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Autore: Lunaharry66    05/01/2023    0 recensioni
POSSIBILE TW PER AUTOLESIONISMO
POSSIBILE SEGUITO DEL SECONDO CAPITOLO DI SOUR GRAPE - ma si può leggere anche senza conoscere la storia-
Come ha potuto permettersi di considerare Cyborg un posto? Lui è molto altro. È ciò che gli da la giusta carica di serotonina per alzarsi la mattina, colui che rallegra il suo umore lugubre nei momenti più critici e smorza il suo carattere spigoloso senza snaturarlo. Cyborg è amico, compagno, collega e nelle sue fantasie più intime anche un amante.
Nella realta niente di tutto è questo.
Genere: Angst, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Cyborg, Robin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Scopriti'
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Possibile seguito del secondo capitolo di  SOUR GRAPE- DRIVE (https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=4038174)
ma credo si possa leggere anche senza. Cosa devo dire? Avevo inziato questa cosa circa due anni fa, quando neanche mi era balenato nella testa che, forse, questi due potessero combinare qualcosa. Sappiate che tutto questo angst è solo un pretsto per scrivere una valanga di smut. No, scherzo. Forse.
Comunqueeeeeeee... Non lo so manco io (come al solito) cosa sia codesta accozzaglia di parole. Anyway, oramai il mantra lo conosciete: Volete shipparli?Shippateli. Non volete shipparli? Non shippateli.
A @
Party_Po1son perchè... Perchè è colpa di Simone. Ricordatelo discepoli, anche se non conoscete un Simone, sarà sempre colpa sua. (Ovviamente scherzo, pace e amore a tutti i Simone)
Buona lettura, LunaHarry66

                                                                                          INFERNO,PURGATORIO PARADISO

 

Corre in modo lineare per quel piccolo spazio che il giardino più interno del parco gli riserva. Ci sono tre gradini all’inizio, su ognuno di loro ha versato sangue e lacrime; si continua per qualche metro, poi altri cinque gradini e c’è il punto più verde. Ancora per qualche passo,si passa ad un brecciolino chiaro e fitto per tornare a quei tre fatidici gradini.

È un percorso piccolo, ridicolo quasi.

Eppure ogni volta che lo percorre, alza le ginocchia al petto in corrispondenza di gradino, accompagna la corsa con le mani, sembra che si restringa sempre di più.

Sicuramente è una cosa psicologica, non c’è altra spiegazione.

Vero?

Il mondo non può restringersi sotto i tuoi piedi, è impensabile che una voragine ti inghiottisca da un momento all’altro.

Ma non se hai a che fare tutti i giorni con dei criminali spietati.

Non se sei un supereroe.

Si riduce qualsiasi cosa a questo, si minimizza tutto. Per questo sta correndo come un forsennato per quei dieci metri quadrati, come unica compagnia lo sguardo severo e stupito di un anziano che legge il giornale.

Non è decisamente il modo migliore per esprimere i propri sentimenti.

Sentimenti.

Sono cinquantadue giri di pure paranoie e pensieri che farebbero impallidire qualsiasi psicologo. Chi potrebbe mai formularli?

Io.

Lo dice con un sorrisetto, perché dopotutto, ne va estremamente fiero.

Nel senso, ce ne vuole di impegno per svalutarsi così quando il mondo, o una sua buona parte, pende letteralmente dalle tue labbra.

Ma non basta.

Basterà mai?

Deve diventare più forte, o rimarrà sempre e costantemente indietro. Non gli servivano i fatti per capire di essere il più debole della squadra. Non può compensare quella mancanza con dei superpoteri o una massa muscolare che tanto il suo fisico del cazzo non potrebbe reggere.

Può migliorare i riflessi, agire prima di chiunque altro e mantenersi in un perenne stato d’allerta. Questa è la condanna delle persone comuni.

Perché che cosa lo differenzia, cosa lo rende speciale dal postino che ogni mattina consegna la posta o dalla commessa dell’alimentari?

Nulla.

Invece si ritrova a vagare in un mondo di demoni, creature aliene o che sanno trasformarsi in animali e cyborg.

Riferimenti puramente casuali.

Non sa cosa facciano di preciso gli altri nei loro giorni liberi, ma può fare qualche supposizione. Cyborg e BB gireranno il centro, più rumorosi del solito, Raven visiterà qualche amica o vecchia compagna di scuola;Stella ha nominato lo zoo e uno spettacolo di burattini, un paio di volte.

