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Autore: RoriStark    27/12/2022    0 recensioni
giuro che migliora dopo i primi capitoli!! hahaha BTW Bleach con l'introduzione di un OC che viene chiamato a lavorare per la soul society come shinigami! Ecco le avventure di una piccola shinigami che capitombola nell'intreccio di vite del seiretei. Bleach e' stata la mia prima ossessione e spero davvero di dare onore a quest'opera!
Genere: Azione, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nnoitra Jilga, Nuovo personaggio, Sosuke Aizen
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Violenza
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"Se mi darai un paio di ali,

io volerò per te

 

anche se la terra intera

dovesse venire sommersa dall'acqua

 

Se tu mi darai una spada,

io combatterò per te

 

anche se il cielo intero

dovesse trapassarti di luce"

 

Era buio pesto

 

faceva freddo

 

Faceva male

 

C'erano zanne, artigli e denti che le strappavano gli abiti, le graffiavano le gambe, il ventre. Le zanne tentavano di morderla. Non contenta di ciò, con un movimento dolorante e meccanico, riuscì a staccare un paio di mandibole, usando la sua zanpakuto ed un gioco di leve,non appena le loro facce orripilanti si palesavano sotto quella poca luce che le era concessa. La Shinigami lanciò un colpo di reiatsu, staccando un braccio che la teneva stretta per una coscia. Accettò di pagare un graffio profondo sulla gamba,pur di dare un calcio selvaggio sulla fronte di una delle creature che erano emerse da quel groviglio immondo di corpi. Con i denti morse il braccio di un Hollow,staccandogli un pezzo di carne, come se fosse stato appetibile. Sputò il boccone nel buio, imprecando. Diede un colpo di spada ad un altro hollow, dividendolo a metà, ma la massa informe e molliccia non sembrava finire mai. Dov'era Walth? Era ferito? Era in pericolo? 

 

Doveva liberarsi, doveva andare da lui. Era da solo, erano stati separati di nuovo. Nonostante i suoi sforzi, venne strattonata e spinta nel buio. Denso come melassa e freddo come una morsa di ghiaccio che le intorpidiva i muscoli. 

 

*Sosuke *

 

Se fossero stati i suoi ultimi pensieri, li avrebbe di certo rivolti a lui. Il suo cuore, glielo avrebbe donato, la sua anima pure, qualunque cosa, per Sosuke Aizen,per rivederlo ancora. Socchiuse gli occhi, i muscoli si rilassarono. Venne trascinata in fondo, sempre più in fondo. Cazzo, era davvero la fine? Che schifo. Come l'avrebbe presa lui? Avrebbe pianto? Avrebbe sterminato tutti i Quincy? Hollow? Che schifo. Che tristezza. Non voleva di certo andarsene come una vigliacca e lasciare ad Aizen il peso del lutto. Ma era stanca, aveva freddo e le forze ormai erano andate.

 

Forse era ora di dormire

 

La sua discesa si bloccò di colpo, così come i suoi pensieri. Le figure attorno a lei, vennero dilaniate e strappate come fantocci di paglia, in pezzi. Osservava qella massa di braccia, teschi e zampe sciogliersi come cera prima di sfumare via come cenere al vento. Qualcuno la afferrò, una mano prese la sua e se la tiró contro il petto duro come un muro di cemento armato. La strinse forte,avvolgendola con un braccio. Attorno a loro, gli hollow scomparvero con la stessa rapidità con cui erano apparsi. Si concorsero un'ultima volta,gorgogliando la loro frustrazione prima della fine, la vera fine, il nulla che i Quincy offrivano alle loro vittime. Himawari socchiuse gli occhi, per vedere chi l'avesse salvata. Macchie di emicrania le oscuravano il campo visivo, gli occhi rossi per il pianto e per la stanchezza. 

