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Autore: Ghost Writer TNCS    17/12/2022    2 recensioni
Da sempre le persone hanno vissuto sotto il controllo degli dei. La teocrazia del Clero è sempre stata l’unica forma di governo possibile, l’unica concepibile, eppure qualcosa sta cambiando. Nel continente meridionale, alcuni eretici hanno cominciato a ribellarsi agli dei e a cercare la verità nascosta tra le incongruenze della dottrina.
Nel frattempo, nel continente settentrionale qualcun altro sta pianificando la sua mossa. Qualcuno mosso dalla vendetta, ma anche dalla volontà di costruire un mondo migliore. Un mondo dove le persone sono libere di costruire il proprio destino, senza bisogno di affidarsi ai capricci degli dei.
E chi meglio di lui per guidare i popoli verso un futuro di prosperità e progresso? Chi meglio di Havard, figlio di Hel, e nuovo dio della morte?
Questo racconto è il seguito di AoE - 1 - Eresia e riprende alcuni eventi principali di HoJ - 1 - La frontiera perduta.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '1° arco narrativo'
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28. In salvo

«Stanno con Havard o con gli dei?» chiese Shamiram osservando la dozzina di orchi che correva verso di loro con le armi in pugno.

«Glielo chiederemo quando si saranno ripresi» ghignò D’Jagger. «Flash!»

Il goblin lanciò una delle sue granate stordenti, che rimbalzò proprio davanti ai nemici. Un paio di guerrieri rallentarono un attimo, ma questo non cambiò le cose: lo scoppio assordante stordì tutti gli orchi, e il bagliore improvviso li lasciò momentaneamente accecati.

Per fortuna Shamiram si era premurata di evocare un muro di sostanza nera, altrimenti il lampo improvviso avrebbe investito anche Tenko.

«Perfetto, ora tutti sanno che siamo qui» sottolineò Sigurd con un certo disappunto.

La demone decise di prendere l’iniziativa: fece qualche passo avanti e sollevò la sua spada. «Morte agli dei!» gridò più forte che poté. «Lunga vita al sommo Havard!»

Alcuni orchi risposero al grido sollevando le loro armi, altri invece grugnirono e si prepararono ad affrontarli.

«Buona idea» riconobbe l’elfo. «Per ora occupiamoci di sfoltire le linee nemiche, poi penseremo alla poliziotta. Shamiram e D’Jagger, storditeli da lontano. Tenko, tu ed io li copriremo.»

«Questa è la mia specialità!» sorrise D’Jagger.

«Ok» annuì la demone.

Sfruttando il piano di Sigurd – che diventava il leader quando si trattava di combattere – i quattro riuscirono a sfoltire piuttosto velocemente il numero di guerrieri degli dei, indirizzando la battaglia in favore delle truppe di Havard.

Comprendendo la schiacciante superiorità dei nuovi nemici, il comandante degli Clero fece l’unica cosa sensata: «Tributo!» chiamò, «Occupati di loro!»

Freyja spedì al tappeto il suo avversario con un pugno alla mandibola, guardò nella direzione indicata dal suo comandante e partì alla carica senza battere ciglio.

«Arriva!» esclamò D’Jagger. «Flash!»

Lanciò una granata stordente verso la poliziotta, ma lei la calciò via e continuò ad avanzare.

«Ci penso io» affermò Shamiram, e con un gesto della mano sollevò Freyja a mezz’aria.

La poliziotta rimase un attimo sorpresa e cercò di ritrovare l’equilibrio. Individuò la maga e lanciò la sua mazza. L’umana bloccò l’arma a mezz’aria, ma il diversivo consentì all’orchessa di liberarsi.

La poliziotta raccolse un’ascia e tornò alla carica. Sigurd scattò in avanti e le sbarrò la strada. Freyja menò un fendente con la lama al contrario e l’elfo rispose allo stesso modo. Un sibilo metallico risuonò nell’aria e la testa dell’ascia volò via, tagliata con precisione dalla spada nera dello spadaccino.

