Serie TV > La famiglia Addams
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Autore: j_j_joker90    11/01/2023    0 recensioni
La famiglia Addams non era normale; era risaputo da tutti e dai membri stessi.
La loro diversità era motivo di orgoglio, ma quando questa si trasforerà in un dolore infinitamente peggiore della morte stessa cosa provocherà ai meccanismi che li regge?
Il senso di colpa per essere "diversi" li ucciderà?
Ma sopratutto riusciranno ad essere piu gli stessi o si adegueranno a tutto il resto del mondo?
Genere: Drammatico, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Fiducia: Attribuzione di potenzialità conformi ai propri desideri, sostanzialmente motivata da una vera o presunta affinità elettiva o da uno sperimentato margine di garanzia



“Buon giorno signor Wright siamo qui perché…” Iniziò Gomez solo per essere interrotto da una mano alzata.
“Non so cosa vi abbia detto questa ragazzina ma per qualsiasi cosa dovete compilare una richiesta formale e parlare con uno dei miei agenti; vi darò un vantaggio in confronto a tutti questi altri stronzi qui e vi metto a disposizione Tony che vi ascolterà” Tony si sbatté una mano sulla fronte per l’ennesima mancanza di rispetto nei suoi confronti ma decise comunque di prendere in mano il caso, segnalando ai coniugi la sua scrivania.
“Ma non allargatevi troppo.” E con queste parole lo sceriffo abbasso la mano e si girò diretto verso il suo ufficio, mentre un leggero trambusto ricominciava come se niente fosse accaduto.
Sulla gola di Gomez iniziò a gonfiarsi una vena per la rabbia ma per fortuna Morticia era lì per calmarlo e co una mano gentile sulla spalla lo indirizzò verso una sedia adiacente alla scrivania.
Robin cercò di fermare Colin ma inutilmente, l’orgoglio e la ferita per essere chiamata ancora “una ragazzina”, quando invece era una oramai un’ adulta fatta e finita, le bruciava troppo e così rimase al centro di quel manicomio di pazzi insieme all’ultimo membro della famiglia rimasto: Fester.
“Quindi siamo rimasti noi due, vuoi rimanere qui o preferisci uscire all’esterno?” Ma a Fester non sembrava importante dare una risposta e si diresse direttamente verso la porta seguito da una estenuata Robin.


