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Autore: ladypink88    12/12/2022    2 recensioni
Laura non è e una ragazza famosa, tanto meno un personaggio importante. Ma quello che si ritrova a vivere è l'incubo di una dipendenza da una droga legalizzata : per risolvere un problema, si ritrova poi a doverne affrontare un altro più grande. Ma questa è anche la storia di un cammino che la porterà verso una silenziosa, ma avvincente vittoria. Intrecci, storie, sentimenti. Un amicizia, un amore, un amante. Due vite che si uniscono in una promessa che sa di eterno.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Il centro di Milano non faceva altro che peggiorare il suo umore già di per se provato. Di per certo non era il luogo adeguato dove distendere i nervi, ma era comunque il luogo ideale dove poter comprare un regalo per Laura.

Mancava poco più di un mese al suo compleanno e aveva in mente già da tempo di regalarle un telefono, ma non poteva certo rimanere tutto questo tempo senza un cellulare! E per questo, vista l'urgenza della situazione aveva deciso di regalarglielo in anticipo.

Laura.
Sospirò desolato.

Nelle ultime 24 ore aveva perso le staffe un pò troppo facilmente e questa cosa non era decisamente da lui. Da una parte ne era dispiaciuto, dall'altra però era anche lui un essere umano con dei sentimenti e si era reso conto che certe cose non potevano andare avanti in quel modo.

Decisamente era necessario un cambio di rotta.
Dentro di sè era estremamente convinto di voler chiarire con sua madre e di voler tentare un approccio con il padre. Ma il suo disappunto non finiva qui.

Desiderava un giro di volta anche nel suo rapporto con Laura. Forse era stato un pò troppo impulsivo nel dirle ciò che pensava, forse era stata la gelosia a parlare per lui, ma ciò che aveva detto era vero : si era stancato di dover fare l'investigatore per comprendere cosa accadesse nella testa della sua puffa e aveva sempre la spiacevole sensazione che lei non si fidasse di lui.

" Come se per me fosse facile!" le venne in mente lo sguardo triste e deluso di Laura di fronte alla sua affermazione.

In effetti forse avevano ragione entrambi.
Non vi era una visione univoca della realtà. Era assolutamente vero che Laura ce la stava mettendo tutta ed era assolutamente convinto che neanche lei sapesse esattamente il disagio che si nascondeva all'origine di tutto questo.

Sospirò nuovamente.

Era arrivato di fronte alla Fnac. Prese le scale mobili e si diresse al secondo piano, adibito all'elettronica.
Aveva in mente già da tempo cosa regalare a Laura.

Un'iphone, non tanto perchè fosse attaccato alla marca.
Ma voleva regalarle un bel telefono. Se lo meritava proprio.

E poi mentre cercava con lo sguardo ciò che aveva in mente gli apparve davanti : un iphone 12 mini modello rosa chiaro.
Fece in fretta. Chiamò la commessa, le fece un paio di domande. Osservò per bene il modello per accertarsi che non vi erano difetti e pagò.

Sapeva perfettamente come avrebbe reagito Laura di fronte a quel regalo : gli avrebbe detto che non era necessario spendere tutti quei soldi per un semplice telefono. E lui l'apprezzava moltissimo per questo perchè dimostrava di essere una giovane donna molto saggia che non amava gli sprechi.

Ma la sua esperienza gli aveva mostrato un altro punto di vista. I soldi, in fondo, non erano altro che ... soldi. Un mezzo per ottenere varie cose. 
Ma di fatto anche con i soldi non era possibile ottenere le cose più importanti.

La posizione economica di suo padre non gli aveva garantito la felicità nel suo matrimonio. Ne tantomeno l'affetto di suo figlio.
Perciò lui aveva imparato a vedere i soldi per quello che erano : un mezzo di scambio. 

Era salito al piano superiore, e fu attratto dall'area libri. Guardava distrattamente le copertine facendo vagare la mente.

Ad un certo punto una canzone di sottofondo richiamò la sua attenzione :

" One simple thing, where have you gone ? I'm getting old and I need something to rely on,
So tell when, you're gonna let me in,
Im'm getting tired and I need something to begin with"

Quella canzone la conosceva molto bene, era la canzone di Keane.
Le parole di quella canzone lo colpirono a tal punto che si rese conto che il reale momento era semplicemente adesso.
Le vennero in mente sia suo padre che Laura. E la sua scelta divenne necessità. 
Non aveva bisogno ne di comunicare la sua decisione a sua madre, nè di ottenere l'approvazione di nessuno.

Il luogo in cui si trovava era troppo affollato. Sarebbe andato al parco di Porta Venezia . 
Non era distante, giusto un paio di fermate di metropolitana.

In men che non si dica prese la metro al volo e si ritrovò al parco.
Si sedette sulla prima panchina isolata che vide.
Si appoggiò allo schienale e si guardò intorno.

Sospirò per l'ennesima volta. Questo suo atteggiamento lo faceva sentire un lamentoso ed un codardo e lui non era così.
Alzò lo sguardo verso il cielo e vide che era diventato lattiginoso.
Il clima era cambiato in modo repentino e lui non aveva con sè l'ombrello.

Doveva agire. Non c'era più tempo per i ripensamenti.
Compose il numero di suo padre e il telefono dall'altra parte iniziò a squillare.
Squillò diverse volte, ma per diverso tempo non ottenne risposta.
E quando stava per riattaccare una voce lontana sussurrò :
" Manuel?"
" Sì, sono io papà! Stavo quasi per riattaccare! Ti disturbo?" chiese un pò timoroso.
" No affatto, stavo solo un pò riposando!" disse Davide con una voce un pò flebile.
" Se preferisci posso chiamarti in un altro momento!" disse Manuel in modo gentile.
" No, mi fa piacere parlare con te. Come stai? A cosa devo la tua c..." non riuscì a finire la frase che iniziò a tossire.

