Anime & Manga > Detective Conan
Ricorda la storia  |      
Autore: Sana_jasm97    24/12/2022    0 recensioni
Una romantica vigilia di Natale insieme ai personaggi di Detective Conan!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Sei una stupida! -

-E tu sei un cretino! -

-Ti ho già detto che mi dispiace di essermi scordato l’appuntamento di ieri! - ribadì infuriato Heiji dall’altra parte del telefono.

-Io non ho mai sentito delle scuse provenire dalla tua bocca! - rispose Kazuha ancora più arrabbiata.

- Sai che ti dico? Credo proprio che stasera me ne resterò ad Osaka! Perché dovrei venire a Tokyo per farmi sgridare da te? -

-Ed io sai che ti dico? Restaci pure, passa il Natale da solo! – gli urlò Kazuha di rimando, prima di attaccargli il telefono in faccia.  

-Io non lo sopporto quando fa così! – sibilò la ragazza rossa in volto.

-Stavolta ve le siete dette di santa ragione- commentò Ran con un mezzo sorriso, che aveva assistito a tutta la scena. 

Era la Vigilia di Natale, e le due ragazze andavano in giro per le strade addobbate, per comprare gli ultimi regali. Nonostante fossero ancora le due del pomeriggio faceva molto freddo, inoltre aveva iniziato a nevicare, eppure tanta gente era ancora in giro, chi per fare la spesa, chi per comprare i regali dell’ultimo minuto, ed i bambini soprattutto erano in giro per giocare con la neve, trepidanti per l’arrivo di Babbo Natale. La cosa più bella era vedere la gioia nei loro volti. 

Solo Kazuha in quel momento emanava rabbia da tutti i pori. 

-Non soltanto ieri si è dimenticato di passarmi a prendere all’aeroporto di Osaka, facendomi aspettare per più di un’ora perché aveva “un caso molto importante di cui occuparsi”, ma ora, come se non bastasse, dice che non verrà stasera per il cenone! -

-Dai Kazuha, non esagerare, sai com’è fatto- disse Ran, tentando di consolarla. -Lo ha detto in un momento di rabbia, anche tu non ci sei andata leggera con certi epiteti poco carini - la redarguì, facendola arrossire. -Pensa che quando farete pace, tu almeno potrai rivederlo...- Ran fece un sorriso triste e abbassò lo sguardo. Kazuha la guardò, sentendosi terribilmente in colpa. 

Era passato un altro anno e Shinichi non era ancora tornato. 

Kazuha la prese premurosamente a braccetto. -Avanti, pensiamo a comprare questi ultimi regali!-

Le ragazze proseguirono la loro passeggiata, ammirando gli addobbi e le luci che illuminavano a festa la strada. Entrarono in un negozio di vestiti, perché Ran cercava una giacca per il padre. Nel frattempo Kazuha girovagava per il negozio, quando si ritrovò a pensare che le mancava ancora una persona a cui fare il regalo. 

“Quell’antipatico di Heiji” pensò, ancora infuriata per la litigata.

Quel ragazzo la faceva innervosire ogni volta, e da quando si era trasferita a Tokyo per frequentare l’università, la situazione era peggiorata. Nonostante la distanza che li divideva, passavano più tempo a litigare che altro. Il giorno prima Heiji era stato veramente pessimo: lei era andata ad Osaka per salutare i suoi genitori prima di Natale, visto che quell’anno lo avrebbe passato a casa della sua amica Ran, e lui le aveva assicurato che sarebbe venuto a prenderla all’aeroporto con la moto. Lei era arrivata lì alle 6 del mattino ed Heiji non si era presentato! Dopo un’ora di attesa e ben venti chiamate senza risposta, si era degnato di mandarle un messaggio per dirle che si stava occupando di un caso, e che per farsi perdonare le avrebbe regalato tutto ciò che voleva. Ma lei era troppo arrabbiata, e dopo aver passato la giornata con i genitori, se ne era tornata a Tokyo con il primo aereo senza dirgli nulla. E ora al posto di chiederle scusa, l’aveva chiamata solo per trattarla male e per rovinare il Natale a lei e ai loro amici.