 

"Sosuke..? "

 

Sussurrò confusa, stringendo gli occhi per mettere a fuoco. Lentamente, la figura di Jugram si fece sempre più nitida. Il Quincy sorrise appena, la sua voce era un sussurro lento e denso come melassa

 

"No, mi spiace… "

 

Con sua sorpresa, la Shinigami, si scosse appena e sorrise rincuorata. Venne zittito dalla sua mano, allungata a Coppa verso di lui. Gli accarezzo il viso e rimase ferma lì, sulla sua guancia. Con il pollice gli sfregó la pelle candida e un brivido gli scosse le ossa fino al midollo, e la vide sgranare gli occhi, due rubini pieni di lacrime

 

"Walth? "

 

Stavolta il nome era suo e lo stava pronunciando con la stessa dolcezza ed una leggera sorpresa. Il Quincy scosse il capo, mentre attorno a loro, l'oscurità si diradava, sgretolandosi, come una sfera di cioccolato immersa nel latte bollente. Aschwalth premette la guancia sul palmo della mano di Himawari e quasi con foga, prese a pulirle via il sangue dal viso, con la mano che non era impegnata a sorreggerla. Alle loro spalle, il Quincy che aveva osato attaccarli a sorpresa, era a terra, impegnato ad affogare nel suo stesso sangue. Era stato sventrato dall'inguine alla gola e piegato in modo assai innaturale,lasciato lì in un merdaio di budella. Non ricevette alcuna attenzione dai due,Himawari nemmeno se ne era accorta. 

 

"É sangue tuo? Sei ferita?"

 

Le chiese con una certa fretta nel suo tono di voce. Lei invece, continuava a fissarlo con tutta la calma del mondo. Era sonnolenta, stanca, quel sorriso appena accennato ai margini delle labbra screziate di sangue. Scosse il capo, e senza aggiungere altro, si gettò su di lui, aggrappandosi al suo collo. Istintivamente, con non poca sorpresa,se la strinse violentemente  al petto, come si afferra qualcosa che sta per cadere di mano. Con il braccio che le faceva da trespolo, le afferró una coscia, artigliando la stoffa dei suoi pantaloni. Con l'altra le prese piano la nuca per sorreggerla. A causa di quel gesto repentino e inaspettato, i suoi ingranaggi non riuscirono a gestire le sue emozioni. Le gambe del Quincy tremarono, come scosse da un terremoto e divennero gelatina. Senza rendersene conto, si trovò a crollare in ginocchio. La Shinigami ancora al sicuro tra le sue braccia, in ginocchio a sua volta sulle sue gambe. Un'espressione incredula si era dipinta sul suo volto, mentre fissava un orizzonte indistinto,gli occhi sgranati. Lo aveva stretto anche prima in quel modo, ma stavolta non aveva avuto un motivo preciso. Si stava aggrappando a lui, con la stessa disperazione di quando lo stava aiutando a sorreggersi. perché? Era finita, perché non lo stava respingendo? Piegó il viso verso di lei, come per paura di non riuscire a sentirla. Haschwalth esitó, si morse la guancia sentendo il peso di qualcosa di fastidosamente fragile attecchire nel suo animo. Era strano, non credeva sarebbe mai stato possibile, almeno non per il Quincy che era diventato. Credeva di aver messo da parte le fragilita’ di quel bambino incapace di creare una singola freccia di reishi, eppure… Jugram si scosse, come se preso da un dolore improvviso e profondo ed affondò le dita tra i suoi capelli. Desideroso di sentire la sua pelle sulle dita, il suo profumo nei polmoni

 

"Stai bene?"

 

Le chiese di nuovo, la sua voce tremò appena. La sentì annuire e stringere di più la presa

 

"Tu…stai bene? "

 

La voce di Himawari finalmente si manifesto’ in un sussurro,tremolante, come uno spiffero. Jugram le massaggiò la nuca coi polpastrelli ed annuì a sua volta. Si Morse il labbro nervosamente, chiedendosi cosa fosse quella matta sensazione. Quel desiderio di stringerla forte, quasi famelico, disperato. Affondò il viso nei suoi capelli, ne respiro il profumo, ebbro di quel momento

 

"Sto bene…"

 

Affermó il Quincy biondo, rannicchiandosi su di lei, riempiendo ogni spazio, per sentirsela addosso, completamente. 

