Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Stillathogwarts    15/12/2022    2 recensioni
Tre anni dopo la guerra, Draco Malfoy fa il sogno più strano della sua vita, il quale gli darà la spinta necessaria a risollevare le sue sorti e riprendere in mano le redini del suo futuro.
--------
Una piccola rivisitazione del famoso classico di Natale "A Christmas Carol" di Charles Dickens, a tema Dramione, con una morale del tutto diversa che darà una lezione importantissima a Draco, aiutandolo a comprendere cosa desidera veramente dal suo futuro.
- SHORT STORY (Prologo, 6 CAPITOLI, Epilogo)
- DRAMIONE + ACCENNI DRASTORIA
- POV DRACO MALFOY
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Più contesti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer: I personaggi e il mondo di Harry Potter in generale non mi appartengono. Il concept di "A Christmas Carol" a cui mi sono ispirata appartiene a Charles Dickens, che ha scritto l'opera originale. Questa storia è frutto della mia immaginazione e non è altro se non un'opera di fanfiction, scritta senza alcuno scopo di lucro.




A Christmas Carol
 





PROLOGO

Just Another Christmas Eve
 
 
 
 
 
24 dicembre 2000
 
La guerra nel mondo magico è finita ormai da due anni e mezzo, ma nella mia testa imperversa più violenta che mai. Un’incessante lotta contro i miei demoni che sembra non giungere mai a una conclusione.
Combattere una minaccia esterna è quasi facile in confronto ad affrontare una battaglia interiore. Lotti, pianifichi, agisci, comprendi chi colpire e quando… ma come si sconfigge qualcosa che è dentro di te? Qualcosa che è così radicato in te da non lasciarti scampo?
È facile per i demoni interiori sopraffarti quando sei solo nella tua testa per tutto il tempo.
Potrei uscire dal Manor, direte voi, distrarmi.
Non è tra le mie opzioni.
È impossibile distrarsi all’esterno quando si è oggetto di continue occhiatacce di disgusto e sussurri di disprezzo.
Credetemi, ci ho provato.
Una sola volta, certo, ma mi è bastata per il resto della mia vita.
Non è solo per via del dolore da sopportare nel vedere la mia reputazione distrutta, o il rimpianto dei tempi in cui il mio nome era rispettato nella società magica, no; a sopraffarmi è soprattutto la vergogna di chi ha capito di aver sbagliato e nel più vile dei modi. Di chi sa di non poter tornare indietro e approfittare almeno dell’ultima occasione di fare la cosa giusta per fare ammenda per i propri errori.
La verità è che non ho mai pensato che un giorno avrei messo in discussione tutto, né tanto meno che sarei arrivato a comprendere che gli ideali con cui sono stato cresciuto sono errati; non ho mai riflettuto sulla possibilità che mio padre fosse nel torto, per cui ho agito di conseguenza ed ho capito di aver sbagliato quando ormai era troppo tardi.
