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Autore: ElectricSneeze    13/01/2023    0 recensioni
Un ragazzo normale incontra una ragazza normale su un treno normale. Nel frattempo lui costruisce una normale macchina del tempo per tornare indietro e risolvere un terribile errore
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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LO SCAMBIO

 
 
Venerdì 14 ottobre 2022 - ore 1:30 PM

*TLAK-TLAK TLAK-TLAK* Il treno regionale corre veloce sulle rotaie attraversando la campagna. L’aria che entra dai finestrini semi aperti fa sbattere le tende antisole nei loro ganci e il sole illumina i sedili vuoti e logori. Beh non tutti vuoti: Cenere, il nostro protagonista, sta guardando fuori dal finestrino con la guancia che riposa appoggiata alla mano e il suo zaino buttato svogliatamente sul sedile a fianco. Il suo volto appare annoiato e forse anche un po’ triste, ma non sappiamo ancora per cosa…
*Draw draw draw…* L’inconfondibile suono della matita sulla carta richiama la sua attenzione, facendogli girare gli occhi e poi la testa verso il sedile diagonale al suo. Con tutto il vagone vuoto quella ragazza dai capelli rossi doveva venire a sedersi proprio lì… O forse era stato lui che si era distrattamente seduto vicino a lei quando era salito sul treno… Ma non importa se la colpa è di lui, di lei, o del governo precedente, perché ora i loro sguardi si sono incontrati, con lei che lo guarda facendo capolino con gli occhi da sopra il taccuino da disegno.
Cenere toglie la mano dalla guancia e si gira verso di lei con sguardo interrogatorio “Ma che stai a fa’?”
“Non lo vedi? Ti sto facendo un ritratto!” Risponde presuntuosa la ragazza dai capelli rossi.
Cenere risponde anche lui presuntuosamente “Chi vorrebbe un ritratto di me che guardo fuori dal finestrino?”
“Oh beh, non preoccuparti, c’è un sacco di gente strana là fuori…”
“Di gente strana ce n’è anche qua dentro” Pensa, ma si trattiene e decide di stare al gioco “Beh almeno promettimi che mi darai la mia parte dopo il primo milione di copie vendute!”
“E cosa ci farai con tutti quei soldi?”
“Aprirò un bar sulla spiaggia, proprio qui, in mezzo alla campagna”
“Dovrai portare un sacco di sabbia prima!”
“E anche il mare”
“E come pensi di farcela?”
“Secchiata dopo secchiata!”
La situazione è diventata così buffa da farli sghignazzare entrambi, poi la ragazza dai capelli rossi sembra tornare sui suoi passi “Devo esercitarmi coi ritratti e tu avevi uno sguardo sognante, non potevo farmi sfuggire l’occasione!”
Cenere si sente un po’ imbarazzato “Sei sempre così sopra le righe o solo quando incontri sconosciuti sul treno?”
“HAHA! No, in effetti credo d’aver fatto uno strappo alla regola. Tu fai mai strappi alle regole?”
“Beh solo quando ho un buon motivo per farli”
“Ah una persona noiosa!”
Cenere gira gli occhi al cielo per disperazione, poi “Senti, ma ce l’hai un nome o il narratore deve continuare a chiamarti la ragazza dai capelli rossi?”
“Il mio nome è Nebbiosa, ma preferisco farmi chiamare Nebbia”
“Ah facile da ricordare: come il cane di Heidi!”
“Se preferisci. E tu come ti chiami?”
“Io sono Cenere”
“Hai detto Frassino?”
“No ho detto C-e-n-e-r-e”
“Allora Nebbia e Cenere suppongo. Beh mi ha fatto piacere conoscerti Cenere, ma questa è la mia fermata” Esclama guardando fuori dal finestrino mentre il treno rallenta entrando in stazione. Poi scrive qualcosa sul suo taccuino da disegno e strappa il foglio “Ecco prendi! Così ti ricorderai di me” E corre giù dal treno così in fretta che Cenere non riesce nemmeno a salutarla.
“Che tipa strana” Pensa Cenere, però sembrava simpatica e un po’ gli dispiace vederla andare via. Cenere guarda il foglio che gli ha lasciato ed è il suo ritratto. Niente di particolarmente complesso, solo qualche linea abbozzata, anche se con un certo stile. Ma non è finita, in fondo al foglio ecco un numero di telefono! Cenere lo guarda perplesso: quella ragazza le sembra un po’ troppo sopra le righe, ma d’altra parte sembrava esserci un certo feeling… Dovrà chiamarla? Ritira il disegno nello zaino e si rimette a guardar fuori dal finestrino cercando di trovare una risposta e dimenticando le sue precedenti preoccupazioni.

