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Autore: notamillennial    13/12/2022    0 recensioni
Una sorta di ringraziamento - con un po' di ironia - per tutt* coloro che hanno scritto, scrivono, o scriveranno storie sulle Clexa
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LEXA E’ UNA INFLUENCER DI SUCCESSO
(grazie a tutt* voi)

Avvertenze dell’autrice: nessuna partentesi è stata maltrattata in questo scritto.

“… eh lo so … hai ragione … ora devo salutarti, il lavoro chiama. Ci sentiamo presto. Ciao … cia cia cia!”
Non cha cha cha, ma ciao senza la “a”.
Così qualche giorno fa ho frettolosamente salutato un’amica, che non vedo davvero da troppo tempo.
Mi stava dicendo che lei non “sente” più i personaggi di Clarke e Lexa**+8- (questa è una dei miei gatti che è salita sulla tastiera).
Le ho risposto, prima di salutarla, che invece a me piace ancora leggere di loro e se riuscissi di nuovo a scrivere mi piacerebbe anche raccontare una storia che parli di Heda e Wanheda.
(Finisci quella che hai iniziato e poi cancellato! Questa è la mia Coscienza.)
Non ci riesco.
Purtroppo ho il blocco della scrittrice dilettante ormai da più di tre anni, quindi, Coscienza, non affannarti perché non finirò quello che ho iniziato e poi cancellato.
Anzi, sai che ti dico? Adesso mi prendo uno xanax e provo a dormire!
Che poi, per essere una medicina ha proprio un bel nome. Palindromo e con due “x” …
“Che stai facendo?!”
Mi volto lentamente perché questa voce la riconoscerei tra mille.
Beatrix De Lectrix, l’incubo di ogni scriptrix.
“ … Scrivo?”
Lei mi scruta ed io ho le palpitazioni.
“Me lo stai chiedendo?”
“Sì … no … Sì. Definitivamente sì.”
“Sì me lo stai chiedendo, o sì scrivi?”
“Scrivo?” Proprio non riesco a dare un’intonazione esclamativa alla frase ...
Lei mette il dito nella piaga: “Vedo che siamo sicure di noi, eh? Fammi leggere.”
Con ritrosia …
(Ritrosia? Un vocabolo più discorsivo non lo conosci? Esitazione, riluttanza … perché proprio ritrosia? Perché è il primo che mi è venuto in mente, Cervello. Non ti ci mettere anche tu che già sono agitata.)
Dicevo: con riluttanza (contento Cervello?) le mostro lo schermo del pc.
Descrizione della storia: Lexa è una influencer di successo …
“Una influencer di successo? Ma che sei ammattita?”
“Perché? Volevo essere un po’ originale. Nelle storie che leggo è sempre una CEO – che poi sarebbe un’amministratrice delegata, AD, ma CEO fa più figo e non so perché …”
Lei grugnisce – verbo molto usato nelle ff, specie nelle ABO, perciò spero che me lo passerete – sbuffa e mi penetra con gli occhi, tipo sguardo calorifero alla Supergirl, ma quello è un altro fandom e ne parleremo un’altra volta.
Non mi sento Lena. Bene, non mi sento bene!
Lena, Lexa, Xena … ma le donne di carattere hanno tutti nomi così?
Di carattere, di carattere.
No. Non “con le palle”, è un’espressione che, riferita ad una donna, non mi è mai piaciuta, ma questo dibattito lo lasciamo a Meloni, Boldrini e Serracchiani (imploro perdono, è stato più forte di me).
Ma torniamo a noi ... lei grugnisce e mi penetra con gli occhi.
Mi faccio coraggio: “Lexa è una leader, carismatica e trascinatrice. Di sicuro ha influenzato la sua gente ...”
“Ma non per questo puoi trasformarla in una influencer. Appena ho letto me la sono immaginata in una pubblicità di uno shampoo … non puoi trasformare una guerriera in una che fa una pubblicità ad uno shampoo per capelli …”
“Ma perché esistono shampoo che non siano per capelli?”
