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Autore: ineffable    25/12/2022    1 recensioni
Una piccola storiella natalizia per festeggiare questo giorno
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Crowley organizzò il Natale


Din.Din.
Il campanello all'entrata trillò con il suo tipico suono, avvisando dell'arrivo di un nuovo cliente, Crowley perché di lui si trattava storse il naso, non sopportava quello stridio fastidioso che tutte le volte gli faceva vibrare i timpani, aveva più volte tento di convincere l'amico a sostituirlo in maniera più moderna ma niente da fare.
Si guardò intorno rendendosi conto che mancava qualcosa, non solo il suo angelo, ma visto il periodo e il giorno quel negozio doveva già essere pieno di orripilanti e troppo colorate decorazioni natalizie, dov'erano i festoni? Quel gigantesco e polveroso albero che urlava cringe da ogni ago, con le palline così antiche che potevano rompersi solo con uno sguardo? E le lucine, quelle fastidiose e luminose invenzioni che ti sfavillavano in faccia, senza pietà, e tu potevi benissimo dire addio alle tue retine.
Dov'era la neve finta, i fiocchi appesi al soffito, le immagini di quel gigante vestito di rosso e troppo sorridente per i suoi gusti che portava doni a tutti tranne che a lui?.
Qualcosa non andava.
<< Angelo? >>
<< Aziraphale dov...- >>
<< Ehi ma che accidenti ti prende? >>
Non poteva credere ai suoi occhi, quella creatura che solitamanente intonava cori sgraziati, ondeggiando per il locale, se ne stava seduto con un vecchio libro polversono tra le mani, lo sguardo spento dietro gli occhialini da lettura e l'espressione annoiata tipica di un adolescente ribelle.
<< Oh ciao Crowley >> non si sforzò nemmeno di alzare lo sguardo.
<< Ma che stai facendo? >> domandò l'altro alzando forse troppo la voce.
Aziraphale rispose con un gesto delle spalle, che si alzarono e abbassarono come se stessero tenendo un macigno.
<< Leggo. >>
<< Questo lo vedo >> rispose, poi sollevò un sopracciglio.
<< Anche se il libro è al contrario. >>
<< Dettagli >> rispose Aziraphale.
Nella mente del demone cominciarono a farsi strada varie ipotesi. O l'amico era stato sostiuito da un alieno, oppure si era aperto uno scuarcio spazio temporale e quello che aveva davanti era l'angelo di un altro universo, oppure c'era decisamente qualcosa che non andava.
Gli prese il libro dalle mani certo di scaturirgli una reazione che non tardò ad arrivare.
<< Ehi! A causa tua ho perso il segno. >>
Si alzò con tutta l'intenzione di fronteggiare l'amico, gesto che gli sembrò stupido un istante dopo, Crowley era più alto di lui e aveva sollevato il braccio con ciu teneva il libro, per cui i suoi tentativi di rprenderselo sarebbero stati alla pari di quelli di un cucciolo di foca intento a catturare un pesciolino.
<< Ridammelo >> sbottò tentando di mostrarsi arrabbiato.
<< Lo farò. Solo dopo che mi dirai dove le hai nascoste >> rispose il demone.
<< Nascosto cosa? >>
<< Le stupide decorazioni che ogni hanno brutalizzano questa libreria. >>
Aziraphale lo fissò sbattendo le palpebre, così se ne era accorto, sperava davvero non lo facesse, anche perché non voleva affrontare quel discorso con lui.
Spostò lo sguardo di lato.
<< Ah quelle... >>
<< Sì proprio quelle angelo, dove sono? E' uno scherzo per caso? >>
<< Non le ho messe >> rispose freddamente, senza nemmeno curarsi di inventarsi una scusa.
<< Perché? >>
Gli occhi celesti si spostarono su di lui, il demone si sentì studiato, e il suo corpo reagì facendogli colorare le guance di un tenue porpora.
<< Credevo le rtenessi stupide >> disse Aziraphale.
<< E da quando ti interessa la mia opinione riguardo quelle oscenità? >>
L'angelo sollevò le spalle, Crowley stava cominciando a detestare quel gesto.