Quella sera, rientrato a casa, Cenere solleva la porta del garage. La flebile luce dei lampioni del cortile consente a malapena di scorgere le linee della carrozzeria. Non è una semplice macchina, è lei, è l’icona, è lo stile inconfondibile che urla “Io posso… solo permettermi questa” Cenere accende la luce e sì, è la mitica FIAT 500 classe 2007! I numerosi graffi e bolli si stagliano su una carrozzeria di un rosso smorto. Eppure c’è qualcosa di particolare che la caratterizza: non è una semplice macchina, è una macchina del tempo! Tutta la parte posteriore dell’auto, compresi i sedili, sono occupati da una sofisticata tecnologia adibita alla curvatura dello spazio-tempo, lasciando liberi solo i due sedili anteriori. Una descrizione ulteriore sarebbe superflua, sono sicuro che avete capito di cosa sto parlando…
Cenere apre il serbatoio dei circuiti temporali e inizia a fare il pieno. Se il motore funziona con la normale benzina, sfortunatamente i circuiti temporali hanno bisogno di un’alimentazione speciale: ben 20Kg di 5w40 per salto temporale. Quei dannati circuiti bruciano olio peggio di una friggitrice!
Giusto per contestualizzare, possedere una macchina del tempo non è certo una cosa normale di questi tempi. Dopo la morte dei suoi genitori, Cenere trovò degli antichi nastri in soffitta, chiamati VHS. Questi VHS ritraevano la vita in un’epoca passata dove la gente si vestiva con colori vivaci e vigeva grande ottimismo per il futuro. Cenere rimase particolarmente colpito dai diversi progetti per i viaggi temporali in essi contenuti e, dopo averli studiati attentamente, selezionò la teoria di riferimento a lui più congeniale, costruendo poi in autonomia i circuiti temporali che permettono il viaggio nel tempo.
Finito di fare il pieno d’olio la macchina è pronta. Già, ma pronta per cosa? Cenere si ferma a pensare seduto sul cofano, chiude gli occhi e sospira “Lo faccio per te… cioè per me” Poi riapre gli occhi “È una storia chiusa, ma se ho la possibilità di non farla mai accadere è ancora meglio” Cenere si alza dal cofano, chiude la porta del garage e torna nel suo appartamento. Domani il suo viaggio nel tempo lo attende!
Ma c’è qualcos’altro… “Ah già! Che stupido, mi ero dimenticato!” Cenere si alza dal letto e agguanta il telefono al buio. La luce accecante dello schermo gli mette fuori uso la vista per qualche secondo, ma alla fine riesce a inviare il messaggio “Penso che nessun altro riuscirebbe a disegnare su un treno in corsa”
La risposta non si fa attendere troppo “Perché nessun altro si farebbe impiantare un giroscopio nel polso!”
“Hai altre cose impiantate nel polso? Tipo, non so, un lancia-ragnatele…”
“Non vorrai che ti sveli subito la mia identità segreta?”
E così Cenere e Nebbia vanno avanti a messaggiare mentre cala la notte e cala anche il sonno su entrambi, ma non senza aver prima fissato un appuntamento per sabato pomeriggio.

Il giorno dopo, un calmo sabato mattina, il sole fa capolino ad est e noi ritroviamo Cenere alla zona industriale, nella periferia della città, fermo in mezzo alla strada col motore acceso. Ai suoi lati corrono le imponenti fabbriche chiuse e silenziose, con gli uccelli sonnecchianti e infreddoliti appollaiati sopra i tetti, mentre davanti a lui si staglia una lunga distesa di asfalto grigio completamente libero da traffico.
“Bene, ci siamo, impostiamo la data” Cenere accende i circuiti temporali e immette la data di destinazione sul display: tornerà indietro di ben 7 anni.
“E ora vediamo se questo affare può andare a 142Km orari!”
Cenere inserisce la prima e molla di colpo la frizione, calciando l’acceleratore. Le gomme stridono grattando l’asfalto e l’auto inizia la sua corsa. A 20kmh entra la seconda, a 60kmh la terza, grattando un po’. La lancetta del contachilometri continua a salire, siamo a 120kmh, in quarta, e il telaio comincia a scricchiolare: quell’auto non è stata progettata per andare a quella folle velocità! Cenere calcia la frizione e ingrana la quinta, la lancetta del contagiri perde 1.000 giri. Siamo a 130kmh e l’auto comincia a fare scintille, i tergicristalli partono da soli e si accendono spie a caso nel cruscotto. Siamo a 140Kmh, le vibrazioni al volante sono ormai quasi incontrollabili, la cinghia del motore stride come i cavalli dei cavalieri dell’apocalisse, parte il tappo del radiatore e il fumo si mischia ai lampi luminosi che corrono lungo la carrozzeria. Appena toccati i 142Kmh l’auto scompare all’interno di un lampo luminoso con relativo assordante tuono, lasciando dietro di sé una fitta nube nera di olio bruciato, 20Kg di olio bruciato per l’esattezza, beccati questo transizione ecologica!
 

Lunedì 5 ottobre 2015 - ore 6:00 AM

È un silenzioso lunedì mattina alla zona industriale, è ancora buio ma si intravede l’alba all’orizzonte, con alcuni uccelli in cielo. Improvvisamente alcuni lampi appaiono in strada, seguiti da assordanti tuoni *BOOM BOOM BOOM* Al terzo lampo la 500 compare come dal nulla in mezzo alla strada, Cenere pinza il freno e sterza il volante lasciando il segno della frenata sull’asfalto. Gli uccelli appollaiati sui tetti prendono il volo spaventati mentre la 500 fumante si ferma in mezzo alla strada, con i vetri appannati per colpa del radiatore fumante. *Ta-clack* Cenere apre la portiera dell’auto ed esce in strada. Il suo orologio digitale Casio da polso non mente: è lunedì 5 ottobre 2015, ore 6:00. Un’espressione di esaltazione compare sul suo volto “HA FUNZIONATO!! HA FUNZIONATOOO!!” Urla saltando sul posto e alzando le braccia al cielo stringendo i pugni in segno di vittoria. Ancora emozionato prende la tanica di Paraflu, stoccata a fianco ai 20Kg d’olio per il ritorno, e rabbocca il radiatore, poi guarda di nuovo l’ora “Ho tre ore di tempo prima che l’incontro avvenga, sarà meglio mettersi in viaggio!” Cenere riaccende la macchina e si allontana lungo la strada, mentre il sole ha ormai fatto capolino all’orizzonte. Ha ancora molti chilometri da percorrere per arrivare alla sua vecchia università e impedire l’incontro tra sé stesso e quella malvagia creatura venuta fuori dagli inferi: la sua ex.

