Anime & Manga > Gintama
Segui la storia  |       
Autore: Quasar93    17/12/2022    0 recensioni
Raccolta di fanfiction sul periodo della guerra jōi, delle cronache dal fronte appunto. E' un lungo missing moments dove Gintoki, Katsura, Takasugi e più avanti anche Sakamoto si confrontano con gli orrori della guerra mano a mano che crescono sul campo di battaglia. Inizia poco dopo l'incendio alla Shoka Sonjuku quando Shoyo viene portato via e finisce poco prima della fine della guerra.
Le fanfiction sono collegate tra loro in ordine cronologico quasi come se fosse una long e i temi e i generi sono i più disparati, dall'angst al comico.
[Spoiler Shogun Assasination arc (flashback)] [canon compliant]
Genere: Angst, Comico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gintoki Sakata, Kotaro Katsura, Sakamoto Tatsuma, Takasugi Shinsuke
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il cielo aveva appena iniziato a tingersi di rosso quando i Quattro Re Celesti si sedettero finalmente attorno al falò, stanchi da una giornata di lavori nell’accampamento.
Nonostante su alcuni fronti la guerra stesse infuriando anche in quelle ore, nella zona del paese dove si trovavano in quel momento stava lentamente scivolando via una settimana tutto sommato tranquilla. Le truppe ne stavano quindi approfittando per occupare un nuovo territorio dove leccarsi le ferite, riposarsi e affilare le proprie lame, certi che quel periodo di bonaccia sarebbe stata solo un’effimera parentesi nel sanguinoso conflitto che era ormai diventato la loro quotidianità.
La vasta area che il loro nuovo accampamento inglobava includeva diverse case di campagna abbandonate, usate per lo più come infermerie e dormitori, e diversi ettari di terreno dove i soldati avevano piantato le loro tende personali nonché quelle di servizio come quella di distribuzione delle vettovaglie e quella dell’armaiolo.
La cosa che più di ogni altra aveva suscitato l’interesse dei samurai però era che la loro nuova sistemazione si trovava incredibilmente vicina a una città ancora abitata. Questo, nelle teste di quattro ragazzi di poco meno di vent’anni che avevano passato gli ultimi mesi a combattere nel fango, mangiando a malapena e dormendo all’addiaccio in mezzo a soli uomini, voleva dire solo tre cose: cibo vero, Sakè e donne.
Certo, uno potrebbe pensare che quattro giovani in guerra avrebbero ben altro a cui pensare, ma chiunque, persino i Quattro Re Celesti dell’armata Joi, ogni tanto ha bisogno di staccare la spina. Di passare una serata come se fossero solo quattro normali amici, senza preoccuparsi troppo del proprio passato tragico o del proprio futuro incerto.
Erano però già un paio di giorni che le loro tende erano state piantate e ancora non erano andati in città, sempre troppo stanchi dall’allestimento del campo o dall’aiuto che stavano dando ai feriti tra i quali, per una volta, avevano mancato di figurare.
 
