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Autore: LadyHeather83    10/01/2023    1 recensioni
[Storia partecipante al Calendario dell'Avvento indetto dal Fanwtriters.it]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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★★ Calendario dell'Avvento 2022 by Fanwriter.it!

Data: 24 dicembre 2022

Rating/Avvertimenti: Verde

Fandom: Miraculous LadyBug

Hashtag: #CalendarioAvvento2022

Crediti: ringrazio Lucy del gruppo Miraculous Fanfiction per avermi permesso di aggiungere la sua fan art al mio racconto

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Era passato un anno da quando Adrien e Marinette si erano ufficialmente messi insieme, dopo che le ali di Monarch erano cadute e con esse tutti i segreti che nascondevano, compresa la vera natura di Adrien.

Un sentimostro. Lui era un sentimostro.

Questa fu la notizia più sconvolgente, ancora più sconcertante nell'apprendere che lo stesso padre terrorizzava Parigi e che lo faceva per riavere la compianta Emilie ancora al suo fianco perché quella vita le era stata strappata via troppo presto.
Adrien si trovava davanti all'albero di Natale e ne contemplava le luci e gli addobbi ripensando a tutto quello che aveva dovuto passare in un solo anno.
Una mano delicata e soffice incrociò le sue dita e gli scoccò un'occhiata languida e sorridente.
"Andiamo di là? Stanno servendo gli antipasti." Lo invitò Marinette con un cenno del capo.
"Non ti ho mai ringraziato per quello che hai fatto per me. Ti devo molto. Ti devo la mia stessa vita." Deglutì con voce roca e sincera.
"Non serve che lo fai, e poi... dovevo tentare." Gli rispose sospirando.
"Mi hai liberato dall'amok, rendendomi umano a tutti gli effetti."
"Lo eri già, Adrien." Precisò con assoluta certezza, perché lei lo avrebbe amato incondizionatamente.
"Sì, però ero controllato. Un burattino e avrei preferito morire piuttosto che vivere una vita così."
*
Era tutto finito e finalmente ogni pezzo di quel puzzle complicato e formato da centinaia e centinaia di tessere stava andando al giusto posto.
Monarch era stato smascherato e con lui anche tutti i segreti che custodiva gelosamente con sé.
Ma alla domanda di Adrien relativa al perché sua madre abbia dovuto usare il Miraculous del Pavone, Gabriel si sentì morire e pervadere da un senso di colpa e di vergogna.
Adrien, alla risposta del padre, reagì incredulo e spaesato, ma non perché Gabriel si era giustificato dicendo che dopo innumerevoli aborti di Emilie lei non sarebbe mai potuta diventare madre naturalmente, ma semplicemente perché lui era un fantoccio ricoperto di carne e ossa.
Ferito e arrabbiato, Adrien si era trasformato in Chat Noir e scappato via sotto gli occhi mesti e colpevoli di Gabriel e quello increduli di Marinette.
"Mi dispiace." Fu tutto quello che lo stilista era riuscito a dire a Marinette mentre usciva sconfitto da quello scontro.
La ragazza non sapeva che rispondere perché la lingua era paralizzata a causa della sconcertante rivelazione, tutto il mondo le cadde addosso, ma non perché Adrien era un sentimostro, Marinette sapeva benissimo che la natura del ragazzo non avrebbe compromesso i suoi sentimenti verso di lui, ma temeva per la sua vita.
Se l'anello contenente la sua amok si fosse accidentalmente rotto, lo avrebbe perso per sempre. E lei non poteva affatto permetterlo, come non poteva permettere al padre o a chiunque altro di controllarlo.
Adrien era un ragazzo con una propria coscienza, con dei sentimenti ben precisi.