*SLAM* Cenere chiude la portiera dietro di sé. Sono le 8:40 e ha finalmente trovato parcheggio. Cenere si avvia verso l’ingresso dell’università mentre si sente emozionato dall’essere di nuovo lì, come un tempo, anzi, esattamente in quel tempo.
“È proprio tutto come me lo ricordavo!” Pensa meravigliato, mentre lascia passare un carro di legno trainato dai cavalli.
“Mi scusi messere, non vorrei sembrarle scortese, ma mi sembrate alquanto disorientato, anzi oserei dire fuori luogo, se mi perdona il termine, necessitate di aiuto?”
Cenere si volta verso la gentile studentessa in abito vittoriano “La ringrazio madamigella, ma c’è solo un uomo che può aiutarmi…” La saluta facendo un inchino e si avvia di buon passo verso la sua vecchia classe. Ora non gli resta che intercettare il suo altro sé stesso e impedire l’incontro.

Intanto, dall’altra parte della città, un treno a vapore è appena entrato in stazione. Il treno si ferma e i passeggeri scendono, incamminandosi di fretta e nervosamente lungo la banchina avvolta nel fumo. Un ragazzo varca le porte della stazione uscendo nella piazza antistante: è Cenere, il Cenere del passato.
Egli fa cenno col braccio “Taxi… *coff* Cocchiere, buon uomo, necessito un passaggio per l’ateneo!”
Il cocchiere fa cenno di no apparendo quasi spaventato “Perdio, state lontano da quel luogo se ci tenete alla vostra istruzione!”
“Ma che cosa proferisce? La prego si spieghi meglio!” Risponde Cenere colpito dalle sue parole.
“Si narrano storie terribili su quel luogo! Nel giro di qualche anno l’insegnamento delle discipline scientifiche verrà completamente soppiantato dalla propaganda comunista sulla giustizia sociale!”
Cenere fa un’espressione di perplessità “Beh io… avevo sentito delle storie giungere da oltreoceano, ma non crede di stare un tantino esagerando?”
“AAH! AAH!” Il cocchiere non intende mettersi a discutere, striglia i cavalli e si allontana con la sua carrozza. Cenere lo guarda stranito senza dire una parola, poi alza la testa e il suo sguardo cade sulla torre dell’orologio “Oh no, guarda che ore sono! Farò tardi a scuola!” Rapidamente si guarda intorno e afferra un carretto di legno con quattro piccole ruote, usato per spostare le valigie pesanti, vi balza sopra e si dà la spinta fino in strada aggrappandosi al retro di una carrozza in movimento. Non che sia particolarmente importante ai fini del racconto, ma all’interno della carrozza ci sono Huey Lewis & The News, che canticchiano un loro pezzo: The Power of Love.