La guerra avrà iniziato tutto il mio percorso, avrà innescato ciò che mi ha portato ad avere una profonda e sconvolgente epifania, ma è stato il mio anno di isolamento dopo il processo a ribaltare completamente la situazione; quando hai così tanto tempo per riflettere, analizzare e rivivere i tuoi errori, inevitabilmente, arrivi a riconoscerli. Hai tutto il tempo di pentirti e di tormentarti con i sensi di colpa, solo che quando sei un inguaribile codardo come me, non hai modo di uscire da questo circolo vizioso. Non troverò mai il coraggio di chiedere perdono a chi di dovere, come non sono stato in grado di ringraziare Potter per aver testimoniato a mio favore durante l’udienza finale del mio processo; mi ha salvato la vita tre volte, quando non mi doveva assolutamente niente, e io non ho avuto neanche la decenza di ringraziarlo per questo.
Alcuni di voi scambieranno la mia codardia per orgoglio, ma so perfettamente che non lo è.
Non c’è orgoglio nella mancanza di riconoscenza per la gentilezza ricevuta da parte di qualcuno che per tutta la vita non hai fatto altro che ferire. È solo codardia e vergogna.
Chi lo ha il coraggio di guardarlo negli occhi, con la consapevolezza della portata dei miei errori? Del peso che le mie azioni hanno avuto? Del dolore che ho provocato?
Un Grifondoro a caso potrebbe farlo, ma io… io sono quanto di più lontano possibile da ciò.
Però ho imparato le lezioni che potevo imparare da quella serie di terribili eventi e se crogiolarmi nei sensi di colpa, negli incubi delle cose orribili a cui ho assistito durante la guerra, se essere solo è la mia punizione, quella che il Wizengamot mi ha risparmiato di scontare ad Azkaban, la accetterò senza protestare. Me lo merito il dolore e merito persino la triste solitudine a cui sono stato condannato, ne sono consapevole.
Vorrei che anche per mio padre fosse stato così, ma non tutti impariamo dai nostri sbagli, a quanto pare. Il mio cambiamento di posizione ha reso i miei rapporti con i miei genitori tesi come corde di violino sul punto di spezzarsi. Avremmo potuto ricominciare, fare affidamento l’uno sull’altro, diventare persone migliori… ma a quanto pare è un desiderio “da deboli”, - così dice Lucius Malfoy -, che in famiglia nutro solo io. E così, ho perso anche l’appoggio delle uniche due persone che mi erano rimaste.
Vivo ancora al Manor, d’altronde è abbastanza grande da permettermi perfettamente di evitare di incontrarli; le mie giornate sono monotone, tutte uguali, ma ho stabilito un mio equilibrio: ricerche di Alchimia, ore trascorse in biblioteca, altre nel mio laboratorio di Pozioni.
Il difficile viene alla sera, quando torno nella mia stanza e la mia mente riavvolge il nastro della mia patetica esistenza, torturandomi senza remore.
Se ci sono stati momenti, durante la guerra, in cui ho pensato di trovarmi all’inferno, mi sono dovuto ricredere: è questo l’inferno, dover convivere con ciò che sono stato la mia condanna, rivivere ogni singolo evento traumatico in loop, la mia punizione eterna.

