Fanfic su artisti musicali > Pink Floyd
Ricorda la storia  |       
Autore: cassiana    28/12/2022    3 recensioni
Sono diverse notti che Roger non riesce a dormire bene, convinto che sia per lo stress e la stanchezza del suo ultimo tour e un po’ anche per l’aspettativa del 50° anniversario dell’uscita di Dark Side Of The Moon, decide di non darci troppo peso. Se non fosse che alcuni vecchi amici vengono a fargli compagnia e gli daranno l’occasione di riflettere sulla sua vita passata, presente e futura.
Genere: Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: David Gilmour, Nick Mason, Richard Wright, Roger Waters, Syd Barrett
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer: ovviamente non possiedo nessuno dei Pink Floyd (sob). Questo è un lavoro di finzione e nulla di quanto raccontato è realmente accaduto. Nessuna diffamazione o calunnia è intesa. I personaggi sono la mia rappresentazione di fantasia delle persone reali, ma non c’è nessuna pretesa di verità dei dati biografici o storici.


Titolo: A pinky Christmas Carol
Fandom: Pink Floyd
Rating: G
Personaggi: Roger Waters, Nick Mason, David Gilmour, Rick Wright, Syd Barret
Note: Questa storia partecipa all’iniziativa CALENDARIO DELL’AVVENTO 2022@Fanwriter.it
Warning: missing moment, slice of life, introspettivo
Sinossi: Sono diverse notti che Roger non riesce a dormire bene, convinto che sia per lo stress e la stanchezza del suo ultimo tour e un po’ anche per l’aspettativa del 50° anniversario dell’uscita di Dark Side Of The Moon, decide di non darci troppo peso. Se non fosse che alcuni vecchi amici vengono a fargli compagnia e gli daranno l’occasione di riflettere sulla sua vita passata, presente e futura.




1. Heaven from hell?




Roger si ravviò i capelli bianchi e controllò il volto stanco allo specchio, sogghignò con indulgenza nello scorgere le nuove rughe intorno alle labbra e le profonde linee violacee sotto gli occhi. Come cantava tutte le sere il sole era lo stesso e lui era sempre più vicino alla morte. Scrollò le spalle e si infilò la maglietta bianca che usava per dormire, strinse il cordino intorno alla vita dei pantaloni del pigiama e fece uno sbadiglio. Era stanco, non vedeva l'ora di andare a dormire, gli ci voleva sempre più tempo per recuperare tra un concerto e l'altro ed essere tornato in UK dopo tanti anni di lontananza lo aveva messo in un curioso stato d'animo tra il nostalgico e il malinconico. Doveva chiamare Nick e organizzare un incontro decise mettendosi sotto le coperte. Spense la luce, le ossa dolenti scricchiolarono e Roger sospirò.
Sobbalzò svegliato da un rumore di stoviglie infrante. Per un momento Roger pensò di essere a casa sua a New York e che Kamilah si fosse alzata, poi ricordò che era solo nella lussuosa suite dell’albergo londinese in cui l'aveva sistemato il suo management. Pensò di chiamare la sua guardia del corpo, ma un canticchiare sommesso lo bloccò con un piede fuori dalle coperte. Roger scosse la testa incredulo e la sua bocca si spalancò nello scorgere la figura appoggiata allo stipite della porta: il volto aperto in un sorriso divertito, i riccioli scuri che ondeggiavano morbidi alla brezza, una mano che portava un bicchiere di whiskey pregiato alle labbra. Mugolò un verso di apprezzamento.

"Syd…Syd ma come cazzo?!"
"Sono venuto a trovarti, amico. Ti tratti bene vedo."

Roger aveva così tante domande e questioni, ma per una volta non riusciva a trovare le parole e rimase lì ammutolito. Syd scoppiò in una risatina:

"Sembri un pesce!"
"Cosa ci fai qui? Dovresti essere…morto. Lo sono io?"

Roger si toccò freneticamente le cosce e il petto. Syd si avvicinò a lui e Roger cadde a sedere sul letto:

"Sei venuto a perseguitarmi?"

Piagnucolò con il terrore nella voce, la sclera degli occhi biancheggiò nella penombra. Syd scoppiò a ridere:

“Mi sa che l’ho già fatto abbastanza, no? Vieni con me.”
“Ma devo, devo mettermi le scarpe…”
“Non servono dove ti porterò.”

Syd lo prese per mano e i due si trovarono a camminare per le vie di Londra, nessuno sembrava badare a loro e Roger seppur scalzo e in maglietta non sembrava avere freddo. Syd camminava con le mani nelle tasche e fischiettava. Roger non smetteva di guardarlo e sbottò:

“Quindi cosa saresti, il fantasma del Natale passato?”