Arrivato a scuola, Cenere si avvia verso la sua classe. Oggi inizia un nuovo anno accademico e lui è estasiato dal riprendere la vita universitaria! Purtroppo è completamente all’oscuro della spada di Damocle che pende sulla sua testa: la sua futura ex si aggira per i corridoi strisciando e sibilando con la sua lingua biforcuta.
“Chissà quali personalità interessanti conoscerò quest’anno…” Pensa Cenere mentre entra nella palazzina.
“Hisss”
“Uh? Mi è parso di udire un suono…” Cenere si guarda intorno ma non nota niente di strano “Mi sarò sbagliato…” E riprende a camminare “Sono estasiato dal riprendere lo studio!”
Un sussurro infernale echeggia “Sangueee”
“Oibò! Questa volta sono sicuro d’aver sentito qualcosa!” Cenere si guarda attorno ma senza notare nulla se non altri studenti che vanno e vengono “Credo che le mie orecchie mi stiano giocando un brutto scherzo…” E riprende a camminare.
“Orbene, la mia classe dovrebbe essere quella laggiù…” I suoi pensieri vengono improvvisamente interrotti da una mano che compare da uno sgabuzzino, lo afferra per il gilet e lo trascina dentro senza che nessuno si accorga di nulla.
“Poffare! Quali maniere sono queste? Le intimo di lasciarmi!”
Cenere presente aziona l’interruttore della luce illuminando lo sgabuzzino “Ciao Cenere, mi riconosci?”
Cenere passato lo scruta riaggiustandosi il gilet “Chi acciderboli è lei signore? E che cosa vuole dalla mia persona?” Poi solleva lo sguardo “E che stregoneria è mai questa? Una candela avvolta in un pezzo di vetro attaccato al soffitto?”
“Senti bello, dacci un taglio con questa commedia, sono solo tornato indietro di 7 anni!”
“Ma di che stai parlando?” Esclama stupito Cenere passato “E perché mi somigli così tanto? Sei per caso un mio parente?”
“Guardami bene, chi credi che sia?”
Cenere passato lo scruta per bene “Beh non ho debiti in giro quindi… Ho un fratellastro?”
“No. Ascolta Cenere… Potrebbe essere uno shock per te, quindi voglio che mi ascolti attentamente: io sono te!”
Cenere passato lo guarda come se fosse matto.
“Sono te 7 anni nel futuro. Ho costruito una macchina del tempo per tornare qui ad aiutarti”
Cenere passato continua a guardarlo come se fosse matto.
“Lo so, non mi credi. Nemmeno io ti crederei, ma guardami bene: Io sono te!”
“Bella storia, ma preferisco quella in cui il tipo torna indietro e sua mamma cerca di farselo”
“Sì le puttanate di Freud hanno sempre molto fascino, ma credimi…” Cenere presente indica la porta “…se esci da quella porta andrai incontro ad un grosso pericolo! Io sono qui solo per aiutarti!”
Cenere passato gli mette una mano sulla spalla “Perché aiutare me quando puoi aiutare te stesso? Vieni con me, ti accompagno in infermeria”
“Sgrunt! Sei proprio cocciuto! Ok non volevo arrivare a questo ma non mi lasci altra scelta: io so del pensiero fisso che ti tormenta… So della tua idea di farti crescere i baffi e conquistare l’Europa con un esercito di pallavoliste armate e vestite da conigliette sexy!”
“Tze, e chi no…”
“Giusto… Beh so anche che sei l’unico a cui piacciono i ghiaccioli alla menta!”
“OH MIO DIO MA TU SEI VERAMENTE ME STESSO DAL FUTURO!!”
“Ssst! Non urlare o ci sentiranno!”
Cenere passato si mette una mano in fronte e quasi gli cedono le gambe per lo stupore. Tocca il braccio di Cenere presente, poi la spalla e il volto, tastando le guance “Mio dio… Sei veramente tu? Cioè io?”
Cenere presente si scrolla di dosso la mano invadente del suo altro sé “Piantala di toccarti! Sono io! Cioè siamo noi… Cioè non so bene come dirlo…”
“Ma… come hai fatto a viaggiare nel tempo? Hai inventato una macchina del tempo??”
“Beh non proprio inventato… l’ho solo costruita”
Cenere passato afferra il sé presente per le spalle “Devo vederla!!”
“Ok ok, non ti agitare… Credo si possa fare, ma devi prima mimetizzarti! Ecco, mettiti in testa questo mocio e anche i miei occhiali e fingi di essere una rockstar”
Mentre il sé passato si traveste, Cenere presente apre un pelo la porta dello sgabuzzino per controllare che la via sia libera “Sei pronto? Andiamo!” I due escono dallo sgabuzzino e si incamminano verso la macchina.

“Senti ma devi proprio fare tutte quelle scene con ogni studentessa che incontriamo?”
“Hai detto tu di travestirmi e non farmi riconoscere! Ho sempre sognato di fare la rockstar *blink*”
“Tsk, non ricordavo d’essere così idiota…” Esclama sconsolato Cenere presente “Comunque siamo arrivati”
Cenere passato si esalta alla vista della macchina “WOW! Hai costruito una macchina del tempo…” La sua espressione cambia in rassegnata “…con una 500 scassata del 2007?”
“Beh il futuro non è roseo come credi! Un giorno parleremo di recessioni, pandemie e guerre…”
“GIUSTO! Dove devo investire i miei soldi?? Diventeremo ricchi!!”
“Non sono qui per questo. Sono tornato per evitare che tu conosca quella pazza della tua futura ex”
Cenere passato inclina la testa di lato e risponde sarcastico “Ma che cos’hai che non funziona in testa?”
“Senti ciccio, questa è una love story, quindi stacca il cervello, lascia scorrere e divertiti!”

I due entrano in macchina dove Cenere passato finisce di ammirare estasiato i complessi circuiti temporali.
“Allora, torniamo al punto della questione: oggi conoscerai dei nuovi compagni di classe, tra cui lei” Cenere presente gli mostra la foto della sua futura ex.
“E questo è male”
“Esatto. Ti sentirai naturalmente attratto da lei, ma tu devi resistere! Quella cosa non è ciò che sembra. NON devi rivolgerle la parola per nessun motivo, siamo intesi?”
“Va bene… Ma questo qui a fianco nella foto sei tu, sembrate felici insieme…”
“HAI SENTITO QUELLO CHE HO DETTO?? NON DEVI PARLARLE MAI!!”
“D’accordo! Va bene! Ho capito! Ero solo curioso…”
Cenere presente si volta verso il parabrezza e poggia un braccio sul volante sospirando “Gli occhi a volte ingannano… Da fuori potevamo sembrare una bella coppia, ma lo sporco sotto il tappeto non può accumularsi in eterno… Come un virus si fece strada ogni giorno un po’ di più verso l’interno, fino al giorno in cui… Beh sappi solo che non fummo le sue prime vittime: dove passa lei rimane solo terra bruciata”
Cenere passato pensa d’aver compreso la situazione e annuisce “Ok, conta pure su di me!” Poi esce dalla macchina mentre Cenere presente mette in moto.
Cenere presente abbassa il finestrino “Buona fortuna”
Cenere passato lo saluta “Ci vediamo nel futuro!”
Cenere presente lo saluta col braccio fuori dal finestrino mentre si immette in strada e accelera fino a 142Km orari in pieno centro urbano. Un lampo con un tuono e Cenere presente scompare nel nulla. Cenere passato rimane lì, in piedi, a guardare la strada vuota dove le cartacce mosse dallo spostamento d’aria sembrano danzargli intorno.
 

