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Autore: KurryKaira    01/01/2023    2 recensioni
Ren Tao, ormai vedono da un po', rientrando da lavoro trova in casa il suo compagno Horohoro e non può fare a meno di notare quanto quel ragazzo sia l'unica costante di serenità nella sua vita.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Horo Horo, Ren Tao
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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" La verità è che mi piacevi. Mi piacevi già, da subito.
  Tu, più di chiunque altro in quella stanza.
  E io lo sapevo, io l'ho sempre saputa la verità.
  Non so tu.
  Un giorno tutto questo dolore finirà, e l'unica cosa che rimarrà sarai tu.
  Come una costante nella mia vita ormai.
  Come se ci fossi sempre stato."

Si voltò appena nel buio di quella stanza cercando i lineamenti dell'altro che, steso mezzo nudo e disordinato tra le lenzuola di quel letto matrimoniale, dormiva profondamente respirando piano.

" In fondo lo sapeva bene anche lei" non riuscì a non trattenere un sorriso sedendosi su quel letto svegliandolo per sbaglio.

- Mm- emise appena infastidito:- Ren?-
- Dormi. Non volevo svegliarti- scontroso forse, ma questo era in realtà il suo tono abituale.
- Dove mi trovo?- Allora il cinese guardò il giapponese come se fosse uno stupido, cosa che pensava in effetti in maniera altrettanto abituale.
- Dove ti sei addormentato. Dove mai ti dovresti trovare?!- Parlava a voce bassa ma aveva tutta la voglia di urlargli contro.
Al che il ragazzo del nord si guardò attorno stropicciando il cuscino sotto la sua testa, poi guardò il compagno e con voce ancora assonnata e una sottile ironia gli disse:- Hai presente quando da bambino ti addormentavi chissà dove e ti risvegliavi magicamente nel letto?-
- No- cinico.
- Questo è perché non hai avuto un'infanzia normale- cattivo ma sincero.
- Non ti ho portato io nel mio letto di peso, ti ci sei infilato tu tornando stanco da lavoro, non so nemmeno perché sei in casa mia.-
L'ospite nascose violentemente la faccia nel cuscino:- Era l'abitazione più vicina- con voce assonnata.
- Te ne puoi tornare a casa sai? Non mi servi più- sincero ma cattivo.
Horohoro sollevò di scatto il busto da quel materasso, con le braccia tese guardò quasi sconvolto quel cuscino dove si era poggiato.
- E' il mio lato del letto- rispose ora con voce calma come a rasserenarlo, aveva intuito cosa lo avesse sconvolto. Incredibilmente sembrava sempre più scioccato l'Ainu di quella ormai passata storia, che il vedovo.
- Scusa Ren- disse serio:- Ero così stanco da non capire nemmeno dove mi trovassi, te l'ho detto.-
- Non devi chiedermi scusa. Sei tu.-
Horohoro lo guardò, notò che aveva ancora lo smoking addosso, forse lui era tornato adesso da lavoro, era quasi notte, doveva essere stanco anche lui.
- Tu puoi fare tutto quello che vuoi- continuò il proprietario di casa e l'ospite, ora seduto più rilassato ancora tra quelle lenzuola, sorrise spontaneamente per poi attorcigliare il braccio attorno al collo dell'altro spingendolo verso sé per stropicciargli i capelli con la mano come se fossero due bambini dispettosi.
- Ma sei scemo veramente?!- Gli urlò allora Ren fregandosene che fosse notte.
- Perché avevi dubbi?- Rispose ridendo di gusto:- Quindi posso rimanere a dormire qui?- Continuò calmandosi rigettando la nuca sul cuscino.
Il cinese scontroso si alzò spogliandosi piano, infilò la camicia da notte di seta color rubino e oro e si stese accanto a lui, su quello che era il lato della moglie.
A illuminarli solo la luce della luna e delle stelle dalla finestra.
I due si guardarono per un po', probabilmente per diversi secondi pensarono entrambi che su quel letto si poteva sentire ancora il suo profumo. Era passato troppo tempo, non era possibile, eppure sembrava a entrambi di sentirlo.
- Hai degli occhi inquietanti lo sai?- Disse poi distogliendo i pensieri il cinese, mentre osservava con i suoi quelli dell'altro.
- Grazie.-
- Non ho detto brutti. Sembrano quelli di un lupo.-
- Non mi dire- ridacchiò e il compagno gli scostò il ciuffo chiaro di capelli per poterli vedere meglio.
- Ricordi?- Disse poi al giapponese tornando con la mente indietro nel tempo.

