Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: paiton    12/12/2022    0 recensioni
Questo breve racconto introspettivo è un esercizio di scrittura creativa:
Allo scrittore viene chiesto di svegliarsi in una stanza chiusa da una porta blindata senza essere in possesso della chiave, però si ha la disponibilità di tre oggetti. Io ho scelto quelli descritti nel racconto. Non so nemmeno se fosse contemplata la mia opzione ma, in fondo, il mondo della Fantasia non ha confini. Dopo aver assegnato il compito ai miei studenti ho pensato di fare anche io il gioco! Buona lettura e chissà, se qualcuno vuole provare è un lavoro introspettivo che si completa agevolmente ed è utile anche per chi non ha mai scritto!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mi ritrovo a terra, coricato sopra un vecchio tappeto polveroso e scomodo, mi fanno male tutte le articolazioni. Non ricordo come sono arrivato qui, probabilmente mi hanno drogato per rapirmi… l’ultima memoria a cui riesco a risalire è il cornetto alla marmellata che stavo mangiando, marmellata ai frutti di bosco, la mia preferita. La fievole luce della stanza mi permette di vedere i contorni di una porta. Mi avvicino per cercare la maniglia ma non trovo nulla, è stata costruita con un materiale metallico e dal suono che produce sotto le nocche della mia mano ipotizzo che sia molto spessa.
 
Provo ripetutamente a colpirla con calci frontali via via più forti ma non riesco a scardinarla dal muro. Non mi piace essere intrappolato, è una cosa che non sopporto.
 
Non sono impaurito ma l’ira iniziale si placa pian piano lasciando spazio alla curiosità e al desiderio di comprendere chi sia stato a volermi rinchiudere lì dentro e per quale motivo l’ha fatto.
 
Provo a perlustrare meglio la stanza in cerca di una via d’uscita finché la mia attenzione si posa sul tappeto impolverato su cui stavo dormendo: lo sollevo e vedo che sotto di esso c’è una vecchia grata arrugginita. Facendo attenzione a non tagliarmi e a non sporcarmi troppo le mani, la sollevo e ci metto dentro la testa per vedere meglio.
 
Un lungo corridoio continua a scendere e più cammino più l’aria si fa umida e pesante e l’oscurità più densa.
 
“Il cellulare!” tasto sulla coscia e capisco che mi hanno lasciato almeno quello, nessuna traccia del portafoglio però… vedo che non c’è campo ma la batteria è ancora abbastanza carica per accendere la torcia. Continuo finché il percorso si fa pericoloso… scalo difficoltosamente le rocce bagnate scendendo sempre più in basso fino ad arrivare ad una stanza idilliaca scavata nella roccia: un piccolo ponte di legno scassato, tenuto in piedi da chiodi arrugginiti, serve per passare sopra ad un ruscello dalle acque pure e limpide, stalattiti e stalagmiti di cristalli di giada e rubini si incontrano scendendo dal soffitto della grotta e salendo dalle rocce del terreno. In fondo alla caverna sotterranea noto una pietra liscia con sopra un oggetto. Mi avvicino incuriosito: è una lampada d’orata, la prendo in mano e la strofino… esce un fantasma dalla coda arzigogolata, dal corpo grasso e trasparente e dai colori di tutti i minerali della stanza: “Buongiorno Professore, io sono il Genio della caverna dei Cristalli e ti dono tre desideri ma poi dovrai lasciarmi libero”
 
“Tre desideri? Ma non era uno?” Gli rispondo io
 
“Tre desideri al tuo servizio signore” ripete lui
 
“Va bene, seguimi un attimo” gli dico e parto veloce in direzione della botola.
Ritorno nella stanza in cui sono stato rinchiuso e gli indico la porta blindata: “Aprila per favore Genio”
 
Lui schiocca le dita e la porta che mi separava dalla libertà si apre cigolando illuminata da una polvere magica che corre su tutto il suo perimetro.
 
Mi volto indietro “Allora quello è un tappeto volante!” spolvero il vecchio tappeto e invito il genio a salire mentre tengo la lampada ben stretta fra le mani.
 
“Vai tappeto!” quello vola nel corridoio e vedo tantissime altre porte blindate proprio uguali a quella che ho appena dissigillato “Aprile tutte Genio, per favore.”
 
Lui sciocca le dita e tutte le vie d’uscita ancora chiuse vengono liberate dalla stessa polvere magica luminosa.
 
Mi fermo davanti ad una porta da cui non è uscito nessuno, due ragazzi stanno a terra distesi, li prendo sul tappeto per portarli in ospedale: “Crea tante lampade quante sono state le persone imprigionate, devi farle esattamente uguali a questa che ho in mano con dentro un genio esattamente come te Genio. Pensi di poterlo fare? Adesso sei libero”
Il Genio schiocca le dita e una luce accecante pervade ogni cosa.
 
“Io posso fare tutto ciò che mi viene richiesto, grazie Professore per avermi liberato. Solo chi è stato imprigionato conosce il vero valore della libertà. Soltanto una cosa non sono riuscito a fare…” la voce del genio mi arriva da tutte le direzioni, poi continua il discorso “Le sembianze degli altri geni sono diverse dalle mie e saranno i relativi padroni a deciderle, addio signore.”
 
“Ciao Genio della Caverna dei Cristalli, torna a trovarmi quando vuoi!”
 
L’aurea accecante diminuisce piano piano d’intensità e io volo lontano fuori dall’edificio pieno di stanze, sopra il tappeto volante mentre il Sole cala all’orizzonte lasciando sulle nuvole delle bellissime sfumature rosate mentre si ode nell’aria la canzone “Notti d’Occidente” di Marco non Manca.

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: paiton