<< Per questo la tua libreria non sbrilluccica? Sono io la causa? >> domandò corrugando le sopracciglia.
<< No, non è per te, puoi stare tranquillo. >>
Crowley tirò mentalmente un respiro di sollievo, non ci teneve ad essere la causa della qualsiasi cosa avesse il suo angelo.
<< E allora? >>
Aziraphale riprese posto nella sua comoda poltrona accompagnando il gesto con uno sbuffo.
<< Non mi andava e basta, o devo sempre fare tutto ciò che la gente si aspetta. Sono un angelo quindi devo essere buono, deve piacermi il natale, amare le decorazioni e i canti dei bambini. >>
L'amico lo guardo con un cipiglio confuso.
<< Ma tu ami queste cose, le hai sempre amate >> disse aprendo e chiudendo le braccia.
<< Sì può essere, ma quest'anno non sono proprio in vena. >>
Quello era già qualcosa, ma era comunque poco per capire cosa fosse preso a quella creatura solitamente così energica e piena di vita.
<< Posso sapere il motivo? >>
<< No. >>
Rispose spostando lo sguardo, Crowley spostò appena la testa all'indietro come se fosse stato colpito da un oggetto più che da una frase.
<< Quindi mi stai dicendo che per questo natale tu dirai addio a lucine, biscottini decorati con la pasta di zucchero e glassa, albero e presepe? >>
<< E' ciò che ho detto, ora puoi andare a fare il tuo riposino in pace, era questo che eri venuto a dirmi giusto? >>
La risposta era affermativa, ma in qualche modo sentiva di non aver più tanto desiderio di dormire.
<< S-sì ma... >>
<< Va pure Crowley, non preoccuparti per me, ogni anno faccio sempre le stesse cose, non succederà niente se per una volta le luci di questa libreria rimarranno spente. >>
Il demone deglutì, era tutto sbagliato, lo sentiva nelle profondità del cuore.
<< Allora io...vado. >>
Aziraphale annuì.
Lui fece qualche passo verso la porta, posò la mano sulla maniglia, poi chinò la testa di botto scuotendola.
<< Al diavolo! >>
A passo spedito tornò nel salottino soprendendo Aziraphale che lo fissava con due occhioni pieni di confusione.
<< Sai una cosa? Non hai voglia di decorare, mi sta bene, ma non puoi impedire a me di farlo >> sbottò facendo inarcare le bionde sopracciglia dell'amico.
<< Crowley cosa...- >>
<< No, no angelo, ho capito il tuo giochetto e mi sta bene. Tu non devi fare niente. >>
Detto questo si precipitò nella cantina polverosa, tirò fuori pacchi, scatoloni, buste, tossì, imprecò e disse parolacce per una buona quindicina di minuti poi spuntò nuovamente in salotto, con la giacca impolverata e piena di ragnatele, sotto lo sguardo incredulo di Aziraphale.
Non gli diede il tempo di parlare o di obbiettare.
Cominciò a montare l'albero, decorarlo, non senza fare cadere qualcosa e fare battute sul fatto che ci appenderebbe le sue di palle che ci mancava poco sarebbero cadute, appese festoni, lucine e decorazioni, il tutto senza usare il minimo di magia.
Impiegò un'ora per fare tutto, alla fine guardò trionfante il risultato della sua opera, si mise le mani suoi fianchi e guardò Aziraphale soddisfatto.
<< Che te ne pare? >>
<< Bè... >> cominciò l'angelo torturandosi le dita.
Impegnato si era impegnato, certo le decorazioni erano un po' sbilenche, la punta dell'albero pendeva verso destra e i pastori del presepe sembravano aver appena combattuto una bataglia, ma nel complesso risultava guardabile.
<< E' carino >> disse sorridendo, non voleva certo deludere l'amico dopo tanto impegno.
<< Davvero ti piace? >>
<< Sì >> rispose.
<< Vieni accendi tu le luci >> propose Crowley credendo di aver risolto il problema.
<< No, ti ho detto che non me la sento. >>
Ci rimase male.