Marinette in ogni caso non riuscì a rispondere al signor Agreste che nelle settimane precedenti aveva tentato più volte di porre fine alla loro relazione ostacolandone il rapporto e giunti a questo punto non scartava che ci fosse lui dietro alla rottura momentanea del loro fidanzamento.
Si trasformò in velocità dopo aver recuperato i Miraculous, per trovare Chat Noir, chissà come si stava sentendo in quel momento e lei era l' unica che poteva stargli accanto e confortarlo.
Lo trovò dopo quasi mezz'ora a girovagare per l'intera Parigi, era sul punto più alto della Tour Eiffel, seduto in un angolo con la testa dentro le ginocchia ancora trasformato in Chat Noir per non doversi subire le parole del suo kwami.
"Vattene via!" Le aveva detto appena  sentì muovere l'aria davanti da lui.
"Il mio posto è qui. Al tuo fianco." Gli rispose sedendosi vicino a lui.
"Sono un mostro... Anzi, non so nemmeno che cosa sono." Mormorò tra i singhiozzi.
Chat Noir era in preda all'agitazione e alla disperazione, nel suo futuro vedeva tutto nero, semmai un futuro ce lo avesse ancora.
E Marinette avrebbe fatto meglio a dimenticarsi di lui e cercarsi una persona degna del suo amore, una persona umana come lei.
"Non sei un mostro, Adrien. Sei la persona di cui sono follemente innamorata." Gli scoccò un'occhiata piena d'amore che scaldò immediatamente il suo cuore infondendogli quella sicurezza di cui aveva assoluta urgenza, con lei ogni cosa attorno prendeva sfumature colorate e leggere.
"Faresti meglio a lasciarmi. Non sono degno di te, sono diverso e non so nemmeno se quello che provo sia reale o solo finzione."
Chat Noir si portò una mano all'interno dei capelli scompigliandoli.
Marinette sorrise, nascondendo la preoccupazione che quella notizia avrebbe avuto su di lui, e gli sistemò la frangia con un gesto delle dita.
"Cosa senti, ora." Gli toccò una guancia e avvicinò il volto al suo.
"Che ho voglia di baciarti e stringerti forte a me. Ti amo con tutto il mio cuore."
"Nessuno ti sta controllando, adesso. Questo significa che tutto ciò che senti è reale e non è legato alla tua amok."
"Però... È una possibilità da non scartare."
"Non lo permetterò" Marinette incrociò le dita della sua mano, sembravano fredde sotto i guanti.
"Io... Io..." Chat Noir si alzò di scatto e sciolse la trasformazione, si voltó lentamente e chiese a Marinette di guardarlo "... Dimmi che cosa vedi..."
Marinette si avvicinò lentamente a lui mettendo un piede davanti all'altro, il cuore le batteva forte nel petto e gli occhi tristi di Adrien le fecero salire la malinconia, sentì tutta la sua mestizia, ma anche la sua ira ed era un bene che lì non ci fosse suo padre.
"Vedo un ragazzo bellissimo, dolce e amorevole, ma anche un ragazzo a cui piace ridere e scherzare, divertirsi con i propri amici e che è un bravissimo pianista, un campione di scherma."
"Vedi esattamente quello che hanno plasmato mia madre e mio padre."
Adrien si meritò quello schiaffo che risuonò nel cielo.
"La devi smettere!" Esclamò furibonda Marinette con la mano che le friggeva "... Non sei un burattino, Adrien. Hai un cuore, un'anima e dei sentimenti ben precisi."
"Salvami..." Mormorò tenendosi la guancia imporporata di rosso.
"Cosa?" Disse con un filo di voce non comprendendo bene la sua richiesta.
"Salvami.!" Ripeté con più convinzione e mentre una lacrima gli scendeva lungo una guancia, catturata da Marinette.
"I-io... Non credo di capire, Adrien."
