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Autore: Nemesis01    28/12/2022    0 recensioni
La prima cosa che suo padre gli aveva detto, appena dopo aver ricevuto la lettera d'ammissione ad Hogwarts, era stata: "stai lontano dai Potter". Glielo aveva ripetuto più o meno ogni volta che era rientrato a scuola negli ultimi quattro anni, era diventato un vero e proprio mantra: "fai attenzione alle scale, non infilarti in stanze nascoste, non usare la magia al di fuori delle lezioni, gioca pulito a Quidditch e stai lontano dai Potter".
[Draco/Harry e forse un tocco di James Sirius/Scorpius, ci penso.]
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, James Sirius Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Harry
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Contesto generale/vago
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Disclaimer!
Questa fan fiction tratterà di coppie slash (Draco/Harry e anche James Sirius/Scorpius). Per cui, se non vi piace lo slash né siete fan di queste ship, vi chiedo il favore di tenere in considerazione questo dettaglio prima di iniziare a leggere.  
Grazie mille.


*




Stai lontano dai Potter







VII.


Harry non era stato in grado di arrabbiarsi con suo figlio. La professoressa McGonagall era stata un vero esempio di rettitudine morale per lui e sapeva che se aveva stabilito di mettere in punizione James e Scorpius c'era un valido motivo per la sua decisione. Draco avrebbe voluto spedire immediatamente una Strillettera al figlio ma Harry aveva cercato di dissuaderlo in tutti i modi.
- Gli avevo chiesto una cosa, una sola, - urlò in preda ad una crisi. Draco stava riordinando i vestiti poggiandoli nell'armadio con scatti nervosi. - Gli avevo detto "stai alla larga dai Potter", e lui cosa fa? - chiese retoricamente e diede un pugno ad un cuscino con la pretesa di rimetterlo in sesto. - Non solo viola le regole di Hogwarts ma anche l'unica che gli avevo imposto io! E non dovrei mandargli una Strillettera? -
Potter lo fissò attraverso gli occhiali appannati e mise su un'espressione perplessa.
- Cioè, fammi capire, hai detto a tuo figlio di stare lontano dalla mia famiglia? -
Malfoy lo guardò e, come se fosse la cosa più ovvia del mondo, annuì. - Certo! -
Harry era incredulo. - Davvero? -
- Per i capelli di Morgana, Potter, sì, sì, è vero. -
- E perché gli hai dato questa stupida regola? -
- Perché i Potter sono la rovina della mia famiglia, - gridò rabbioso Malfoy e, solo quando si voltò verso l'altro, capì di essere stato troppo aggressivo. 
- La rovina della tua famiglia? -
- Hai mandato i miei genitori ad Azkaban, - gli ricordò Draco. Perché voleva vincere quello stupido battibecco? Harry lo aveva accolto in casa sua come un randagio quando il Ministero gli aveva sequestrato il Manor, cosa che né i suoi amici né la sua famiglia avevano fatto. Anzi, non gli avevano nemmeno scritto.
- I tuoi genitori erano Mangiamorte! -
- Beh... -
- Anche i tuoi zii erano Mangiamorte e hanno ucciso Sirius, il mio padrino! -
- Non vuol dire... -
- Erano al servizio di Voldemort, che ha ucciso i miei genitori! -
- E con... -
- TU ERI UN MANGIAMORTE! -

I due si guardarono in cagnesco e rimasero in silenzio per un po'. Sapevano entrambi di aver esagerato e Draco, nonostante fosse spaventato dal poter essere cacciato da casa, non mutò la sua espressione crucciata. 
Harry era furibondo. Come poteva aver detto a Scorpius di stare lontano dai Potter? Dopo i discorsi e gli articoli sui giornali sulla pace nel Mondo Magico e sul guardare avanti nonostante i pregiudizi... era stato l'unico a crederci per davvero? E poi, come poteva averlo baciato dopo le raccomandazioni che aveva fatto a suo figlio? 
Merlino, avrebbe voluto picchiarlo. 
Poi, proprio mentre la rabbia cresceva, si ricordò dell'unica arma che aveva sempre funzionato contro Malfoy anche a scuola: l'indifferenza.
Allora decise di dargli le spalle e allontanarsi.
- Dove vai? - chiese Draco furente, ma l'altro non rispose e proseguì il suo cammino verso l'ingresso dopo aver indossato le scarpe.
- Harry, dove vai? - ripeté.
Potter continuò a non rispondere. Indossò il mantello, gli lanciò uno sguardo di sfida e si smaterializzò lasciandolo solo nell'appartamento.
- Fanculo, Potter. -