Mentre rimuginava dentro di sé, si ritrovò davanti a un bancone pieno di maglioni colorati. La sua attenzione fu attirata da uno verde a collo alto. Lo prese tra le mani e lo accarezzò dolcemente. “Questo colore gli farebbe risaltare gli occhi” si ritrovò a pensare, e arrossì. “No, quest’anno non se lo merita il regalo, mi tratta sempre come se fossi l’ultima ruota del carro” pensò posando con rabbia il maglione.

Si voltò per dire a Ran che potevano tornare a casa, ma non la trovò. Cercò tra i vari reparti del negozio finché non la vide: era nel settore sportivo, intenta ad accarezzare una divisa da calciatore. Nonostante fosse lontana da lei alcuni metri, Kazuha non poté fare a meno di notare che le labbra della sua amica stavano tremando, e una lacrima le scendeva sulla guancia.

“Oh, Ran…” pensò afflitta Kazuha. Vide Ran asciugarsi gli occhi, scuotere la testa e stringere a se la divisa, e non volendola mettere in imbarazzo si nascose dietro gli scaffali. Quella scena l’aveva molto colpita. Nonostante Shinichi fosse sparito senza lasciare traccia, Ran continuava a pensare a lui e gli comprava addirittura il regalo di Natale, senza nemmeno sapere se lo avrebbe mai più rivisto. Rimase soprappensiero fino a quando non sentì Ran chiamarla per nome. Uscì dal corridoio e le andò incontro, fingendo di non accorgersi degli occhi umidi e arrossati dell’amica.

-Ehi, quando vuoi possiamo andare. Ho trovato la giacca per papà è anche…un’altra cosa. Dobbiamo ancora finire di fare i giri.- le disse Ran.

-Si... prima però devo comprare un’ultima cosa... dopotutto, domani è Natale, no? -
Ran sorrise, comprensiva.

                                             *

Conan stava finendo di apparecchiare la tavola per il cenone quando gli squillò il telefono. Era Hattori.

-Ehi amico, come stai? -

-Bene Hattori, tu?- 

-Molto indaffarato, come sempre!- rispose Heiji, sopprimendo uno sbadiglio. In realtà era buttato a letto a poltrire. -Scusa se non vengo stasera, ma sai, ho un caso di cui occuparmi, e poi il viaggio da qui a Tokyo è un po’ pesante…-

-Ma se il volo dura solo un’ora e mezza- sbuffò Conan. -E poi so benissimo che non è questo il vero motivo per cui non vieni... non solo stamattina Kazuha è tornata da Osaka arrabbiata nera con te, ma poco fa Ran mi ha avvisato che avete litigato e che hai urlato che non saresti venuto... sei proprio un ragazzino, Hattori-. L’urlo dall’altra parte della cornetta lo fece sobbalzare.

-Come osi proprio TU chiamarmi ragazzino eh, Kudo?- ringhiò Heiji.

-Ma sei matto? Cosa ti urli? Senti, non so per cosa avete litigato, ma lei sicuramente ha ragione e tu torto, ed ora per mantenere il punto fai il moccioso e non vuoi festeggiare il Natale qua con noi- 

-Ed io che ti avevo chiamato per avere un minimo di solidarietà maschile, pensa che stupido- sbuffò Heiji.

-Infatti, sei stupido!- ribadì Conan. Il tono della sua voce si fece più serio. -Tu hai la possibilità di stare con la persona a cui tieni il giorno di Natale, e la stai sprecando così-

Le parole di Conan colpirono Heiji. -Mi spiace, amico...-

-Lascia stare.- Conan guardava assorto dalla finestra la neve che scendeva lentamente. -Voglio solo dire che… non dare nulla per scontato, tu puoi ancora rimediare...sono solo le quattro di pomeriggio, faresti ancora in tempo. -

Da Heiji non proveniva un solo suono. Per un attimo Conan credette che fosse caduta la linea. 

-Hattori?-

-Scusami Kudo, ma adesso devo proprio andare- e riagganciò. 

Conan sospirò, con un senso di impotenza e di rabbia dentro di sé.

Un altro Natale in quel corpo da bambino. E il prossimo anno? Quando avrebbe ripreso il suo corpo di adulto? Quanto sarebbe durata? La cosa che più gli faceva male era vedere Ran in quello stato di attesa e speranza illusa. Non ci sarebbe voluto molto prima che lei smettesse di aspettarlo e avesse cercato affetto tra le braccia di un altro… in quel momento il suo telefono squillò di nuovo. 

