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Autore: Schully    11/01/2023    1 recensioni
Non volevo, giuro, lo giuro su Dio è stato un attimo di
debolezza, amo mio marito, amo Rick è il mio migliore
amico, la mia anima gemella, ma mi sentivo sola, fredda e
vuota, e Shane mi aveva detto che era morto. Shane che
fino a quel momento si era preso cura di me e Carl, che
aveva combattuto come un leone, che mi era stato vicino
quando piangevo per la mancanza di Rick ed io, in quella
notte di pioggia mi ero lasciata andare, dentro di me lo
sapevo che era quello che Shane aveva sempre voluto, era
sempre stato invidioso di Rick, della sua, della nostra
vita, ma in quel momento non me ne importava nulla.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Glenn, Lori Grimes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Inquietudine


 
Sono agitata, la notte non riesco a dormire mi giro e rigiro, spesso in un mare di sudore, spesso gelata come un cadavere.

Sono perduta.

Gli altri, compreso Rick pensano che la mia ansia e malessere siano dovuti alla situazione in qui stiamo vivendo, ma non è così. Non sono i morti che camminano a spaventarmi, no; sono i sensi di colpa, lo schifo enorme che sento per ciò che ho fatto che mi tengono sveglia la notte.
Ho fatto sesso con Shane quando credevo che mio marito fosse morto ed ora ho paura di essere incinta.
Dio, Lori sei una stupida! Come hai potuto credere di poter commettere un peccato come quello e restare impunita?
Non volevo, giuro, lo giuro su Dio è stato un attimo di debolezza, amo mio marito, amo Rick è il mio migliore amico, la mia anima gemella, ma mi sentivo sola, fredda e vuota, e Shane mi aveva detto che era morto.
Shane che fino a quel momento si era preso cura di me e Carl, che aveva combattuto come un leone, che mi era stato vicino quando piangevo per la mancanza di Rick ed io, in quella notte di pioggia mi ero lasciata andare, dentro di me lo sapevo che era quello che Shane aveva sempre voluto, era sempre stato invidioso di Rick, della sua, della nostra vita, ma in quel momento non me ne importava nulla.
Volevo solo sentirmi di nuovo viva, padrona di me stessa e del mio corpo, libera di nuovo di essere.
Quella notte con la pioggia che bagnava il mio corpo, quasi fossi una terra arida che doveva essere riportata alla vita, io feci sesso con Shane. Rick poco dopo era ritornato ma non c’era stato tempo per nessun chiarimento, perché un’onda di non morti aveva invaso il nostro accampamento ed eravamo dovuti scappare in fretta e furia poi c’era stato il C.D.C e anche quello si era rilevato un fiasco, avevamo perso compagni preziosi, ed ora visto che mio figlio era stato quasi ferito a morte, siamo accampati fuori da questa fattoria, la fattoria dei Green.
Chi aveva pensato più al ciclo? Non io, ma ora che siamo fermi da un po’ e Carl sta meglio, ho cominciato a fare i conti e sono quasi quattro mesi che non ho una mestruazione, quindi o sono andata in menopausa precocemente o sono incinta.
In questo tempo ho fatto l’amore anche con mio marito ed è successo una volta sola. Sì, ma prima o dopo che ti si è interrotto il ciclo? Aiuto non lo so, sono così frastornata e confusa da tutto quello che è successo da quando il mondo è andato a puttane, che non mi ricordo quello che è successo, se era prima o se era dopo.
Tre giorni fa mentre eravamo in perlustrazione in cerca di cibo, sono riuscita a mettere le mani su un test di gravidanza ma non ho avuto il coraggio di farlo, sono una codarda, non voglio sapere. Mi muovo in giro per l’accampamento come un automa non sapendo bene dove andare a sbattere la testa e infatti, sbatto contro Glenn. «Hei, tutto bene? Mi sembri un po’ stanca, forse è meglio se ti siedi» mi guarda gentile e io lo ascolto accomodandomi su una catasta di legna lì vicino. «Vuoi che vada a chiamare qualcuno? Rick, magari?»
Faccio segno di no con la testa, «ok, come vuoi Lori, fa caldo oggi, vero? Per essere quasi a metà settembre è insolito, uff, ti dispiace se mi siedo un po’ qui? Maggie mi ha dato questa cesta di mele ed è un po’ pesante, mi riposo un po’ accanto a te se non ti spiace.» È sempre così gentile questo ragazzo che a volte mi chiedo se sia vero. «Non so cosa ti affligge e non ti chiedo neanche di dirmelo, non sono fatti miei, però mi sembri in bilico e non fa bene né a te, né a noi, sei la nostra First lady dopotutto e se accetti un consiglio da uno stupido, strappa il cerotto, Lori è la cosa migliore.» Detto questo mi dà un buffetto sul ginocchio e se ne va lasciandomi a riflettere, ha ragione devo smetterla è ora che io faccia quel test una volta per tutte e qualsiasi cosa svelerà dovrò e saprò accettarla, e ne devo anche parlare con Rick non posso più aspettare. Mio marito però non è all’accampamento perché è in giro a sbrigare delle faccende con Hershel.
Quando torna è esausto e mi dice che una volta che Carl si sarà ristabilito del tutto ce ne dovremo andare, il padrone di casa non ci vuole più qui. Una doccia gelata sarebbe un eufemismo, mi si ghiaccia il sangue nelle vene «non può ributtarci là fuori, non ora… L’inverno è alle porte, come può…?» «Lori, ti prego parla a bassa voce, o sveglierai tutto l’accampamento; non abbiamo bisogno di scatenare il panico tra gli altri. La situazione è già abbastanza tesa, sto cercando di fargli cambiare idea, anche perché dobbiamo ancora trovare Sophia, non ti preoccupare, sistemo tutto io.»
Mi dà un bacio a fior di labbra, si volta e comincia a dormire. Io mi preparo ad un’altra notte insonne, piena di paure e incertezze su cosa ne sarà di noi. Aspettare l’alba non è più un problema da molto tempo ormai, mi alzo ancora prima che canti il gallo, letteralmente, e sgattaiolo fuori dalla tenda mia e di Rick con passo felpato per non svegliare nessuno e vado a fare il mio test, come ha detto Glenn devo strappare il cerotto. Dopo pochi minuti, ho il mio esito: Positivo. Il fiato mi si mozza in corpo e per un attimo il mio cuore si blocca. Sento che sto per avere una crisi di panico, come posso far nascere un bambino in questo mondo che cade a pezzi? Come?
Arranco fino alla pompa dell’acqua ho bisogno di bere. Passo a fianco a Dale e Glenn che stanno friggendo delle salsicce, senza quasi vederli, infatti inciampo nel suo zaino, lui dice qualcosa che non sento presa come sono dai miei pensieri. Appoggiata al muretto che circonda la pompa dell’acqua non sento che il ragazzo è arrivato alle mie spalle «Lorie, ehi Lorie, tutto bene?» Mi chiede preoccupato, io non so cosa rispondere, sento di essere sull’orlo di una crisi di nervi, sento già una risata isterica che mi risale la gola. Infatti, sbotto, Glenn mi guarda stranito e io rido sempre più a singhiozzo, scossa da spasmi violenti.
Tra poco con le mie grida stridule sveglierò tutti, sveglierò Rick, Carl. Non posso farmi vedere così, non da mio figlio, ma più tento di calmarmi più rido istericamente.
Sono un disastro, non riesco ad avere neanche una crisi di panico decente, mi sembra di essere la caricatura grottesca di un clown. Il ragazzo continua a guardarmi preoccupato. «Non so che fare Lori, dimmi cosa ti serve…»