Harry non tornò. 
Erano passate più di quattro ore da quando era svanito e non era più riapparso. All'inizio Draco non ci aveva dato peso, era troppo infuriato per mettersi a pensare a quell'idiota di Harry. 
Altre due ore dopo, la rabbia stava scemando e Potter non era ancora tornato. Forse aveva esagerato nel dirgli che era stato la rovina della sua famiglia. In realtà, Harry non aveva fatto niente che al suo posto Draco non avrebbe fatto; la rovina della famiglia Malfoy erano stati gli ideali sbagliati e restrittivi di suo padre. 
Avrebbe dovuto scusarsi con Harry, magari preparandogli una torta di melassa?
No.
Potter se ne era andato proprio come tutti gli altri. 
Non doveva muovere un solo dito per lui.
Malfoy prese un libro, si accomodò sul divano e si coprì le gambe con un plaid caldo; sfogliò le pagine pigramente, senza realmente leggere il contenuto. 
Harry non era come tutti gli altri. Gli era sempre stato vicino, non aveva smesso di frequentarlo e, anche ora che gli aveva gridato contro cose orribili, lui non lo aveva sbattuto fuori da casa. Era andato via lui, forse per sbollire la rabbia, per non riversargliela contro. Draco abbassò lo sguardo sulle dita che si intrecciavano nervosamente.
La collera stava lasciando spazio all'ansia e così, preso dallo sconforto, aprì la credenza e decise di preparare ad Harry la sua torta preferita. Ne sarebbe stato felice e lo avrebbe perdonato.

Dopo altre tre ore, la torta alla melassa era pronta. Erano passate sette ore da quando Potter era andato via e non era più tornato. Malfoy si era addirittura adoperato per ripulire la camera, aveva ordinato e spolverato il salotto e anche pulito la gabbia di Hydra. Per un secondo pensò di spedire un gufo a Ron o Hermione per sapere se avevano notizie di Harry ma cambiò subito idea, perché avvertire un Auror o il Ministro della Magia per una lite domestica era un tantino esagerato.
Draco aveva trascorso del tempo affacciato alla finestra in cerca d'indizi ma non c'era alcuna traccia di Harry.

Era quasi ora di cena e Draco non aveva fame. La paura che ad Harry poteva esser successo qualcosa gli aveva chiuso lo stomaco. "Aspetterò le nove," pensò, "e se non torna avviserò Ron."
Il tempo di pensarlo che uno strano rumore provenne dall'ingresso; Malfoy si fiondò subito a controllare cosa fosse.