Lui preferisce invece massacrarsi le gambe in quei giri infernali, estraniandosi dal mondo intero, non ottenendo però i risultati sperati. Quell’allenamento, se così può essere definito, non è altro che una tortura che si autoinfligge peridiocamente.

Ad un certo punto ingrana la marcia, usa più forza quando sale gli scalini e inizia a mormorare frasi sconnesse per interrompere quel loop senza fine.

-Infernooo … - inizia nel primo tratto.

-Purgatoriooo…- continua nel mezzo, rimanendo a corto di fiato.

-Pradisooo.- termina, tornando ai tre gradini.

Non si ferma mai però. Se lo facesse, la sua mente sarebbe sgombra dal ritmo serrato che si è imposto (uno-due-tre; inferno-purgatorio-paradiso) e potrebbe divagare a suo libero piacimento. Non che ora si stia concentrando esclusivamente sulla corsa,non è nella sua natura rendersi la vita semplice, ma non ne avrebbe più controllo.

Appena un pensiero diventa troppo imponente, richiederebbe tempo e sacrificio da spendere con sé stesso, la corsa lo riporta sulla retta via.

Nonostante viva con quattro persone e stia a contatto con loro ventiquattr'ore su ventiquattro, si sente spesso solo. Passa troppo tempo con sé stesso ma non nel modo in cui vorrebbe. Neanche durante la corsa.

Ecco perché si punisce.

Stai iniziando ad essere meno convincente. Se non sei interessante per te stesso, come potresti mai esserlo per gli altri?

Io non devo essere interessante. Devo essere forte? Agile? Carismatico?

Peccato che tu non sia nessuna di queste cose.

Recitare una parte che ci si è costruiti da soli è più semplice. Del resto, nessuno gli ha imposto di cambiare, di essere qualcosa fuori dalla sua natura. 

Sei così debole da non riuscire ad accettare che le persone in cui credi ti abbiano ferito.

Non vuol dire essere invincibili, no. 

Ha più la consapevolezza della sconfitta, che trafigge gli animi e ti fa dubitare di tutto. Ha senso impegnarsi così tanto?

Forse lui in quella causa che Batman porta avanti con orgoglio e caparbietà non ci ha mai creduto tanto. Forse lo ha anche fatto, ma il mondo è colpevole di aver invertito la sua rotta senza avere il coraggio di ammetterlo.

È un animo vile lui.

È bastato vedere un minimo di quello che la vita gli avrebbe mostrato in seguito per convincerlo che spendere la propria esistenza per gli altri non avrebbe avuto senso.

Ma quali alternative avrebbe avuto?

Certo, Batman non lo avrebbe abbandonato, ma si sarebbe creato un sottile strato di delusione. Per non vedersi additarsi in faccia la propria inutilità ha preferito buttare all’aria ogni cosa.

I suoi genitori sarebbero contenti?

Può considerare ancora suoi?

Non è più lui e il fatto che eviti costantemente di pronunciare il proprio nome è solo un’altra conferma.

Non si sente più Richard da troppo tempo per scavare nelle memorie lontane. Sarebbe quasi un insulto verso quei ragazzi morti mentre lavoravano.

Il loro bambino, e con lui l’innocenza che essi preservavano, è morto con loro.

Sale nuovamente i gradini, mentre il Sole si prende beffa di lui.

Si nasconde agli occhi della gente comune, che ha ancora qualche ragione per vivere che non sia l’impossibilità di morire, per non cadere in tentazione.

Quanto gli costerebbe?

Ora potrebbe alzarsi, entrare nel primo negozio a novantanove centesimi e comprarsi un paio di jeans per sostituire la tuta sfilacciata che indossa. Acquisterebbe un impermeabile, forse un po’ di biancheria intima e un banalissimo  zaino nero per mettere quei cambi. Prenderebbe un treno per una città qualsiasi e sparirebbe dalla circolazione. 

Sa bene come procurarsi un passaporto falso.

La tentazione di farlo preme così tanto che ad ogni “allenamento” si porta tutti gli spiccioli nascosti sotto al materasso.

All’inizio provava verso Stella qualcosa di innominabile e furente.

Capisce di essere estremamente cinico quando neanche quel sentimento potrebbe trattenerlo dallo scappare via. È il richiamo dei vigliacchi, di chi non vuole prendersi responsabilità che, in tutta onestà, non ha mai desiderato.