∞∞∞∞∞

Da quando ho visto quella ragazza armata di mazza da baseball che ci veniva incontro al galoppo, sinceramente ho pensato di essere finito in una delle mie fantasie con tanto di Xena principessa guerriera, d’altronde erano arrivati anche i morti che camminavano, non c’era niente di assurdo in quello che ormai era diventata la mia vita, da un anno a quella parte. Se non per il fatto che fosse reale e non una visione, la prova era il fatto che cercava Lori. Carl era stato ferito gravemente. Ci stavamo ancora riprendendo dall’aver smarrito Sophia, infatti Carl era voluto andare con suo padre e Shane a cercarla; quando quell’amazzone era piombata tra di noi, portando scompiglio. Blaterava qualcosa su di un cervo, una linea di tiro non pulita, Carl nella traiettoria, Lori non aveva sentito ragioni era saltata in sella con “Xena” lasciandoci ben poche istruzioni su come seguirle alla fattoria dei Green, ed erano partite alla velocità della luce, noi nostro malgrado ci avevamo messo un po’.
Eravamo arrivati qualche ora dopo e avevamo scoperto quello che era successo.
Carl era stato ferito accidentalmente da Otis, mentre questi cacciava un cervo per sfamare la sua e la famiglia di Hershel, un veterinario in pensione che viveva in quella fattoria. Hershel l’aveva soccorso e si era offerto di operare il bambino, ma necessitava di attrezzature speciali.
Attrezzature disponibili nel liceo di zona che la croce rossa aveva fatto diventare un ospedale da campo, quando la situazione era degenerata. Il problema era che oramai era un posto pieno di erranti. Avevamo discusso su chi dovesse andare, sapevo che sarebbe toccato a me, d’altronde le missioni veloci erano la mia specialità, il mio talento se così si può dire, cercavo di memorizzare il più velocemente possibile la descrizione degli oggetti che servivano ad Hershel ma Otis mi aveva preceduto. «Sono stato un paramedico abilitato per più di dieci anni, il ragazzo non sa cosa cercare, io si, in più… Vado io.» «Non può andare da solo.» Aveva aggiunto Rick alzandosi, nonostante avesse già donato mezzo litro di sangue a suo figlio. Shane si era fatto avanti subito dopo. In due erano andati in missione, Shane e Otis.