“Sarà di nuovo Hattori” pensò.

-Hattori, cosa vuoi? - Ma non era il suo amico.

-Ai?-  Conan stette a sentire, e dopo un po’ spalancò gli occhi. 

                                               *

Erano le sette di sera quando le ragazze, cariche di buste e intirizzite dal freddo, fecero ritorno verso casa. Mentre parlavano del cenone di Natale che avevano in programma di preparare, Kazuha si fermò di colpo, battendosi una mano sulla fronte. 

-Oh no, Ran! Ho dimenticato il tuo regalo a casa mia!- 

-Non ti preoccupare Kazuha, puoi darmelo domani a Natale. -

-No, no, passo subito a casa, ci metto poco e ti raggiungo. - Kazuha la salutò frettolosamente con la mano, e corse verso la sua abitazione, che distava quindici minuti a piedi. 

Arrivata davanti la porta, si mise a cercare le chiavi nella borsa, ma la sua attenzione venne subito attirata da un particolare. Dalla finestra di casa sua proveniva una luce.

“Le luci dell’albero di Natale…possibile che abbia scordato di spegnerle prima di uscire?” si chiese sorpresa. Un leggero rumore all’interno le fece perdere un battito. 

“Sarà un ladro? O peggio, un fantasma?” Rabbrividì. Poi prese un respiro forte. “Ho vissuto cose peggiori di un ladro in casa” pensò, aprendo con risolutezza la porta e tenendosi pronta in posizione di attacco. Si guardò intorno, il cuore che le batteva a mille, ma non vide niente o nessuno di sospetto. Si diresse verso l’albero di Natale, convinta ormai che le luci le avesse lasciate accese lei e che i rumori provenissero dai vicini, quando si accorse di un pacco regalo poggiato proprio sotto l’albero illuminato. Si avvicinò lentamente, di nuovo in allerta e  guardandosi costantemente le spalle. Arrivata al regalo, lo esaminò da lontano. Era rosso con un bel fiocco verde sopra. Da un lato scendeva un bigliettino. Sembrava ci fosse scritto qualcosa. Kazuha si sporse per leggere meglio. 

“Per Kazuha da…” il nome non si leggeva bene. “…da…”

-Kazuha! - 

La ragazza strillò spaventata. Si voltò di scatto e si trovò di fronte l’ultima persona al mondo che credeva di incontrare. -Heiji?!- urlò, con la mano sul cuore che batteva frenetico. -Sei impazzito a sbucare così? E come hai fatto ad entrare? -

-Me le hai date tu le chiavi di casa tua, non ricordi? – le rispose il ragazzo. Era in piedi di fronte a lei, le mani nelle tasche del giubbetto e il cappello di lana calato sulla testa.

Dopo un attimo di esitazione per riprendersi, la ragazza chiese: -Come facevi a sapere che ero qui e non a casa di Ran? - 

-L’ho chiamata poco fa al telefono. -

-Ah. -

I due ragazzi rimasero a guardarsi, senza dire una parola. Dalla finestra in mezzo a loro si poteva scorgere la neve scendere lentamente, e il suo biancore illuminava la stanza. 

-Be allora, che ci fai qui?- Kazuha fu la prima a rompere quel silenzio.

-Io…be ecco…- il ragazzo arrossì, imbarazzato. -Volevo, ehm, chiederti…-

-Si…?- chiese sorpresa Kazuha, il cuore che le iniziava a battere forte, ma non più per lo spavento.

-…chiederti scusa, ok?- borbottò Heiji, guardando il soffitto. Sembrava a disagio. -Non dovevo dimenticarmi di te ieri, non avrei dovuto trattarti male al telefono oggi, e niente, sono venuto qui per dirtelo.– 
Il ragazzo abbassò lo sguardo, posandolo sull’amica che continuava a fissarlo, incredula. Lui proseguì.

-Lo so che forse ora mi odi e non vuoi ascoltare le mie scuse, e se vuoi me ne vado via subito… - Heiji era evidentemente in imbarazzo. – Ma prima apri quello. – Il ragazzo indicò il regalo.

Molto lentamente, Kazuha mosse un passo verso di lui, ignorando la sua mano che le indicava il regalo. Proseguì fin quando non si ritrovò di fronte a lui, faccia a faccia. Adesso lui era evidentemente a disagio, ma non staccava gli occhi da quelli di lei. Improvvisamente, la ragazza gli gettò le braccia al collo, stringendolo forte, lasciando Heiji totalmente sorpreso. 