Manuel si preoccupò un attimo. La voce di suo padre era più debole del solito e poi quella tosse non era di certo incoraggiante.

" Io sto bene papà, e tu? Non mi sembri proprio in forma." esclamò con una punta di timore.
" Sì, in effetti non sono proprio stato benissimo! E come va l'università?"
" Abbastanza bene, sembra che abbia un pò ripreso il ritmo degli studi. Volevo chiederti una cosa papà ."
" Dimmi pure"
 
" Ecco, magari, se per te va bene, potremmo vederci qualche volta. Anche solo per un caffè."
Sussurrò Manuel di colpo.
Ecco.
Lo aveva fatto.
Lo aveva detto.
Si mise in attesa.

Dall'altra parte sentì solo silenzio e questo lo mise a disagio.
" Certo Manuel, volentieri. Solo, tra qualche giorno ok? Non appena sto meglio."
Il ragazzo sorrise e si preoccupò allo stesso tempo.
" Ma cos'hai papà?" chiese nuovamente.
" Niente di grave Manuel , davvero. Sono stato contento di sentirti. Ti chiamo io non appena sto meglio, va bene? Ora torno a riposarmi."
" Va bene papà. Riposati. Ciao"

E così finì la conversazione.
Manuel rimase seduto sulla panchina perso tra i suoi pensieri. Era felice di aver preso l'iniziativa, ma c'era qualcosa che non finiva di convincerlo.
Aveva come la sensazione che suo padre gli avesse omesso qualcosa.
Ma non voleva partire prevenuto come al suo solito.
Non stavolta.

***

Laura era seduta sul muretto appena fuori da Largo Gemelli.
Il suo sguardo era basso.
La sua espressione malinconica.

No , decisamente discutere con Manuel non era qualcosa che la faceva star bene.
Tutto il contrario.
Nel momento in cui le cose con lui andavano male, tutto il resto si dissolveva all'istante e non assumeva più l'importanza che aveva avuto fino a quel momento.

Manuel era importante per lei. Molto.

Stava riflettendo sulle sue parole :

" Sono perfin arrivato a rubare il tuo diario segreto per poter capire meglio cosa hai dentro di te e cosa ti turba...!"

Era questo in particolare che le faceva male.
Lei non condivideva assolutamente il suo punto di vista. Comprendeva il disagio di Manuel, e anche le sue buone intenzioni.
Lei lo amava moltissimo, ma non poteva accettare che lui le desse la colpa di qualcosa che ora della fine era stata una sua scelta.

Lei ha un problema, questo ormai è chiaro e forse anche più di uno. 
Ciò che però ha chiaro è che il gesto di rubare il diario è stato una sua scelta, non l'ha di certo chiesto lei.

Lei era passata sopra quel suo gesto ed anche sopra il fatto che glielo ha tenuto nascosto.
Però se lui ha deciso di darle la responsabilità di tutto no. 
A questo Laura non ci sta.

" Manuel sei proprio un cretino!" esclamò ad alta voce.

" E ti capisco sti maschietti fanno disperare! Dai andiamo a mangiarci una piadina amica mia!" esclamò una voce conosciuta alle sue spalle.

Laura , presa in contropiede si girò e sorrise.

" Sì in effetti ho parecchia fame!"
" E siamo in due guarda!".

Le due amiche si avviarono verso la loro amata piadineria e presero posto. 
La brunetta era piuttosto taciturna, e poco propensa al dialogo. Serena pensò che non fosse il caso di toccare il tasto di Manuel. 
Voleva rispettare il suo stato d'animo e quindi ne avrebbe parlato solo nel caso in cui Laura si fosse aperta lei per prima.

Il discorso invece della madre di Andrea era invece prioritario e decise che non avrebbe indugiato oltre.
" Sai Laura, alla fine due giorni fa ho visto Andrea, e forse non tutto il male vien per nuocere sai? Tu pensa che mi ha dato buca perchè aveva preso le gocce naturali per dormire che le aveva preparato sua madre."

Laura la osservò incuriosita.

" Capisco. Ma sua madre secondo te potrebbe aiutarmi veramente? " chiese dubbiosa.

"Sicuramente vale la pena approfondire! La madre di Andrea, Barbara, è un'erborista molto esperta e la conosco da tanti anni, da ancor prima di sapere che Andrea fosse suo figlio. Secondo me è molto competente!" esclamò convinta Serena.

Laura annuì. Da perdere aveva poco.
" E va bene, se lo dici tu, si può fare un tentativo..." sussurrò.
" Sì e lo faremo oggi stesso.. perchè chi ha tempo, non aspetti tempo!" esclamò decisa.

Laura non disse nulla. Rimase solo estramente sorpresa dalla determinazione della sua amica e comunque pensava ciò che aveva detto : da perdere aveva nulla. Tanto valeva fare almeno un tentativo. Si fidava di Serena, in più di un'occasione aveva dimostrato di essere una ragazza perspicace e perciò , anche se il suo umore non era dei migliori, l'avrebbe seguita.

Decise di mettere da parte quella malinconia interiore in cui rischiava di annegare e sorrise di un sorriso triste.

" E va bene Sere,andiamo!"
Qualche minuto dopo, le due ragazze si incamminarono verso l'erboristeria di Barbara.

   
 
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