Solo uno era tornato.

Shane.

Carl era stato operato ed ora stava quasi bene, e noi tutti eravamo felici di questo, confesso però che Shane non me la raccontava giusta, l’ho sempre trovato un po’ sopra le righe e non mi è mai piaciuto il suo modo di porsi con Lori, soprattutto da quando è tornato Rick. Ed ora sembra quasi un eroe, devo confessare che la cosa mi puzza un po’. Però ho sempre pensato di farmi i fatti miei e in più ora ho anche un’amazzone di nome Maggie di cui occuparmi. Dall’appuntamento dell’altra sera poi, in cui credevo di passare una serata romantica e invece mi sono ritrovato in un fienile pieno di non morti, la mia inquietudine è salita. Maggie mi ha chiesto di mantenere il segreto, ma io non sono bravo con i segreti, non fanno per me prima o poi mi lascio sfuggire sempre qualcosa.

Quindi non è proprio il caso che io entri nelle dinamiche familiari dello sceriffo e consorte, però è anche vero che il comportamento di Lori mi preoccupa.
Sono giorni che vedo in lei qualcosa che non va e credo che anche Dale se ne sia accorto, però da vero gentiluomo quale è non si è mai espresso, vorrei diventare come lui un giorno, per ora mi accontento di poterlo osservare e fare tesoro dei suoi insegnamenti. Mentre stiamo preparando la colazione, Lori mi passa accanto, inciampa nel mio zaino e arranca fino al pozzo. Ha uno sguardo stralunato qualcosa non va, Dale mi lancia un’occhiata, non so perché ma talvolta lo associo al grillo di Pinocchio, senza lasciarlo parlare mi alzo e la seguo.

Credo che Lori stia avendo una crisi di panico e io giuro non so che fare, ride convulsamente fino a farsi mancare il fiato, con una vocetta stridula che mi mette i brividi. Provo a scuoterla, niente. “Merda! Merda e adesso? Cosa faccio?” Penso, forse è meglio farla camminare, ossigenare il sangue, sì, sì, anche allontanarsi mi sembra una buona idea, le afferro le mani, e la faccio camminare. «Sai l’ultimo film al cinema che ho visto, prima che scoppiasse sto casino è stato: WALL-E , parlava della fine del mondo, anzi di un mondo già finito a ben guardare, mi ha fatto divertire ci pensi?» le dico così di botto, in un tentativo di farle pensare ad altro.
Lei fa un’ultima risata isterica, poi si blocca, prende fiato, mi guarda e sta volta ride di gusto. «Si, l’ho visto anch’io, ci sono andata la vigilia di Natale con Carl… Rick era di turno, faceva gli straordinari per mettere da parte i soldi per l’università di nostro figlio… mi sembra che sia passato un secolo» «già, è vero, qual è la scena che ti ha fatto ridere di più? Io ti confesso che ho riso tantissimo con il robottino pulitore quando sclera perché wall-e sporca dappertutto, costringendolo a uscire dal suo percorso, sarà che all’epoca lavoravo per un’impresa di pulizie e mi sentivo molto empatico…» continuo a sparare stupidate. «Lo sei.» «Cosa?» «Molto empatico.»
Mi guarda con un sorriso sereno, la crisi è passata per il momento e ne sono contento. «Lieto di essere utile, anche se non credo di aver fatto molto. Non so cosa ti affligga Lori, ma io ci sono… se vuoi, consulti, consigli su film di animazione… quando vuoi» «grazie, sei stato un amico oggi, un’ancora preziosa, sai qual è la scena che ha fatto ridere di più me? Quando l’astronave si ribalta e cadono i bambini e i due tizzi si ritrovano genitori… e sono in evidente panico, è da quando è nato Carl che provo quella sensazione, sarò masochista ma mi ha fatto ridere, ed ora so cosa devo fare. Grazie.»

Fine.
   
 
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