Sabato 15 ottobre 2022 - ore 1:00 PM

Rientrato nel tempo presente, Cenere accosta a bordo strada e guarda la foto: la sua ex è sparita ed è rimasto lui da solo. La missione è compiuta: ha impedito l’incontro con la sua ex!
“Evvai!” Esulta, per poi appoggiare la testa al poggiatesta, chiudere gli occhi e tirare un sospiro di soddisfazione. Ora non gli rimane che riprendere la vita da dove l’aveva lasciata… Presto! Deve farsi bello! Ha un appuntamento con Nebbia! Perché si riduce sempre all’ultimo minuto anche ora che ha una macchina del tempo? Cenere ingrana la marcia e guida fino a casa dove corre a fare la doccia… Et voilà! Non ci è voluto molto, vero? Bello essere uomini! Cenere riprende le chiavi della macchina e si rimette in marcia per raggiungere la città di Nebbia, poco distante la sua.

Dopo aver cercato invano parcheggio per una buona mezzora, Cenere ne improvvisa uno di traverso tra due auto, stile Scuola di polizia, striscia fuori dal finestrino e si mette in cammino per raggiungere il vicino luogo dell’appuntamento: un romantico parcheggio degli autobus…
“Aspetta… ma non avrebbe dovuto esserci un parco qui? Fammi leggere il copione…” Cenere estrae il copione dalla tasca dei pantaloni “Appuntamento al parco… parco… AH ecco qui! Visto il regolamento… Vista la delibera numero… A causa di sopravvenuti problemi tecnico-strutturali e assolutamente non legati ad interessi economici, il progetto del parco è stato abbandonato a favore della costruzione di un parcheggio per gli autobus… Ci auguriamo che questo ambizioso progetto urbanistico porti rinnovamento bla bla bla… Firmato il sindaco” Cenere sbatte le braccia sulle cosce in segno di disapprovazione, ma poco male, vorrà dire che faranno una passeggiata per le vie del centro. Cenere si arrampica e si siede sulla struttura metallica che separa la banchina degli autobus dalla strada e guarda l’ora: sono le 4 del pomeriggio, ora dell’appuntamento. Si guarda intorno ammirando il paesaggio ed è tutto molto tranquillo: si sente il suono del traffico in lontananza e il ronzio del refrigeratore della macchinetta automatica che vende alimentari. C’è solo un autobus, fermo alla seconda banchina, col conducente che dorme.