- Harry... - 
Il tono di voce di Draco sembrò molto più dolce rispetto a quello del mattino. 
Harry si sfilò il mantello da dosso e l'appese all'attaccapanni, sospirando.
- Harry, senti, io... - mormorò Malfoy. Non sapeva cosa dire. Avrebbe voluto scusarsi, dirgli che si era preoccupato e che gli aveva preparato un dolce.
- Che buon profumo, - commentò Potter. Non aveva più lo sguardo truce.
- Ho, ehm, preparato una torta. -
Harry non aggiunse altro e Draco continuò. - È una torta di melassa, te ne darò una fetta, anche più di una, se ti scusi per essere andato via. -
Potter arricciò le labbra pensieroso, come se stesse riflettendo sull'accettare o meno la proposta.
- Non so. In realtà a te dovrebbe far piacere quello che ho fatto quando ero via, - rispose Harry scrollando le spalle.
Draco si morse la lingua più volte per non porgli quella domanda ma la sua curiosità era tale che superava la sua forza di volontà. - Dove sei stato? Che cosa hai fatto? -
Potter sorrise tra sé e sé.
- Sono stato al Ministero. Ho parlato con Hermione per la questione del Manor. -
Improvvisamente a Draco si seccarono le fauci. Guardò l'uomo ad occhi sgranati. 
- Vuoi... vuoi mandarmi via? -
- No, - rispose. - Le ho chiesto il perché di quest'azione ministeriale. Sai, non lo sapeva. Non aveva la minima idea di chi avesse dato questa disposizione e ne era stranita, anche Ron non le aveva anticipato niente. -
- Lei non... non lo sapeva? -
Potter scosse la testa. - Pare che probabilmente sia qualcosa di antecedente al suo mandato. Ha detto che si informerà e cercherà di restituirti la casa quanto prima o, almeno, di darti la libertà di poterci andare quando vuoi a prendere le tue cose. -
Malfoy non seppe che tipo di reazione avrebbe dovuto avere; da un lato era felice che il Manor sarebbe diventato più accessibile, dall'altro temeva che ciò potesse mettere la parola fine alla loro "convivenza".
Harry, però, sorrise dolcemente. - Non ti sto cacciando e non l'ho fatto per farti tornare a casa. -
- E allora perché? -
- Perché hai già subito abbastanza disgrazie nella tua vita. Se vuoi abbandonare il Manor dovrà essere una tua scelta, non del Ministero. Solo tua. -
Le labbra di Draco si schiusero in un sorriso. Come poteva essere proprio lui l'unica persona a capirlo davvero?
- Allora, posso assaggiare la torta? -

Ormai la settimana di vacanze forzate era quasi finita e Draco non vedeva l'ora di tornare al lavoro. Certo, non sapeva come sarebbe stato una volta smesso con la terapia, però si sentiva molto meglio con l'aiuto della pozione Corroborante tanto che, quando Harry aveva proposto di organizzare una cena con i suoi amici, lui aveva lavorato con gran lena per far sì che fosse tutto perfetto.
Certo, all'inizio non era parso molto entusiasta ma si era fatto persuadere con la promessa che non si sarebbe parlato di "diavolerie babbane". Così, lui e Harry avevano trascorso una giornata intera a cucinare per la cena. Avevano preparato delle salsicce di maiale con purea di patate e salsa gravy, Yorkshire pudding e Cornish pastry: una cena degna dei pasti di Hogwarts. Al dessert, invece, ci avrebbero pensato Ron ed Hermione... almeno così aveva detto Potter, ma Draco aveva insistito per preparare una gelatina al rum di ribes. Malfoy si era anche premurato di decorare la casa, riordinarla e di apparecchiare il tavolo con posate e tovaglie di classe (aveva utilizzato un vecchio regalo che la signora Figg aveva fatto ad Harry per il suo matrimonio). L'intera casa era stata ripulita da cima a fondo (Harry aveva detto che i suoi amici non avrebbero badato al disordine ma per Draco era inaccettabile invitare gente a casa e non renderla presentabile) e ora profumava di vaniglia e lime. Quando Malfoy fu soddisfatto dell'atmosfera, andò a prepararsi; mise degli abiti eleganti e raccomandò, anzi ordinò, ad Harry di fare lo stesso sostenendo che il suo pigiama fosse impresentabile. 