<< Ma...credevo la tua fosse solo pigrizia e un pessimo tentativo di coinvolgermi in questa faccenda. >>
<< Non tutto riguarda te Crowley, apprezzo il tuo gesto, ma davvero non mi sento in vena.
<< Dimmi almeno il motivo. >>
<< Angelo, giuro che mi metto a cucinare biscotti se non me lo dici. >>
Aziraphale ridacchiò dopo quell'affermazione.
<< Mi stai tentando? >> domandò avvicinando le folte sopracciglia chiare.
<< Non credo ti convenga vedermi cucinare. >>
<< Chi lo sa >> rispose l'angelo, voltandosi poi a osservare l'operato di quel demone tanto speciale.
<< Sei stato molto carino, davvero. >>
<< Allora forse quest'anno babbo natale li porterà anche a me i regali. >>
Le labbra del principato si tirarono in un sorriso.
<< Sai bene che li porta solo ai bambini. >>
<< Mi sembra una discriminazione bella e buona, o una scusa per fare meno lavoro >> commentò serio Crowley facendo ridere Aziraphale.
Quel suono melodico risvegliò qualcosa nel petto del demone, ecco che cosa mancava oltre le decorazioni, la risata cristallina dell'uomo di cui si era innamorato, amava sentirlo ridere, era una delle cose che gli piaceva di più e le rare volte in cui gli era concesso le considerava come un vero e proprio dono.
Prese una decisione.
Sarebbe stato lui a riportare il natale a casa di Aziraphale.
<< Angelo? >>
<< Dimmi caro. >>
<< Ho capito che non ti va di parlarne, ma ti va di fare un gioco? >>
Il principato lo guardò circospetto.
<< Di che genere. >>
<< Se riesco a stupirti con anche solo una cosa che organizzerò tu mi dirai perché non vuoi festeggiare. >>
<< Non mi sembra molto equa come cosa >> ribatté l'angelo.
<< Lo è visto che ti preparerò una cena in piena regola senza usare miracoli >> rispose sicuro che alla parola cena avrebbe ceduto.
Difatti gli occhi chiari di Aziraphale si illuminarono, le pupille scrutarono la figura alta ed esile di Crowley, in fondo sarebbe stato divertente vederlo alle prese con i fornelli e magari si sarebbe distratto dai suoi pensieri.
Allungò la mano.
<< Ci sto. >>
Il demone sorrise stringendola.
<< Mettiti comodo, ti chiamerò io quando tutto sarà pronto. >>
Crowley si mise subito all'opera, studiando video di ricette, scegliendo tra mille immagini di tavole imbandite la più bella, non era mai stato propenso a queste cose, ma conosceva bene il suo angelo, le note della sua colonia preferita poteva riconoscerle da una notevole distanza, quindi non era difficile scegliere tra tutte quelle tovaglie e centrotavola quale fosse il più indicato.
Solitamente quando si poneva obbiettivi il suo unico sprone era che una volta portato a termine avrebbe potuto dedicarsi ad altro.
Ma ora cera di mezzo Aziraphale.
E quando c'entrava l'angelo non poteva permettersi errori, la sua intera vita gravitava attorno a quel bel principato, come se fosse un magnete attratto dal suo campo di forza, se c'era qualcosa che non andava in esso inevitabilmente finiva per disturbare anche lui, in un certo senso sembrava possedessero un unico cuore pulsante.
Dopo circa tre ore tutto era pronto, mancava solo l'ospite d'onore che non tardò ad arrivare, fuorì la neve cadeva a fiocchi leggeri che si scioglievano uan volta entrati in contatto sull'asfalto, le persone si affrettavano a finire le ultime compere per poi finalmente tornare nelle loro calde case.
Il proprietario della libreria guardò l'orologio, si sfregò la punta del naso sentendola congelata, sicuramente Crowley aveva finito, le tre ore che gli aveva chiesto erano scadute e lui si accinse a tornare indietro, quando fu davanti a quella che era da anni la sua più cara dimora le buste che aveva in mano gli caddero a terra.
<< Ma cosa? >> mormorò, la condensa vaporea uscì dalla sua bocca, segno che faceva molto freddo ma quasi non se ne curava.
