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Autore: Princess Kurenai    25/12/2022    0 recensioni
Akaren Week 2022 | Day 3 - Mythology
La vita nell’Oltretomba era particolarmente noiosa per Akaza.
Ogni giorno - sempre se di giorno si poteva parlare, visto che si trovavano sotto terra, e non era possibile vedere la luce del sole - si svolgeva nello stesso identico modo.
Genere: Fantasy, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hakuji/Akaza, Kyoujurou Rengoku
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'AkaRen Week 2022'
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Parzialmente ispirata al mito di Ade e Persefone (Ade!Akaza e Persefone!Rengoku, con Rengoku che va a trovare la famiglia di tanto in tanto ma vive nell'Oltretomba) ma anche fortemente ispirato al videogioco Hades.

Non betata!

Per il resto: buona lettura!!




La vita nell’Oltretomba era particolarmente noiosa per Akaza.

Ogni giorno - sempre se di giorno si poteva parlare, visto che si trovavano sotto terra, e non era possibile vedere la luce del sole - si svolgeva nello stesso identico modo.

Iniziava con le nuove anime giungevano nell'Oltretomba, pronte per essere registrate e smistate, e finiva con altrettante anime che arrivavano lì per subire la stessa identica sorte. Solo di tanto in tanto Akaza sentiva un minuscolo brivido di eccitazione grazie a qualche anima un po’ turbolenta che cercava di ribellarsi alle sua punizione eterna… ma dopo aver risolto quel problema, tutto tornava normale.

I momenti peggiori erano in ogni caso i giorni nei quali Kyojuro lasciava la loro casa per andare a trovare la sua famiglia in superficie. Akaza era più che favorevole a quelle visite - e, onestamente, gli piaceva anche Senjuro - ma senza la presenza di Rengoku l’Oltretomba sembrava ancor più cupo.

Sbuffò e lanciò una pietra all’interno dello Stige, facendola saltellare per tre volte prima che venisse inghiottita all’interno di quelle acque rosse come il sangue.

Non vedeva l’ora che il suo compagno tornasse e che riempisse le sue giornate con il suo calore e la risata. Perché ad Akaza bastava la sua sola presenza per sentirsi meno abbattuto e privo di energie.

Lanciò un’altra pietra che fece la fine di tutte le altre che l’avevano preceduta.

Quando Rengoku sarebbe tornato, si disse, non l’avrebbe lasciato andare per almeno una settimana.

Avrebbe ascoltato i suoi racconti della superficie e, magari, sarebbero anche potuti andare a fare una gara. Sarebbe stato divertente vedere chi sarebbe arrivato per primo all’esterno dell'Oltretomba.

, sorrise tra sé e sé. Quello gli sarebbe piaciuto. Kyojuro era competitivo tanto quanto lui ed era certo che non si sarebbe tirato indietro e che anzi: gli avrebbe dato del filo da torcere come sempre.

Era un gran bel progetto che, tuttavia, aveva un solo problema: in quel momento Rengoku non era lì. E di conseguenza Akaza non poteva far altro se non lanciare pietre nel fiume rosso e sperare che qualche altra anima decidesse di fare una piccola rivolta che richiedesse il suo intervento.

«Quando mi hanno detto che stavi facendo il broncio mi aspettavo di tutto, tranne il vederti qui a lanciare pietre!»

Una voce alle spalle di Akaza, divertita e alta, lo fece sobbalzare e si voltò all’istante con un ampio sorriso in viso.

«Kyojuro!»

L’altro uomo, che aveva appena lasciato per terra un cesto pieno di leccornie provenienti dalla sua casa - Akaza poteva chiaramente sentire l’odore delle patate dolci -, allargò prontamente le braccia e Akaza non se lo fece ripetere due volte: scattò in piedi e gli si lanciò contro, scaraventandolo per terra - mettendogli preventivamente una mano dietro la nuca per evitare una botta troppo violenta.

«Finalmente sei tornato! Qui è un mortorio senza di te!» esclamò con gli occhi sgranati, improvvisamente più vivi e luminosi - nell’Oltretomba non c’era il sole, ma lui aveva Rengoku.

«È già un mortorio !» rise Kyojuro, prendendogli il viso tra le mani per farlo piegare verso di lui e rubargli un rapido bacio a fior di labbra.

Akaza si godette quel lieve contatto, sentendo tutta la tristezza di quei giorni scivolare via per venire sostituita da un piacevole calore che gli riempì subito il cuore.

«Molto più del solito! Kyojuro andiamo a combattere al campo marzio? O preferisci fare una gara?» lo incalzò prontamente, lasciandosi trasportare dall’energia che fino a quel momento gli era mancata.

La risata di Rengoku si fece più alta e, come per impedire al suo compagno di muoversi, spostò le mani dal volto di Akaza per portarle sui fianchi fini di quest'ultimo, stringendoli.