Così quella sera Sakamoto, sedutosi rumorosamente al suo posto attorno al fuoco, disse ad alta voce quello che tutti stavano pensando.
“HAHAHHAHAHA ragazzi, siamo qui già da giorni e nessuno ha ancora speso la propria paga in città! Stasera dobbiamo assolutamente andarci, c’è un sacco di Sakè là che sta finendo in uno stomaco che non è nostro HAHAHHAAH”
“Sakamoto ma sei scemo? Abbiamo lavorato tutto il gior-” tentò di opporsi Takasugi, ma uno scappellotto di Gintoki lo colpì in pieno, zittendolo.
“Taci Bakasugi, per una volta Tatsuma ha detto qualcosa di interessante” ghignò il ragazzo coi capelli argentati, l’idea del Sakè vero e non di quella brodaglia che si trovava di solito tra i soldati aveva scacciato la sua solita espressione pigra sostituendola con un sorriso malizioso. Anche perché in città c’era anche altro oltre al sakè.
“…per una volta?” bisbigliò Sakamoto con una brevissima quanto serissima espressione, per poi tornare alla carica con la sua voce poderosa “quindi andiamo? AHHAHAH”
“Sakamoto, non che sia contento di schierarmi con Takasugi, ma domani abbiamo una riunione con gli altri generali e non mi sembra il caso d-“ cercò di dire Katsura, ma Gintoki zittì anche lui con uno scappellotto per poi scivolare vicino a Sakamoto e piazzargli un braccio sulle spalle, mettendo su l’espressione di uno che sa come gira il mondo.
“Vedi Tatsuma, questi due sono restii perché non capiscono le gioie della città come noi. Quello là” disse indicando Takasugi “è un amante terribile, prova che la regola della L è un’invenzione dei nani come lui. Mentre quell’altro…” indicò Katsura “lo usa solo per fare pipì” sentenziò, ridendo e schivando prontamente gli attacchi degli altri due.
“HAHAHAHAHAH Kintoki! Io propongo di andare a berci una cosa tra amici e tu pensi subito alle donne? Mi piaci HAHHAHAHA” rise in modo prorompete Sakamoto, senza accorgersi che i due, irritati dalle frecciatine di Gintoki, avevano intentato un attacco al samurai coi capelli argentati e ora si stavano rotolando in un groviglio umano di cazzotti e strattoni insieme al simpaticone.
Il primo a ricomporsi fu Katsura, mentre Takasugi e Gintoki continuavano a litigare.
“…E comunque non è vero che lo uso solo per fare pipì” sentenziò, schiarendosi la gola mentre si sistemava i vestiti.
“Ah no? Ti conosco da quando hai 11 anni Zura! E da quando siamo al fronte non sei mai venuto con me e Tapposugi o Tatsuma in un bordello” rispose in qualche modo Gintoki, steso schiena a terra, mentre con una mano bloccava un pugno di Takasugi e con l’altra gli tirava il bavero della giacca per tentare di strangolarlo.
“Mi secca ammetterlo, ma stavolta do ragione a Gintoki. E io ti conosco da quando ne hai 9, di anni.” sbuffò Takasugi, inginocchiato sull’amico, cercando di liberare il braccio che l’altro ragazzo gli bloccava e tirando con l’altra mano il coprifronte di Gintoki per avvicinarlo abbastanza da colpirlo con una testata.
“Non sono Zura, ma Katsura, e queste sono mere illazioni” negò, voltandosi di lato come a dimostrare sdegno, ma la sua voce, che si era alzata di un’ottava, tradì il suo imbarazzo. Inoltre Sakamoto era certo che avesse aggiunto, sottovoce, qualcosa sulla falsa riga di ‘e poi a me piace guardare’, ma nessuno degli altri pareva aver sentito e così decise di ignorare la cosa. Dopotutto guardare e fare sono due cose ben diverse.
“Dai, ma allora è vero Zura HAHHAHAHA” rise ancora Sakamoto “ bhè, abbiamo trovato un altro ottimo motivo per andare in città stasera! Possiamo anche unire l’utile al dilettevole e bere il sakè direttamente da…” la zuffa tra Takasugi e Gintoki travolse Sakamoto prima che potesse completare la sconceria che stava per dire e Katsura sperò che quell’interruzione bastasse a cambiare argomento tanto che evitò perfino di correggergli sull’uso del suo nome. Non si era mai sbagliato così tanto.
I tre samurai si rialzarono e Sakamoto si sedette prontamente tra Gintoki e Takasugi nel tentativo di evitare ulteriori risse e poi, per la gioia di Katsura, riprese il discorso proprio da dove l’aveva lasciato.
“Quindi per la prima volta di Zura siamo a posto, sarà stasera! HAHAHAHA voi due invece cosa mi raccontate? Non ve l’ho mai chiesto, ma essendo arrivato dopo nel gruppo ci sono tante cose che non so di voi” chiese allegro, rivolto ai due cani rabbiosi che ancora si ringhiavano addosso, anche se seduti distanti, tentando di tanto in tanto di mettersi le mani in faccia nonostante Sakamoto nel mezzo che, dal canto suo, li ignorava con la potenza di una nave da guerra.
“Bhè…” iniziò Gintoki, lasciando temporaneamente perdere la faida con Takasugi per sistemarsi i vestiti stropicciati e darsi un’aria da gran uomo “… modestamente la mia prima volta è stata con una principessa che si era finta una popolana. Ero ancora alla Shoka Sonjuku, poco prima di unirmi all’esercito. Un giorno, mentre mi allenavo da solo con il bokken, venne a bussare al dojo della scuola una ragazza bellissima. Era venuta per chiedere informazioni dato che si era persa. Scoprii solo in un secondo momento la sua vera identità, poiché non appena mi vide scattò il colpo di fulmine. Fortunatamente Shoyo e tutti gli altri erano via quel giorno così, una volta chiusa la porta ci siamo spogliati e…”
“Ma per piacere!” lo interruppe bruscamente Takasugi, che stava già ridendo sotto i baffi da un po’, ma che voleva vedere quanto potesse spararla grossa l’amico “E’ andata più in questo modo: in una sera tipo questa, qualche anno fa, eravamo curiosi e siamo andati in un bordello di paese. Fine della storia” ghignò il comandante del Kiheitai, molto divertito dall’espressione irritata di Gintoki.
“HAHAHAHA Bhè, almeno vi è piaciuto?” chiese Tatsuma, ridendo a crepapelle, più per le reazioni degli amici che per il racconto in sé.
“…No” Dissero in coro, evitando lo sguardo degli altri e arrossendo, senza più il coraggio di dire nulla se non qualche scusa biascicata sul fatto che non era eccitante sapere che c’era il loro amico nella stanza accanto e che non avevano abbastanza soldi per pagare una ragazza giovane.
“Che serata, Zura! AHHAHAHA non avrei mai pensato di vedere Shinsuke e Gintoki andare d’accordo su qualcosa!”
“Non sono Zura, sono Katsura!” si limitò a ribadire il samurai coi capelli lunghi, mentre rideva a sua volta per le espressioni imbarazzate dei suoi amici.
 