La libreria era circondata in tutta la sua ampiezza da lucine celesti e bianche che si alternavano, Babbonatale e una fidata renna erano stati posti ai lati della porta, le vetrate erano state spruzzate dall'interno di neve sicuramente finta, mentre fuori quella vera aveva già smesso di cadere.
Quando Aziraphale entrò venne accolto da un tiepido calore che lesto gli scaldò le ossa, i muscoli tesi, il profumo di arrosto mischiato a biscotti e qualcos'altro invece puntò dritto verso al suo cuore oltre che allo stomaco, la luce che lo circondava era diversa, non ricordava che la libreria fosse mai stata così luminosa.
Non era una luce fredda, ma era di quelle luci che danno sul giallo, simili alla luce del sole al tramonto, era bello e tutto intorno a lui gli sembrava aver assunto dei colori più vivaci, gli enormi scaffali erano adornati con dei grossi fiocchi rossi, dai lampadari pendevano ghirlande di ogni forma e colore.
C'erano piccoli alperelli intagliati nel legno, palline di vetro o a forma di cuore, molte delle quali emanavano un delicato profumo, che fine avevano fatto le decorazioni che aveva montato alla bell'e meglio l'amico solo poche ore prima?
Proprio lui spuntò dalla saletta con un enorme sorriso, denti bianchi, occhi luminosi e un delizioso maglioncino rosso, di quelli pelosini che gli aveva confessato più volte di odiare, eppure era lì davanti a lui indossandolo.
Aziraphale non poté fare a meno di deglutire, era bellissimo, la visione più meravigliosa che avesse mai avuto la fortuna di vedere, aveva persino il cappellino di babbo natale, era il babbo natale più sexy che...scosse la testa scacciando quei pensieri poco opportuni.
<< Benvenuto...a casa tua angelo >> disse con una voce soave, ma sempre con quel velo roco che gli piaceva tanto.
<< Crowley >> deglutì senza parole mentre guardava quelle meraviglie che volteggiavano intorno a lui.
<< Che cosa hai...fatto? >>
<< Ti piace? >>
<< Sì >> rispose sorridendo.
<< Mi ricorda tanto quando organizzavano il natale in...- >>
<< Casa Dowleing >> continuò per lui il demone.
<< Ho preso ispirazione >> spiegò, avvicinandosi poi all'amico.
<< Vieni la cena è pronta. >>
Aziraphale puntò istintivamente i piedi.
<< Oh, ma non mi sono nemmeno cambiato. >>
<< Non importa, tu sei... >> sollevò le spalle sentendo la gola bruciargli poi continuò.
<< Sei bellissimo così angelo. >>
Le guance del principato presero fuoco, spostò lo sguardo cercando un appiglio in uno di quei fantastici oggetini.
<< Bè...grazie >> sussurrò alla fine, perché sentiva la bocca così improvvisamente secca?
<< Però mi piacerebbe davvero >> disse.
<< D'accordo ti aspetto qui, ma fa presto o si fredderà tutto. >>
Nemmeno il tempo di lasciargli terminare la frase che era già di sopra a rovistare nel suo armadio spoglio, doveva pur esserci qualcosa di adeguato, trovò un vecchio maglione rosso e bianco con disegnini di renne e slitte, dei pantaloni che davano sul marrone e...niente andava bene così.
Prima di scendere prese qualche respiro, quel complimento gli ronzava ancora in testa facendogliela girare, ma non poteva far attendere troppo l'amico, sarebbe stato poco gentile visto il dafare che si era dato per organizzare tutto.
Scese le scale ma prima di entrare nel salone venne assalito da un cappellino uguale a quello che indossava Crowley.
<< Così va meglio >> disse l'amico sorridendo, poi lo squadrò.
<< Quel maglione... >>
<< Sì >> lo interruppe Aziraphale.
<< L'ultima volta che l'ho indossato è stato quel natale, Warlock aveva appena cinque anni >> il suo sguardo luccicò catturato da quel ricordo.
<< Angelo >> si grattò la nuca non sapendo dove guardare.
<< Per quello che è successo quella volta, i-io ti chiedo scusa...- >>
<< Non devi... >>
<< Ero brillò >> continuò balbettando Crowley.