Tanti anni prima, in una vecchia casa in legno nel bel mezzo dello shamanfight, si ritrovarono soli.
Ren Tao era da poco resuscitato per la prima volta, e quello era il primo momento in cui ebbero modo di parlare.
E lui anche quella volta, mentre seduti su una panca si preparavano ad entrare in doccia con addosso solo un asciugamano bianco, gli scostò un ciuffo di capelli.
L'Ainu che fino a quel momento aveva lo sguardo perso nel vuoto lo guardò, con occhi gelidi e sguardo serio. Erano così tremendamente vicini. Non così tanto in realtà, ma Ren lo sentiva sempre troppo vicino, da quando lo aveva visto a casa di Yoh Asakura la prima volta.
Tanto vicino da bloccargli il respiro. Sorrise dentro di sé all'idea di saperlo nascondere bene.
Ma quello sguardo adesso era troppo freddo, anche per lo sciamano del ghiaccio.
- Che occhi- disse infatti il cinese:- Sembra tu abbia visto un fantasma- ogni tanto faceva il "comico" anche lui a quanto pare.
- Ci scherzi?- Rispose serio l'altro.
- Perché sei qui anche tu? Volevo farmi una doccia da solo- disse adesso cinico alzandosi dalla panca, e Horohoro poté notare la cicatrice anche dal lato della schiena, in effetti era logico, ricordava bene di come fosse stato trafitto da parte a parte, strinse i pugni trattenendo a stento un conato.
Horohoro rimase lì seduto senza dire nulla, le braccia sulle ginocchia e la testa a penzoloni.
Ren entrò in doccia, pochi secondi e si affacciò alla stanza dove l'altro sciamano era ancora in agitazione:- Vieni o no?- Gli chiese.
Horohoro:- Non mi vuoi hai detto- rispose senza guardarlo.
Ren:- Devi startene lì nudo a prender freddo solo perché io sono dispotico?-
- Non ho freddo.-
- Muoviti- incitò il cinese spazientito:- agli altri racconterò che ero da solo in doccia.-
Il ragazzo lo raggiunse:- Perché mai dovresti raccontare agli altri di cosa fai in doccia?!- Chiese giustamente.
Il torneo diventava sempre più duro, pensarono entrambi sotto lo scrosciare dell'acqua, uno di fronte all'altro, in un imbarazzante e insolito silenzio.
Ren si soffermò ancora una volta a guardare i lineamenti del compagno di squadra, con una lieve timidezza che quasi non gli apparteneva. Lo faceva spesso in realtà, quando poteva, a occhi indiscreti, lo osservava tantissimo. Poteva raccontare agli altri che era per studiarlo, lui, come tutti gli altri partecipanti; studiare i suoi comportamenti, i suoi punti di forza e i suoi punti deboli, sia come alleato che come nemico. Ma la verità era semplicemente che lo osserva spesso perché gli piaceva. In tutti i maledetti sensi.
E non cercava di negarlo a sé stesso, aveva sempre saputo quale fosse la verità, semplicemente trovava imbarazzante l'essersi così perdutamente perso per uno stupido simile.
Eppure era accaduto subito, si era perso subito per lui e giorno dopo giorno anziché ritrovare la retta via sprofondava sempre di più nell'incredibile voglia di baciarlo, e non solo.
Strinse i pugni. Non era il momento, diventare più forte era sempre la sua priorità, e doveva stare attento, non fosse mai che anche quell'incapace lo superasse.
- Ma si può sapere che hai?!- Disse però poi all'improvviso vedendolo sempre così serio:- Ero morto io, non tu!-
- Tsz- sputò l'Ainu:- Credimi, ero morto un po' anche io- disse e poi lo guardò:- Io sono più forte di te!- Sentenziò con rabbia ammutolendo del tutto il compagno, mentre l'acqua li scorreva addosso.
