?”
“A-Feng...” gl'intimò sottovoce il suo mentore.
Alaric respirava a malapena.
“Se fosse dipeso da me non lo avrei accolto infatti.” ammise la Prima Signora, senza perdere un'oncia della sua affabilità “Però qualcuno si è messo in mezzo minacciando l'Apocalisse e quando la piccola Nem minaccia non lo fa mai invano.”
“Ah, ho dovuto! Quegli stronzi del Consiglio Centrale non vedevano l'ora di metterci in difficoltà e volevano usare Lafayette come un capro espiatorio!” intervenne l'interessata calando un vigoroso pugno sul tavolo, che fece sussultare i commensali, le porcellane e i preziosi cristalli.
“Maestra è sconveniente appellare così i membri del Consiglio...”
Yun Bai tentò di placare quella che minacciava di trasformarsi in un'arringa da Tribunale Rivoluzionario, ma era troppo tardi.
“È sconveniente abbandonare un apprendista a sé stesso, è sconveniente proporci la sua tutela sapendo che qui ci sono pochi maestri disponibili, è sconveniente aver atteso vent'anni per togliere i sigilli a Serannian e da ultimo è stato molto sconveniente non aver mosso un dito quando il nostro mondo aveva bisogno di loro, anzi no, quella è stata una vera e propria porcheria... una macchia indelebile sulla reputazione e la credibilità del Consiglio! Io non asseconderò mai i loro squallidi giochetti di potere e a nessun mago verrà chiusa in faccia la porta di Serannian!”



Nel silenzio sceso dopo l'energica invettiva partì in crescendo un tamburellare ritmico; gli ospiti impiegarono alcuni istanti a identificarne la provenienza: era la coda del mannaro, che stava mimando un applauso a cui si unì quello di Sophia.
“La zia non ha paura di nessuno!” trillò entusiasta "Da grande voglio diventare come lei!"
"Santo cielo no, Serannian non reggerebbe l'urto di un'altra piccola Nem..." chiosò Ekto, che approfittò della reazione sbigottita degli invitati e concluse il suo discorso “Ciò che la mia sorellina vi ha esposto in maniera piuttosto colorita corrisponde in sostanza al vero: Serannian è in una situazione un po'... delicata. Non intendo approfondire adesso le cause, vi basti sapere che io e Tersilius avevamo dei buoni motivi per rifiutare l'apprendista Lafayette.”
Nelle parole della padrona di casa gli Immortali trovarono conferma alle recenti informazioni venute in loro possesso: quella dimensione magica era al centro di interessi più vasti tra cui i suoi governanti dovevano barcamenarsi.
La Prima Signora, comprensibilmente, non voleva guastare il clima della cena con argomenti sgradevoli e a Ye Xue sembrò saggio adeguarsi.
“L'avete accolto, tuttavia è stato di nuovo abbandonato a sé stesso.” insistette Ye Feng, di tutt'altro avviso.

Subito dopo percepì un'ondata di calore alla sua sinistra, come se qualcuno avesse acceso un falò alimentandolo con la benzina.
L'aspetto Yang della maga in rosa aveva preso il sopravvento e bruciava in una furiosa fiamma scarlatta; da una creatura così umorale doveva aspettarselo: riteneva la situazione di Alaric un fatto personale e mal sopportava le critiche in tal senso.
Una Piuma d'Airone come lui lo avrebbe considerata un'invitante provocazione, se non fosse stato per l'ordine perentorio del suo mentore ad adottare un atteggiamento più prudente e ad ascoltare le ragioni delle signore, per il bene di Alaric e anche del loro.
Il messaggio telepatico portò le sopracciglia dell'allievo ad aggrottarsi leggermente; un cambiamento che non sfuggì ad Ekto.
“È vero solo in parte.” ribatté “L'apprendista Lafayette ha accesso a tutte le strutture di Serannian, al Laboratorio, alle biblioteche, a Maya e ai mezzi di trasporto, non gli mancano materiali e strumenti per la sua formazione, inoltre grazie alla tua presenza ha avuto grandi miglioramenti.”
“Tuttavia io non sono un mago.” puntualizzò l'Immortale in un sussurro.
Ye Xue e Alaric alzarono gli occhi al soffitto, il primo perché ormai aveva rinunciato ad una conclusione pacifica della cena, l'altro perché era stato proprio quello il motivo del loro ultimo litigio.

Fine venticinquesima parte


⋆ La voce dell'onniscienza ⋆

Carissimi e carissime finalmente ci sediamo a tavola insieme ai nostri protagonisti... ed è subito grande abbuffata!(✿◠‿◠)
La Prima Signora, da buona anima mediterranea non vuole certo farli alzare con la fame e ha cucinato di tutto e di più.
Essendo una cena informale il galateo, che prevederebbe già una selezione di vini da abbinare ai piatti da parte dei padroni di casa, è stato messo in stand by e per l'unico veramente preparato sulla materia finalente viene il momento di mettersi in luce!
Com'era logico aspettarsi il francese fa un figurone e la cena potrebbe scivolare liscia fino all'ammazzacaffè, se non fosse per quel musone di Ye Feng, che proprio non ce la fa a stare zitto e inizia a lanciare delle frecciatine alla gestione non proprio impeccabile della dimensione magica da parte dei Primi Signori.
Viene fuori qualche retroscena sulla reale situazione di Serannian, piccoli accenni che avranno modo di svilupparsi più avanti, nel mentre sotto la lente d'ingrandimento c'è proprio Alaric, o meglio il suo destino di apprendista.
Le ubbie di Ye Feng avranno modo di diradarsi?
Riusciranno ad arrivare a fine cena senza scatenare una rissa?
E soprattutto: ma quanto mangia la piccola Nem? :D
Restate a bordo del cestone per saperlo, sempre su queste frequenze, con tempi di pubblicazione un po' ballerini a causa del delirio pre natalizio!

   
 
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