Corre ancora, respira in modo cadenzato ad ogni passo: non perdere la concentrazione, non perdere la concentrazione oppure…

Oppure cosa? Di cosa hai paura esattamente? Di non riuscire a confrontarti neanche con te stesso?Tu che non sei neanche un decimo di ciò che dovretsi realmente temere?

Si accascia al suolo, il volto tremante e il respiro rarefatto. Il brecciolino sotto le mani gli ricorda di essere vivo, di non esseri trasformato in qualcosa di morto e senz’anima.

Perchè adesso, è così che si sente.

Un involucro vuoto e senz’anima, capace soltanto di arrancare senza mai fermars. Se dopo o prima la quiete c’è la tempesta, lui non lo sa. 

Non sa cos’è la quiete né cos’è la tempesta, la sua vita è una nube lattiginosa, densa e grigia che lo soffoca senza via di uscita. Non è rabbia, non è rimpainto, ma solo uno spaventoso senso di rassegnatezza che unge le sue giornate in modo uniforme.

Quando anche il dolore diventa qualcosa di monotono e conosciuto, come si fa a vivere? Come si fa a rimaenere sorpresi dalla vita?

All’inizio pensava che quel punto di non ritorno, il lento scorrere delle ore e dei minuti, arrivasse per tutti. Resosi conto di essere sbagliato, di essere l’unico a non sentire nulla, ha fatto di tutto per ostacolare la propria apatia.

Ma se il mondo ha un ritmo troppo veloce per te, stupido uccellino dalle ali eccessivamente fragili per volare, puo  solo passare il tempo che ti rimane correndo.

Se la sua presunta infatuazione verso Stella non è bastata per non farlo capitolare, c’è una nuova fiammella nella cantina desolata che chiama cuore. 

Prima era più forte, ardeva e riscaladava, ma è stato lui con le sue stesse mani ad affievolirne la fiamma. Perchè è nella sua natura distruggere cio che di buono si ritrova davanti. Ha visto le proprie azioni da fuori, come uno spettatore in un cinema che guarda con scarso interesse una commedia stupidamente drammatica e prevedibile.

Alzarsi, gettare i soldi sul tavolo, uscire dal locale e appostarsi come un maniaco dietro una bancarella di cappelli. Aveva fatto tutto questo con il pilota automatico inserito, la sua testa spperduta in pensieri meschini e sinceramente pericolosi. Poco tempo dopo li aveva visti uscire, il suo braccio intorno a quel cazzo si piumino rosa, tra parentesi uno dei più brutti che avesse mai visto in vita sua.Camminavano vicino, i corpi premuti tra di loro per combattere il freddo della sera, i passi coordinati, i sorrisi smaglianti ed accattivanti. In un’altra situazione l’avrebbe trovata carina, i capelli biondi,lunghissimi e curati, il trucco leggero e una voce soave.

Ma vista affianco a lui, nel posto che gli spetta di diritto, lo aveva mandato su tutte le furie.

Scoppia a ridere per l’assurdità di quel pensiero:nel posto che gli spetta di diritto?  Ma si è sentito? Se fosse un medico lo farebbe internare immediatamente.

Riprese a correre più velocemente, mentre la sua mente viaggiava in un universo parallelo alle sue gambe. Da quando era diventato così arrogante? Come ha potuto permettersi  di considerare Cyborg un posto? Lui è molto altro. È ciò che gli da la giusta carica di serotonina per alzarsi la mattina, colui che rallegra il suo umore lugubre nei momenti più critici e smorza il suo carattere spigoloso senza snaturarlo. Cyborg è amico, compagno, collega e nelle sue fantasie più intime anche un amante. Nella realta niente di tutto è questo.

Cyborg e Rose insieme sono carini.

Lui ha la faccia di un giocatore di basket e lei di una cheerleeder.

La capo cheerleeder. Si dice così?

Quella che nei film targati Disney Channel è la protagonista indiscussa di un  trio di ragazze belle, snodabili e attraenti quanto lei.

Se la loro vita fosse un film con un titolo di merda e i poster in vendita in edicola, lui ricoprirebbe il ruolo del nerd amico dell’interesse amoroso della protagonista. Attenzione, non del migliore amico: quello sarebbe BB, che convolerà a nozze con la rispettiva best friend della protagonista bionda e tettona. Corvina potrebbe essere una darkettona che si rivela essere la Gossip Girl della scuola e lui starebbe nello sfondo a dare pacche sulla schiena e sorrisi d’incoraggiamento. Sfigato com’è potrebbe essere il proprietario della lussuosa villa dove si organizza la banale festa di metà film. Poi gli sarebbe toccato pulire tutto e Btaman se lo sarebbe mangiato vivo.

