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Autore: susiguci    30/12/2022    5 recensioni
Dal Capitolo I
[... Merlin era in ritardo per l'inizio delle lezioni e, come sempre, correva per i corridoi, cercando di arrivare in aula più presto possibile.
Merlin non vide il ragazzo che allungò un piede al suo passaggio e si ritrovò a terra, battendo forte la bocca e il mento. Un rivolo di sangue gli usciva dalla bocca e Merlin si girò a guardare il ragazzo con tanto d'occhi!
'Chi è questo grandissimo figlio di puttana?' si chiese.
"Oh, Dio! Scusami!" disse il ragazzo, tendendogli una mano per farlo alzare.
"E perché dovrei? So che l'hai fatto apposta!"
Il ragazzo sorrise e scosse la testa. "Ok. Volevo farlo! Solo … non a te! Ho sbagliato persona!"...]
[..."Abbiamo cominciato con il piede sbagliato…" disse il ragazzo dispiaciuto.
"Già … con il tuo, per l'esattezza"...]
Capitolo I revisionato
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Merlino, Parsifal, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
Capitoli:
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Capitolo I 


 

Tripped










 


Merlin si trovava in paradiso.

No, al contrario, doveva trovarsi di sicuro all'Inferno.

In paradiso, certe cose … mai.

Si trovava in una grande camera da letto e lui era in ginocchio su quel letto. Ed era nudo.

Schiacciato da due persone.

Ne stava prendendo una mentre si offriva ad un'altra.

Forse aveva bevuto.

Forse aveva fumato qualcosa. Non ricordava.

Aveva gli occhi chiusi e provava un piacere strano, intossicante.

Il ragazzo davanti si girò e si stese sul letto invitante. Era giovane e carino, ma non aveva idea di chi fosse. In fondo non era così importante. Si stese su di lui, baciandolo a lungo e poi prendendolo di nuovo.

L'altro ragazzo quello alle sue spalle, si sdraiò sulla sua schiena. Gli mordeva il collo e le spalle. A un certo punto,questi, con una mano gli prese il mente, girandogli il viso verso di sé per baciarlo sulla bocca.

Merlin lo osservò. Non l'aveva mai visto prima.
 
 
 'Chi se ne frega!' si disse.
 
 Era bello e Merlin lo voleva. Tutto lì.

E l'unica cosa che Merlin voleva in quel momento era continuare quel bel gioco a tre. I gemiti e le parole degli altri due, le carezze, i baci e i loro movimenti a volte sincronizzati, a volte no, ne acuirono i sensi a un livello sempre più alto, finché urlò forte di piacere …

… e si svegliò.

"Dio!" Era stato solo un sogno, uno dei più realistici che avesse mai fatto. '

/'Cazzarola! Che disastro ho combinato'pensò.

'Sogni bagnati' li avevano chiamati le sue compagne di classe, ridacchiando, quando l'argomento era venuto fuori a scuola. 'Polluzioni notturne' le aveva definite il suo medico. I suoi amici, invece, campioni di finezza come sempre, le chiamavano 'sb... stellari'.

'È ufficiale! Sono gay!'

Merlin già da parecchio tempo aveva questo dubbio che lo assillava non poco. Quasi come sfida, ultimamente, aveva cercato alcune pagine su siti porno gay: dapprima quelle più tranquille riguardanti massaggi o autoerotismo, per poi passare a pagine più hard.

Risultato: i siti per gli etero gli facevano sempre meno effetto, anzi quasi lo infastidivano. La sera precedente mentre cercava qualcosa che lo ispirasse particolarmente, aveva intravisto, in una delle tante pubblicità che passavano, un rapporto a tre. Si vedeva che gli era rimasto impresso per fare un sogno del genere!

Se era arrivato a fare un sogno così, significava che:

1- gli ormoni avevano ormai preso il controllo su di lui;

2- il suo corpo non ne poteva più;

3- era indubitabilmente gay e doveva smettere di fingersi etero, se voleva incontrare il suo 'lui'.

La cosa però era molto strana, perché Merlin si considerava un tipo romantico. Cosa cercava? Niente di trascendentale. Quello che più o meno tutti sognavano. Il grande amore, quello che sarebbe durato tutta la vita. Un ragazzo bellissimo e pazzo d'amore per lui, con cui lasciarsi andare, fare l'amore in continuazione, ma non solo. Complicità, affetto, sostegno reciproci. Uno spirito complementare con cui condividere un progetto di vita, interessi, passioni e godere di tutti i momenti semplici della vita. Un'anima gemella, l'altra metà della mela, l'altro lato della stessa medaglia … E tutti gli altri cliché possibili e immaginabili.