Cenere guarda l’orologio: sono le 4:15 PM e Nebbia non si è ancora fatta vedere. Non gli avrà mica dato buca? Eppure è stata lei a fare la prima mossa! Prende il telefono per chiamarla… ma dov’è la conversazione Whatsapp? E dov’è il suo numero?? Il volto di Cenere si corruccia intuendo subito il problema “MERDA! Ho cambiato il corso della storia!” Svelto un brivido gli corre lungo la schiena “L’ho persa! Il nostro incontro sul regionale non è mai avvenuto!”
Improvvisamente all’entrata del parcheggio appaiono dei lampi *BOOM BOOM…* “Ma che diavolo…” *…BOOM* Al terzo lampo si materializza una 500 che entra nel parcheggio a velocità folle. *SCKREEECH* La frenata blocca le ruote e l’auto sterza finendo quasi in testacoda, disegnando sull’asfalto lunghe scie scure e fermandosi ad una ventina di metri da Cenere.
È un momento di stallo: l’auto è avvolta da una densa nube bianca originata dal radiatore in ebollizione, ma Cenere riconosce la sua auto. Ma chi è alla guida? Cenere si avvicina per indagare.
*Ta-clack* la portiera si apre, il conducente scende e urla “Cenere!”
Cenere si blocca e guarda la sagoma delinearsi in mezzo al fumo “Chi sei tu?”
Lo strano individuo esce dalla nebbia e finalmente Cenere lo riconosce “Nebbia!”
Nebbia gli corre incontro e lo abbraccia come se non lo vedesse da un secolo, poi lo guarda con gli occhi lucidi “Pensavo che non ti avrei più rivisto!” E lo riabbraccia.
Cenere, che ha raggiunto livelli di confusione mai visti prima, cerca di scrollarsi di dosso Nebbia prendendola per le spalle e allontanandola “Mi vuoi spiegare che diavolo succede?”
“Sniff… Sì giusto, hai ragione, tu non lo sai… Io non sono la Nebbia che dovevi incontrare oggi, sono la Nebbia del futuro!”
“La Nebbia del futuro? Questo spiega la macchina del tempo… ma non spiega cosa ci faccia tu alla guida!”
Nebbia non trova altro modo per dirglielo “Perché noi stiamo insieme!”
“COSA??”
“Nel futuro intendo… Sarai tu a mostrarmela e a raccontarmi come funziona e come l’hai costruita”
Cenere continua a guardarla di sasso: stanno anche insieme? Troppe cose tutte in una volta… Sbuffa e si mette a camminare avanti e indietro cercando di trovare un senso a tutto questo. Guida la sua macchina e dice che stanno assieme… ma perché tornare proprio qui? Cenere si ferma e mette le mani sui fianchi “È una bella storia, ma ancora non mi spiego perché tu sia qui!”
“Perché sei sparito!”
“Come sparito?”
“Volatilizzato! Scomparso nel nulla proprio davanti ai miei occhi! Usa pure tutto il vocabolario se vuoi! Non so cosa sia successo… ma sono sicura che è colpa tua! Devi aver fatto qualche casino nel passato!” Nebbia lo guarda incavolata.
“Casini nel passato? Hem…” Cenere si gratta la testa imbarazzato.
“CHE DIAVOLO HAI COMBINATO??”
“Ok ok lo ammetto: sono tornato indietro per impedire l’incontro con la mia ex…”
“COSA??”
“Volevo solo impedire al me passato di fare una simile cagata! Non pensavo avrebbe causato tutto questo...”
“Ma che motivo stupido! Non dirmi che hai pensato alla tua ex per tutto il tempo che siamo stati assieme!”
Cenere si irrita “Ma certo che no! È una storia chiusa da ben prima che ci incontrassimo!”
“E allora perché hai fatto una cosa così stupida??”
“Perché volevo solo sistemare le cose! Se avessi una macchina del tempo non fermeresti il passato te stesso dal fare simili cazzate?”
“BEL LAVORO! Complimenti! Adesso devi rimediare anche a questa di cazzata!”
Cenere risponde sprezzante “AH! Rimediare a cosa? Sono contento di aver salvato il me passato da quella pazza! Se sei venuta qui a pretendere che io alteri il passato per te sei fuori strada!”
Nebbia si sente ferita dalla freddezza di Cenere, del resto ha ancora in mente il Cenere innamorato di lei e non questo da primo appuntamento. Gli urla in faccia “Non hai sentito quello che ho detto?? Stiamo insieme!! Non significa niente per te?” Poi riattacca il cervello e volta lo sguardo “No… non significa niente perché ancora tu non provi nulla…” Mette le mani sui fianchi e sbuffa abbassando la testa.
Cenere è ancora sulla difensiva, cercando di capire se gli conviene credere a questa storia “Se è vero quello che hai detto, come mai sei tornata proprio qui, in questo momento e in questo luogo?”
Nebbia rialza la testa e risponde triste “Perché è il primo posto… tempo… insomma, evento a cui ho pensato. Se non ti avessi trovato al nostro primo appuntamento sarei tornata indietro al nostro primo incontro sul treno” Ma ecco che Nebbia ha un’idea e agguanta il suo telefono “HEY! Ti mostro le foto di noi due assieme!” Nebbia apre una foto ma c’è qualcosa di strano: non c’è Cenere! Così ne scorre un’altra e poi un’altra ancora, ma Cenere sembra essere stato cancellato. Nebbia fissa le foto senza sapere che cosa dire…
“È chiaro. È perché non ci siamo mai incontrati” Risponde Cenere.
Nebbia lo guarda “Allora adesso mi credi?”
“Non lo so… Non so cosa pensare… Certo ci sei tu, la macchina, gli eventi narrati sono corretti, nelle foto stai chiaramente abbracciando l’aria in modo innaturale… Ma una cosa ancora non mi torna: come fa la nostra relazione ad esistere, e quindi tu ad essere tornata qui dal futuro, se io ho impedito il nostro primo incontro?”
“Senti ciccio, questa è una love story, quindi stacca il cervello, lascia scorrere e divertiti!”
Cenere sospira “Allora è tutto vero!” Si avvicina alla macchina e si siede sul cofano cercando di pensare, ma si alza di scatto “AHI SCOTTA!”
“Scemo! Devi lasciarla raffreddare! Non vedi che sta ancora fumando?”
Cenere risponde con una smorfia saccente “Lo so! È l’abitudine…” Poi ritorna serio “Credo che io debba fare una scelta: o mi fido di te, del fatto che ci innamoreremo l’uno dell’altro e in futuro saremo felici, ma a patto di far soffrire il mio passato me stesso; oppure lascio le cose come stanno, senza conoscerti, ma con una tragica storia in meno sulle spalle”
Nebbia cerca di essere comprensiva “Non mi hai mai parlato della tua ex, ma noi stiamo bene insieme e non avrei fatto tutto questo se non ci tenessi a te. E so che anche tu l’avresti fatto per me”
“Credo che tu non ti renda conto di quello che ho passato. Pensavo di non farcela a superare tutto quello!”
“A volte servono delle grandi cadute per raggiungere grandi risultati. Non so perché il destino ci stia giocando questo brutto scherzo, non so perché ti abbia imposto questa scelta, ma tu sai che puoi farcela! L’hai già fatto una volta!”
Cenere rimane in silenzio pensoso.
“E poi ci sono anch’io nell’equazione! Non è facile per me trovare qualcuno con cui mi senta bene… Quando ci siamo incontrati sul treno mi hai fatto subito una buona impressione. Parleremo di questo in futuro ed è per questo che ti sono sembrata sopra le righe: era come se ci conoscessimo da sempre, siamo stati in sintonia sin da subito! Se lasci le cose come stanno non ci conosceremo mai e sarà peggio per entrambi, perché la nostra relazione non è qualcosa che si trova tutti i giorni, è qualcosa che di solito non accade in una vita intera, ma a noi è accaduto e io non voglio perderti!”
Cenere si guarda le scarpe pensoso per un po’, passandosi una mano sulla nuca. Alla fine alza lo sguardo verso Nebbia “Sembra quasi che una specie di patto sovrannaturale sia stato stipulato: l’incontro di due anime gemelle in cambio del mio madornale errore. Beh, le esigenze di molti contano più di quelle di pochi e se noi due siamo davvero fatti per stare insieme è il caso che metta il destino dalla nostra parte” Si alza dal cofano e le prende le mani “Sarebbe ingiusto se pensassi solo a me e non potrei vivere col rimorso d’averti perso per causa mia”
Nebbia si commuove e lo abbraccia affondando il volto nel di lui petto. Cenere le sussurra “Forse non si può alterare il corso prestabilito degli eventi senza scendere a patti con grandi compromessi”
“Sembra una via di mezzo tra il destino è già scritto e il destino è nelle nostre mani”
“E anche la mia idea di suggerire i giusti investimenti al mio passato me stesso è andata in fumo”
“Scemo”

