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Autore: CatherineC94    13/12/2022    10 recensioni
«Sei un grande idiota, ti devi sempre mettere in mezzo» mugugna Alastor lanciandosi a destra.
«In mezzo si sta benissimo» ribatte Aberforth languente e Alastor sbuffa ancora di più.
l "Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2024 indetti sul forum Ferisce la penna"
lPer LadyPalma
[Questa storia partecipa all'iniziativa #regalidinchiostro indetta dall'Angolo di Madama Rosmerta su Facebook]
lLa storia partecipa all’iniziativa “For God’s sake, say something” indetta da Fuuma sul forum Ferisce la penna
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aberforth Silente, Alastor Moody, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Appointment in Hog's Head Inn
 
 
 
 
 «Sembri stravolto, però l’aspetto ti dona. Anzi, ti dona molto».
Alastor fa finta di non capire, nell’aria l’acidità caustica di Aberforth pregna ogni tentativo di relazioni umane.
«Questo lavoro non ti si addice» si limita a puntualizzare lui e con estrema nonchalance si abbandona su uno sgabello logoro.
Aberforth sorride perfido, quelle parole invece di offenderlo sembrano aver causato l’effetto contrario.
«Dammi qualcosa da bere, una di quelle cose che vendi tu. Almeno dimentico la giornata» sbotta Alastor, davanti agli occhi le riunioni interminabili e le parole logoranti dei suoi colleghi.
«Pensavo che aveste autorizzato la caccia all’uomo al Ministero» dice Aberforth, ma Alastor non ha tempo di ribattere.
«Moody! Potevi aspettare, ti ho detto espressamente che un goccio sarebbe stato l’ideale!» cinguetta una donna sedendosi di lato.
«Barrow» mugugna lui a mo’ di saluto.
«Daisy» lo corregge lei.
Aberforth è rimasto senza parole, anzi i pensieri lo stanno assalendo caotici sviluppando una sorta di turbine dove la donna assume movimenti e diversi artifici proibiti che da tempo non assaggia.
«Il tuo nome è perfetto per una capra» dichiara così di punto in bianco.
Alastor l’osserva interdetto e Daisy, che fin da giovane ha sempre avuto la passione inquietante per gli uomini conturbanti arrossisce di colpo.
«Suppongo che devo ringraziarla per il complimento Signor Silente» balbetta lei aggiustandosi i capelli dietro l’orecchio.
«Aberforth, chiamami pure così» replica lui poggiando il braccio ad angolo retto sul fianco.
«Oppure l’uomo che sussurra alle capre, Barrow» aggiunge malefico Alastor gettando un’occhiata torva al barista.
«Sono animali sensibili» dice gelido Aberforth.
«Sono proprio carine, povere care!» pigola dolce Daisy.
Quella sera è solo l’inizio della fine.
 
 
Da quel momento in poi la Testa di Porco è diventata un campo di battaglia implacabile.
Aberforth, che non è mai stato corretto nella sua vita, ha sfoderato le peggiori armi che ha fin da giovane nascosto fra le pieghe del suo kilt ammuffito; non ha mai voluto concepire che uno squilibrato come il suo vecchio amico Alastor potesse rubargli la preda da sotto le mani callose.
Alastor dal canto suo ha fin da subito captato le vibrazioni sensuali di Aberforth e solo a quel pensiero tra una scartoffia ed un’altra ha dovuto trattenere i conati di vomito.
L’amico, il confidente, il barista che fin da dubito ha saputo apprezzare nella sua ruvida disponibilità, si è trasformato in una sorta di gorilla in calore e lui ha avvertito un prurito di fastidio alle mani che solo chi lo sfida solitamente lo provoca.
Quel pomeriggio sta camminando verso l’antro di quell’energumeno con uno strano presentimento; Alastor sa bene che Daisy è ingenua e quindi deve in qualche modo poter fare qualcosa.
Si blocca di scatto quando riesce ad origliare la risata cristallina della donna in lontananza; respira profondamente per poi applicarsi un getto freddo sulla testa.
In un attimo è appartato di lato alla donna e nessuno, nemmeno la capra isterica di Aberforth può fiutarlo.
 
