ONE SHOT.

CUORE.

“Per favore precedetemi, io... Vi raggiungo tra poco...”. Disse in tono stanco Orihime.

“Come?!” Esclamò preoccupato Kurosaki.

“Non ce ne andiamo senza di te!” Gli fece eco Ishida.

La ragazza fissava con aria abbattuta il deserto dello Hueco Mundo, dove le ceneri di Ulquiorra si erano sparse poc'anzi.

Il giovane sostituto Shinigami vedendola così assorta comprese che aveva bisogno di un momento per restare sola, la battaglia era stata davvero dura e con una conclusione molto amara. Lui stesso si sentiva strano e insoddisfatto.

“Come vuoi Orihime...”. Sussurrò infine voltandosi verso l'altro compagno. “Io e Ishida intanto andiamo a vedere com'è la situazione a Karakura.”

“Ma...”. Il Quincy stava per controbattere ma Ichigo fu più lesto.

“Ha detto che ci raggiunge, non ha bisogno che le facciamo da balia! Giusto Orihime?”

“Sì... Grazie Kurosaki.” Mormorò lei con il volto illuminato da un sorriso carico di gratitudine.

Senza altri convenevoli i due saltarono nella voragine che li avrebbe riportati alla base di Las Noches, da lì avrebbero attraversato il passaggio che li avrebbe condotti alla loro città natale. La guerra non era ancora finita, purtroppo.

Ecco. Finalmente Orihime era sola. Ancora non riusciva a capacitarsi di quello che provava, ma la fitta al petto non accennava a scomparire, il dolore per aver visto Ulquiorra dissolversi in polvere era reale.

Sapeva che stava per compiere una follia, ma il desiderio di rimediare a tutto quello che era successo era davvero più forte della paura e del risentimento che provava.

“Soten Kisshun, io respingo!” Pronunciò decisa.

I suoi fermacapelli iniziarono a brillare, la luce ricoprì una vasta area davanti ai suoi occhi. “Respingo la tua morte!”

Un pulviscolo nero con bagliori verde smeraldo prese a raggrupparsi e a poco a poco il corpo dell'Arrancar cominciò a prendere forma. Il suo potere aveva davvero un che di divino, proprio come aveva affermato Aizen.

Affondò le unghie nell'avambraccio, tra poco avrebbe potuto parlare con Ulquiorra e ora la cosa inquietava. Come poteva avere pietà per un simile mostro?

Il demone dalle ali nere ora si stagliava davanti a lei, bellissimo e maestoso. Non era il pallido ragazzo pacato che le aveva fatto da carceriere, lui era diverso con quell'aspetto eppure sentiva che non le avrebbe fatto alcun male.

“Che cosa hai fatto, donna?” Furono le sue prime parole non appena fu in grado di vederla.

“Niente. Ora non hai più motivo di combattere, Kurosaki e Ishida se ne sono andati. Qui ci siamo solo tu ed io...”.

“Lo vedo.” Rispose con il suo solito aplomb anche se nei suoi occhi smeraldo brillava una luce di curiosità. La giovane lo percepì e questo le diede il coraggio di spiegare il suo gesto.

“Non potevo proprio lasciarti morire dopo che hai detto di provare un interesse per qualcosa che non fossero gli ordini di Aizen!”. Proruppe liberandosi dal peso che la opprimeva.

Il demone inarcò leggermente le folte sopracciglia, pareva davvero sorpreso, ma non proferì verbo. Continuava a fissarla con un' intensità quasi imbarazzante. Era come se volesse penetrare dentro la sua anima, il suo cervello, in ogni angolo del suo essere.

Orihime arrossì violentemente, possibile che gli mancasse così tanto il senso del pudore?

“Bé dopotutto è un Hollow... Mica un ragazzo normale!” Si disse cercando di ritrovare un minimo di contegno.

“Bene, è tutto. Io ora devo raggiungere gli altri... Addio!” Esclamò cercando un modo per togliersi da quella situazione scomoda.

Ulquiorra mutò improvvisamente il suo aspetto e ritornò ad essere il giovane dalla pelle bianca, vestito con l'impeccabile divisa, che lei aveva conosciuto. Sembrava volesse parlarle con il suo aspetto più umano.

