Film > Le 5 Leggende
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Autore: SABRINA96_    02/01/2023    0 recensioni
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“Non riesci ad affrontare le tue debolezze. I tuoi vuoti. Mancanze.
Li riempi con l’acqua delle inutilità.
Ora crei effimere vie d’uscita, l’unica cosa che puoi fare.
Ne creerai a migliaia. Tutte fallimentari. Tutte con la stessa fine.
Illuditi pure di risolvere i tuoi demoni in queste Fiabe.
Hai fame di loro. Te ne daremo sempre, sempre di più!
Ci servi così. E forse a te fanno comodo. Non è vero?”
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Pitch si svegliò ad ogni Inverno gelido, e ogni Inverno lo mise alla prova.
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Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Emily Jane Pitchiner, Jack Frost, Pitch
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti
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VII


 

Discorsi


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Parte 2


 

Melancholia


 


 
 
Nella stanza buia di un ragazzino le ombre parevano incombere sulla sua triste figura tremante.
Il suo pianto strozzato lo innervosiva troppo e desiderava così tanto poter stare bene, invece di passare le sue giornate a letto. Il vuoto che però sentiva dentro di lui non lo aiutava ad alzarsi e scoprirsi delle sue coperte. La forza nelle braccia gli mancava, una singola azione da compiere gli pesava non poco. Aveva timore di restare in quello stato per sempre. Vedeva i suoi coetanei giocare e divertirsi, si chiedevano cosa non andasse in lui. Ma non riusciva a spiegarselo, le sensazioni lo avevano inglobato. Era tutto così ovattato e confuso.
Quanto gli pesava andare a scuola. Quanto gli pesava stare tra i suoi compagni. Doveva costringersi a mettere un sorriso sulle labbra, a crearsi delle stupide maschere.
Non ce la faceva né a vivere quei momenti di profondo vuoto e né di sorreggere quelle maschere, indossate per sopravvivere in una società che lo voleva sempre attivo e pimpante. Ma lui proprio non c'è la faceva ad essere come gli altri se lo aspettavano. I suoi genitori soffrivano a vederlo in quello stato. Aveva bisogno di aiuto ma non riusciva a chiederlo.
 