Ren alla fine sorrise con aria di sfida:- Vuoi fare a botte?- Horohoro accettò mettendosi in guardia, Ren lo colpì subito dritto in fronte, piano, come un piccolo bullo:- Ma piantala, non vedi come sei ridotto?-
- Uff- il giapponese si calmò all'improvviso, non trattenendo più un soffio di fiato:- Non farmi sentire mai più così debole e inutile- disse con voce pacata e occhi improvvisamente sereni, eppure Ren intuì che si riferisse ancora una volta alla sua morte. Si accorse che non aveva appigli per prenderlo e tirarlo a sé, perché erano nudi, ma doveva farlo, sentì l'estremo bisogno di avvicinarlo a sé e quindi prese semplicemente il suo collo tra le mani strattonandolo tanto da ritrovarsi fronte contro fronte.
Horohoro sussultò imbarazzato non capendo la situazione, mentre Ren tratteneva come non aveva mai fatto la voglia di intrecciare la sua lingua con quella dell'altro. Stringeva gli occhi e le labbra erano così vicine, tanto da respirarsi addosso. Ed erano pure nudi cavolo. Quando ebbe il coraggio di aprire quegli occhi di fulmini si accorse della profonda ingenuità dello sguardo di Horohoro. Si rattristì pensando che l'altro era molto accondiscendente, ma sicuramente non lo aveva trovato attraente nemmeno per sbaglio in nessuna delle tante occasioni che avevano avuto. E invece quello sguardo cambiò, così velocemente da spaventare il caposquadra, le braccia del giapponese lo strinsero sollevandolo appena e quelle labbra fredde lo baciarono, senza emettere nessuno stupido suono.
' Questo bacio è tutta un'altra storia' pensò scioccamente come prima cosa, prima ancora di connettere quello che stava succedendo. Il ragazzo che non lo aveva mai degnato di quel tipo di interesse lo stava baciando, e sembrava non volerlo lasciare andare più. E Dio (chiunque egli fosse stato, Hao, il re del futuro? Sé stesso, il grande Ren? La santissima Vergine di ferro? Magari proprio Horohoro, nel più improbabile dei mondi), quanto amava quelle labbra, quanto le aveva desiderate e quanto pensava fosse impossibile accadesse una cosa del genere. A stento trattenne gli occhi lucidi (l'orgoglio prima di tutto), ma una cosa era sicura, non le avrebbe lasciate più. Infatti quando l'Ainu lo lasciò andare resosi conto della sciocchezza che ancora una volta aveva fatto per impulsività, lui lo riprese a sé leccando d'istinto quella bocca come a fargli capire che ormai gli apparteneva, non poteva più tirarsi indietro. Il lupo dopo un attimo di shock sorrise di gusto abbandonandosi al volere dell'altro.
" Non le avrei lasciate più è stata una piccola bugia" pensò ridacchiando adulto nel buio della sua stanza mentre ancora gli sfiorava i capelli e poi quelle stesse labbra ora cresciute. 
" Ma solo piccola, se tu sapessi..." quella volta nella baita il cinese cercò di prendersi dall'altro quanto più poteva, non era il momento, ma proprio perché non era mai il momento in quel maledetto Shamanfight pensò che non ci sarebbe stata altra occasione. Inaspettatamente fu anche meglio di quanto si aspettasse; Dio, quanto lo amava. Ma troppo breve perché la voce di Lyserg li riportò alla realtà.
" Non sono mai stato sincero con te. Ancora rido se penso a quando incontrasti Men per la prima volta" pensò sadico " Ma tutto sommato te lo sei meritato, quanti misteri mi nascondevi ancora all'epoca? Mentre io mi ero donato già a te in maniera totale e sincera."