“Resta, donna.” Disse asciutto.

“Come?”

“Se tornerai sulla Terra morirai. Io qui posso proteggerti, se non ti schieri direttamente contro di lui, il sommo Aizen ti permetterà di vivere a Las Noches.” Proseguì fissandola in modo strano, quasi triste, come se sapesse che quella era una fantasia impossibile.

Orihime si sentì toccata nel profondo del suo animo e anche un po' felice in fondo.

“Ti ringrazio, ma io non posso vivere in una gabbia... Io voglio a tutti i costi aiutare i miei compagni che hanno sacrificato così tanto per me! Se sono insieme a loro non m'importa di cosa mi accadrà!”.

L'Arrancar chiuse per un momento le palpebre rassegnato. Non sembrava volerla trattenere con la forza, era forse un modo per ringraziarla di avergli salvato la vita?

La ragazza avrebbe voluto poter cancellare con un colpo di spugna gli eventi passati, ma non era possibile. Loro erano nemici e così sarebbe stato per sempre.

“Io...”. Parole confuse affollavano la sua mente, perché non riusciva a girarsi e ad andare per la sua strada? Quale strano potere aveva Ulquiorra su di lei?

“... Non ti dimenticherò mai...”. Disse infine mentre delle assurde lacrime le fecero bruciare gli occhi grigi.

Lo sguardo di lui si fece ancora più malinconico.

“Nemmeno io...”. E così dicendo allungò la mano per toccarla, questa volta riuscendovi.

Le pallide dita si posarono sul suo viso roseo, erano fredde proprio come quelle di una statua, ma nonostante ciò trasmettevano dei sentimenti. Ulquiorra lo aveva sul serio un cuore solo che ne aveva negato così a lungo l'esistenza da essersene completamente dimenticato.

Erano consapevoli che quel tenero legame non poteva ribaltare la situazione, era la fine.

Orihime ricacciò indietro le lacrime e si staccò da lui. Si avvicinò all'enorme buco nella cupola, pronta a raggiungere i suoi cari. Continuava a percepire lo sguardo dell'Hollow su di sè.

Sull'orlo del precipizio, pronta a riconquistare la sua libertà, si bloccò per un istante, trasse un lungo respiro e con tutto il coraggio che aveva in corpo gridò diretta ad Ulquiorra.

“Sono sicura che ci rivedremo! Addio, stammi bene!” E così facendo si buttò.

Aiutandosi con lo scudo del suo Shunshun Rikka sarebbe atterrata illesa, pronta ad attraversare il Garganta per rientrare a Karakura. La sua avventura nello Hueco Mundo si era conclusa.

L'Arrancar soffocò l'istinto di gettarsi al suo inseguimento. Quell'attimo sarebbe rimasto per sempre scolpito nel suo cuore, lei era davvero una bellissima femmina.

Un leggero sorriso increspò le sue labbra nere.

“Spero anch'io di rivederti... Orihime Inoue....”. Pensò sentendo una piacevole sensazione espandersi nel petto. Nonostante il dolore che le aveva inflitto, quella ragazza lo aveva perdonato, era questa dunque la felicità tanto decantata dagli esseri umani? Può darsi. Forse un giorno lei glielo avrebbe spiegato meglio.

Si mise le mani in tasca, i suoi ordini prevedevano di prendersi cura di Las Noches e l'invasione degli Shinigami in realtà non era ancora stata domata, ma a lui non importava. Se il sommo Aizen avesse vinto la battaglia non si sarebbe arrabbiato più di tanto per una simile inezia. Per quel giorno aveva finito di combattere.

La notte dello Hueco Mundo pareva più buia ora che lui aveva scoperto cosa fosse il sole, ma era pronto ad accettare la sofferenza che ne conseguiva.

In fondo ora aveva dei dolci ricordi che lo avrebbero accompagnato per sempre.

Fine.

NOTA: Avevo iniziato anche una fan fic basata su altri presupposti, ma oggi rivedendo per l'ennesima volta la puntata dell'anime incriminata mi sono sentita di buttare giù un finale alternativo, partendo proprio dalla morte del nostro amato Ulquiorra. Ecco come nasce questo One shot!

Spero vi sia piaciuto!