 

"... Mannaggia a te… "

 

Jugram sentì chiaramente il suo cuore sfarfallare e saltare un battito, poi, prendere a pulsare così forte dal rimbombargli nelle tempie. Si accartocciò ancora di più sulla. Shinigami, aderendo a lei come un foglio bagnato. Mentre il tempo perse il conto dei minuti. Himawari lo stringeva come se ne fosse valso della sua vita, più forte che poteva, piangendo in silenzio. Jugram sentiva la sua mano minuta, mentre gli accarezzava la nuca, passando le dita sporche di sangue tra i suoi capelli. Non si dissero altro. semplicemente, il Quincy si alzò in piedi con un sospiro,la Shinigami ancora in braccio. Si accertò di nuovo delle sue ferite con un paio di rapide occhiate. Si assicurò che fossero solo graffi, i ricordini lasciati dalla battaglia alle gambe e alle braccia, là dove gli hollow l'avevano afferrata. Non vi erano ferite perforanti, emorragie o segni di un qualsiasi scompenso organico. Lei stava bene era spaventata, ma stava bene. 

 

"Andiamo a casa"

 

Lei annuì piano,se là sentì addosso al collo, là sua guancia calda sulla pelle. Trattenne un brivido e sigillò le farfalle nello stomaco. Infine, si avviò di nuovo verso casa, cercando di passare in luoghi poco affollati. Himawari rimase in silenzio tutto il tempo, stretta a lui come se ne valesse della sua vita. Non diceva nulla,aveva gli occhi chiusi e forse si era addormentata, suppose lui, non potendola guardare in viso. Se là teneva addosso come uno zaino messo davanti per paura di essere  derubati. Il suo volto era nascosto dietro alla sua spalla. 

 

"Eih?..tutto bene?stai dormendo?"'

 

Chiese esitante. No, era ancora sveglia. La sentì scuotere il capo al suo richiamo. Prese a sfiorargli i capelli sulla nuca, con quelle piccole dita dal tocco delicato, che mai avrebbe pensato, fossero appartenute alla stessa ragazza che aveva staccato la testa ad un suo simile, a mani nude. 

 

"Walth"

 

Lui rimase in silenzio. La voce della shinigami esitó, le sue mani si strinsero alla sua giacca febbrilmente. 

 

"Smettila… "

 

Gli ordinò piano la shinigami, la voce tremava ancora

 

"Di fare cosa? "

 

Domandò con stupore il quincy, piegando la testa verso di lei

 

"Di essere gentile"

 

Asserì Himawari con il tono di una bambina offesa. Di nuovo la sentì sussurrare

 

"Mi odi ancora? Come shinigami? "

 

Chiese lei sistemandosi addosso a lui, le braccia gli cinsero meglio il collo

 

"No…ma penso tu sia l'unica eccezione che acconsentirò"

 

La Shinigami emise una lieve risatina

 

"Ok…ne sono felice"

 

Jugram si morse la guancia

 

"Tu odi me, come Quincy? "

 

La sentì sospirare, accennare ad una risata nasale mentre giocherellava coi suoi capelli. Jugram svoltò evitando un gruppo di ragazzine. Loro non potevano vedere la shinigami, così gli lanciavano occhiatine languide mentre il Quincy era intento ad ignorarle. Le spalle della shinigami sotto al mento, il suo corpo da fuscello tra le mani. Erano una distrazione più che visibile e sufficiente ai suoi occhi. Salì le scale del porticato ed il legno scricchiolò sotto il loro peso

 

"Non l'ho mai fatto… ma ora…é un bel problema"

 

Lui se la sistemò addosso mentre si liberava una mano per afferrare le chiavi in tasca. Si fermò un attimo prima di infilare la chiave nella serratura. La mano rimase a mezz'aria, in sospeso. I suoi occhi fissi sul pomello dorato. Era serio, il velo della tristezza piovve di nuovo sul suo sorriso

 

"Perché? "

 

"Perché da ora in poi… cercherò sempre i tuoi occhi per strada, quando passeró da queste parti a Karakura…é troppo tardi Walth, questa cosa non cambierà é non passerà"

 

Si sentì un sospiro, insieme al rumore meccanico della serratura che si apriva. Le. Braccia della shinigami quasi gli tolsero il fiato, tanto si strinsero addosso a lui. Di nuovo la voce di Himawari tremò ed il suo corpo ebbe una scossa febbrile. Non poteva cancellare i ricordi, quello che era successo, quello che provava per lui. Quel grande affetto che cresceva di fianco alle radici di Aizen e Ukitake. Una scoccata secca, che in silenzio, le aveva trafitto il petto. Non lo avrebbe più visto come un damerino biondo, so tutto io, nemico giurato delle imprecazioni. No, era il suo damerino biondo, so tutto io, nemico giurato delle imprecazioni. 