Syd fece spallucce:

“Avevo solo voglia di rivederti.”
“Sei arrabbiato con me?”
“Lo sono stato, per molto tempo. Ma ora non più. Pensavo che mi avessi rubato la band, anzi che David mi avesse rubato la band. Credi, ho perseguitato molto di più lui che te!”

Roger fece una risatina, suo malgrado la vecchia ruggine col chitarrista venuta di nuovo alla superficie. Si erano fermati davanti alla porta di un locale da cui provenivano le note acide di una musica psichedelica, a Roger sembrò una canzone dei floyd. Syd lo prese per un gomito e lo portò dentro: all’interno si poteva vedere ben poco tra i miasmi del fumo, la penombra illuminata solo dai giochi di luce sul palco, i corpi sudati degli hippie si premevano contro di loro e Roger ebbe un’illuminazione:

“Oh, questo è l’Ufo Club, ma è chiuso da un mucchio di anni.”
“Guarda!”

Roger si riconobbe in uno dei ragazzi che si stavano esibendo, Gesù erano così giovani! Gli si riempirono gli occhi di lacrime, così tante possibilità, tutto quell’entusiasmo e fiducia nel futuro. E Syd tra loro ancora esuberante e più carismatico che mai. Il fantasma si allontanò da lui e si fuse col Syd sul palco. Quando la lunga session terminò Syd scese dal palco e prese per mano un Roger esilarato e stordito e lo portò fuori:

“Cazzo, ma eravamo terribili! Ma anche fantastici: hai visto Nick come picchiava sui tamburi? E Rick aveva così tante idee e anche io non ero così male, no?”

Syd rise e la sua figura brillò un poco. Le strade intorno a loro sembravano quelle di una cittadina medievale e Roger riconobbe la sua vecchia scuola. Senza farsi problemi i due uomini entrarono nell’aula dove un insegnante stava bacchettando le mani di un ragazzino. Questi si mordeva il labbro stoico senza emettere un lamento, cercava di trattenere le lacrime di umiliazione e dolore. Roger fu tentato di interrompere quel supplizio, ma poi ricordò che in quella forma non poteva fare niente.

“Cazzo, odiavo questo posto.”
“Guardati, avresti potuto piangere e nessuno ti avrebbe biasimato.”
“Ora lo so.”

Provò un’ondata di tenerezza e avrebbe voluto abbracciare il se stesso bambino: gli mancava così tanto suo padre, un dolore indicibile che ancora gli scavava nel petto nei suoi momenti peggiori. Syd gli toccò una mano:

“Cosa pensi sia meglio: non avere mai avuto un padre o averlo e non ricevere abbastanza amore e attenzioni da lui?”

Roger scrollò le spalle, conosceva quella parte della storia e non aveva intenzione di fare a gara di traumi infantili con David. Così fece spallucce e non rispose. Syd lo riportò nella sua stanza e Roger sedette sul letto e chiese:

“Cosa accadrà adesso?”
“Immagino ti lascerò qui e ci saluteremo.”

Roger si morse l’unghia di un pollice, la verità era che lui aveva voluto davvero bene a Syd, era stato il suo migliore amico e gli mancava terribilmente. Il senso di colpa per quello che gli avevano fatto ormai talmente incastrato nel suo animo da far parte della sua stessa personalità.

“Syd…mi odi?”
“Vuoi sapere una cosa buffa? Grazie a te sono più vivo ora che sono morto di quanto non lo sia mai stato da vivo. E’ talmente assurdo che mi fa sbellicare dalle risate, perciò immagino dovrei ringraziarti in realtà.”

Roger sorrise, per la prima volta in vita sua sentì che il peso che gli gravava sulle spalle farsi così leggero da scomparire e un piccolo nodo dolente nello stomaco sciogliersi. Stava ancora sorridendo mentre Syd iniziava a sbiadire in una nube di pulviscolo iridescente. Roger allungò una mano come volesse fermarlo:

“Syd! Io…io ti ho sempre voluto…ti voglio bene.”

Il fantasma annuì come a fargli capire che lo sapeva e gli fece un ultimo occhiolino prima di scomparire.



Angolo Autrice:

Anche io ho avuto diverse notti in bianco nel pensare a questa storia finchè non sono stata colta da un’illuminazione notturna e allora ho pensato che per me non c’è nulla di più natalizio che il vecchio caro Canto di Natale, raccontato a modo mio!
   
 
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Pink Floyd / Vai alla pagina dell'autore: cassiana