<< E' tutto a posto, davvero >> lo rassicurò.
I due caddero in un pesante silenzio che aveva il sapore di parole non dette, fu il demone a scacciarlo, non volendo rovinare la serata con vecchie e insolute memorie, gli mise una mano sugli occhi e lo guidò fino al salone, poi la tolse godendosi la faccia stupita di Aziraphale.
<< Ma...ma sei sicuro che questo sia... >>
<< L'ordine fa miracoli angioletto, l'ho imparato da una donna su internet >> rispose con un sorrisetto soddisfatto.
<< Sembra anche più grande. >>
Lo aveva lasciato davvero piacevolmente stupito, quello che prima era un vecchio e inutilizzato salotto, ora sembrava la sala degna di un principe, al centro spiccava il tavolo di legno dai contorni arrotondati e morbidi, lucido come se fosse stato imbevuto nella cera, coperto da una tovaglia di un cald beige, piatti di porcellana rifiniti in oro, calici di vetro, tovaglioli dorati piegati a forma di albero di natale, le candele al centro erano rosse e accanto a ogni copreto stava un ramoscello di agrifoglio, che spiccava con il suo verde delle foglie e quelle belle bacche bordeux.
Un enorme albero di natale decorato divinamente spiccava in fondo al salone, sotto erano stati posti dei pacchettini accuratamente infiocchettati, gli occhi di Aziraphale non smettevano di luccicare di fronte a quelle meraviglie, e il suo cuore batteva all'impazzata all'idea che tutto era stata tutta opera di Crowley.
<< Posso chiederti una cosa prima di metterci a sedere? >>
<< Spara >> rispose il demone avvicinandosi.
<< Perché non hai lascito quello che avevi fatto prima, era bello e...- >>
<< Semplicemente perché prima lo avevo fatto per me, non sopportavo di vedere questo negozio vuoto, privo di quegli ornamenti che mi facevano girare la testa e venire la nausea. Soprattutto detestavo vederti triste, ma questo >> indicò tutto quello che c'era intorno a lui.
<< Questo è per te. >>
<< Non ce n'era bisogno, ti sei dato così tanta pena >> sospirò.
<< Lo aprezzo credimi, quando sono uscito di qui pensavo solo al momento in cui avrei potuto indossare la mia vestaglia e leggere un buon libro, e invece adesso non vedo l'ora di assaggiare quello che hai preparato e passerei ore a guardare queste meravigliose decorazioni e magari uno stupido film natalizio che odi tanto ma che mi piacerebbe davvero vedere con te. >>
Da dove gli erano uscite quelle frasi? Dove aveva preso il coraggio di confessare quello che aveva nel cuore da anni. Gli occhi erano umidi per l'emozione e a stento tratteneva le lacrime che da giorni spingevano per uscire.
<< Questa sera Aziraphale ogni tuo desiderio si avvererà, faremo tutto ciò che vuoi >> rispose Crowley, con ancora la voce macchiata dall'emozione.
"Non tutto" pensò l'angelo, ma sorrise comunque, non voleva rischiare di deluderlo, e anche se non avesse avuto la cosa che desiderava di più sarebbe andato bene comunque, almeno quel natale lo avrebbero passato insieme.
Era parecchio che non si ritrovavano per le feste, solitamente si scambiavano un dono e poi il demone si rintanava a sonnecchiare fino all'anno dopo, le cose erano un po' cambiate quando avevano preso servizio dalla famiglia Dowling, ma anche in quel caso dopo aver svolto i loro compiti e scambiato il solito presente ognuno se ne andava per la sua strada, tranne una volta, quella volta in cui si erano quasi...
<< Aziraphale? >>
<< Mh? >>
L'angelo mise a fuoco la figura dell'amico che gli teneva spostata la sedia in un gesto galante, arrossì e prese posto ringraziandolo, poi lo vide sparire in cucina e tornare con un carrellino pieno di vassoi, i quali non appena sollevato il coperchio emanarono un odore talmente buono da fargli venire l'acquolina in bocca.
<< Hai...fatto tuttuo da solo? >>
<< Affermativo angioletto, queste manine demoniache si sono date un gran da fare >> cominciò a dire mentre tagliava fettine di arrosto.