 
*

Un gufo trafelato picchietta contro il vetro della finestra della mia stanza; le tende sono tirate, le tengo sempre aperte da quando ho scoperto che si può trarre conforto dal calore della luce solare. Lo faccio entrare, lascio cadere delle monete nella sua saccoccia e lui mi ripaga con una copia della Gazzetta del Profeta di quel giorno; gli do da mangiare, poi l’uccello sfreccia via ed io sono di nuovo da solo.
I miei occhi si soffermano sulla data odierna, riportata sul giornale: è la Vigilia di Natale.
Per qualche ragione, sono sorpreso di scoprirlo; forse è la realizzazione improvvisa di aver preso l’abitudine di non contare i miei giorni, ma a che pro farlo, quando sono tutti uguali?
Il Natale al Manor è sempre stato tetro, comunque, ed è dal quarto anno che un albero non viene allestito nel salotto. Non che abbia possibilità di risentirmene, dato che io, in quel salotto, non ci metto più piede. Le urla di Hermione Granger mi tormentano abbastanza nei miei incubi, quasi ogni notte, non ho bisogno di rinfrescare ulteriormente la mia memoria.
Il Natale, comunque, ha un effetto logorante per chi conduce un’esistenza straordinariamente solitaria come la mia. È un booster per il dolore e per la tristezza. Questa sarà solo un’altra Vigilia come tante nella mia vita, uguale a tutte le altre, eccetto forse le poche che ho avuto modo di trascorrere a Hogwarts.
Cerco di distrarmi dalla questione sfogliando pigramente il giornale, finché non giungo a pagina 7 e tutto precipita inesorabilmente.  
Il mio ultimo errore, la mia ultima chance di avere una vita serena e potenzialmente felice, a cui ho voltato le spalle prima ancora di poterla considerare tale, lasciandomela scappare nonostante la sua fortuita comparsa, mi fissa dal giornale.
Astoria Greengrass sorride raggiante, con indosso un abito bianco, a braccetto con un giovane uomo che conosco benissimo: è Adrian Pucey e l’articolo riporta la notizia del loro matrimonio.
Una risata amara lascia la mia gola.
So che lui la renderà felice come io non sarei mai stato in grado di fare.
Vi ho già anticipato che una volta ho provato ad uscire di casa, dopo la guerra.
È stato quasi un anno e mezzo fa, quando mi sono illuso brevemente che almeno nell’ambiente Purosangue avrei potuto guadagnarmi un posto; ma un posto non c’è lì, per quelli che come me hanno abbandonato definitivamente gli ideali purosanguisti.
Astoria Greengrass era come me.
Credo mi abbia notato perché le mie conversazioni con gli invitati a quell’evento erano talmente brevi e fredde che dopo un’ora sono finito in disparte a bere vino elfico da solo, probabilmente con l’aria di chi non vedeva l’ora di dileguarsi, ma non poteva ancora farlo per educazione.
È inevitabile quando l’ostinazione della gente a non vedere la realtà per quello che è ti indispone così tanto da impedirti di relazionarti con essa. Il loro modo di parlare, come se non si rendessero conto di non essere veramente superiori a nessuno, come se continuassero a reputarsi in qualche misura nobili, come se fossero ancora assolutamente convinti della legittimità dei valori purosanguisti, mi ripugnava. Mi sentivo solo, diverso, tra le persone che avevo considerato i miei simili fin dall’infanzia.
E non mi dispiaceva per niente.
Non dispiaceva neanche ad Astoria.
Si era avvicinata a me e due secondi dopo avevo già capito che anche lei era una pecora nera in quel gregge. È stata una ventata d’aria fresca, sentirsi capito per la prima volta nella vita. Mi ha dato speranza in un primo momento, ma più le parlavo, più mi rendevo conto che, anche se lei aveva un tempo condiviso quegli ideali che eravamo giunti a odiare entrambi, io restavo su un altro livello. Mi ero macchiato di un’oscurità a cui lei non aveva mai concesso l’occasione di scalfirla; far parte della sua vita l’avrebbe contaminata. E per la prima volta, ho imparato il valore dell’altruismo: quando mi ha chiesto di vederci per un aperitivo, le ho detto che non era il caso, che doveva starmi lontana perché non ero capace di volere bene alle persone, di non ferirle.
Non so se sia vero, in realtà. So di aver desiderato amicizie reali per tutta l’infanzia, invidiando il Trio Miracoli più per il legame che condividevano che per la fama e la gloria che li seguivano, ma non ho mai avuto l’opportunità di scoprire se sono in grado di curare un rapporto così genuino e profondo o meno.  
Ora non lo saprò mai, ma almeno ho salvato Astoria Greengrass da me.
Come puoi pensare di poter rendere felice qualcuno, quando non sai neanche che sapore abbia la felicità? Quando sei troppo tormentato per fare spazio alle cose belle, quando hai troppa oscurità in te che tutta la luce del mondo non riuscirebbe ad annientarla?
Astoria ha quella luce, Adrian ha i mezzi per alimentarla.
Io non avrei fatto altro che spegnerla.
Ma una minuscola parte di me, guardando la gioia e l’amore nei loro sguardi, visibili anche in quel piccolo ritratto senza colore, non può fare a meno di desiderare di aver scelto un altro momento, per giocare ad essere altruista.
Perché l’uomo al suo braccio, con la prospettiva di una vita lunga e felice, avrei potuto essere io.
Mi sarebbe bastata, Astoria.
C’era qualcosa in lei che mi aveva fatto pensare che sarebbe stata in grado di curare le mie ferite o almeno di lenire il mio dolore, ma non ero pronto a lasciarlo andare. Non avevo ancora pagato abbastanza.
Ora so che dovrò pagare per tutta la vita, perché non avrò mai il coraggio di chiedere scusa e di lasciare la mia prigione eterna.
Sarò solo per il resto della mia esistenza.
Che differenza fa, vi chiederete.
Nessuna.
Sono sempre stato solo, in fondo.
Almeno, questa volta, ho i miei demoni a farmi compagnia.








