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Autore: vale_gada    03/01/2023    0 recensioni
Non è una ff con tante pretese ecco. Di solito nelle serie tv preferisco le coppie psicopatiche e in tal caso non ho fatto eccezione! Aggiornerò circa 1 volta a settimana compatibilmente con impegni universitari!
MercoledìTyler ovvio.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ormai sarebbe dovuta arrivare sul fondo di quella messa in scena, giusto per non perdere la sua dignità di attrice, la stessa che lo aveva attirato nel bosco per torturarlo mesi prima. Si portò il telefono all'orecchio, facendo finta di parlare con Mano: in fondo era l'unico Addams in possesso di un telefono.

"Sì Mano...Passami Zio Fester. Ciao Zio! Senti dovrei essere in una delle case tra Jeriko e casa, sai quelle tre davanti al bosco? Ok vi vengo incontro verso la fermata dei taxi. Certo a dopo" gridò ad alta voce.

Si sarebbe fatta una bella camminata di riflessione, lontana da quel dannato profumo annebbiante e da lui che non voleva più saperne di lei. Quando decise di aiutarlo, sapeva che l'avrebbe ferita di un dolore non piacevole, ma non si sarebbe di certo aspettata quella sensazione di vuoto acuita al massimo livello. Forse avrebbe preferito non ricordare, perché adesso lasciarlo andare era praticamente un'impresa impossibile.

"Ti vengono a prendere?" Chiese stringendo le labbra.

Se l'avesse chiusa nella sua camera, poteva rischiare un altro processo per sequestro di persona? Se lo chiese, ma poi scosse la testa cercando di controllarsi.

"Sì, li raggiungo io alla fermata dei taxi. Grazie per il caricamento."

"Se vuoi aspettarli qua non ci sono problemi, davvero."

"No, hai già fatto tanto." Abbassò lo sguardo sul pavimento per poi dirigersi verso la porta di uscita.

"Abiti molto lontano? Sennò potrei portarti io in macchina."

"Non ti preoccupare."

"Vuoi che ti accompagni alla fermata dei taxi?"

"No, farò una passeggiata."

Arrivò in cima alle scale e si bloccò con lui a pochi centimetri dalla sua schiena. C'era una forza invisibile, ma estremamente potente che voleva tenerla ancorata lì.

"Tutto ok? Ti sei dimenticata qualcosa?"

"No, solo un lieve capogiro."

Aveva lottato contro Hyde, parenti e torture, professoresse pazze, zombie religiosi, eppure niente era più difficile che separarsi da lui in quel momento, con la consapevolezza di non rivederlo mai più. Si sentì terribilmente offesa dal suo comportamento: non faceva altro che mettere in luce quanto lei lo volesse e quanto lui avrebbe potuto farne a meno. 

Ogni passo verso il fondo delle scale e più vicino alla porta di uscita era un macigno da sollevare. 

"Se vuoi puoi fermarti qua per riprenderti un attimo"

"No...un po' d'aria fresca mi farà bene"

Arrivò davanti alla porta e tirò giù la maniglia, che non si aprì.

"Oh sì, scusa...avevo chiuso"

Le passò a pochi centimetri dal naso, con il suo profumo più annebbiante di quella foschia nei boschi di Jeriko. Vide l'esterno come una minaccia, un'oppressione.

"Allora buon viaggio in Europa." Sorrise varcando la soglia.

"Grazie."

Non riusciva a chiudere quella porta, perché neppure lui voleva lasciarla andare. 

"Allora ciao"

"Posso chiederti un'ultima cosa?" 

"Hai bisogno del bagno? Vuoi entrare e aspettarli qua?" Chiese frenetico.

"E'? No. Vorrei chiederti perché mi hai mentito prima"

"Prima quando?"

"In camera, mi hai detto che tu ami ancora lei, ma lei non ama più te."

"In che cosa ti avrei mentito?"

"Sul fatto che lei non ti ami"

Tyler sgranò gli occhi e poi iniziò a fissarla intensamente, cercando di captare ogni singola reazione.

"Perché pensi questo?"

"Penso di conoscere lei e secondo me ti ama, sei tu che stai fuggendo perché non la ami abbastanza"

Tyler si avvicinò con la bocca spalancata come un tonto.

"Davvero pensi di conoscerla?"

"Sì, almeno dai tuoi racconti sembra proprio una ragazza che conosco"

"E che cosa pensa secondo te? Magari capisco se stiamo parlando della stessa persona"

"Pensa che tu sia un'idiota patentato che merita sicuramente un bagno nella vasca dei piranha. Però hai fatto la tua scelta quindi la rispetterà. Non vuole finire in galera per sevizie e molestie."

Tyler capì e si sentì felice come un bambino di fronte ad un carrello di zucchero filato. Ormai però voleva stare a quel gioco, perché giocare con lei era una delle cose più eccitanti del mondo, anche per un Hyde in pensione.

"Una vasca dei piranha dici? Singolare come tortura"

"Comunque adesso vado! Mi aspettano alla fermata."

Tyler la superò chiudendole la strada con le mani appoggiate agli stipiti della porta.

"Che stai facendo?"

"Tu piuttosto dove credi di andare?"

"Alla fermata"

"Sicura? Non vorresti gettarmi in quella vasca di piranha o torturami? Sembra allettante."

"Perché dovrei?" Sorrise guardando in alto.

Tyler si avvicinò pericolosamente alle sue labbra.