 

"Tu non passerai…mannaggia a te"

 

---

 

Non portarono avanti la conversazione, tutto terminò con quelle parole. Entrarono in casa, con la stessa nonchalance di chi tornava a casa dal supermercato. Jugram si tolse le scarpe e posò Himawari sul suo letto. Si inginocchiò davanti a lei, le prese il viso con le mani, osservandola con lo stesso rapimento di un veggente sulle interiora. Dopo aver appurato -per la quinta volta- che niente di quel sangue incrostato fosse suo, sospirò sollevato guardandola un'ultima volta e si congedò in camera sua con un cenno del capo. Entrambi, a turno, si fecero una doccia calda. Jugram si soffermò accanto alla porta, mentre lei era nella doccia. Si sedette a terra sentendo la canticchiare. Quando fu il suo turno, si curò di sciacquare via il sangue dalla vasca. Mentre Himawari tentava inutilmente di indossare un pigiama senza il suo gigai. Sospirò,sconfitta,accontentandosi di una coperta di flanella addosso che Jugram le aveva offerto. Si sistemarono sul divano della sala, una stanza semplice, con un televisore al centro della stanza che mandava un film in bianco e nero,un tappeto azzurro soffice ed un divano bianco. Jugram l'aveva raggiunta poco dopo, lui aveva la fortuna di poter indossare abiti diversi dalla sua divisa. Così aveva scelto un pigiama bianco di cotone, comodo, ma pur sempre elegante. Aveva perfino portato una ciotola di popcorn e se l'era messa sulle gambe mentre si sedeva con un sospiro di sollievo. Rimasero in silenzio fino a quel momento, a guardare distrattamente il film, senza commentare o proferire parola. Le voci degli attori riempivano il silenzio nella stanza. Himawari si era rannicchiata nella sua coperta, appoggiata alla spalla del Quincy, con cui ne condivideva un lembo. Infine, fu Jugram a rompere il silenzio. 

 

"Sai cosa accadde duecento anni fa?... Himawari? "

 

La ragazza si scosse appena, poi si rabbuió annuendo appena, guardando altrove. Non era nemmeno nata come Shinigami, duecento anni prima. Lei non c'era, eppure, sentiva il peso di quel giorno come se anche le sue mani di fossero sporcate del sangue dei Quincy. Si strinse forte rannicchiandosi contro la poltrona, la tv che continuava a mandare avanti il film, come se nulla fosse

 

"Certo che lo so. Quincy e Shinigami non possono… esistere senza il conflitto, hanno detto i miei superiori, all'Accademia…ci fu una guerra e molti morirono,i Quincy si pensarono estinti"

 

Asserì con calma, esitando sulle ultime parole

 

"Esatto"

 

Lei sobbalzó appena, la sua risposta sembrava distaccata, come se la cosa non lo riguardasse. 

 

"Allora, perché sei qui?Pensavo mi volessi usare, ma non…avresti fatto quello che hai fatto oggi"

 

Chiese finalmente lei. Se lo domandava da quando si erano alleati. Ma fino a quel momento, aveva sempre pensato che non fosse rilevante. L'unica cosa che le importava era mettere la testa di quel Quincy sotto la sua lama. Eppure, la domanda ora aveva preso una maggiore brillantezza, come se ora la stesse spolverando dall'angolo in cui l'aveva riposta cautamente. 

 

"E tu? Perché sei rimasta? "

 

Lei sorrise appena, facendo spallucce e guardando altrove con finto fare annoiato

 

"Mi appisolavo spesso alla lezione di storia, non amo il nostro passato, non amo la mentalità collettiva di noi shinigami. E…se tu non me ne vorrai, allora mi farebbe piacere restare. Non credo, che ti avrei fatto del male, se fossi esistita duecento anni fa"

 

Sospiró appoggiandosi contro la sua spalla per prendere un pop corn, lo osservó e fece finta di mangiarlo, non avendo il suo Gigai

 

"Duecento anni fa non mi avresti conosciuto in questo modo, mi avresti incontrato sul campo di battaglia"

 