Nella stanza del ragazzino le ombre si mossero, presero vita. E nell'angolino infondo, vicino all'armadio degli abiti, una figura si staccò ed ebbe una faccia che riconobbe in un istante.
Occhi gialli, volto allungato e appuntito, un sorriso sarcastico appena accennato, corpo esile e slanciato.
Pitch Black si avvicinò ai piedi del letto del giovane che spaventato si portò le coperte alle labbra.
"Ciao, Jamie." Lo salutò cingendo le mani alla schiena.
"Io...io ti vedo." Riuscì a balbettare l'ormai quattordicenne Jamie.
"Mi vedi." Lo constatò l'Uomo Nero.
"Dov'è Jack?"
Pitch gettò uno sguardo verso la finestra dai vetri congelati. 
"Perché non vedo lui?"
"Probabilmente non lo vedrai mai più, caro Jamie."
La bocca del ragazzo tremò a quel pensiero.
"Allora che farai? Mi ucciderai?"
"Questo non dipende da me, ragazzo." Jamie capì subito cosa intendesse "E vedo che ci hai già provato." Pitch ebbe il tempo breve per scorgere i polsi feriti del ragazzino, che lui li nascose immediatamente sotto le coperte.
"Cosa mi sta succedendo?"
"Stai cambiando, Jamie, ed è giusto così." Sussurrò.
"Ma perché soffro così? Cosa ho fatto di male per meritarmi questo vuoto che sento qui?" Si portò una mano allo stomaco. L’ansia lo stava mangiando dall’interno.
"Non lo voglio più!" La frustrazione dipinse di collera i suoi occhietti infantili. “Non ha proprio senso! Non ha senso!”
Le ultime parole si ruppero in lievi singhiozzi.
"Quando un male arriva a mangiarti dentro ha sempre un motivo, Jamie. C’è qualcosa che richiede un cambiamento? Qualcosa ti disturba? Qualunque sia l’origine del tuo male, hai bisogno di capirlo. Ci vuole il suo tempo. Dovrai rispettare il tuo." Gli rispose l’Oscurità avvicinandosi di più al giovane "Ed io ti accompagnerò in questo cammino."
"Che vuoi dire?"
"Se tu lo vorrai, potrai fronteggiare le tue Paure, Jamie. Sarà un lavoraccio arduo. Se desideri la pace nella tua mente è la strada da percorrere...oppure resterai nel buio... altrimenti..." L'ombra della mano dell'Uomo Nero puntò verso le mani nascoste dalle coperte del giovane.
Jamie accarezzò piano le ferite pensando alle parole dure ma sincere dell'Uomo Nero. Aveva una paura matta di scavare nella sua mente, ma se andava fatto pur di stare bene e vivere nuovi giorni sereni doveva farlo.
"Va bene." Disse in un sussurro fievolissimo, come se non fosse convinto di farcela.
Pitch Black sorrise compiaciuto della scelta del ragazzino.
"Ottima scelta, ragazzo. La pace per te, un buon pasto per me."
Pitch si sedette accanto a Jamie e prima di parlare diede una scorsa oltre la finestra.
"Non sarai solo, Jamie. So che vuoi chiedere l’aiuto a mamma e a papà. Avrai una mano anche in questo e lo farai quando sarai pronto. A volte si è troppo orgogliosi per chiederlo, oppure abbiamo sempre avuto la strana prospettiva che avere un aiuto ci renda deboli, ma non è così."
“Ma quanto può aiutare che gli altri sappiano che io sto male?”
“Bhe, non guariranno il tuo dolore ma se saranno le persone giuste a cui parlerai saranno in grado di ascoltarti. È questo l’importante.”
Jamie annuì debolmente con la testa nascondendo nuovamente metà volto sotto le sue coperte.
“Ti sei mai aperto con qualcuno?”
“Strana domanda da fare all’Uomo degli Incubi.”
“Non credo. Io lo so che anche tu hai paura.”
Pitch scostò lo sguardo ancora troppo chiuso nella sua intimità per condividere appieno i suoi timori.
“Bhe... chi non ha paura, ragazzo.” Alla fine gli rispose. “Anche la paura ci comunica qualcosa di noi, solo che è molto più difficile da capire, da decifrare. È enigmatica.”
“Per questo fa paura.”
“Esattamente.”
“Sei migliorato, Pitch Black.
“Oh, grazie.” Ghignò emulando un inchino.
“Qualcuno allora ti avrà ascoltato.”
“Si.” Sussurrò l’uomo pensando la sua strada che stava ancora percorrendo per dar forma al suo nuovo sé.
“Ricorda Jamie, essere ascoltati e capiti è il primo passo. Da lì inizierà poi il lungo cammino.”
Jamie sospirò. Desiderava così tanto che magicamente il suo vuoto sparisse nel nulla ma era cosciente che le cose non funzionavano così.
"Bene. Ora dormi Jamie. Hai bisogno del sostegno del sonno."
 Bastò che l'uomo posasse le sue dita sulla fronte di Jamie che questo si addormentò in pochi secondi.
Lo fissò ancora per un po' prima di alzarsi e guardare verso la finestra.
Jack non era più lì da un pezzo.
Si dissolse nelle ombre seguendo il suono dei singhiozzi dello Spirito dell'Inverno, che stava appollaiato su un ramo di un albero spoglio.
L'uomo si sedette al suo fianco e aspettò che il pianto rotto si fosse placato. Il Vento di Jack mosse gli alberi per un'ora intera, il tempo necessario per il giovane spirito per ricomporsi.
“Non sei riuscito ad ascoltare tutto ciò che ci siamo detti.”
"Ti odio." Disse però Jack dopo un attimo di raccoglimento.
"Lo so." Rispose Pitch.
“Scusa, è difficile con Jamie.”
Jack sbuffò.
"Quindi bisogna essere pazienti.”
L’Uomo Nero annuì.
“Crescerà e sarà più forte.”
“Cosa farò quando i suoi pensieri diventeranno oscuri e invadenti? Io non voglio vederlo soffrire.”
“So che hai paura, Jack. Cerca di ascoltarlo. Abbracciate il dolore, comprendetelo. Se lo farai anche tu, forse percepirà la tua vicinanza.”
“Lo spero.” 
Jack si asciugò le lacrime.
“E i suoi genitori?”
“Ho dato loro degli Incubi. Sono molto angosciati per Jamie, ma saranno pronti ad ascoltarlo. Gli si avvicineranno e prenderanno provvedimenti.”
Ad un tratto il suono di una porta che si spalanca attirò la loro attenzione.
Erano le cinque di pomeriggio, il sole già stava tramontando dal cielo scuro e nuvoloso. Jamie decise di uscire, si guardò intorno prima di mettere un piede sulla neve e sedersi sulla panchina del giardinetto di casa.
Stava lì, tutto solo.
Dondolava le gambe incrociate tra loro, chiuse le braccia al petto e si restrinse nelle spalle coprendo il viso con la sua sciarpa di lana.
Fissava insistentemente la neve e una strana malinconia lo pervase.
I propri occhi divennero lucidi e se li asciugò velocemente con una mano gelida e arrossata dal freddo. Dopo un po’ a rimuginare sulla calda ma triste sensazione, si alzò e prese a giocare in solitudine a palle di neve lanciandole contro il tronco di un albero.
Sbuffò.
Fare quel gioco da soli non era poi così divertente.
Si sedette a terra frustrato.
Toccando la neve però gli venne l’idea di crearsi un pupazzo. Cominciò dalla base e proseguì con molta calma, meditando.
Pitch e Jack in quell’attimo percepirono entrambi in sé qualcosa di nuovo.
“Lo senti anche tu?” Domandò Jack quando vide Pitch sfregare tra di loro le dita delle proprie mani incredulo.
“Si... questa sensazione... una dolce Nostalgia...è molto flebile, ma è lì.”
“Possiamo lavorare su questo.” Disse Jack, alzando in alto la sua arma. La scosse da destra verso sinistra e dopo un po’ cominciò a nevicare. Pian piano toccò la pelle di Jamie che pieno di meraviglia la fissò cadere sulle proprie mani.
 
Dopo di che aprì le braccia nell’aria e volteggiò su sé stesso con una serenità che aveva ormai perso.
 
Per la prima volta dopo anni di buio, Jamie, malinconicamente, sorrise, e disse addio alla sua infanzia.
Il legame di Pitch e Jack, invece, divenne più inevitabilmente stretto e, consapevolmente, segreto.
 
 
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 

Fine






Ebbene, ecco l'ultimo capitolo. Volevo ringraziarvi per aver letto questa semplice storia e spero che vi sia piaciuta. 
A presto e Felice Anno Nuovo!
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