Finito il momento di imbarazzo generale Tatsuma e Gintoki non ci misero molto a convincere definitivamente gli altri due ad andare in città, raggiungere il quartiere dei piaceri e trovare un posto in cui bere. Dopotutto, anche se tendevano a fare i sostenuti molto più dei due ragazzi coi capelli mossi, anche loro avevano bisogno di staccare la spina.
 
Svuotate diverse bottiglie di sakè e dopo aver ormai snocciolato ogni discorso osceno, volgare e che riguardasse anche solo vagamente il sesso che avevano nel loro arsenale, i quattro samurai decisero che bere di più sarebbe stato controproducente per la successiva attività che avevano programmato.
Inoltre Gintoki non aveva perso occasione per vantarsi delle proprie prodezze, divertendo Sakamoto almeno quanto aveva annoiato gli altri due. A un certo punto quindi Takasugi l’aveva apertamente sfidato: avrebbero scelto una ragazza che andava bene ad entrambi ma sarebbe stata poi lei a decidere con chi dei due avrebbe passato la notte. Chi avesse perso avrebbe dovuto passare il resto della nottata solo. La posta era alta, ma Gintoki accettò di buon grado, sicuro della propria vittoria.
Così si diressero quindi vero la parte più a luci rosse del quartiere, ubriachi e allegri come non erano da molto tempo a quella parte. Si misero d’accordo sulla scelta di un locale in cui fossero le ragazze a scegliere l’uomo e non viceversa, in parte per assecondare la scommessa di Gintoki e Takasugi e in parte per convincere Katsura che, nonostante l’ebbrezza, era ancora un po’ riluttante e continuava di tanto in tanto a bofonchiare che questi non erano comportamenti degni di un samurai.
Raggiunsero quindi un locale giapponese tradizionale, dove li fecero accomodare in una grande sala con tatami servendo loro altro sakè che, nonostante i loro propositi di non andare troppo oltre, non rifiutarono. I ragazzi per un attimo si chiesero se potessero permettersi un locale come quello con le loro paghe ma, proprio mentre questo pensiero attraversava le loro menti, videro Sakamoto tirare fuori dei soldi extra da uno scompartimento segreto del suo kimono.
Ma quanto ci teneva a quella serata?
Non fecero però in tempo a protestare che una decina di ragazze, più o meno della loro età, entrarono nella stanza, eliminando qualsiasi pensiero non pornografico dalla loro testa.
Con incredibile sorpresa di tutti il primo ad essere portato via da una di loro fu proprio Katsura, che non protestò affatto quando una delle ragazze lo prese per mano e lo trascinò in una stanza più privata.
 