La poliziotta si preparò a sferrare un pugno, ma qualcosa le trattenne la mano. Guardò in basso e vide una sostanza densa e nera che la ancorava a terra. Era vagamente elastica, e in un attimo le avvolse anche i piedi, impedendole di muoversi.

Provò a dimenarsi, ma nonostante la sua forza, ogni sforzo veniva annullato da quella sostanza nera e appiccicosa. E la melma saliva, avvolgendosi intorno a lei. Non poteva fermarla.

Shamiram fluttuò verso di lei e le pose una mano sulla fronte. «Presto starai bene.»

Furono le ultime parole che Freyja riuscì a sentire, poi la magia dell’umana fece effetto e perse i sensi.

Appena gli altri servi degli dei capirono che il tributo era stato sconfitto, il loro morale collassò e alcuni cominciarono a scappare. Il comandante provò a richiamarli all’ordine, ma l’impeto dei ribelli era troppo forte ormai. Un manipolo di guerrieri lo raggiunse e lo uccise sul posto, convincendo il resto dei nemici a darsi alla fuga.

I soldati di Havard esultarono con grida feroci, nel frattempo il loro leader – un orco alto e senza l’occhio sinistro – si avvicinò ai nuovi arrivati.

«Vi ringrazio per l’aiuto. Vi ha mandato il sommo Havard?»

«È così» confermò Tenko. «Ci ha chiesto di catturare l’orchessa che vi stava dando problemi.»

Il comandante poggiò a terra la sua arma, una specie di tozza lancia di legno con la punta in ferro. «Ho sentito parlare di te. Sono Or’dag.»

«Tenko. Lui è Sigurd.»

Shamiram e D’Jagger si erano già ritirati verso l’astronave per portare Freyja al sicuro, quindi non c’era bisogno di presentarli.

«Siamo diretti a sud per consegnare armi, armature e provviste» spiegò Or’dag. «Vi unite a noi?»

«No, dobbiamo andare. Abbiamo altre missioni.»

L’orco annuì e le porse la mano. «Vi auguro di avere successo allora.»

Tenko gli strinse l’avambraccio, e lo fece sperando che l’altro non rompesse il suo senza volerlo. «Grazie. Anche a voi.»

Congedati gli orchi – e con il braccio ancora integro – Tenko e Sigurd raggiunsero i loro compagni sull’astronave.

«Come sta?» chiese l’elfo.

Shamiram aveva adagiato Freyja sul lettino della stanza adibita a infermeria, e un sofisticato macchinario stava ultimando la scansione. Anche D’Jagger, Lunaria e Zabar erano presenti.

«Direi bene, considerando quello che ha passato. A parte qualche livido, niente da segnalare.»

«Allora adesso cosa facciamo?» chiese D’Jagger. «Fammi indovinare: ci serve qualche antico grimorio per liberarla. Anzi no: una pietra magica. E immagino dovremo aspettare la luna piena.» Si voltò verso Tenko e Zabar. «Tutte le magie si fanno con la luna piena. Quando è la luna piena qui?»

«Tutte e due piene o ne basta una?» chiese il demone.

«Ho finito» affermò Shamiram.

«Come finito?!» esclamò il goblin.

«Ho insegnato io a mia figlia[21] l’incantesimo. Credi non sappia spezzarlo?»

D’Jagger ci pensò su un attimo, poi annuì. «Mmh, ha senso.» Poi rifletté meglio. «No, aspetta: tua figlia?!»

«Mia figlia.»

Il goblin grugnì. «E non potevi insegnarle… chessò, ad andare in hoverbike!?»

L’umana evitò di rispondere.

Non ci fu il tempo di aggiungere altro perché nel frattempo Freyja riaprì gli occhi e cominciò a guardarsi intorno con fare leggermente confuso.

Subito la fata di D’Jagger si lanciò su di lei.

«Lunaria, stai bene» esalò l’orchessa, sollevata. Le accarezzò dolcemente la testa con il pollice. «Mi dispiace di essermene andata così.»