<< Forse alcuni punti potrebbero risultare bruciacchiati, le patate mi hanno dato incredibilmente un gran da fare. >>
<< Chi lo avrebbe mai detto che un tubero potesse dare così tanti problemi >> sorrise infine servendo Aziraphale e sendendosi a sua volta.
<< I-io non ho mai cucinato ecco, non saprei dirti ma dall'aspetto mi sembra tutto delizioso. >>
<< Assaggia avanti >> lo esortò Crowley impaziente di vedere la sua espressione.
Obbediente l'amico mise in bocca il primo boccone e le sue papille gustative rimasero estasiate, era davvero buono, dopo quello ne seguirono altri, alcuni avevano lati un po' freddini o bruciacchiati ma era tutto squisito.
<< E' la prima volta che cucini? >> domandò leccandosi le labbra, gesto che fece finire il cuore in gola al suo interlocutore.
<< Primissima, e non ho usato miracoli giuro. >>
<< Ti credo, ma sinceramente non ti facevo così bravo. >>
Crowley arrossì e dovette abbassare lo sguardo dall'imbarazzo, erano rari i complimenti provenienti da quel bel principato.
<< Ti piace davvero? Non lo dici solo per essere gentile? >>
Aziraphale si pulì gli angoli della bocca.
<< Non ti mentirei ma su una cosa del genere, per essere la prima volta che cucini è delizioso. Io credo che avrei saputo solo dare fuoco alla casa. >>
<< Nah ma che dici >> accompagnò la frase con un gesto della mano.
<< Saresti perfetto, come in ogni cosa che fai >> ma cosa gli prendeva? Da quando si lasciava sfuggire frasi altamente imbarazzanti e che lo mettevano in una posizione compromettente rigurado a ciò che provava.
<< Ora sei tu che esageri >> rispose l'angelo con le guance imporporate bevendo un sorso di champagne.
Solo per quella sera anche il demone assaggiò qualcosa, non voleva lasciare Aziraphale mangiare da solo, il cibo non gli piaque troppo ma quello che apprezzò era invece la compagnia, il discutere insieme su ciò che si stava mangiando.
<< Allora...ti ho stupito o no? >> domandò quando ormai erano giunti al termine.
<< Decisamente sì >> rispose Aziraphale sapendo dove quel discorso sarebbe andato a parare.
Il demone sorrise, sentendosi fiero e felice di aver fatto una cosa buona che aveva donato il buon umore all'amico di una vita, ma ora era il momento di affrontare quel discorso.
<< Quindi ho vinto >> non sapeva perché stava tergiversando.
<< Se la metti così... >>
<< Non sei obbligato a dirmelo, ma... >> iniziò Crowley sbriciolando una mollica di pane.
<< Ci terrei davvero a sapere perché non volevi festeggiare. >>
Dopo qualche istante di silenzio, intervallato da reciproci sguardi, Aziraphale si decise a parlare.
<< In realtà è molto semplice, non è più come prima, mi sembra di non avere più niente. >>
<< Un tempo avevamo l'apocalisse a cui pensare, non che mi manchi avere una minaccia sulla testa, ma ogni natale si avvicinava sempre di più a quello che poteva essere l'ultimo e questo mi dava modo di viverlo a pieno. Poi c'era la neve, mentre ora non ho c'è nemmeno più quella. Per non parlare di quando abbiamo iniziato a passare i natali a casa dei Dawling, tutti quei preparativi, le decorazioni, Warlock che felice scriveva la letterina a babbo natale e ci riempiva di sorrisi. C'era calore, capisci Crowley? >>
Lui annuì solamente senza avere il coraggio di aggiungere altro, quella confessione a cuore aperto non poteva essere disturbata dalle cose che aveva in testa, in quel momento Aziraphale non aveva bisogno di rassicurazioni, sentiva che l'unica cosa che poteva fare per lui era lasciarlo parlare.
Vide gli occhi celesti diventare lucidi, la mano chiara che si chiudeva a pugno sul tovagliolo, l'espressione contrita.