-Non è quello il regalo che volevo per Natale- gli mormorò all’orecchio, facendolo arrossire. Ormai la rabbia le era passata, non solo perché era Natale, ma perché lui era lì. Si staccò da lui e gli fece un sorriso luminoso, che gli fece perdere un battito.

-Anche io ti ho preso un regalo di Natale!- esclamò Kazuha, ricordandosi del maglione che gli aveva comprato e che prima aveva fatto a cadere a terra per lo spavento. Si staccò da lui per andare a prenderlo, ma lui la afferrò per un polso.

-Non serve piccola, anche io ho appena avuto il mio. - 
La neve continuava a scendere delicatamente, le calde lucine dell’albero contribuivano a rendere magica l’atmosfera. Heiji si avvicinò lentamente a Kazuha, senza staccare gli occhi dai suoi. L’attrasse a sé, le mani calde che incorniciavano il suo viso, mentre il suo sguardo scendeva fino a posarsi sulle morbide labbra di lei. La ragazza chiuse gli occhi, le loro bocche sempre più vicine che potevano sentire il loro calore e il desiderio crescente, quando il telefono di lui squillò, facendoli sobbalzare, imbarazzati. Si allontanarono.

-Dannazione! Pronto? - esclamò con voce strozzata il ragazzo. 

-Si può sapere dove diamine siete? È stato molto romantico da parte tua venire qui per Kazuha, ma che dici se ora venite di qua così possiamo mangiare?- disse sarcastica la voce di Conan. 

-Arriviamo, fastidioso ragazzino! - borbottò Heiji, attaccandogli il telefono in faccia. Kazuha ed Heiji si guardarono e distolsero subito gli sguardi, imbarazzati. Ormai il momento era passato, ma sentivano che qualcosa era ormai cambiato.

-Ehm, andiamo? - gli chiese lei. 

-Si, certo. -

Mentre Kazuha chiudeva la porta di casa, le venne in mente una cosa.

-Heiji, senti, cosa ti ha fatto cambiare idea? Perché alla fine hai scelto di venire? - 

-Diciamo che un amico mi ha fatto capire che non possiamo mai sapere quando può essere l’ultima volta che si vede una persona che si ama. - le rispose prendendole la mano, che lei strinse.

                                           *

Ran era davanti ai fornelli a cucinare quando il campanello di casa squillò. 

-Conan! Conan, potresti andare ad aprire? -

-Certo Ran! - il bambino corse alla porta ed aprì. 

-Ciao moccioso, buon Natale! - esclamò Sonoko, arruffando i capelli di Conan, che la guardò scocciato. Insieme a lei ci stava il suo ragazzo Makoto. 

-Prego, accomodatevi, io ho iniziato a preparare!- urlò Ran dalla cucina.

-Aspetta Ran, ora vengo a darti una mano!- le disse Makoto mentre posava i regali di Natale sul divano. 
Sonoko si stava levando il cappotto. -Potrebbe pure aiutarti Conan, visto che non fa mai nulla…Ma dov’è andato? -

In quel momento si sentì un rumore di chiavi inserite nella toppa, e la porta d’ingresso si aprì di nuovo.

-Ran, tesoro, siamo noi!- esclamò allegra Eri, entrando con il marito.

-Mamma, papà! – Ran uscì dalla cucina asciugandosi le mani con uno strofinaccio per andare ad abbracciare i suoi genitori. Da quando erano tornati insieme, si erano trasferiti in una casa lì vicino per lasciare a Ran la sua indipendenza. In quel momento suono di nuovo il campanello.

-Aiuto, stanno arrivando tutti ora, devo ancora finire la cena!- esclamò preoccupata Ran. -Sonoko, apriresti per favore? Io devo tornare in cucina! – la ragazza si affrettò per tornare ai fornelli, seguita dalla madre. 

-Ah, è assurdo che qui faccia quello di cui si occupano a casa mia i domestici - sbuffò Sonoko mentre andava alla porta.

-Eccovi finalmente! Mancavate solo voi! Ma cos’è che vedo…- esclamò maliziosa Sonoko notando che Kazuha ed Heiji si stavano stringendo la mano, e subito si staccarono, imbarazzati.

