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Autore: leila91    21/12/2022    10 recensioni
|A Mari Lace
Pepper lo raggiunse e lo abbracciò da dietro, premendo il viso contro la sua schiena.
«Non che mi lamenti del vederti finalmente riposare un po’, ma sei rimasto fuori gioco per diverse ore. Dove sei stato?»
Tony non rispose subito. Chiuse gli occhi, mentre un brivido gli percorreva la colonna vertebrale.
(Cenere fra le dita, effimera e impalpabile.
Cenere fra le ciglia e a bruciare la cornea.
Cenere a riempire la gola, forzando un silenzio inumano.)
«In un posto dove non voglio tornare mai più.» mormorò.

[Pepper/Tony]
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Morgan Stark, Pepper Potts, Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Teoricamente (e anche praticamente, in realtà) questa storia NON partecipa alla challenge “72 prompt in attesa del Natale” del forum Ferisce la Penna, ma nasce comunque grazie ad essa, quindi è più che doveroso citarla e creditarla ^^
La dedico di cuore a Mari Lace che mi ha inviato il prompt, suggerendomi la coppia Tony/Pepper.
Non pensavo sarei più tornata a scrivere di loro e spero non si noti troppo la, ehm, ruggine ^^”.

Prompt usati: Cenere + “Oggi mi sono svegliata alle sette di sera. Il mio cervello sembra sul punto di rompersi.”
Ambientazione: ipotetico post Endgame, everyone lives nobody dies




 
Season of ash




Si sentiva talmente stordito che nemmeno ricordava avessero un orologio a cucù. Eppure evidentemente era così dato che era stato il suono di quel dannatissimo aggeggio a svegliarlo.
Tony aprì gli occhi di scatto, quasi sobbalzando. Ci mise un attimo a mettere a fuoco la realtà circostante.
Realizzazione numero uno: sì, ora ricordava l’orologio a cucù.
Era stata Morgan a insistere per averlo come regalo di Natale l’anno precedente.
Realizzazione numero due: aveva un alquanto poco dignitoso rivolo di bava all’angolo sinistro della bocca – Tony si affrettò ad asciugarselo con il dorso della mano.
Realizzazione numero tre: erano le sette di sera e il suo cervello pareva sul punto di esplodere.
Una risata leggera lo portò alla numero quattro: Pepper era seduta accanto a lui sul divano.

«Bentornato fra i vivi, tesoro,» soffiò lei, premendogli un bacio sulla guancia, «Il pranzo è stato più impegnativo del previsto o stai semplicemente invecchiando?»

«Mmh, sì, esilarante, Peps.» Tony si stiracchiò, allungandosi come un gatto. Un grosso gatto, lievemente attempato. «Quante foto imbarazzanti mi ha scattato Peter mentre ero in coma per colpa della tua cucina?»

Pepper fece una smorfia e gli pizzicò un braccio.
«Solo una settantina. E per la cronaca poteva andarti molto peggio.» Con un gesto allusivo gli suggerì di controllarsi la faccia.

Tony si tastò il viso e si alzò per avvicinarsi allo specchio vicino alla scala. Con sollievo constatò che non aveva arcobaleni, unicorni o altri strani disegni sulla fronte.
Sì, considerato quanto fossero piaciuti a Morgan i nuovi pastelli che le aveva portato “Babbo Natale” pochi giorni prima, sarebbe potuta andare decisamente peggio.
Sua figlia avrebbe potuto usare la sua faccia come tela per un affresco e lui non si sarebbe accorto di niente.
Allora forse era vero che lo amava tremila.

Pepper lo raggiunse e lo abbracciò da dietro, premendo il viso contro la sua schiena.
«Non che mi lamenti del vederti finalmente riposare un po’, ma sei rimasto fuori gioco per diverse ore. Dove sei stato?»

Tony non rispose subito. Chiuse gli occhi, mentre un brivido gli percorreva la colonna vertebrale.

 
(Cenere fra le dita, effimera e impalpabile.
Cenere fra le ciglia e a bruciare la cornea.
Cenere a riempire la gola, forzando un silenzio inumano.)

 

«In un posto dove non voglio tornare mai più.» mormorò, criptico, ma dal modo in cui Pepper strinse la presa, sua moglie aveva pienamente capito dove lo avessero condotto i suoi sogni. O incubi, per meglio dire.

«Morgan e il ragazzino?» chiese Tony voltandosi a guardarla, nascondendo ogni residua traccia di turbamento.

«In giardino per una battaglia serale di palle di neve. Perché non li raggiungi? Da quanto ho visto a Peter potrebbe servire un rinforzo.»

«Mmh, conoscendo Morgan la cosa non mi sorprende ma Bimbo Ragno può anche scordarselo il mio aiuto dopo quelle foto.»

Pepper alzò un sopracciglio, divertita. «Il che tradotto vuol dire che sei maledettamente fiero di lui ma allo stesso tempo anche troppo pazzo di tua figlia per metterti contro di lei?»

«Qualcosa del genere, sì.» Tony ridacchiò per poi chinarsi a baciarla. «Mi conosci fin troppo bene, signora Stark-Potts.»

«Più di venti lunghissimi anni.» sospirò lei, annuendo, con tono fintamente esausto.

«E non dimentichiamoci che assieme a me contano come gli anni dei cani-»

«O dei presidenti!»* conclusero insieme, ridendo.

«Ci vediamo fra poco, Peps.» Tony s’infilò la giacca e recuperò i guanti. «Se non dovessi tornare sappi che ti ho amata-»

«Centomila, lo so. Vai a vendicare il tuo onore, Pisolo.»

«… E dopo questa sei calata a mille. Il minimo storico, tesoro.»

Pepper scosse la testa mentre con un occhiolino Tony apriva la porta di casa, pronto a unirsi alla battaglia.

E se la neve che vorticava nell’aria per un solo, centesimo di secondo, sembrò cenere, davvero non c’era bisogno che lo sapesse qualcuno.



*frase presa da Iron Man 2





 

Grazie a chiunque sia arrivato fin qui e a chi vorrà lasciare un parere.
Alla prossima,
Bennina vostra
   
 
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