«Sono appena tornato! Dammi un po’ di respiro! Magari potresti aggiornami su cosa mi sono perso in queste settimane!»

«Tre rivolte, ma le anime non ci mettono più l’impegno di una volta. Si arrendono subito e non c’è gusto nell’intervenire,» rispose scrollando le spalle. «Te l’ho detto: un mortorio

«Sicuramente è successo dell’altro,» commentò Kyojuro. «Ma come sempre esageri.»

Akaza si sistemò meglio sopra Rengoku, sedendosi a cavalcioni sul suo compagno per poterlo lasciare coricato sotto di sé. Kyojuro aveva i capelli sparsi per terra e la pelle si era leggermente abbronzata, complice il sole che aveva preso mentre stava dalla sua famiglia. Alle volte Akaza si pentiva di averlo costretto a vivere lì, nell’Oltretomba… ma quando, quasi tre secoli prima, si erano innamorati durante la guerra tra i dei della superficie e quelli dell’Oltretomba non avevano realmente pensato alle conseguenze.

Anche per quel motivo Akaza non si era mai opposto al bisogno di Kyojuro di visitare la sua famiglia. Sapeva quanto Rengoku avesse bisogno della superficie e dei suoi cari… e Akaza sentiva, più di ogni altra cosa, la necessità di renderlo felice.

«Io? Esagerato?» rispose  con tono fintamente offeso, allontanando quei pensieri. In quel momento Kyojuro era lì, e Akaza non voleva pensare a nient'altro che a lui.

Rengoku inizialmente non rispose, iniziando ad accarezzargli con la punta delle dita la pelle nuda dei fianchi, seguendo distrattamente i tatuaggi che percorrevano l’intero corpo di Akaza.

«Esagerato come quella volta che hai cercato di affogare Douma nel Flegetonte,» gli ricordò Kyojuro, muovendo le dita in modo terribilmente lento.

«Difendevo l’onore della tua amica!» ribatté Akaza senza esitazione. «Inoltre non volevo affogarlo nel Flegetonte, di fatto non è neanche possibile affogarci! Al massimo volevo ustionarlo. Gravemente ,» aggiunse, contorcendosi un poco per cercare un contatto maggiore con le calde mani di Rengoku.

«O quella volta che Tengen è venuto a trovarmi. E siete finiti ai Campi Elisi per una sfida, anche quello mi è sembrato parecchio esagerato.»

«Quello esagerato, fino a prova contraria, è Tengen! Non è lui quello che sostiene di essere il Dio della Vistosità ?» si difese, spingendosi verso il bacino di Kyojuro. Dei leggeri brividi avevano iniziato a percorrergli la colonna vertebrale.

«Oppure quella volta che-»

«Kyojuro!»

Il sorrisetto di Rengoku si allargò e divenne ben presto una nuova e calda risata, e per un momento Akaza pensò che avesse realmente portato con sé il sole dalla superficie.

Si sporse in avanti, portando le mani sul viso caldo del suo compagno. La sua pelle chiara e fredda era in netto contrasto con quella di Kyojuro, così simile ai colori dell’estate.

«Mi sei mancato,» mormorò sincero.

«Anche tu,» ammise Kyojuro, spostando le mani per posarle su quelle di Akaza, inclinando un poco il capo per potergli baciare il palmo. «Amo la superficie, ma amo di più stare accanto a te.»

Mormorò quelle parole direttamente sulla pelle di Akaza che, ancora una volta, venne scosso da un brivido.

«Quindi… andiamo nelle nostre stanze a portare le cose che ti ha dato Senjuro, mi racconti cosa hai fatto mentre eri con la tua famiglia e…»

«E recuperiamo il tempo perso?» propose malizioso Rengoku, strappando una risata ad Akaza.

«Stavo per dire ‘e poi andiamo ad allenarci’ , ma non mi dispiace anche la tua proposta!» ammise baciandogli il naso prima di sollevarsi e tendere la mano al suo compagno per aiutarlo ad alzarsi.

Kyojuro accettò subito l’aiuto e una volta in piedi catturò Akaza in un altro abbraccio per poterlo baciare in un modo che sapeva benissimo che avrebbe privato Akaza di qualsiasi pensiero riguardante allenamenti e combattimenti.

Infatti Akaza si leccò le labbra non appena si separarono, e lo guardò con gli occhi improvvisamente più scuri.

«Andiamo. Ora! » e senza permettere a Kyojuro di dire qualsiasi cosa, Akaza si sporse per poterselo caricare in spalla. Prese il cesto abbandonato per terra e poi corse verso le loro stanze con le risate del suo compagno ad accompagnarlo e a farlo sentire vivo come non mai nonostante fossero nell’Oltretomba.





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