E così, alla fine del lungo abbraccio, rabboccano olio e acqua nella 500 e Nebbia si prepara a tornare nel futuro. Cenere si appoggia col braccio al tetto della macchina guardandola dal finestrino “Sai, sarà dura per il mio me passato dover aspettare altri 7 anni per conoscerti”
“Beh dopotutto, anche se non ci siamo mai visti, eravamo più vicini di quanto pensi: facevamo la stessa tratta in treno *blink*”
“Ciao Nebbia”
“Ciao Cenere”
Nebbia si allontana scomparendo nel terzo lampo all’orizzonte, mentre a Cenere non resta che incamminarsi verso la sua 500 e tornare al 5 ottobre 2015 per impedire a sé stesso di interferire col passato, lasciando che il parcheggio degli autobus torni tranquillo, col conducente dell’autobus che continua il suo pisolino come se niente fosse successo.
 

Lunedì 5 ottobre 2015 - ore 8:40 AM

*SLAM* Cenere chiude la portiera dietro di sé. Sono le 8:40 e ha finalmente trovato parcheggio nei pressi dell’università. Cenere si avvia verso l’ingresso mentre si sente emozionato dall’essere di nuovo lì, alla sua vecchia università, in quel tempo passato.
“È proprio tutto come me lo ricordavo!” Pensa meravigliato, mentre lascia passare un carro di legno trainato dai cavalli.
“Mi scusi messere, non vorrei sembrarle scortese ma mi sembrate alquanto disorientato, anzi oserei dire fuori luogo, se mi perdona il termine, necessitate di aiuto?”
Cenere si volta verso la gentile studentessa in abito vittoriano “La ringrazio milady, ma c’è solo un uomo che può aiutarmi…” La saluta facendo un inchino e aggiustandosi il cappello, e si avvia di buon passo verso la sua vecchia classe. Ora non gli resta che intercettare il suo altro sé stesso e spiegargli tutto.
Cenere attraversa il giardinetto al centro dell’università per raggiungere la sua palazzina dall’altra parte, ma un imprevisto lo attende…
“Ssscusami, sai dov’è la classe T1k per caso?”
Un brivido ghiacciato gli corre lungo la schiena saltando di vertebra in vertebra: è lei, il demone! Cenere non sapeva si trovasse lì in quanto quel giorno arrivò in ritardo e il loro primo incontro avvenne in classe. Rapidamente si afferra il cappello nascondendo il volto e gira lo sguardo cercando di non trasparire alcuna emozione “Cosa? T1k hai detto? Mmm… Non ne ho idea, mi spiace” risponde tirando dritto.
Ma lei lo segue “Aspetta! Mi sono persssa e se potessi aiutarmi a trovare la mia classe te ne sssarei molto grata”
“Mi spiace ma vado di fretta” Cenere allunga il passo.
“Non correre cosssì, dimmi almeno il tuo nome!”
Cenere continua a camminare spedito senza degnarla di una risposta.
La creatura degli inferi fa finta di inciampare “OUCH! Hey mi sssono fatta male!”
Cenere tira dritto.
“Umpf! Tutti uguali voi uomini! Pensate solo a voi ssstessi!”