Lei scosse il capo e passò una mano sugli occhi per far sparire le lacrime.

Freyja si voltò verso gli altri. Li guardò rapidamente, poi si concentrò su D’Jagger. «Dimmi che non siamo dove penso che siamo.»

«Dipende. Se pensi di essere a casa, allora no. Se pensi di essere su un pianeta non spaziale, allora… beh…»

La poliziotta chiuse gli occhi ed esalò un sospiro affranto. «Sapete che dovrei arrestarvi tutti, vero?»

«Visto? È tutto a posto» affermò il goblin.

«No che non è tutto a posto!» ribatté Freyja tirandosi su. «Anche escludendo le implicazioni legali, potreste sterminare un’intera civiltà con uno starnuto. Le restrizioni ai contatti con civiltà più arretrate non sono roba da poco.»

«Lo sappiamo, per questo abbiamo preso delle precauzioni» la rassicurò Shamiram.

«Davvero?» D’Jagger si affrettò a nascondere lo stupore. «Volevo dire: è vero.»

«Ricordi qualcosa di quello che ti è successo?» le chiese Sigurd, forse per deviare la discussione su un altro argomento.

Lei scosse il capo. «Facciamo finta di no.»

«Posso cancellarti i ricordi se vuoi» si offrì l’umana.

La poliziotta le rivolse uno sguardo severo. «Grazie, ma no, grazie.» Si concesse un momento per riprendersi da tutto quello che era successo. «Ma apprezzerei molto una doccia.»

La strega annuì. «Ti faccio strada.»

«Dobbiamo informare Havard che l’abbiamo salvata?» chiese Zabar quando Shamiram tornò indietro.

«Ci penseranno i suoi uomini a mandare un messaggero» tagliò corto l’umana. «Quando la poliziotta avrà finito vi spiegherò il resto.»

Detto ciò, raggiunse la cabina di guida per far decollare l’astronave. D’Jagger si stravaccò su uno dei divani della sala comune con Lunaria, mentre Zabar e Sigurd si ritirarono nelle rispettive stanze. Tenko dal canto suo si mise a passeggiare freneticamente avanti e indietro per un po’, e alla fine andò a fermarsi proprio davanti alla cabina dell’elfo.

Dopo averci pensato su fin troppo, finalmente si decise a bussare.

La porta si aprì scorrendo con un leggero sibilo. Sigurd aveva riposto la sua spada su un apposito sostegno e stava leggendo qualcosa su uno schermo olografico. La sua cabina era molto ordinata, quasi spoglia in realtà.

«Ti serve qualcosa?»

La demone ci mise un momento prima di rispondere. «Hai combattuto molto bene prima. Mi… insegneresti?»

«Anche tu te la sei cavata bene. Se non ho visto male, sai anche infondere la magia nella tua arma per potenziarla.»

Lei annuì con entusiasmo, lusingata del fatto che l’elfo se ne fosse accorto.

«Non sono un esperto di fruste o bacchette, ma posso darti qualche consiglio sulla scherma» le propose quindi il biondo.

Il volto di Tenko si illuminò, e il contrasto fra le sue iridi rosa e le sclere nere divenne ancora più marcato. Annuì nuovamente. «Sì, ti prego. Volevo dire… per favore. Grazie?»

Sigurd si lasciò andare a un sorriso un po’ divertito. «Non c’è di che. Vediamoci dopo la riunione nel ponte di carico, quello da cui usciamo.»

La demone annuì nuovamente. Lo fissò per qualche altro secondo e solo allora si rese conto che era meglio andare.

D’Jagger e Lunaria la videro passare nella sala comune, e subito capirono quanto fosse felice.

La fata rivolse al goblin un sorriso di superiorità e soddisfazione, l’altro invece sospirò con disappunto.

«Sì, ho capito. Vado a prendere la mia roba.»