Ron ed Hermione giunsero alle 19:30 in punto, indossavano abiti per bene e Potter fu felice di aver dato ascolto a Draco, che non si curò di nascondere un ghigno soddisfatto.
Inizialmente l'aria era un po' tesa ma, appena la cena fu servita, si riscaldò subito. Ron, Harry e Draco avevo discusso per più di un quarto d'ora sul campionato di Quidditch (Draco si era limitato ad un semplice sbuffo quando Ron aveva sostenuto che i Chudley Cannons non si sarebbero posizionati ultimi), Hermione aveva esposto un aneddoto divertente su quanto capitato al suo assistente (pare che qualcuno gli avesse scagliato contro una Fattura Muco Volante e che la cosa capitava ogni volta che rivolgeva un complimento ad Hermione, Ron fissava il soffitto come se fosse la cosa più interessante al mondo), Harry aveva raccontato di aver ricevuto un'offerta di lavoro come insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure per l'anno successivo. Si sarebbe trattata di una sostituzione, poiché il docente in carica aveva chiesto al Preside un anno sabbatico per un viaggio avventuroso in un altro continente.
- Oh, Harry, ma è una notizia fantastica, - si congratulò Hermione. - Quando eravamo nell'ES eri un professore magnifico! -
- Hai accettato, vero? Dimmi che lo hai fatto! -
Draco aveva nuovamente storto il muso. Non gli piaceva l'idea che Harry si fosse allontanato per un anno intero. 
- Non lo so, - rispose Potter. - Sai, i ragazzi sono tutti lì e… già con Neville hanno qualche difficoltà a chiamarlo professore... non vorrei che si sentissero a disagio. -
Dopo cena, prima del dessert, avevano giocato a Magitrivial (un'ultima invenzione di George), un gioco che testava le conoscenze magiche, e Draco aveva soffiato la vittoria ad Hermione che gli fece una smorfia sdegnata. 
Ron ed Hermione avevano portato in dono una saporitissima Battenberg Cake ma presero anche una fetta di gelatina. Quando furono sazi si accomodarono sul divano davanti al camino. Hermione e Draco reggevano elegantemente un bicchiere di prosecco mentre Ron ed Harry, impegnati in una diatriba su chi avesse i figli peggiori, avevano appena finito di bere un caffè.
- La settimana prossima torneranno pure per le vacanze estive, - si lamentò Ron.
- In realtà sono contento di vedere James... anche se, forse, dovrei sgridarlo per essersi fatto mettere in punizione. -
- È finito in punizione? -
- E qual è la novità? - domandò Hermione scrollando le spalle. - James è come Harry: non ha proprio idea di cosa significhi la parola "regola"! -
Ron e Draco soffocarono una risata all'espressione da cane bastonato di Harry.
- La novità è che è finito in punizione con Scorpius che, per inciso, non ne aveva mai beccata una prima. -
- Con Scorpius? - chiese Granger sorpresa. - Ma come... -
- Beh, io ho intenzione di chiederglielo. -
- Andiamo Malfoy, - rise Ron. - Sai quante volte io e Harry siamo finiti in punizione? -
- Oh sì, certo, vantatevene pure, - li rimproverò la donna. - Voi e quella maledettissima voglia di... -
- Dico solo che può capitare di finire in punizione, - cercò di giustificarsi Ron.
- Non dovrebbe, - sentenziò, stitica, Hermione e chiuse così il discorso.
Trascorsa un'altra ora i due coniugi notarono che si era fatta ora di battere la ritirata. Harry e Draco li accompagnarono alla porta e, quando uscirono da casa, Harry sembrò captare un "però avevi ragione, Ron, sono così carini insieme" a cui non diede troppo peso.
- Ti sei divertito? - chiese Harry aiutando l'altro ad ordinare e ripulire.
- Mah, - ripose Draco. Non aveva fatto alcuna espressione disgustata, perciò Potter l'interpretò come un sì. Quando ebbero finito di riordinare, Harry si tolse gli occhiali, li poggiò distrattamente sul tavolo e allungò le braccia verso l'alto per stiracchiarsi. La camicia gli uscì fuori dai pantaloni e per alcuni secondi gli lasciò scoperti i fianchi. Draco rimase incantato dalla scena tanto che lo fissò come un adolescente in crisi ormonale. Quanto tempo della sua vita aveva sprecato ad odiare Potter...