- Hai finito di spettinarmi?- Horohoro scontroso accovacciato in quelle coperte raffinate.
- Pensavi di essere pettinato prima?- Si corresse:- Non t'ho mai visto pettinato.-
Voleva rispondergli con brutte parole come sempre, ma si limitò a guardare altrove con un lieve broncio, poi, completamente fuori luogo gli chiese:- Posso baciarti?-
Ren lo guardò spalancando quegli occhi eleganti:- Tu puoi fare tutto quello che vuoi- quasi nervoso:- Non farmi ripete le cose.-
- Sai che sono stupido- sorrise sconfitto il lupo avvicinando piano il volto a quello dell'altro.

" Lo eri già, ma da quel momento sei diventato a tutti gli effetti l'unica costante nella mia serenità" era sicuramente, del suo gruppo, quello che prendeva più seriamente quello Shamanfight e senza dubbio avrebbe mollato anche la più eccitante delle situazioni all'istante per andare a combattere in aiuto dei suoi amici, e infatti, lui, come l'altro si lasciarono andare subito per infilarsi la prima cosa trovata e correre da Lyserg. Ma cavoli, se era stata dura lasciare andare proprio quella situazione.
"Ci sei sempre stato per me, nonostante le mie cattiverie" Le occasioni di rimanere soli non erano state poi tante, ma il loro rapporto da quel giorno era chiaramente evoluto e Horohoro era l'unico con cui si sentiva libero, libero anche di essere debole. Non si erano mai del tutto chiariti, sia per orgoglio e sia perché parlare di sentimenti non era il suo forte, specie con un idiota del genere, e poi perché un banale ti amo era davvero riduttivo per quello che sentiva di provare per quell'idiota. Poi, anche se probabilmente lo negava, era una persona estremamente gelosa, era geloso di Jun, figurarsi di lui. Non si fidava nemmeno quando si allontanava per giorni sparendo e riapparendo all'improvviso con aria soddisfatta, come se fosse l'ultimo dei playbyoy. Per non parlare di quando scoprì l'esistenza di Tamiko Kurobe, con tutto rispetto per la cara Kororo. Horokeu Usui gli apparteneva, ma Ren Tao purtroppo non poteva appartenere a lui. " Nonostante io ti abbia cercato di tenere lontano dai miei problemi. Tu ci sei sempre stato" posò il volto tra il collo e la spalla dell'amante tenuto nascosto ma che paziente lo ha sempre aspettato (o almeno sperava, di certo non avrebbe perdonato lui nessuna scappatella, nonostante lui nel frattempo si fosse sposato e avesse figliato a sua insaputa, chiaro), chiudendo gli occhi. Horohoro si limitò ad accarezzargli delicatamente la testa osservando il soffitto con aria assonnata e pensierosa.
" Credo che l'unico a non sapere quanto io realmente ti amassi eri proprio tu. Lei lo sapeva, lei lo sapeva benissimo." Inspirò cercando di sentire ancora quel profumo ma ormai l'aria si era inebriata dell'odore fresco del giapponese, aprì piano quegli occhi platino così pungenti e sollevandosi lo guardò:- Quindi sì, puoi dormire nel mio letto ogni volta che ti pare.-
- Non ho capito- rispose il povero Horokeu Usui per poi smettere di farsi inutili domande.
Si addormentarono insieme, stanchi di un lavoro e una vita ancora più duri, ma per quella notte almeno potevano essere sereni.
  
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