________

Salve a tutti/e!

Eccomi qui con una piccola short story a tema natalizio sulla Dramione. 
Questa fanfiction prende spunto dal famoso classico di Natale A Christmas Carol, (tradotto: Cantico di Natale, forse alcuni/e di voi lo conosceranno così) scritto da Charles Dickens. Il concept segue la trama dei tre fantasmi che, la notte della Vigilia di Natale, appaiono in visita a Draco per guidarlo in un viaggio (presumibilmente) onirico che gli impartirà una lezione molto importante (chiaramente diversa da quella che doveva apprendere Ebenezer Scrooge nell'opera originale) e che cambierà significativamente il corso della sua esistenza, dandogli la spinta necessaria a riprendere in mano le redini della sua vita e la forza di lottare per garantirsi un futuro migliore per sé stesso.

Per la prima volta nella storia delle mie fanfiction da quando ho ripreso a scrivere, ho deciso di optare per una prima persona al presente (un'idea che ho in mente di sperimentare da un po', ma ogni volta che inizio a scrivere me ne dimentico e alla fine resto con la terza persona al passato) e sarà interamente pov Draco Malfoy (questa è la sua storia, il suo percorso e tutta l'attenzione sarà su di lui). 

Si tratta come ho già anticipato di una Dramione, ma ci saranno anche accenni Drastoria, perché volevo conservare il ruolo determinante e positivo che Astoria ha avuto su Draco e qui ho trovato il modo di farlo senza intaccare la Dramione in sé, anche perché il personaggio di Astoria, per quanto poco lo conosciamo dal canon, mi piace davvero tanto e lo reputo ricco di potenzialità inespresse. Qui ne approfondirò un po', dandole un ruolo fondamentale nel percorso di Draco. 

L'idea è quella di portare un po' di Dramione nelle vostre vacanze (facciamo finta che non ve ne porti già abbastanza normalmente), insieme a un po' di spirito natalizio, motivo per cui in questa storia troverete una percentuale di dramma tra Draco e Hermione molto bassa, con lei che si dimostra subito comprensiva e disponibile a lasciarsi il passato alle spalle (ha avuto anni per sbollire e maturare in tal senso). Tenete d'occhio le date, perché indicano i salti temporali e nei capitoli finali questo è significativo.

Inizialmente avevo pensato di pubblicare un capitolo di questa storia per ogni giorno di festa a partire dal 23 dicembre, ma poi ho realizzato che per farlo avrei dovuto saltare alcuni aggiornamenti delle altre storie in corso e credo che mi avreste odiata un po' tutti/e, per cui ho anticipato la pubblicazione ad oggi e programmato un capitolo per ogni giovedì e ogni domenica (praticamente, gli unici liberi che avevo). Saranno sette aggiornamenti totali e vi accompagneranno per tutto il periodo natalizio: prologo, 6 capitoli, epilogo (previsto per l'8 gennaio 2023).

N.b. ho dato un titolo anche al prologo e all'epilogo, quindi non sono indicati come tali, ma hanno questa funzione. Vi avviso inoltre che i vari capitoli mi sono usciti tutti di lunghezza diversa questa volta.

La storia è dedicata alla mia Parabatai, anappleformalfoy, senza la quale questa fanfiction non esisterebbe affatto.
(Parabatai che finalmente si è decisa a pubblicare la sua prima long Dramione.)

Ringrazio tutti voi che leggerete la mia storia, in particolare chi di voi mi lascerà un feedback; sapete ormai quanto tenga a sapere la vostra opinione su quello che scrivo.

Spero che abbiate trovato il Prologo interessante e che questa short story vi piaccia!

A presto e Buone Feste! 

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Stillathogwarts