Forse avere Batman come genitore affidatario ha come lato positivo il non poter organizzare feste: Bat ti scoprirebbe subito e tu per evitare problemi rimani a casa il sabato sera e non ti tocca manco pulire il vomito di un’orda di adolescenti arrappati e maleducati.

Se poi il film fosse stato più… innovativo, forse avrebbe interpretato l’amico gay che poi rimane a mani vuote o si fidanza con il bel manzo della panetteria ffianco al liceo.

Completa l’ultimo giro del giorno con ormai entrambi i polmoni collassati.

Non ha più la forza neanche per prendere l’autobus, lusso che ilmpiù delle volte non si concede in modo da prolungare l’allenamento il più possibile. A trovargli un posto in autobus è la folla concitata che lo spinge nel veicolo.

 Per fortuna nessuno gli chiede il biglietto di cui era sprovvisto.

Questo non è un comportamento che si addice ad un eroe Dickie.

Per zittire la voce fastidiosa che gli ronza in testa si da una manata vicino all’attaccataura dei capelli. Il suo vicino di posto lo guarda perplesso.

Sente che la sua mascella è aperta da un tempo così lungo da non essere ritenuto più socialmente accettabile.

È quel vecchio.

Ancora.

La sua fermata arriva troppo velocemente, almeno per i gusti delle sue gambe intorpidite. Cercando di usare un minimo il cervello si aggira furtivamente nei dintorni della Torre e, controllato che non ci sia nessuno nei paraggi, riesce ad entrare.

Ripone la sua chiave meccanica nella tasca della felpa e mette piede nell’ingresso:il silenzio è assordante e gli da l’opportunità di dirigersi in camera sua e cambiarsi. 

Entra in doccia che quasi non ha ancora finito di spogliarsi, ma non gli interessa.

L’acqua calda che scorre sul suo scorpo gli ridona vita e calora. Non lo aiuta però a schiarisi le idee,ancora confus ed aggrovigliate come gomitoli di lana.

Appoggia la testa al muro in mattonelle e lascia che l’acqua cancelli le ferite più visibili. 

Avvolto nell’accappatoglio disinfetta i tagli che è riuscito a procurarsi con le unghie la scorsa notte. Fissa con disgusto le proprie spalle, scelte come luogo della carneficina perchè sempre coperte.

A volte vorrebbe ferirsi più sotto, basterebbe qualche centimetro più in basso, ma non lo fa mai. Vedete quanto sto male? Cyborg lo vedi?

Sarebbe stupido. Non vuole spaventarlo e poi… È una cosa sua. Suo il dolore, suo il malsano piacere che ricava osservando il sangue scorrere da quegli insulsi taglietti. Ha subito ferite peggiori. È quasi morto una decina di volte. Quelle sono niente in confronto a ciò che il ragazzo meraviglia ha affrontato.

Vero?

Pronto per la giorata si reca in cucina, dov trova Cyborg inmtento a cucinare la colazione. Appena il ragazzo lo vede aggiunge un uovo nella padella e gli rivolge un sorriso radioso.

Si ricorda  che ti da fastidio parlare di prima mattina.

Non importa che lui sia in piedi da circa quattro ore, il suo cuore si esalta comunque e spera che si fermi il prima possibile.
Versa due bicchieri di succo di frutta, Cyborg mette le uova in due piatti ed entrambi mangiano con gusto.

Lui lo finge con maestria ed anche se la sua apatia blocca il sapore delizioso della colazione ne percepisce qualche lascito. Sarà l’atmosfera tranquilla, sarà la presenza della persona che occupa indisturbata i suoi pensieri.

Chissà.

-Sai Rob… Volevo parlarti dell’altra sera con Rose. Non è andata esattamente come mi aspettavo.

E mentre indossa la sua maschera di leader e amico fedele sempre pronto all’ascolto ed al conforto, il suo ego raggiunge dimensioni sconsiderate.

Non importa se Cyborg gli racconterà della sua serata.

Ha scelto lui per farlo.

E non importa neanche che sia l’unica persona sveglia a quell’ora.

Ha scelto lui.

Lui.

Lui.Lui.Lui.Lui.

Chissà come mai Cyborg è già sveglio.

Non importa. Ha scelto lui. Il suo unico compito al momento è concentrarsi sul viso assolutamente perfetto del ragazzo, sulla sua voce accattivante e sulla storia che riguarda quella stronzetta bionda.

 
   
 
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