L'ex modello prese le mani della sua fidanzata, le puntò il suo sguardo disperato che le penetrò fin dentro le ossa.
"Rendimi umano... Liberami della mia amok."
*
I mesi passarono e Marinette brancolava sempre più nel buio, non sapendo se la richiesta di Adrien fosse in qualche modo fattibile.
I Miraculous hanno enormi poteri, alcuni nascosti e nemmeno il Grande Guardiano  Celeste era stato in grado di dare una risposta certe a Marinette, facendola sprofondare nello sconforto più totale, ma con Adrien doveva fingere che andasse tutto bene e che fosse vicina alla soluzione, quando invece l'unica soluzione che aveva trovato era solo purificare l'amok, ponendo fine all'esistenza del suo amato.
No.
Lei deteneva il potere della creazione e non era contemplato la distruzione di una vita.
Marinette controllò e ricontrollò ogni riga del Grimorio senza trovare nulla di concreto.
Stanca, sfinita e disperata, lo gettò a terra piangendo disperata.
"È tutto inutile, Tikki."
"Sii sincera con Adrien e digli che non puoi fare nulla. Tu lo ami così com'è, vedrai che capirà."
"Non sono io il problema, è lui che si deve amare per quello che è e che deve accettarsi." Marinette sospirò e lo sguardo si posò sulla pagine del Grimorio aperto, precisamente su un trafiletto in basso nel paragrafo relativo al Miraculous del Pavone.
*
Marinette quello stesso pomeriggio raggiunse Adrien a casa sua, arrivò tutta trafelata e con il cuore che le moriva in gola.
"Ho la soluzione!" Disse mostrando degli appunti confusi su di un foglio bianco.
Adrien li lesse non capendoci molto.
Gabriel invece strappò il foglietto dalle mani del figlio curioso di sapere quale strana cosa si sarebbe inventata quella ragazza.
"Non ti darò il permesso di farlo, è troppo pericoloso." Disse perentorio appallottolando il pezzo di carta per poi gettarlo a terra.
"Non hai il diritto di dirmi quello che devo o che posso fare."
"Se lei non esegue bene il rito, tu sparirai."
"Preferisco morire piuttosto di vivere con la consapevolezza di essere un oggetto, un burattino al quale il padre muove i fili e che lo plasma a suo piacimento."
"Adrien!! Pensa a tua madre!" Gabriel alzò la voce imponendo la sua autorevolezza.
"Lei non c'è più." Convenne indurendo lo sguardo.
"Ehm... Forse è meglio che vada!" Disse Marinette imbarazzata, quello che non voleva affatto era assistere a una lite padre e figlio.
"Rimani, Marinette. Non voglio che tu te ne vada." Adrien la bloccò per un polso. "... Io e mio padre abbiamo finito. E io ho deciso."
"Pensaci bene, figliolo."
"L'ho già fatto."
Poi lo sguardo si posò su Marinette "Se lo ami veramente, non farlo."
La corvina si sentì morire e terribilmente in colpa, certo che lo amava e l'ultima cosa che voleva in quel momento era che accadesse qualcosa di brutto ad Adrien.
"Se mi ama, lo farà, invece."
L'ex modello chiese poi a Marinette di seguirlo in camera sua.
"Ci vediamo dopo, papà."
Gabriel si lasciò cadere sulla poltrona di pelle in totale disperazione e solo le parole di Nathalie riuscirono a confortarlo.
*
Marinette fece sdraiare Adrien sul suo letto con il petto nudo e gli chiese di darle l'anello contenente l'amok.
Toccandolo, la Guardiana dei Miraculous percepì la piuma e tutto l'amore che la sua creatrice ci aveva messo al suo interno.
"Perché sorridi?" Le chiese Adrien.
"Niente, è solo che ho potuto sentire quanto amore c'è qui dentro."
"Non temporeggiare..."
"È solo che forse tuo padre ha ragione, non sono così brava come credo di essere."