Non lo dovevo fare.
Sbam!
Batte un pugno sul tavolo che, essendo un treppiedi, si inclina pericolosamente verso di lei.
Si alza in piedi, senza nascondere l’orgoglio che le ha provocato la quasi rottura del mio tavolo e spiega: “Ci sono shampoo per cani, shampoo per gatti. Non lo sapevi? Il tuo cane non lo lavi mai? Lasciamo perdere ... e poi Clarke chi sarebbe in questa storia? La Ferragni? Così creerai le Felex …”
Questo dettaglio mi colpisce come un treno in corsa (lo so, un po’ tragica come espressione, ma molto utilizzata … vado sul sicuro).
“Hai ragione, poi Fedez si incazza …” concedo.
Penso un po’ … non mi viene in mente niente.
Scorro nella testa le varie storie che ho letto: pugile no, troppo Million Dollar Baby ed io voglio l’happy ending, magari un po’ angst, ma con happy ending.
Studentessa no, non vorrei che Clarke si mettesse a parlare in corsivo.
Mi immagino già la bionda che si siede ad uno dei tavoli della mensa di scuola e parlando con Raven e Octavia esordisce con “Ragazzie, non sapetie cosa mi è successio …”
CEO mi rifiuto. Tutt’al più AD … Nell’AD 2022 c’era una AD, che somigliava ad ADC … che casino!
Musicista? No, ne hanno scritte in abbondanza. Allegre andanti, forti con sentimento, che procedono adagio con ogni tanto un vibrato … se poi sbaglio il ritmo narrativo?
Barista?
“Vorrei un Crodino…” disse la bionda chiedendo un aperitivo biondo che fa impazzire il mondo … no, no, meglio di no.
Pilota di aereo. Già scritte. E se poi la storia non decolla?
Polizzzzzzzziotta … e che ve lo dico a fa’?
Chef? Pure quelle se ne sono viste in giro: piccanti, dolci-amare, alcune con poco sale …
Fotografa! Macchè, ogni tre per due Lexa è una fotografa, come mette a fuoco lei nessuno mai …
“Quindi?”
Beatrix mi inquisisce.
“Non lo so …”
Scrittrice, attrice, nuotatrice, insegnante, studentessa, verginella, arrapata, con appendice, senza appendice (non quella che è nella panza, quell’altra … quella maschile, sì … GPLexa! La prima volta che l’ho letto nelle tag pensavo fosse una storia di motociclismo), nerd, fashion, spietata, compassionevole all’inverosimile, maltrattata, abusata, madre, figlia, figlia naturale, figlia adottata (va per la maggiore) con problemi di rabbia repressa, timida, taciturna, incapace di reggere l’alcool, beona a livelli da guinness (no pun intended) dei primati.
Ma sempre bellissima.
E’ vero. Ho una specie di ossessione per questo personaggio e lo vedo un po’ ovunque: nella pennetta usb che è marcata Lexar, nel Lexotan, in ALexa … una volta ho scritto una mail ad una collega che di cognome fa Lepera ed ho iniziato così: “Gentile Dottoressa Lexa …” come (o al contrario di) quella studentessa di Umberto Eco che, parlando della storia dell’Unità d’Italia, continuava a dire Nino Biperio di qua, Nino Biperio di là. Fin quando Eco le chiese : “Ma chi è ‘sto Nino Biperio? Mica intenderà Nino Bixio?!” La studentessa si illuminò: “Allora non era un’abbreviazione la “x” negli appunti della mia compagna di corso!”
Beatrix mi schiocca le dita davanti agli occhi.
Salto sulla sedia, che essendo vecchiotta (ma soprattutto essendo io cicciotta – e non è body shaming, è la verità) emette un rumore sinistro.
“Che è?”
“Mi sembravi addormentata … la vuoi scrivere questa storia o no?”
