Ad Alain il comandante Oscar aveva dato due giorni di permesso per poter festeggiare in modo degno il matrimonio della sorella.
Quella era la seconda e ultima sera di bagordi.
Alla "Bonne Table " il vino e la compagnia non erano il massimo ma lui era talmente felice per Diane che non ci faceva neppure caso.
Il futuro cognato, naturalmente, non trascorreva molto tempo con lui...del resto era nobile, quel posto non si adattava a lui.
In compenso si trovava sempre accanto André.
Non era sicuro se lo facesse per amicizia o perché mandato dal comandante per tenerlo sotto controllo.
In fondo non aveva importanza, era troppo felice per fare simili distinzioni.
Stava trangugiando una bella sorsata di vino cercando di cantare una filastrocca oscena tenendo ben salda la vita di Georgette, una moretta che gli faceva gli occhi dolci, quando sentì un brivido solcargli la spina dorsale.
Smise di bere, di cantare e lasciò la vita della ragazza, tutto intorno a lui tutto continuava come sempre, tutto tranne André che lo stava guardando.
Il suo amico gli si avvicinò e lo invitò a seguirlo in un angolo della bettola un pò meno rumoroso.
"Che succede, Alain?
Sei impallidito e hai una strana espressione..."
Alain gli sorrise, sempre attento quel figlio di un falegname.
"Ma no...niente...è che..."
"Che...?"
"Ho come uno strano presentimento su Diane...
La sento in pericolo...
Eppure è a casa tranquilla che prova il suo abito..."
"Vuoi andare a casa?
Ci mettiamo un attimo...
Controlli che tutto sia a posto e poi torniamo...
Ho visto come ti guarda Georgette..."
Alain si sentì imbarazzato e sciocco.
"Ma no...starà dormendo..."
Lo disse senza convinzione.
André lo capì al volo.
"Prendi la giacca, ci mettiamo un attimo..."
Alain gli fu grato.
Prese la giacca e, con André, si diresse verso casa.

Il palazzo fatiscente era immerso nel buio.
I due uomini salirono lentamente le scale.
Giunti alla porta non udirono nessun rumore particolare.
Quasi tutti gli inquilini dormivano per arrivare riposati a un nuovo giorno di duro lavoro.
"Mi sembra tutto a posto André, possiamo andare..."
"Siamo arrivati fino a qui...entra Alain, vai a vedere come sta, io ti aspetto qui. "
"Va bene, amico...vado "
Alain si stava maledicendo per aver coinvolto l'amico in una situazione così assurda.
Comunque, già che c'era, si diresse verso la stanza di Diane e si accorse che la luce del doppiere era ancora accesa.
Era ancora sveglia, probabilmente nervosa per l'imminente matrimonio.
Quando si affacciò alla porta, però, ciò che vide gli ghiacciò il sangue nelle vene: sua sorella, vestita da sposa era in piedi sul proprio letto con un cappio al collo e stava per compiere un insano gesto.
Senza porre tempo in mezzo, guidato solo dall'istinto, si lanciò in suo soccorso e la prese al volo impedendo che perdesse la vita.

La fanciulla, che non si aspettava un simile intervento, tra le lacrime, gli urlò contro tutta la sua rabbia.
Ma lui non smise un solo istante di stringerla a sé, finché Diane si calmò tra le sue braccia.

Alain le tolse il sinistro cappio dal collo e la adagiò sul letto.

Ancora sconvolto corse a chiamare André.

Raccontò all'amico ciò che stava per succedere e lui entrò in casa per vegliare la fanciulla insieme ad Alain.

Alain rimboccò le coperte alla sorella e si sistemò su una sedia, accanto a lui André fece lo stesso.

Non l'avrebbero lasciata sola coi suoi demoni, sarebbero stati i suoi angeli custodi fino all'indomani.

Ci sarebbe poi stato tempo per sapere il motivo di un gesto simile, ma per ora rimasero in silenzio a vegliare quel piccolo angelo ferito.