"Tu sei Marinette Dupain-Cheng la ragazza più incredibile, forte e determinata che conosco, sono sicuro che ce la farai, infondo, detieni uno dei poteri più forti e sono arci sicuro che li sai usare alla perfezione."
Marinette annuì con il capo dopo quella carica di ottimismo da parte del suo ragazzo.
"Sappi solo che qualunque cosa accada, ti amo."
"Anch' io, e ho piena fiducia in te." Le scoccò un dolce bacio sulle labbra che Marinette non volle lasciare andare, voleva imprimere per bene quel momento nel caso qualcosa fosse andato storto.
Le lingue si toccarono e si accarezzarono, per poi staccarsi e fare toccare le loro fronti.
"Ho paura" Mormorò Marinette con le mani che tremavano e che si fecero fredde all'improvviso.
"Io no." Mentí, ma lo nascose bene.
Una lacrima rigò il volto di Marinette e andò a morire tra le labbra di Adrien.
"Ti amo." La voce era roca e secca, risultando un sibilo strozzato.
"Ti amo." Ripeté Adrien con voce limpida e calma.
LadyBug deglutì e stampò un ulteriore bacio sulle labbra del suo ragazzo.
"Facciamolo."
Adrien annuì e ritornò in posizione sdraiata chiudendo gli occhi e inspirando ed espirando a pieni polmoni.
LadyBug prese l'anello contenente l'amok di Adrien, respirò a fondo per calmarsi e scacciare via i pensieri negativi e nefasti che avrebbero compromesso la riuscita del rito.
Non c'era niente di documentato che ne attestasse la riuscita, ma sia Tikki che Plagg le avevano detto che infondo lei sarebbe stata in grado di effettuare il rituale.
Aprì lo yo-yo e inserì quel monile all'interno pronunciando qualcosa a mezze labbra, sussurri incomprensibili che arrivarono alle orecchie di Adrien.
Dopo qualche secondo, l'arma magica di LadyBug glielo restituì.
"È tutto apposto?" Chiese Plagg in apprensione guardando prima l'anello e poi il suo portatore ancora sdraiato sul letto.
"Credo di sì..." Neanche il tempo di sincerarsi delle condizioni dell'ex modello che lo yo-yo sputò fuori in un sbuffo anche la piuma candida e Adrien iniziò a svanire sotto gli occhi increduli e terrorizzati di LadyBug.
Cercò di prenderlo con le mani come se in qualche modo potesse riportarlo a sé.
"Ci hai provato, Milady. Grazie per avermi liberato." Aveva detto Adrien con aria beata, svanendo definitivamente lasciando al suo posto un letto vuoto, ma ancora caldo.
"No, no, no." Balbettava rovistando tra le lenzuola, ma del suo ragazzo non vi era traccia alcuna.
LadyBug venne sopraffatta dal senso di colpa e iniziò a sudare e ad ansimare sempre più velocemente.
Il panico s'impossessò presto di lei.
Era solo a causa sua e della sua sicurezza se ora Adrien non c'era più, e questa volta se ne era andato per sempre.
Le pupille di LadyBug si dilatarono al massimo, fino quasi a nascondere l'azzurro dei suoi occhi, la bocca si spalancò per permettere all'aria di entrare e di uscire più velocemente.
Deglutì un po' di saliva perché la gola le faceva male.
Le mani tremavano come tutto il suo corpo in preda all'agitazione.
Alla fine Ladybug si lasciò andare a un pianto disperato e con lei anche Gabriel che aveva assistito impotente dietro la porta di camera del figlio, sorretto dall'immancabile Nathalie.
*
Plagg prese la piuma candida di Adrien e la porse a LadyBug, era giusto che la tenesse lei.
"Perché? Perché?"
"Mi dispiace, LadyBug." Mormorò Plagg con le lacrime agli occhi.
"Non doveva andare così." Copiose lacrime uscirono dagli occhi di LadyBug mentre proteggeva la piuma con le sue mani.
Delicata e fragile.