<< Non avevo voglia di festeggiare perché non c'era più niente per cui valesse la pena farlo, sapevo tu ti saresti messo a fare il tuo pisolino e io...sarei rimasto solo. >>
A quel punto anche gli occhi gialli si inumidirono, arricciò il labbro ma dalla sua bocca non un uscì nulla, così ci riprovò.
<< P-Perché non me lo hai semplicemente detto? >>
<< E a quale scopo? Tu odi tutto questo, non avrei mai accettato rimanesssi con me solo per pena. >>
Aziraphale alzò e abbassò le spalle.
<< Io non lo so cosa mi prende, dovrei festeggiare e basta, essere io a incarnare lo spirito natalizio ma... >>
Sospirò.
<< La verità è che... >> sollevò lo sguardo fino a incontrare il volto teso di Crowley.
<< L'unico natale che mi piacerebbe rivivere è quello che abbiamo passato effettivamente insieme. >>
Le pupille di serpentesche si dilatarono, nel mezzo passò un luccichio, il suo cuore ebbe un sussulto cominciando a galoppare fortemente, non aveva idea che il suo migliore amico provasse tutte quelle cose, ma Crowley cominciava a capire e unire i pezzetti di tutto il discorso.
<< Angelo ti manca Warlock? >>
<< Anche...ma soprattutto mi manca quello che si provava in questo periodo. >>
Mi manchi tu. voleva dire.
<< Quel calore...l'ultima volta in cui l'ho provato è stato quando tu... >>
Il demone deglutì.
<< Quando io? >> sentiva il corpo fremere.
Aziraphale si alzò dal tavolo, rimase fermo, con le mani appoggiate a esso e il capo chino.
<< Non avrei dovuto fermarti >> aggiunse e quella frase fu come una freccia scoccata dritta verso il persaglio che era il cuore di Crowley.
Si alzò a sua volta tentando di avvicinarsi, ma l'angelo indietreggiò di qualche passo.
<< Devi scusarmi, io non so cosa sto dicendo >> mandò giù il nodo che sentiva pulsargli in gola.
<< Sì che lo sai >> disse l'amico cercando in quegli occhi chiari quella luce che aveva visto soltanto una volta.
Strinse i pugni imponendosi di smettere di tremare.
<< Io non avrei voluto fermarmi, non è affatto vero che era brillo, cioè sì un po' lo ero ma non così tanto da non sapere cosa stavo per fare. >>
<< Mi sono fermato solo perché sei stato tu a chiedermelo >> confessò, e dopo tanti anni far uscire quel macigno che teneva segregato dentro di se fu una liberazione.
Le pupille azzurre tremarono, erano così lucide che sembravano fatte d'acqua.
<< E anche se detesto canzoncine e decorazioni rifare ogni anno, anzi ogni giorno quello che ho fatto stasera se significa passarlo con te. >>
Aziraphale deglutì sentendo le parole venirgli meno.
<< Lo sai perché ogni anno mi metto a dormire in questo periodo? >>
L'altro scosse appena la testa poi disse.
<< Credevo fosse perché così non avresti dovuto sopportare tutto questo >> provò l'angelo con un fil di voce, ma Crowley scosse il capo.
<< Non proprio, è una parte del motivo ma non tutta la verità. Vedere tutta quella gente allegra e felice, coppie che si scambiano doni e affetto, famiglie riunite mi ricordava ogni volta quanto io fossi solo, ritardare il mio pisolino quando facevamo da babysitter al finto anticristo è stata la cosa più bella che mi sia capitata. >>
Si passò una mano tra i cappelli rossi.
<< Avevo l'illusione per pochi giorni di poter essere felice, anche a me manca angelo, e mi manca perché non ci sei più ti così vicino a me. Era l'unico momento in cui non avevo bisogno di una scusa per rimanerti accanto o cercarti. >>
Un silenzio calò tra loro, era carico di parole e frasi lasciate a metà, nel cuore di Aziraphale si fece largo un desiderio, si avvicinò di qualche passo al demone senza smettere di tenere gli occhi puntati nei suoi.
<< Sai il vero motivo per cui ti ho fermato quella volta? >>
Questa volta fu Crowley a scuotere la testa.