Lei si strinse ancora più forte, la testa ciondolò anca e si appoggió a lui con la tempia, prese un altro pop corn, pensosa

 

"Sai, non amo la soul Society, almeno… Come è fatta adesso. Con capi pompati che chiedono tutto, non dando nulla. .. Non mettendo mai in discussione se sia giusto o no. Prima di sterminare qualcuno, avrei chiesto il perché… se mi avessero poi risposto con le solite frasi despite, li avrei mandati a fan…quel paese"

 

La mano di lei era immersa nella ciotola, invece del pop corn, trovó la mano di Jugram ed istintivamente la ritrasse lievemente, senza toglierla dalla ciotola. Jugram la osservava quieto, silenzioso come sussurri, gli occhi fissi sulla Shinigami che non lo guardava. Lei fissava la televisione, persa nei suoi pensieri, mentre la mano ai avvicinó di nuovo ed un ditino di lei agganció l'indice del Quincy. 

 

"È la vostra natura, distruggere le anime quando le combattete, non è per un vostro desiderio. Forse, se fossimo stati noi ad avere quel potere, avremmo fatto lo stesso. È per un bene superiore, avevano detto. Ma allora perché…sono contenta.. Che tu sia ancora qui, Walth.. ?"

 

Il braccio di Walth avvolse la Shinigami per le spalle. La strinse appena, con la paura di farle male,mentre appoggiava svogliatamente la guancia sulla sua testa. Era stata la sua stirpe ad uccidere i Quincy, eppure, lei sembrava diversa. 

 

"Beh,forse perché…hai qualche rotella fuori posto,piccola Shinigami"

 

"Me lo dicono tutti, beh, meglio cosí…"

 

Himawari si accomodó contro il petto del Quincy, le gambe ancora strette contro il suo corpo, mentre osservava le creature strambe muoversi davanti allo schermo. Socchiuse gli occhi e cacció via dei pensieri. Il filo che teneva la pace tra Quincy e Shinigami era sottile, quasi inesistente

 

"Walth…cosa facciamo…se dovessimo trovarci ai lati opposti della scacchiera?... "

 

Jugram rimase in silenzio per un po', sentì la mano stringerle la spalla più forte, senza farle male

 

"Beh… io vincerei, ovviamente"

 

La Shinigami si scosse e si allontanò da lui. Prese un pugno di pop corn e glie ne lanció in fronte un paio, prima di buttar giù il resto

 

"Scemo!! Non pensare di cavartela in questo modo! Io sono Himawari Tsukiko!! Shinigami della qui.."

 

Fu un istante. Haschwalth l'aveva afferrata con una rapidità agghiacciante. L'aveva stesa sul divano, sovrastandola poi con tutto il corpo. Sul volto un ghigno beffardo nel vedere la Shinigami fissarlo instupidita, indifesa. le fermò i polsi, afferrandoli con le mani e premendoli sul cuscino. Avvicinò il volto a quello di lei. Aprì le fauci e fece finta di schioccare un morso vicinissimo al naso della Shinigami, che emise un gridolino di sorpresa e quasi si strozzò con un pop corn. 

 

"Mmmh… delicious.. "

 

Il quincy si passò la punta della lingua sul labbro superiore, come se avesse appena finito di saggiare la torta più buona del mondo. La osservava con un sorriso da smargiasso, mentre continuava a tenerla ferma

 

"Walth?... "

 

“ora ti mangio..”

 

Himawari si mosse di puro istinto, le gambe gli si avvolsero alla vita e con uno scatto, ruotò il corpo del Quincy. Portò tutto il peso contro di lui, un gioco di leve ed ora erano a terra. Himawari seduta sopra di lui, le cosce di lei puntate contro la vita del Quincy a stringerlo in una morsa  che non dava spazio alla fuga. Non che Jugram avesse intenzione di fuggire, in effetti. La osservò mentre si chinava su di lui, puntellando le mani ai lati della sua testa. Negli occhi vide chiaramente lo scorrere dei suoi pensieri

 

Spaventata

Confusa

Imbarazzata

 

“Himawari?..”