Ma fu quando quelle stesse mani vennero bagnate dalle sue lacrime che s'illuminarono e la piuma protetta da esse iniziò a vibrare richiamando a sé una coccinella scintillante uscita dallo yo-yo.
Poi un'altra, un'altra ancora, finché non divenne un vero e proprio sciame che innalzò la piuma in aria.
LadyBug subì l'ennesima trasformazione e sentì crescere dentro di lei un enorme desiderio d'amore che trasmise a quello stesso sciame laborioso.
Le sue mani s'illuminarono e si concentrò un enorme potere.
Plagg spalancò occhi e bocca al massimo, in tutti i suoi millenni non aveva mai assistito a un simile miracolo.
Il potere di Tikki era grande, immenso e soprattutto sconosciuto, ma era anche sicuro che la miccia per scatenarlo fosse proprio l'amore, e l'amore che Marinette provava per Adrien andava ben oltre la sua conoscenza.
Presto sul letto dove giaceva Adrien qualche attimo prima, apparve una nuvola dalla forma umana accecante e le coccinelle esplosero infine in un bagliore.
Quando la luce si diradò, Plagg riuscì ad aprire gli occhi e la prima cosa che vide fu Marinette a terra sfinita, usare tutto quel potere l'aveva lasciata senza energia, sciogliendo così la trasformazione.
"Marinette... Stai bene?" Le domandò Plagg avvicinandosi al suo volto senza ottenere risposta.
Marinette poi sembrò fluttuare nell'aria, ma invece era solo stata presa in braccio e posta sul letto per riposare.
Il kwami della distruzione guardò quel ragazzo schifato: era nudo difronte a lui.
"Abbi almeno la decenza di metterti un paio di mutande, ragaz...eh?" Con gli occhi colmi di lacrime, Plagg andò subito ad abbracciare Adrien "... Allora sei vivo!!!"
"Tutto merito suo..." Mormorò volgendo uno sguardo tenero verso la sua ragazza, rendendosi conto che ciò che l'aveva salvato era l'amore immenso che provava per lui.
Era riuscita a liberarlo fondendo quella piuma con il suo cuore, e finalmente niente e nessuno lo avrebbe più potuto controllare: Adrien era finalmente libero.
"Ti conviene ringraziarla come si deve... Se mi hai capito" il kwami ammiccò complice.
Adrien arrossì vistosamente con il cuore che batteva all'impazzata.
*
"È pronto in tavola, ragazzi." Gabriel andò a chiamare Adrien e Marinette invitandoli a venire a sedersi insieme agli altri.
"Arriviamo!" Disse Adrien prendendo per mano Marinette.
"Puoi lasciarci soli?" Domandò al figlio che ubbidì andando a prendere posto a tavola.
Gabriel era sempre stato uno di poche parole chiare e dirette, un uomo che non ammetteva con facilità di aver sbagliato, ma doveva molto a Marinette, e soprattutto a LadyBug, senza di lei, suo figlio non sarebbe lì e anche lui, in quanto lo aveva aiutato a guarire dalle conseguenze del cataclisma.
"Grazie, Marinette." Disse semplicemente e lei capì a cosa si riferisse.
"Non deve ringraziarmi. Amo Adrien e avrei fatto qualunque cosa per lui."
"Potrai mai perdonarmi per aver provato a ostacolare la vostra relazione? Solo guardando mio figlio ora mi accorgo di quanto tenga a te e di come lo fai stare bene. E tu hai anche salvato non solo me, ma anche il nostro rapporto."
"Adrien è felice e la reputa un padre meraviglioso."
"Tu sei una ragazza straordinaria, Marinette e sono felice che sei entrata nelle nostre vite."
Marinette sorrise capendo perfettamente la difficoltà che stava incontrando pronunciando quelle parole, ma Gabriel non si limitò solo a quello, perché senza avvertire abbracciò Marinette.
"Questo è il più bel regalo che mi potesse fare, signor Agreste."
"Gabriel, chiamami Gabriel."
*
FINE

 

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