Pulì tutto al meglio, cambiò le lenzuola, si fece la doccia.

Tanto sua madre lo avrebbe capito ugualmente. 'Che palle, però!' Gli scocciava da pazzi. I genitori non avrebbero dovuto capire queste cose! Era così umiliante. Non potevano fare finta di niente?

In fondo sua madre non era neanche tanto male. Tutt'al più lo avrebbe guardato con un gran sorriso e gli avrebbe detto: "Di nuovo?"

Usò il correttore della madre per coprire il blu dei pestoni sotto gli occhi. Giusto un velo. Lo applicò picchiettando anche su qualche brufolo più rosso degli altri. Spinzettò qualche pelo in mezzo alle sopracciglia e anche qualcuno sotto. Sui capelli utilizzò un bel po' di spuma, asciugandoli poi con il phon e il diffusore.

Questo lo faceva tutte le mattine. E sapeva bene che lo facevano anche tutti gli altri suoi amici etero. Poi decise di osare.

Con una matita grigia della madre tracciò una riga sottile sulla rima interna superiore dell'occhio, lacrimando per il fastidio.

Si guardò, si piaceva. Come prima volta poteva bastare.

Merlin aveva uno spiccato senso estetico e amava il trucco non per sembrare più femminile, ma semplicemente per vedersi più bello.

Più di una volta lui insieme ai suoi amici avevano guardato alcuni tutorial su Internet che riguardavano il 'prima e dopo il trucco' delle ragazze. Anche tenendo conto dei diversi filtri visibili, c'erano questi esseri mostruosi che si trasformavano in gnocche da paura. Persino le vecchie!

Una volta avevano guardato un esperimento in cui insignificanti, quando non addirittura repellenti ragazzi volontari, si sottoponevano ad una seduta di trucco pesante, simile a quello delle ragazze, ma con caratteristiche più maschili, e alla fine, magia, ti ritrovavi davanti a dei fighi assoluti.

era persino seccato. Avrebbe voluto truccarsi a quel modo. Già era bello di suo. Chissà che schianto sarebbe diventato! Nulla gli vietava di farlo, ma non gli andava di essere visto come gay o effeminato, soprattutto dalle ragazze!

Tuttavia da quel giorno Merlin, e non solo lui, si accorse che in Gwaine qualcosa era cambiato: il bordo esterno delle labbra era più chiaro per mettere in risalto la bocca; la matita marrone sottile, sotto gli occhi; le ciglia che avevano l'aria di aver incontrato lo spazzolino di un mascara.

Nessuno di loro gli aveva detto nulla. Non era salutare per nessuno far arrabbiare Gwaine. E alle ragazze piaceva. Sembrava il componente di una rock band.

Elyan era per la bellezza maschile naturale e non condivideva l'opinione di Gwaine. Ma essendo un bel ragazzo di colore, aveva naturalmente una rima più scura attorno agli occhi e due magnifiche labbra carnose da fare invidia alle donne con labbra siliconate.



 

Merlin era in ritardo per la scuola e, come sempre, correva per i corridoi, cercando di arrivare in aula più presto possibile.

Merlin non vide il ragazzo che allungò un piede al suo passaggio e si ritrovò a terra, dopo aver battuto forte la bocca e il mento. Un rivolo di sangue gli usciva dalla bocca e Merlin si girò a guardare il ragazzo con tanto d'occhi!

'Chi è questo grandissimo figlio di puttana?' si chiese.

"Oh, Dio! Mi dispiace!" disse il ragazzo, tendendogli una mano per farlo alzare.

"Non ci credo nemmeno per un attimo: so che l'hai fatto apposta!"

Il ragazzo sorrise e scosse la testa. "Ok. Volevo farlo! Solo … non a te! Ho sbagliato persona!"

"Oh … allora … sei giustificato!" gli disse Merlin stizzito, alzandosi da solo e ignorando la mano tesa dell'altro.

"Sei nuovo? Non ti ho mai visto prima" disse il ragazzo dello sgambetto.

"Sì! Ho cambiato scuola a metà anno."

"Come mai?" domandò il ragazzo, tendendogli un fazzoletto di carta.

"Non credo ti riguardi!" disse Merlin strappandogli il fazzoletto dalle mani e pulendosi dal sangue sulla bocca.