"Che stai facendo? Mi stai spaventando. Sono finita nella casa di un maniaco, ecco perché non hai vicini. "

Guardò la finta confusione nei suoi occhi e si bloccò.

Mercoledì approfittò del suo stato per indietreggiare, finchè non sentì la sua schiena appoggiata alla colonna delle scale.Tyler la continuava a fissare, sorridendo come un ebete.

"Se ti sto spaventando perché sei rientrata in casa?"

"Mi piace la sensazione di pericolo. Dovresti saperlo...Tyler" marcò bene quel nome.

Rientrò dentro casa, chiudendo la porta alle sue spalle con la chiave e si avvicinò di nuovo a lei intrappolandola.

"Perché vuoi andartene?"chiese seria.

"Dovrei restare?" 

"Non lo so...dipende dal motivo per cui vuoi andartene"

"Volevo andarmene perché qualcuno qui si era scordato della mia esistenza"

"E tu perché avresti preferito andartene piuttosto che lottare?"

"Perché sono uno stupido e voglio finire nella tua vasca dei piranha."

"I miei piranha d'acquario non mangiano schifezze"

"Sono proprio uno schifo vero?" Sorrise stringendola in vita.

"Una cosa terribile. Quindi vuoi andartene?"

Mercoledì salì sopra il primo scalino arrivando all'altezza dei suoi occhi.

"Non lo so...ci devo pensare" ironizzò in cerca di torture. Le sue.

"C'è qualcosa che potrebbe farti cambiare idea?"

"Molte cose ad essere onesto."

"Cose tipo questa?"

Come una vera sadica poggiò le sue labbra scure nell'incavo sul suo collo, lasciando una scia di baci fino all'orecchio. Tyler strinse i denti e chiuse gli occhi, godendosi quella sensazione. La amava da pazzi e si maledisse per le sue scelte scellerate. Se avesse riprovato subito, non sarebbe stato sei mesi lontano da lei.

Mercoledì si fermò al suo orecchio.

"Cambiato idea?"sussurrò.

"Mmm, quasi" sorrise.

Continuò il suo viaggio verso la bocca, scrutando attentamente ogni sua singola reazione. Le ginocchia stavano per cedere come se fossero fatte di gelatina: si sentiva ipnotizzato senza l'uso di un pendolo. Si fermò di nuovo a pochi centimetri dalle sue labbra. Amava essere torturato da lei. Era diventata la sua disciplina preferita.

"Adesso?Cambiato idea?"

Tyler cercò di unire le labbra, ma lei si scostò.

"Stai giocando con il fuoco Mercoledì"

Indietreggiò salendo le scale al contrario, sotto il suo occhio predatorio. La raggiunse in cima come ipnotizzato, poi con una mossa furtiva la spinse di nuovo alla parete. In trappola.

"E adesso? Dove scappi?"

"In Europa" ironizzò.

"Sei tremenda" sorrise scuotendo la testa.

"E tu uno stronzo"

Tyler cercò di nuovo il contatto con le sue labbra, ma si scostò di nuovo ritraendo il collo.

"Per quanto ancora devi farmi impazzire?"

"Devo essere sicura che hai capito che da me non si scappa. Solo con la morte ci si libera di Mercoledì Addams"

"Non voglio scappare da te, non voglio più staccarmi da te."

"Sembra più una minaccia che una promessa."

"Togli il sembra."

Mercoledì cogliendolo di sorpresa appoggiò le sue labbra sulle sue, ed era come tornare a casa dopo un lungo viaggio.

Dopo un iniziale momento di sorpresa, Tyler la spinse ancora di più alla parete approfondendo il bacio. La stava letteralmente divorando, pur non essendo più un Hyde. Mercoledì andò incontro alle sue labbra, finché non si sentì sollevare dal pavimento e portare verso la fine del corridoio, senza mai perdere il contatto con la sua bocca. Capì dove fosse quando con la schiena toccò il materasso. In un attimo le fu addosso con tutto il suo peso.

"Fermo!"

"Cosa?" chiese confuso.

"Devo andare alla fermata" sorrise maliziosa.

"Tu non vai proprio da nessuna parte"

Ripiombò di nuovo sulle sue labbra come un assetato di fronte ad un'oasi di acqua fresca. Non l'avrebbe più lasciata a costo di essere accusato di sequestro di persona o di sevizie. Era comparsa nella sua vita da una nube di vapore e capì che ci sarebbe rimasta fino alla morte: e non gli dispiaceva affatto.







 

SPAZIO AUTRICE: 

Come tutto nella vita ha una fine e siamo arrivati al traguardo di questa storia nata senza pretese! Vi ringrazio per averla seguita e averla commentata e per i numerosi messaggi di complimenti che mi avete mandato! Rispondo anche a chi mi ha chiesto se scriverò altro.In realtà le mie idee nascono un po' a caso e con una fine precisa. Il percorso poi lo sviluppo piano piano! Non voglio rischiare di cadere nel banale o di aggrapparmi agli specchi pur di continuare qualcosa che nella mia testa aveva un punto di arrivo: insomma non voglio rischiare un Beautiful Wendsday Version :D! Vi posso promettere che se mai avessi un altro lampo di genio (e comunque proverò a pensarci nel tempo libero) non mancherà una seconda stagione!In questi giorni correggerò vari errori tralasciati e la renderò diciamo corretta!
Vi ringrazio ancora tanto e vi lascio il mio nickname Instagram:

gada_vale_gada

A presto! Forse ;)

   
 
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