La maestra di scuola elementare lo trovò seduto tutto ricurvo sulle gradinate della stazione dello sceriffo, entrambi erano affranti in modi diversi.
Guardavano entrambi la sporcizia che negli anni si era accumulata su quei gradini, ma Robin non mai stata una persona a suo agio nei silenzi.
“Allora tu sei lo zio di Mercoledì? Mi ha parlato di te in un paio di occasioni.” Robin cercò di sorridere con la bocca ma non funziono molto bene con il resto del viso. Fester rimase immobile a fissare per terra, senza nemmeno degnarla di uno sguardo, sembrava perso nei suoi pensieri.
Ma Robin non era una che demordeva molto facilmente, essere cordiale era una seconda natura per la giovane, nonostante tutto.
“Sai da come mi ha raccontato Mercoledì della sua famiglia ne sono sempre stata affascinata e non vedevo l’ora di conoscervi ma non vi siete mai presentati a nessun incontro genitori insegnanti e nemmeno a nessun evento sportivo, insomma a nessun evento sociale in realtà.”
“Ho quasi creduto foste dei fantasmi fino a oggi, non che ci sia andata molto lontano heheheh. E poi un giorno Mercoledì ha portato a scuola questa mano e tutti si sono spaventati, ma io rimasi affascinata…” Robin era un treno in corsa che non sembrava volersi fermare a nessun costo, ma dovette alla prossima, e primissima parola pronunciata dallo zio preferito dei ragazzi.
“Perché?” Chiese Fester con un sussurro senza mai girarsi verso l’interlocutore.
“Beh perché il punch è dolce e armonioso, nonostante i suoi pochi ingredienti è molto diffuso e proprio per questo facile da preparare…”
“No, perché ti piace lo stupido punch, perché sei qui? Perché ci stai aiutando? Ma sopratutto, e questo dovrei chiederlo a Mercoledì quando la rivedrò (perché io la rivedrò), perché ti ha petulato della nostra famiglia proprio a te di tutte le persone!?” Sbottò Fester infastidito, quella donna sembrava irritarlo in una maniera a lui sconosciuta.
La signorina Bianconi non sembrò offesa da quelle parole, anzi era stupita che quell’uomo taciturno avesse finalmente espresso una frase completa e complessa, e non una frase semplice ma una domanda con cui poter interagire con il prossimo.
“Beh non saprei, io mi sono subito affezionata a tutti I miei piccoli alunni e Mercoledì, con I suoi modi bruschi e solitari, è stata difficile da decifrare fin dall’inizio, ma si è creato in fretta un legame particolare…” Robin non sapeva come rispondere a quella domanda, rendeva fosse normale per I bambini parlare della scuola e di conseguenza dei propri insegnanti.
“Perché si è fidata di lei tanto da parlare di noi e socializzare con lei, ma non abbastanza da non menzionarla mai casa? Non siamo mica degli sconosciuti…” Fester era pronto a parlare finalmente e proprio con quella strana maestra delle elementari. Era assurdo che si chiedesse come mai Mercoledì si fosse aperta così tanto con lei quando lui stesso lo stava facendo.
Robin capì quell’ostilità mal celata, era geloso e preoccupato.
Geloso perché probabilmente aveva paura che la maestra avesse preso un posto nel cuore della bambina che apparteneva a lui.
Preoccupato com’è normale che sia perché quella stessa bambina aveva un posto speciale nel SUO cuore; gli voleva bene.
“Mercoledì è una bambina particolare, e ho sempre creduto fosse unica, ma adesso da capisco tutto; ha preso il suo temperamento e la passione che ci mette nelle cose da suo padre, la classe e l’intelligenza da sua madre e la capacità di esprimere se stessa in modi inaspettati da te?”
Fester rimase in silenzio ma almeno ora era attento alle parole della maestra che si era aggiudicata la sua attenzione.
“So per certo che dentro tutti noi, lei compresa, c’è una profonda oscurità, un qualcosa che a suo modo ci rende unici ma anche partecipi della vita degli altri. Credo sia per questo che Mercoledì si sia confidata con me, perché io ho accettato quel suo lato.”
“Anche dentro di lei esiste quell’oscurità vero? È per questo che Mercoledì si è fidata di lei, ha rivisto se stessa in lei”
Robin era scioccata e perplessa dalle parole dell’uomo, ma anche affascinata, aveva un a capacità di analisi che poche volte aveva notato nelle persone “normali”, un spiccata sensibilità che lo portava a vedere le persone da dentro. Questa famiglia aveva molti assi nella manica.
La maestra voleva approfittare di quel momento e così glielo chiese:
“Cosa vedi nella mia oscurità?”
Per un attimo vide gli occhi dell’uomo sgranarsi leggermente. Lei non aveva mai avuto problemi a esporsi, a rendersi vulnerabile, perché quando non c’è niente da nascondere nel buio, nulla poteva farti paura, l’era dei lumi era arrivata già da un pezzo.
Fester sembrava sul punto di rispondere quando vennero interrotti da Morticia che usciva di fretta dalla stazione che li richiedeva dentro.
Ed è in quel momento che gli occhi di Robin e Colin, lo sceriffo, si incontrarono veramente, con una sguardo che spiegava tutto.
“Non mi avevi parlato di ragazzini scomparsi.”
A quanto pare la deposizione dei coniugi Addams aveva giustamente attirato l’attenzione dello sceriffo che aveva deciso in definitiva d'intervenire. E se lui era dentro era certa che avrebbe ritrovato Pugsley e Mercoledì.

 
 
  
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