"Abbiamo cominciato con il piede sbagliato…"

"Già … con il tuo, per l'esattezza"

Il ragazzo emise uno sbuffo di risa. "Tu penserai che io sia un bullo ma … non lo sono! Ti ho semplicemente scambiato per un tale che si è fatto il mio ragazzo! Da lontano gli assomigli!"

'È gay anche lui' pensò Merlin, stupito dal fatto che l'altro glielo avesse detto con tanta naturalezza.

"Fossi in te me la prenderei con il tuo ragazzo!"

"Già fatto! L'ho gonfiato di botte e poi l'ho lasciato!"

"Però si è difeso bene!" Ora che Merlin lo vedeva da vicino, notò che il viso di quel ragazzo era pesto e gonfio in diversi punti.

L'altro scrollò le spalle.

"Purtroppo è un armadio! Il mio prossimo ragazzo dovrà essere magro e debole, all'incirca … come te!"

"Ehi! Io sono magro, ma sono tutt'altro che debole! Sei davvero un cafone!"

"Non temere! Non mi metterei mai con uno come te. Sei un po' troppo appariscente con quel trucco, per i miei gusti."

"E tu sei un villano!"

Il ragazzo rise di gusto. "Ma come parli? Da dove vieni? Dal medio evo?"

D'istinto Merlin alzò la mano per dargli uno schiaffo, ma l'altro fu più veloce e lo fermò afferrandogli il polso e stringendolo forte.

"Ahi!" disse Merlin e il ragazzo lo lasciò. "Avevo ragione io: sei delicato!"

 

Merlin fece un passo indietro e diede uno sguardo al suo cellulare per guardare l'ora.

"Mi hai fatto perdere la prima lezione di oggi!"

"Vieni con me! Voglio farmi perdonare offrendoti un caffè …"

"Forse dovrai offrirmi molto più di un caffè. Ho deciso di andare al pronto soccorso. Se hai fatto danni a me o ai miei denti, dovrai darmi parecchi soldi. Temo ti costerà un casino!"

"Intendi denunciarmi alla polizia?"

"No! Certo che no! Ho intenzione di denunciarti al preside, visto che siamo a scuola!"

"Sei sicuro?" domandò l'altro un po' scocciato, ma anche preoccupato."

"Sì. Rischi una sospensione o forse anche l'espulsione"

"Mio padre non lo permetterà. Lui e il suo esercito di avvocati metteranno a tacere la cosa. In qualsiasi modo. I soldi non sono un problema. Mio padre è Uther Pendragon!"

"Mai sentito …!"

"Perché non sei di qui … io sono Arthur Pendragon. E tu?"

"Merlin."

"Merlin e poi?"

"Merlin."

Arthur alzò gli occhi al cielo. "Per favore, fatti offrire questo benedetto caffè. Ho una proposta vantaggiosa da farti che credo ti interesserà … ma sarai tu a decidere!"

Merlin lo guardò con diffidenza: "Doppio cappuccino con due ciambelle glassate?"

Arthur sorrise: "D'accordo!"


Al contrario di quanto si sarebbero aspettati, c'era un bel po' di movimento al bar della scuola. 

"Ma la gente non fa lezione in questa scuola?" disse Arthur stupito.

"Forse qualcuno gli ha fatto lo sgambetto!" rispose Merlin amaro.

L'unico posto a sedere che trovarono fu un divanetto a forma di ferro di cavallo, forse un po' equivoco per due ragazzi ma d'altronde Merlin sapeva che erano entrambi gay e comunque non avrebbe tardato a fare coming out con gli amici.

 

Merlin stava tuffando una ciambellona fucsia dentro una grande tazza. Quelle ciambelle erano considerate le migliori del circondario. Spesso, studenti di altre scuole s'infiltravano in quel bar solo per farne incetta.

Anche Arthur prese una ciambella e un caffé per sé. Sorrise nel vedere Merlin abboffarsi e sporcarsi come un bambino.

"Quanti anni hai, Merlin?"

"Fedici" rispose masticando. "E tu?"

"Cazzo, sei pure minorenne! Credevo ne avessi diciotto anche tu. Sei alto come me … anche se a vederti mangiare ne dimostri due."

L'altro non si scompose e continuò a masticare con gusto. "Che proposta vorresti farmi?" domandò attaccando la seconda ciambella.

"Si può sapere dove lo metti, tutto quel cibo?"

"Sono uno che brucia facilmente! In pratica, ho sempre fame!"