-Che dici, ci fai entrare?- esclamò sgarbato Heiji, il viso improvvisamente tutto rosso. Kazuha salutò timidamente.

L’atmosfera in casa era allegra e serena. Chi apparecchiava la tavola, chi cucinava, chi metteva a posto i regali sotto l’albero di Natale che illuminava tutto il salotto. La magia della Vigilia era entrata nei loro animi e li rendeva allegri. Anche Ran stava sorridendo mentre chiamava tutti a raccolta per andare a sedersi a tavola. Certo, sorrideva, era felice, circondata dagli amici e dalla famiglia, pronti a gustarsi il cenone di Natale insieme, e non poteva desiderare un Natale più caloroso di così. Solo una cosa mancava alla sua felicità, o meglio qualcuno. 

-Scusate, ma Conan dove sta? – chiese Heiji, accomodandosi sulla sedia. 

-È da un po’ che non lo vedo.- rispose Ran. -Quel ragazzino ha il brutto vizio di sparire da un momento all’altro!-

-Confermo, quel moccioso sparisce sempre all’improvviso senza che uno se ne accorga.- commentò Kogoro.

-A meno che…- mormorò Heiji pensieroso, mentre un’idea iniziava a prendere piede nella sua testa, ma proprio in quel momento sentì una vocetta impertinente.

-Sono qui, ero andato solo a lavarmi le mani.- sbuffò Conan, andandosi a sedere di fronte ad Heiji, che intanto scuoteva la testa. A quanto pare la sua intuizione era sbagliata. Però c’era qualcosa di strano nel suo amico, ma non capiva cosa.

Erano seduti a tavola da una decina di minuti quando il citofono squillò. Era la porta. Si guardarono tutti, sorpresi.

-Doveva venire qualcun altro?- chiese Kazuha.

-Teoricamente no.-  rispose Ran.

“Perché Conan mi sembra che abbia qualcosa di diverso?” Si chiedeva Heiji mentre fissava l’amico, che malcelava il suo disagio.

-Forse è meglio che nessuno vada ad aprire- consigliò Sonoko.

-Ma no, non ci vedo nulla di male. Magari è un vicino che vuole farci gli auguri.-

Heiji continuava a fissare Conan. C’era qualcosa che non lo convinceva. I suoi occhi, il suo modo di comportarsi a tavola. 

-Voi continuate a mangiare, vado io.- Ran si alzò da tavola e si diresse verso la porta. Chi poteva mai essere a quell’ora? 

Si avvicinò. 

Heiji strabuzzò gli occhi.

Ran guardò dallo spioncino. Trattenne il respiro.

Heiji battè una mano sul tavolo, sorridendo compiaciuto. Aveva indovinato.

Ran aprì di scatto la porta. Il cuore iniziò a batterle all’impazzata.

-Sei tu.- disse tutto d’un fiato.

Heiji si voltò verso il piccolo Conan, che sapeva bene non essere davvero lui.

“Tu e Ai lo avete fatto di nuovo, eh?- diceva il suo sguardo sogghignante, mentre Conan, che in realtà era Ai travestita, gli lanciava un’occhiataccia.
Heiji si voltò verso Ran, immobile davanti la porta, e non gli serviva nemmeno vedere il suo volto trasudante di gioia per capire chi avesse di fronte. Poteva essere solo lui. 

“Ce l’hai fatta pure tu, amico.” Pensò Heiji, prendendo da sotto il tavolo la mano di Kazuha.

-Ciao, Ran.-  Shinichi le tese un regalo. -Questo è per te. Purtroppo non posso restare tanto, per mezzanotte devo andare, però…-

Il ragazzo non riuscì a finire la frase che Ran lo strinse forte in un abbraccio, le lacrime che le scendevano copiose. 

-Sono così contenta che sei qui!- 

-Ran, anche quando non mi vedi, io ti sono sempre vicino, ricordalo.- Shinichi la scostò delicatamente e le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

Ran si asciugò le lacrime. -Vorrei sapere dove sei stato, ma forse è meglio se prima andiamo a mangiare.-

-Si.- la ragazza stava andando ma Shinichi la bloccò.

-Ehi Ran. Buon Natale.-

Ran gli sorrise, gli occhi ancora lucidi. Adesso sì che questo Natale era perfetto. 

-Buon Natale, Shinichi.-
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: Sana_jasm97