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Autore: Melisanna    10/01/2023    4 recensioni
Un giorno d'estate, al mare.
Genere: Hurt/Comfort, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia scritta in occasione dell'Advent Calendar organizzato dalla pagina Facebook Hurt/Comfort Italia - Fanart and Fanfiction - GRUPPO NUOVO

 
Fluttuavano banchi di pesci


 
Il mondo era verde e azzurro e silente. Sparita la gravità, persino il tempo era sospeso. Tutto era ombra e luce e pigri movimenti.

Il mondo era verde e azzurro e orizzontale. Per una volta era alto quanto chiunque altro. Sotto di lui banchi di pesci fluttuavano con segreti intenti.

Il mondo era verde e azzurro e duplice. Il capo e la schiena ardevano in un sole bianco e solido, viso, ventre e arti annegavano nella liquida frescura. Due sensazioni opposte e discordanti.
 
Si immerse tra gli scogli scuri. Erano entità aliene i banchi di pesci, dai corpi liquidi e flessuosi, fluttuavano placide intorno a lui seguendo una coscienza imperscrutabile. Cercò di sfiorarle e si dispersero in frammenti vibranti. 
 
Un ventre argenteo gli passò accanto, un baleno di scaglie iridescenti. Hinata si allungò per raggiungerlo, ruotò per non perderlo.
 
La frustata di dolore lo colpì da sopra l'occhio sinistro attraverso la guancia, la mandibola, giù fino al collo. Bianco, spietato, incomprensibile. Il mondo divenne nero e rosso, senza più un alto e un basso. Si aprirono abissi senza fondo, freddi e oscuri, ne emersero creature oscure e colossali, occhi neri e vacui, cercarono di carpirlo tentacoli e denti aguzzi.
 
Tentò di fuggire al dolore e al panico, senza un direzione. Annaspò nel buio acqua salata gli riempì il naso e la bocca. Entrò nei polmoni estranea e bruciante. Cercò di respirare, doveva respirare, dov’era l’aria, dov’era l’alto? Doveva respirare, ma il dolore lo avvinceva e, col dolore, l’acqua.
 
E poi due braccia lunghe lo stringevano e lo strattonavano e Hinata si ritrovò sotto il sole bianco e solido e inspirò disperatamente. Aghi roventi gli attraversarono la guancia e il collo e l'occhio sinistro era strano. Pianse senza vergogna, perché non poteva farne a meno, vittima di quel dolore spietato e incomprensibile.
 
Dita fresche gli sfiorarono il viso, con la stessa sapiente gentilezza con cui toccavano la palla. Socchiuse l'occhio destro. Tobio lo fissava intento, il viso all'altezza del suo, come se stesse cercando di risolvere un enigma, concentrato per una volta su un singolo punto invece che su tutto ciò che lo circondava.
 
Nonostante il dolore, Hinata si scoprì a crogiolarsi in quell'attenzione. Gli piaceva avere Tobio solo per sé. Per sé Hinata, non per sé miglior esca.
 
- Una medusa - disse Tobio - Andiamo a riva, forse Kyoko senpai ha dell'ammoniaca.
 
Nonostante il dolore - o forse a causa del dolore che cancellava i sensi e la ragione - Hinata invece inclinò appena il volto e lo baciò.
 
Il mondo era verde e azzurro e nero e rosso e bianco di dolore e Tobio lo sfiorava con dita fresche e lo guardava intento.

 
  
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