Ma
Castelli di carta nella mente – e poi arrivi tu.
Non sei un’allucinazione. Esisti. Spazzi via le mie speranze – non come una bufera o un incendio, ma come una pioggia che lentamente inzuppa e poi scioglie anche i sogni. Chi sei?
Cammino sulla cartapesta, a piedi nudi.
Chi siamo?
Castelli in aria, senza fondamenta.
Illudersi è erigere mura bugiarde. Lo so, adesso, perché mi hai abbracciato mollemente.
Mura di carta – fragili. Avrebbero dovuto tenere assieme i nostri castelli; sono crollate nella mia stretta.
Carta, acqua e vinavil sulla mia pelle. Ti stacchi o resti?
Un abbraccio vuol dire tutto – non vuol dire niente.
Costruiamo qualcosa di vero?