- Malfoy? Hey? Mi senti? -
- Rifallo. -
- Cosa? -
- Quella cosa con le braccia che hai fatto prima. -
- Ma... Draco, tutto ok? -
- Rifallo e basta! -
Harry rimase piuttosto interdetto dalla richiesta ma eseguì il desiderio e sollevò le braccia ancora una volta. Notò poi lo sguardo di Draco fisso sulla sua pelle... che stesse pensando di andare oltre i semplici baci? 
Potter non aveva mai avuto dei rapporti sessuali con un uomo e non sapeva esattamente cosa fare. Suo figlio James era omosessuale ma non avrebbe mica potuto chiedergli una osa del genere! Però, si disse, non è che dovevano finire per forza con un rapporto completo... magari avrebbero potuto cominciare con il conoscere ognuno il corpo dell'altro. Non aveva ancora finito di ordinare i pensieri quando cominciò a sbottonarsi la camicia con lentezza, un bottone alla volta, con lo sguardo rivolto alle dita che si muovevano sinuose. 
Malfoy arrossì, lasciò perdere le stoviglie e si avvicinò all'altro. Nemmeno lui aveva avuto esperienze con altri uomini ma c'era da dire che nessuno mai gli aveva fatto provare quel genere di sensazioni prima. Si era sentito rapito dal corpo di Harry, richiamato dal colore leggermente olivastro della sua pelle... era stato inevitabile per lui provare a toccargli i fianchi e l'addome; la pelle di Potter era ruvida e coperta da una leggera peluria bruna. Chissà a cosa pensava Harry; era tanto assorto nel provare a sbottonargli la camicia senza smettere di baciarlo che era impossibile decifrare le sue intenzioni.
- Andiamo di là, - borbottò Harry contro l'orecchio dell'altro, poi inclinò la testa per baciargli il collo. Draco aveva una pelle morbida, liscia e profumata; il suo odore gli aveva causato una forte tempesta ormonale, cosa che non gli era mai capitata. Senza attendere la risposta di Draco (del resto, quella non era una domanda) lo trascinò nella camera da letto. Non accese nemmeno la luce e lo fece scivolare con le spalle sul letto. Malfoy mugolò di qualcosa che sembrava piacere e lasciò che Harry lo spogliasse senza opporsi né lamentarsi del fatto che Potter fosse ancora vestito.
Harry, con la camicia sbottonata, si stese su Draco e continuò a baciarlo con trasporto. Portò il ginocchio tra le sue gambe e curvò la testa per mordergli il collo mentre portava le mani a stringergli i fianchi. Toccava il corpo di Malfoy con avidità e aveva un fremito ogni qual volta la sua pelle lattea diventava ruvida dall'eccitazione evidente. Potter sogghignò e avvicinò le labbra a quelle dell'altro, mordendogliele con desiderio; poi portò la mano destra sul suo petto e, con una rapida sequenza di movimenti, gli sfiorò il pene. Fu una strana sensazione toccare un membro che non fosse il proprio ma, dovette ammettere, quello di Draco non era niente male: era eccitato, liscio e candido. Si lasciò cadere su di lui senza schiacciarlo e iniziò a masturbarlo. 
- Oh, Harry, - gemette Malfoy. Era davvero piacevole avvertire il suo tocco, avrebbe voluto non smettesse mai e, con gli occhi lucidi dall’emozione, lo strinse forte tra le braccia.

Il mattino seguente, quando Draco aprì gli occhi a causa della luce che entrava con prepotenza nella stanza, si trovò ancora tra le braccia di Harry. Erano entrambi nudi, avvolti ancora in un abbraccio e, Draco ne era certo, Harry gli aveva addirittura sbavucchiato sulla spalla. La cosa gli avrebbe fatto altamente schifo se non fosse che l'abbraccio di Potter, caldo e avvolgente, gli aveva regalato un sonno profondo e tranquillo come non capitava da anni; sorrise e provò a muoversi senza riuscirci: l'abbraccio di Harry era così solido che era impossibile svincolarsi.
- Ancora cinque minuti, - soffiò Harry. Aveva gli occhi chiusi, le labbra morbide e i capelli arruffati: nel suo disordine era una delizia per gli occhi.
Malfoy sorrise; probabilmente avrebbero fatto tardi al lavoro ma non gli importava granché.
Stava così bene vicino a Potter.

   
 
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