Poco dopo, quando Freyja uscì dal bagno, tutti quanti si riunirono nella sala comune. L’orchessa aveva sciolto le treccine e aveva cambiato i vestiti con altri puliti e decisamente più moderni. La sua anonima t-shirt lasciava scoperte le braccia muscolose ed era abbastanza aderente da sottolineare il seno addonante, mentre i pantaloni lunghi le avvolgevano le gambe allenate senza sembrare attillati. Di certo quegli abiti non erano usciti né dall’armadio di Shamiram, né da quello di Sigurd, ma più probabilmente erano stati prodotti sul momento da uno dei macchinari dell’astronave.

«Allora, qual è il piano adesso?» chiese D’Jagger.

«Recuperare l’Ascia di Parashurama» affermò Shamiram. «Havard mi ha detto dove potremmo trovarla. Ho già impostato l’astronave su quella destinazione.»

«Emh, deduco che non mi darete un passaggio fino a casa» disse Freyja.

«La missione ha la priorità» confermò l’umana.

«Ti riporteremo a casa appena avremo finito qui» le assicurò Sigurd.

D’Jagger sollevò un dito. «Giusto per sapere: questo è considerabile come sequestro di persona?»

Shamiram si voltò lentamente verso di lui. Non era chiaro se stesse valutando se ucciderlo, o come ucciderlo.

«Per sapere!» si difese il goblin.

La poliziotta ci rifletté su un momento. «Per quanto ne so, non sono stati loro a rapirmi, quindi direi di no. A meno che mi impediscano di lasciare l’astronave, allora potrebbe essere considerato sequestro di persona.»

«Sei libera di andartene quando vuoi» le assicurò l’umana ostentando un tono gentile, prima di rivolgere un’altra occhiataccia a D’Jagger.

«Resterai con noi?» le chiese Sigurd.

Lei fece spallucce. «Siete la mia unica via d’uscita da questo pianeta. E vi darò una mano per ringraziarvi dell’aiuto, per quanto posso.»

«Bene, benvenuta a bordo allora» affermò Shamiram alzandosi. «Le stanze sono finite, quindi veditela tu con gli altri.» E senza aggiungere altro se ne andò.

“D’Jagger ti lascia la sua stanza” le disse Lunaria nella lingua dei segni.

«Davvero? Gentile da parte sua.»

La fata sorrise compiaciuta e le fece strada. “Ha solo perso una scommessa.”

Sigurd raggiunse Tenko. «Sei pronta?»

Lei annuì e insieme si diressero verso il ponte di carico.

«Ehi Zabar, tu che fai?» chiese D’Jagger notando che la sala si stava rapidamente svuotando.

«Shamiram mi ha spiegato come materializzare il mio spirito guida, ma mi devo esercitare.»

«Oh, figo. A me non ha insegnato niente.»

Rimasto solo, il goblin tornò a sdraiarsi sul divano. Scrutò il soffitto con aria pensierosa. «E io che faccio adesso?»


Note dell’autore

Ciao a tutti!

Finalmente il salvataggio di Freyja ha avuto successo, e l’orchessa è libera dal controllo mentale :D L’impresa si è rivelata più facile del previsto, ma del resto Shamiram e Sigurd sono dei professionisti, e in particolare le abilità dell’umana la ponevano in netto vantaggio rispetto alla poliziotta.

Ah, e vi ricordo che chi ha già letto La frontiera perduta conosce già la figlia di Shamiram che ho citato nel capitolo (ma chiedete pure se non vi ricordate chi è). Gli altri… beh, sono sempre in tempo per conoscerla ;)

“E adesso?”, si chiede D’Jagger. Beh, non ci resta che aspettare il prossimo capitolo per scoprirlo XD

Nel frattempo, direi che è giunto il momento di svelare il tanto atteso disegno di Natale. E spero siate stati particolarmente buoni quest’anno, perché Babbo Natale ha un nuovo esaminatore per le vostre letterine :P

Natale 2022

E con questo è tutto. Buone feste e a presto ^.^


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[21] La figlia di Shamiram compare in HoJ - 1 - La frontiera perduta.

   
 
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