 

lei si scosse all’improvviso, come se si fosse svegliata dal solito sogno in cui ci si sente cadere di sotto. Sbatté gli occhi instupidita,rendendosi conto della sua posizione, di quello che aveva fatto, agendo di nuovo come se avesse davvero pensato che le avesse voluto far del male. Rimase ancora ad ansimare sopra di lui,gli occhi sgranati per lo stupore

 

"Oh…Walth…scusami, io"

 

balbettò, sistemandosi una ciocca di capelli dietro all’orecchio

 

"Davvero pensi che possa mangiarti? "

 

La mano di Jugram si allungò verso di lei,  le pizzicò piano la guancia, morbida ed elastica, decise di sperimentare quanto fosse stata elastca. Ridacchiò quando la sentì squittire di nuovo, infastidita. Poi si fermò a guardarla, il sorriso si attenuò in un'espressione mista tra la gioia  e lo smarrimento. Lei lo guardò di rimando e lo sguardo che gli restituì gli rimescolò polmoni e viscere in ordine sparso. Non disse nulla, rimase lì a godere della sua presenza, del suo sorriso, delle sue gote rosse. Il suo peso addosso, lo sentiva a malapena, ma emanava tanto di quel calore da far sciogliere ogni briciola della sua anima. 

 

"Non avevi detto di essere troppo forte? Per abbassarti a mangiare degli Shinigami? "

 

Disse lei, con un sorriso serico, la voce addolcita dalla loro vicinanza. Poteva sentirla respirare e quel respiro gli solleticava le gote. Con sua grande sorpresa , come se non fosse già abbastanza vicina,lei si chinò di più verso di lui. Sentì la fronte di Himawari premere contro la sua, la sua mano cercò quella di Jugram e con un migliolo gli agganciò il suo

 

"Non voglio stare dall'altro lato della scacchiera"

 

Sussurrò sincera, con la voce che tremò appena. Dopo un tempo che parve un’eternità, la shinigami  indietreggiò lentamente, rimanendo comunque seduta sopra di lui. Gli lasciò la mano e tornò a stringersi forte guardando la tv,distrattamente. Jugram vide il suo labbro tremolare, lei che se lo fermò coi denti, a quel punto, fece leva sui gomiti e si mise seduto. Tese le braccia ed avvolse la shinigami stringendola forte

 

“non sarà necessario”

 

si mosse piano, con lei sopra, facendo leva con una mano mentre la teneva stretta con il braccio libero, ruotò fino a poggiare la schiena contro il divano ed afferrò un paio di coperte avvolgendo entrambi. Prese di nuovo i pop corn , mentre Himawari gli si sistemava addosso imbarazzata. 

 

“Walth, ma che fai?adesso puoi mollarmi,non…”

 

Chiese con tono incerto, mentre si raggomitolava come un gatto sul cuscino. Lo guardò di sottecchi, le mani a coprire le guance paonazze

 

“ti tengo in braccio”

 

spiegò cercando di rimanere calmo

 

“ perchè sei stanca, fredda come un ghiacciolo e sei anche spaventata per i tuoi viaggi mentali…oggi siamo alleati, e’ questo che conta, non badare al domani, ci sara’ tempo per quello”

 

Rispose con semplicità. Ci fu una pausa meditabonda dove lei  si limitò a mugugnare qualcosa. Si voltò e finse di interessarsi al film alla televisione. Alla fine sbuffó rassegnata, senza muoversi di un millimetro. Era vero, la doccia calda aveva attenuato i dolori muscolari ed il calore dell'abbraccio di Jugram le scioglieva ogni pensiero, ogni paura.a c'era qualcosa di sbagliato. Si trovò a pensare ad Aizen, di solito, si addormentava tra le sue braccia, quando era stanca, era quello, il posto più sicuro del mondo. Quella tra lei e quel Quincy...non era affatto una cosa appropriata,la loro, eppure... Avrebbe dovuto scivolare via da quell'abbraccio,tirargli un manrovescio con tanto di imprecazioni che lui tanto odiava. Invece, sentiva che in quel momento,era troppo stanca per muoversi o imprecare. Sentì come se quello, fosse a suo modo, un posto sicuro. Con un sospiro, si accomodò tra le gambe incrociate del Quincy, trovando una posizione comoda con la schiena contro il suo petto e la tempia poggiata sulla sua gola. Poi, stremata, chiuse gli occhi. Sulle sue labbra si insinuò un sorriso esangue

 

"Mannaggia a te.. "

  
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