Arthur sbatté gli occhi sorpreso. "Allora … dopo la scuola, ti accompagno da un medico privato e da un dentista. Tutto ciò che dovrai pagare, te lo rifonderò io!"

"E i danni morali?"

"Quali danni morali?"

"In primis quello di avermi fatto saltare la verifica di matematica, considerando che in matematica non brillo. Poi, vuoi mettere la paura di venire di nuovo bullizzato all'interno della mia scuola e soprattutto quello che dirà mia madre … hai presente? La tua che direbbe?"

"Non lo so. Non l'ho mai avuta!"

"Oh, ti ha … abbandonato?"

"Morì di parto, quando nacqui!"

"Perbacco! Mi dispiace molto" disse Merlin sinceramente.

"Perbacco? Chi è che dice 'perbacco' al giorno d'oggi?" ribatté Arthur, più per cambiare discorso che per altro. Le persone si intristivano sempre quando gli parlava della madre.

"Tua madre … non dovrebbe saperlo…" mormorò Arthur.

"Ma lei è in grado di leggere la mia faccia!"

"Se riesci a non dirglielo, ti daró 200 dollari in più per i danni morali!"

"Ne voglio 400!"

"Che cosa?" Arthur spalancò occhi e bocca allibito.

"Diciamo che 400 dollari più dentista e medico fanno 600 dollari. E non ti chiederò di più se anche dovessero esserci danni."

"Ma se non dovessero esserci danni, dovrei darti molti meno soldi. Da come muovi le ganasce, non sembra affatto che tu abbia male ai denti o alla mandibola."

"A parte che se premo il mento qui, mi fa un male cane, o così o la denuncia al preside, scegli!"

"Sei davvero un parassita succhiasoldi!"

"Ha parlato il Mahatma Gandhi. E comunque dovevi pensarci prima. Credi che il ragazzo che avresti dovuto far cadere, sarebbe stato più magnanimo di me? Ti saresti messo in casini peggiori. Puoi non accompagnarmi dai dottori, e posso pagarmi la colazione da solo…"

"Lascia stare. Ti avevo detto che offrivo io …"

 

Arthur guardò verso la porta del bar e si immobilizzò all'improvviso.

Soffocò una parolaccia. "Porca put … " si spostò dando la schiena alla porta, si fece più piccolo sulla sedia e si coprì il viso con una mano."

"Che hai?" chiese Merlin masticando.

"C'è Valiant!"

"Chi?"

"Il mio ex!"

"Quello che ti ha pestato?"

"Guarda che sono io che l'ho pestato!"

"Ma qual è?"

"Quello grosso! Con gli occhi verdissimi."

"Accidenti! Hai ragione! Intravedo un taglietto sul suo sopracciglio sinistro."

"Sei un idiota senza speranza…" disse Arthur stizzito.

Poi scivolò sul divanetto, praticamente attaccato a Merlin che lo guardò con fare interrogativo. Arthur gli sorrise nervoso. "Però sei un idiota molto carino …"

"Ti ha visto e sta venendo qui, vero?" chiese Merlin senza scomporsi.

"Esatto!" rispose Arthur a denti stretti.

 

"Arthur! Tesoro! Come stai? Vedo che ti sei consolato in fretta" sorrise con sarcasmo il ragazzone. 

Merlin si alzò in piedi e gli porse educatamente la mano.

"Ma chi ti sei trovato? Una checca? Mi deludi, amore!" strepitò Valiant verso Arthur, ignorando la mano di Merlin.

Arthur si alzò anche lui. "Lascialo stare! Vattene via, Valiant. Che cosa vuoi ancora?"

Valiant si avvicinò ad Arthur, abbassando la voce, ma Merlin sentì lo stesso.

"Volevo dirti che con Cedric non c’è stato niente … niente di importante, ti assicuro. Si è trattato solo di … sesso. Eravamo ubriachi ed è successo. Ma non ha nulla a che vedere con noi. Ti chiedo scusa. Tu lo sai, che amo solo te!"

"Non ha più importanza ormai. Puoi lasciarci da soli per favore?"

"E credi che quello lì, sia in grado di … darti quello che ti ho dato io?"

Merlin si sedette e afferrò il polso di Arthur, tirandolo giù perché si sedesse vicino a lui, poi si rivolse a Valiant.

"Oh, io credo di potergli dare molto di più …"

Mise un braccio sulle spalle di Arthur, gli girò il volto verso di sé con una mano e lo baciò.













 

   
 
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