Gintoki e Takasugi videro che una delle ragazze stava camminando nella loro direzione, e si scambiarono uno sguardo d’intesa. Chiunque sarebbe stato il prescelto da lei avrebbe vinto la loro scommessa. Sakamoto sembrò aver captato i loro pensieri poiché, nonostante una moretta particolarmente intraprendente avesse già iniziato a spogliarlo ancora nella stanza comune, si fermò di fare qualunque cosa per guardare cosa sarebbe successo tra gli altri due.
La ragazza si fermò a poco meno di un metro da loro, così vicini da rendere ancora indecifrabile la sua scelta. Entrambi la guardarono bene, era davvero la più bella del gruppo.
Si guardarono.
Deglutirono.
E poi, improvvisamente, la ragazza tese la mano e afferrò quella di Takasugi, portandolo via con sé in una scia di profumo.
Sakamoto proruppe in una risata assordante, che continuò a sentirsi perfino quando la sua ragazza lo trascinò via per chiuderlo nel proprio privè.
E così Gintoki rimase l’ultimo, ferito nell’ego, con la consapevolezza che avrebbe dovuto alzarsi e uscire da quel locale da solo, senza portare a termine i suoi intenti. Lui, che più di tutti aveva spinto per questa distrazione dai loro doveri di generali. Questo pensiero però giusto il tempo di vedere un’altra ragazza camminare nella sua direzione. Con Takasugi si sarebbe chiarito il giorno dopo, dopotutto, nessuno era lì a controllarlo no?
 
La mattina dopo nessuno di loro si svegliò all’accampamento.
Il locale per cui Sakamoto aveva pagato non era una delle solite bettole che frequentavano loro quando erano in licenza e nessuno era venuto a svegliarli o a buttarli fuori. Anche le ragazze erano ancora lì con loro, addormentate al loro fianco. Quando aprirono gli occhi, ancora rintronati dall’alcol e dalle prodezze sotto le lenzuola, nessuno di loro si lamentò di non essersi svegliato di fianco ad un altro soldato puzzolente per una volta. Almeno fino a quando non si ricordarono della riunione strategica di quella mattina.
Mezz’ora dopo il sorgere del sole tutti e quattro erano fuori dal locale, con gli yukata stropicciati, i capelli arruffati e la faccia di qualcuno che aveva bevuto molto e dormito poco.
Si scambiarono tutti uno sguardo d’intesa soddisfatto e rilassato, almeno finché Takasugi non realizzò che effettivamente anche Gintoki era lì con loro, il che stava a significare che non aveva affatto onorato la loro scommessa. Il ragazzo coi capelli scuri gli saltò addosso, gridandogli che era un senza onore e che avrebbe dovuto rimanere a secco, così imparava ad ammorbare tutti con le sue vanterie, condendo il tutto con strattoni e spintoni. Sakamoto e Katsura iniziarono a ridere di gusto guardando la scena.
Sembrava tutto così normale.
Poi il momento finì, si resero conto dell’orario e corsero a perdifiato verso l’accampamento.
 