No, non sono in grado. Già ho problemi con il personaggio di Lexa, figuriamoci con quello di Clarke.
Su di lei è stato scritto di tutto ed il contrario di tutto.
Di solito è un medico con aspirazioni artistiche, la qual cosa potrebbe essere ben coniugata facendole fare il chirurgo plastico ... macché! Il più delle volte vive al pronto soccorso oppure è un neuro/cardio chirurgo. Un misto tra il Dottor Burk, il Dottor Stranamore e, rullo di tamburi, il Dottor Ross (per chi fosse troppo giovane per ricordarlo uno splendido George Clooney in ER, primissime serie, quindi anni novanta). Ha, sempre di solito, problemi con la madre dopo che il padre le è morto intorno ai sedici anni (molto canon questa caratteristica) e lei ed Abby (che due volte su tre è un’alcoolizzata/drogata) non si parlano se non il giorno del Ringraziamento, per telefono ovviamente, con Clarke che chiude la chiamata con un “ringraziamo ‘sta cippa!”.
Lexa l’aiuterà a ritrovare il rapporto con la madre (avevamo dei dubbi?).
“Oh, ma ci sei?”
E niente, Beatrix è impazientix.
“Non so davvero che scrivere Bea …”
“Non chiamarmi Bea, chi ti conosce! E se scrivessi una Lexark?”
Eh no! Il mio Cervello (sì, proprio tu, Cervello) va in confusione solo solo per i nomi.
Clarke che diventa Elyza Lex, Lexa che diventa Alicia Clark … a volte sono entrambe in un unico corpo, con ricordi della vita precedente che riaffiorano pian piano, così abbiamo una Alicia Clark Lexa Kom Trikru e una Elyza Lex Clarke Griffin. Dio non voglia che si sposino: Alicia Clark Lexa Kom Trikru Lex, e Elyza Lex Clarke Griffin Clark. Non invidio il povero officiante (di solito è Raven).
“Potresti scrivere una Ranya …”
“Sì, di Giordania! Mi rifiuto di scrivere una storia con due personaggi che nella serie TV manco si sono mai parlati …”
Ma com’è che ci sono miriadi di storie con Anya e Raven innamorate perse e di solito già felicemente accasate sin dall’inizio della vicenda?
Boh … comunque danno sempre un tocco di allegria, di ironia e, a volte, di saggezza.
“Allora scrivi una Elyc…”
“NO! Non finire neanche la frase!”
Beatrix rimane colpita dalla mia veemenza (Cervello, anche tu non dire una parola!) e mi guarda come un cucciolotto di tartaruga (sempre per voler essere originali … che poi i tartarughini fanno tanta tenerezza quando con quelle zampine tondoline corrono verso il mare. Peccato che vengano trucidati quasi tutti prima di arrivare all’acqua ... e così ho rovinato la bella e poetica immagine).
“Allora proprio non vuoi scrivere niente?”
La domanda è epocale: davvero non voglio scrivere più niente?
Prendo tempo: “Per ora forse è meglio di no …”
“Vabbeh, allora io vado.”
“E dove?”
“Sul web, a leggere, per fortuna non tutti sono come te!”
E ciò detto Beatrix De Lectrix se ne va.
Tiro un sospiro di sollievo e cancello l’introduzione alla mia storia non scritta. Per questa volta (e per sua fortuna) Lexa non sarà una influencer di successo che pubblicizza shampoo.
Mi metto a leggere anch’io, ringraziando mentalmente (sì, Cervello, non ti dare troppe arie) chi ha ancora la voglia e la forza di scrivere (più in inglese che in italiano, per la verità) delle nostre amate Lexa e Clarke.
Grazie, grazie a tutt* (questa volta l’asterisco è voluto, non è la mia gatta salita sulla tastiera) voi.
Non smettete di scrivere, di sognare e, sopratutto, di divertirvi scrivendo!
NaM
   
 
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