<< Temevo ci vedessero, ed è il motivo per cui non ti ho mai chiesto di passare il natale insieme, anche se lo avrei desiderato più di ogni altra cosa ma in questo periodo i miei capi avevano i radar molto alti e non volevo rischiare solo per soddisfare un mio capriccio. >>
Stava sentendo bene? Non era il vino a fargli avere le allucinazioni? Il demone non poteva credere alle sue orecchie, tuto quello che aveva sempre desiderato sentirsi diri ora si stava avverando.
<< Ti avrei detto sì >> rispose di getto, senza nemmeno controllare le parole.
<< E lo avrei fatto ogni fottuto anno. >>
Aziraphale sorrise appena, intenerito e con il cuore che scoppiava.
<< Anche se avrebbe significato bastoncini di zucchero e film sdolcinati? >>
A sorridere fu Crowley, un ghigno sghembo.
<< Avrei sopportato anche la cioccolata calda. >>
<< Davvero? >> domandò l'angelo che ancora non ci credeva.
<< Sì, non importa quanto avremmo discusso, o quanti brillantini mi sarei trovato addosso, è divertente stuzzicarti mentre metti le decorazioni e se posso farlo senza avere fretta di andarmene a dormire sarebbe ancora meglio. >>
Il sopracciglio biondo dell'angelo svettò appena verso l'alto.
<< Guarda che poi potresti pentirtene >> lo stuzzicò.
<< Io non credo, no >> sorrise, non poteva farne a meno, si avvicinò a lui chiudendo quei pochi centimetri che li separavano, gli posò una mano sulla spalla e poi ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi.
<< Voglio passare ogni natale conte. >>
<< Io anche >> sussurrò deglutendo Aziraphale.
<< Era questo ciò che mi mancava, eri...tu >> confessò con un filo di voce appena udibile.
Crowley si chinò a stringerlo in una abbraccio, a stento riuscì a trattenere le lacrime che minacciavano di uscirgli persino dal cuore, Aziraphale lo strinse a sua volta chiudendo gli occhi, respirò il suo odore sentedosi finalmene a casa.
Quando si staccarono rimasero con i volti a pochi centimetri di distanza.
<< Però manca ancora qualcosa in tutte queste belle decorazioni >> disse l'angelo attirandosi un'occhiata confusa.
<< Cosa mi sono scordato. >>
L'angelo sorrise, schioccò le dita e sopra di loro comparve un ramoscello di vischio, sollevò lo sguardo e il demone lo imitò, quando vide quello che pendeva sopra le loro teste quasi le gambe gli cedettero, abbassò il viso incontrando quegli occhi che tanto amava.
<< D-Davvero? >>
Aziraphale annuì fremendo nell'attesa, socchiuse gli occhi, mentre Crowley con il cuore a mille si chinava posando finalmente le labbra su quelle tanto agognate, in quell'attimo due mondi si unirono, fu come l'intrecciarsi di due metà che finalmente si uniscono, bene e male, demone e angelo, Crowley e Aziraphale.
Quando riaprirono gli occhi dovettero reggersi l'uno all'altro, a entrambi girava la testa, era stato breve ma ce ne sarebbero stati altri, molti altri e lo sapevano mentre si guardavano negli occhi, si stringevano le mani e si sorridevano.
<< Buon natale Crowley >> soffiò Aziraphale.
<< Aspetta, non è finita >> rispose l'altro.
Schioccò le dita e iniziò a nevicare nella stanza facendo rimanere di stucco l'angelo.
<< Volevi la neve no? >> domandò ghignando.
<< Sì, ma in casa? >>
<< Così siamo già vicino alla camera per scaldarci >> rispose con un sorrisetto.
<< Crowley... >>
<< Che c'è? >>
Aziraphale lo tirò verso di sé.
<< Sei il solito, ma grazie >> sorrise baciandolo nuovamente, poi entrambi si voltarono a guardare quello spettacolo, la neve che scendeva a fiocchi nella libreria, la loro casa, erano abbracciati e finalmente sentivano di avere un posto a cui appartenere.
<< Buon natale angelo. >>


Fine.




 
   
 
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