Quando finalmente si furono vestiti e presentati alla riunione, l’incontro era già iniziato da un’ora.
Tentarono di infilarsi nella tenda di nascosto ma oltre a loro non erano molti altri i generali presenti nel loro distaccamento e la loro assenza era stata ampiamente notata.
Inoltre, in pieno dopo sbornia, quello che fecero non fu proprio un intrufolarsi, quanto più un inciampare l’uno sull’altro e rotolare fino al tavolo attorno al quale gli altri generali, seduti composti sulle ginocchia, stavano decidendo come schiarare le truppe.
“…buongiorno?” biascicò Gintoki, lasciandosi sfuggire un fragoroso sbadiglio. Katsura nel frattempo si era già risistemato e stava prendendo posto in mezzo agli altri fingendo di essere sempre stato lì, Takasugi si stava sistemando la giacca cercando di darsi un tono e Sakamoto, ancora steso a terra, non dava segni di vita.
“Siete… ubriachi?” chiese con notevole disappunto un altro generale dall’aria arcigna, più vecchio di diversi anni.
“Noooo AHHHAHAHHA ieri notte eravamo ubriachi!” sghignazzò Sakamoto ancora riverso al suolo ricevendo un calcio nelle costole da Takasugi che lo rimandò subito nel mondo dei sogni.
“Dovreste commettere seppuku!” tuonò il generale che aveva parlato prima, afferrando Gintoki, che era il più vicino a lui, per la collottola e sollevandolo da terra tanto che il ragazzo sbiancò non sentendo più il suo peso poggiare sulle ginocchia.
“Myiamoto-dono, la prego di perdonarli. Sono solo ragazzi, li punisca in modo esemplare e vedrà che questo comportamento indecoroso non si ripeterà più”
A parlare era stato Katsura, seduto così composto e all’apparenza così normale che per un attimo sembrava davvero che fosse sempre stato alla riunione.
“Zura, ma che dici! Eri insieme a noi ieri sera!” borbottò Gintoki, mentre il generale Myiamoto lo scagliava lontano. Sapeva di aver parlato a suo sfavore, ma piuttosto che lasciare che Katsura si evitasse qualsiasi punizione gli avrebbero inferto era pronto a subirla anche raddoppiata. Evidentemente anche Takasugi la pensava come lui, dato che nel frattempo era scivolato alle spalle di Katsura e ora stava cercando di strangolarlo, mentre Sakamoto, che non era ancora riuscito a rialzarsi da terra, si stava rotolando su sè stesso ridendo senza ritegno.
 
Alla fine i Quattro Re Celesti vennero puniti per la loro condotta vergognosa con voto unanime di tutti gli altri generali: avrebbero dovuto occuparsi della manutenzione delle latrine e dello smaltimento degli escrementi dei cavalli a tempo indeterminato. In condizioni diverse avrebbero subito di peggio, ma dopotutto erano i più giovani generali che il loro distaccamento avesse mai conosciuto e, per quanto i soldati fossero duri nell’anima oltre che nel corpo, avevano capito che perfino loro quattro, nonostante la loro fama di valenti condottieri, erano pur sempre ragazzi che avevano avuto bisogno di staccare un attimo la spina in quella bolla di pace apparente.
 
BONUS SCENE – durante la punizione
 
“Ma quindi Tatsuma, la tua prima volta? Alla fine non ce l’hai mai detto!” chiese Katsura, mentre impilava letame di cavallo su un carretto.
“Ah già! AHHAHAAH bhè, ero su una delle navi di mio padre, dovevo portare un carico preziosissimo in un’isoletta a sud del Giappone quando fummo abbordati da una nave pirata. Quello che mi lasciò di stucco fu che l’intera ciurma era composta da ragazze sexy! Non appena mi videro…” uno scappellotto di Takasugi interruppe Sakamoto, che si voltò a guardarlo con disappunto.
“Sei come quell’altro debosciato coi capelli mossi, bravo solo a sparare idiozie. Ecco perché andate tanto d’accordo!”
“Ma no, non è come pensi è…”
“Bordello di quartiere?” domandò Gintoki, senza davvero aver bisogno di una risposta.
“Bordello di quartiere” confermò Takasugi, scambiandosi uno sguardo d’intesa con l’amico, mentre Sakamoto lì guardava sconsolato e Katsura rideva sotto i baffi.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Gintama / Vai alla pagina dell'autore: Quasar93