«Stasera non ho niente di particolare, sai ho ucciso una dozzina di topi nella stanza di sopra» dichiara Aberforth fiero della sua giornata impegnata.
Daisy ridacchia pensando che quella sia in effetti una battuta.
«Sei davvero divertente, Aberforth» ridacchia lei.
La mano di Alastor si stringe sulla bacchetta, nervosa.
«Dannata ragazzina, dovevi vedere come tentavano di fuggire! Ma io sono più furbo di loro» continua Aberforth con un tono così orgoglioso che si potrebbe pensare che abbia compiuto chissà quale gesto.
«Sono sicura che nessuno potrebbe sfuggirle!» sussurra Daisy, gli occhi marroni enormi e le labbra turgide.
Aberforth sta volando ormai verso terre battute raramente e il sorriso sporco che cosparge il viso non fa presagire bene.
«Te lo posso dimostrare» propone diretto e Alastor non ci vede più.
L’incantesimo di Disillusione s’infrange e Aberforth si ritrova una bacchetta puntata contro.
«Che seccatura, dannato idiota» esclama Aberforth asciutto.
Gli avventori del Pub si voltano di scatto, comprendono che la situazione si mette male e in un baleno rimane il deserto.
Milly trotterella minacciosa anche se gli occhietti maligni sono puntati verso i polpacci di Daisy.
«Finiscila» lo minaccia Alastor.
Aberforth ride gelido.
Si volta rapido, il kilt ondeggia ed una leggera brezza notturna l’avvolge.
«Che meraviglia» esclama Aberforth beandosi del momento di frescura; poco dopo afferra la bacchetta e l’idillio si consuma.
«Sei un grande idiota, ti devi sempre mettere in mezzo» mugugna Alastor lanciandosi a destra; un fiotto giallo sfiora Aberforth che si nasconde dietro ad uno stipite.
«In mezzo si sta benissimo» ribatte Aberforth languente e Alastor sbuffa ancora di più.
Con un movimento liscio un fiotto rosso viene parato da Alastor che ridendo sa di avere la situazione in pugno.
«Sei un freddo calcolatore» l’accusa Alastor.
«Sei peggio di un topo di montagna! Ma io ti stanerò, roditore!» ribatte Aberforth quando si ritrovano faccia a faccia.
Si squadrano irati, il momento è topico anche se un urlo irrompe.
«Ferma! Stupido animale! Fermo!» strilla Daisy e le orecchie di Aberforth si raddrizzano nevrotiche.
Mentre i due hanno piroettato combattendo in ogni angolo del Pub, Milly la capra, che non eccelle per spirito di cameratismo, ha approfittato per poter dare un morso infimo alla giovane donna.
«Tu, donna. Non ti permettere ad insultare la mia capra» sibila Aberforth, una furia gelida irrompe nella stanza facendo indietreggiare tutti.
«Tienitela pure, quella bestiola malefica!» ribatte con le lacrime agli occhi.
«Daisy…»inizia Alastor.
«Barrow. Scusa Moody, ma adesso devo proprio andare. Ci si vede in ufficio!» conclude scontrosa ed uscendo rapida.
Aberforth è corrucciato, afferra piano Milly stringendola tra le braccia e sussurrando:« Tranquilla dolcezza, lei non può capire».
In quel momento Alastor invece vorrebbe solo staccargli la testa, ma si limita a sbuffare spazientito.
 
 
Anni dopo
 
Alastor entra arrancando, un rumore sordo riempie la stanza creando una sorta di cigolio sinistro.
«Ah sei tu» borbotta Aberforth.
«Accogliente come sempre» ribatte Alastor sorridendo sarcastico.
Aberforth si muove fluido e riempie un calice con la bevanda preferita dell’amico.
«Ti hanno rimesso a nuovo, vedo» osserva Aberforth puntando gli occhi verso la gamba nuova.
«Quei disgustosi esseri pensavano che perdere una gamba potesse fermarmi, ebbene guardala. Mi sento meglio di prima» afferma laconico Alastor bevendo poco dopo.
Milly l’osserva famelica.
«Ferma, dolcezza» sussurra Aberforth.
«Dovresti darle un nome, sai, per sembrare più mentecatto di quanto tu sia di solito» suggerisce Aberforth sedendosi di lato e versandosi qualcosa.
«Pensavo a un nome tipo Daisy, che ne dici idiota?» sghignazza Alastor.
«Non me la nominare quella fedifraga, vecchio strambo. Lo sai che ha pensato di fare una legge per abolire le capre domestiche?».
 
E tutta le sere, fino a molti anni dopo, in quel luogo la loro amicizia corrosiva ha alleviato qualche vecchia cicatrice che non è mai riuscita scomparire del tutto.

 
 


 
A Martina, con estrema gratitudine <3
 
 
   
 
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