*SLAM* Cenere apre violentemente le porte della palazzina. Cammina di fretta e ha ancora la pelle d’oca, ma ora ha altro a cui pensare: deve trovare un posto dove nascondersi e aspettare il suo sé passato per spiegargli tutto. Ci sono studenti ovunque e sarà difficile trovare un posto tranquillo, a parte forse… quello sgabuzzino sembra fare al caso suo! Cenere si intrufola all’interno. È buio ma almeno è un posto tranquillo. Cenere accende la luce dell’orologio: sono le 8:50, non resta che aspettare che passi l’altro sé stesso e trascinarlo dentro.
Cenere tira un sospiro di sollievo allentando la tensione, ma una voce proviene da dietro di lui “Ciao Cenere”
“AAAHH!!” Cenere si allontana istintivamente schiacciandosi contro al muro.
*click* Lo strano tipo accende la luce. Cenere lo guarda incredulo “Tu sei… sei… me?”
“Esatto, sono te dal futuro”
“No non può essere… È impossibile! IO sono Cenere futuro tornato indietro per intercettare Cenere passato!”
“…e io sono Cenere futuro 2, tornato indietro per intercettare te, Cenere futuro 1, e impedirti di cambiare il passato. Semplice no?”
“Se tu sei qui… questo vuol dire che la mia interferenza nel passato porterà a delle gravi conseguenze nel futuro?”
“Sei un tipo sveglio! Tsk, ovvio, del resto sei me…”
“Quando hai finito di tirartela, anche se in effetti sei un gran figo, puoi spiegarmi che diavolo succede?”

E così Cenere 2 spiega tutta la storia a Cenere 1, di come il destino gli ha giocato un brutto scherzo e la scelta migliore per tutti è quella di lasciare le cose come stanno, senza interferire in alcun modo, nemmeno sui mercati finanziari, per poi poter incontrare Nebbia…
“Sul serio? E tu le hai creduto??”
“Umpf, sì perché lei non è come le altre!”
“OH MIO DIO! MA TI SEI COMPLETAMENTE RINCOGLIONITO NEL FUTURO??”
“Ssst!! Abbassa la voce per favore!”
“Cosa ti fa pensare che non ti abbia raccontato un sacco di balle?” Cenere 1 indica la porta “Ho appena incontrato il demonio qua fuori, ti sei dimenticato di quello che abbiamo passato? Ti sei dimenticato come le ragazze siano delle inguaribili manipolatrici sadiche egoiste sparapalle? Non posso credere che tu ci sia cascato di nuovo!”
“Oh mio dio! Sei me stesso solamente di un giorno prima ma sei proprio deficiente! Dopo tutte le prove che ti ho dato ancora non mi credi?”
“Umpf! Potrebbe averti semplicemente rubato la macchina del tempo!”
“NO! Sei tu che stai ragionando a caldo perché hai appena incontrato il demone e ora pensi che tutte le ragazze siano fatte in quel modo” Cenere 2 indica la porta “Quella è matta! E te lo concedo, le matte non mancano, e ti concedo anche il beneficio del dubbio su Nebbia. Io non ho la sfera di cristallo, non prevedo il futuro e non ho modo di sapere se tra me e lei funzionerà…”
“Ma veramente noi abbiamo una…”
“TACI! Dicevo, non so se tra me e lei funzionerà, posso solo fidarmi, ma fidarmi di prove concrete! Perché non trovo altra spiegazione a tutta questa faccenda se non un sincero interesse da parte sua. E tu vorresti mandare tutto a monte per salvare te stesso da Satana?
Cenere 1 sta vivendo un conflitto interiore: comprende le parole di Cenere 2, ma non può fare a meno di pensare ai pericoli di questa storia. Si guarda intorno insofferente, poi indica la porta col pollice “E tu avresti il coraggio di mandare Cenere passato dritto tra le grinfie di quella cosa?”
“È un male necessario”
“Umpf…” Cenere 1 non sa bene cosa fare. Si agita, guarda l’ora e sbircia fuori dalla porta dello sgabuzzino vedendo che Cenere passato è appena entrato nella palazzina.

“Chissà quali personalità interessanti conoscerò quest’anno…”

Cenere 1 si sta agitando sempre di più “MERDA! Non c’è più tempo!”
Cenere 2 risponde sicuro di sé “Cambiare il passato implica accettare costi troppo alti”

“Hisss”
“Uh? Mi è parso di udire un suono…” Cenere passato si guarda intorno ma non nota niente di strano “Mi sarò sbagliato…” E riprende a camminare “Sono estasiato dal riprendere lo studio!”

Cenere 1 è in piena crisi, paralizzato dal dubbio “Se lo lasciamo andare si farà del male! Che razza di persone siamo se non lo fermiamo??”
“Il genere di persone che lo aiutano a crescere”

Sussurro infernale “Sangueee”
“Oibò! Questa volta sono sicuro d’aver sentito qualcosa!” Cenere passato si guarda attorno ma senza notare nulla se non altri studenti che vanno e vengono “Credo che le mie orecchie mi stiano giocando un brutto scherzo…” E riprende a camminare.

Cenere 1 lo vede passare di fronte alla porta, ma questa volta non lo afferra, limitandosi a guardarlo avviarsi verso la classe. Poi un ripensamento, mette la mano alla maniglia per uscire a fermarlo, ma Cenere 2 lo afferra per il braccio “GUARDAMI! Quello sono io! Sono il me stesso più avanti nel tempo di tutti e questa è la scelta migliore, indipendentemente da come andranno le cose con Nebbia. Questa esperienza diverrà parte di noi e ci farà crescere. Certo all’inizio sarà difficile, ma se non lo lasciamo fare questa esperienza diverrà un adulto incapace di costruire relazioni mature, né con Nebbia né con nessun’altra”
Cenere 1 urla “LO SO!” Poi si rassegna “Lo so… Hai ragione…” E si volta a guardare la porta dell’aula che si chiude.

“Dai, ora andiamo” Cenere 2 esce dallo sgabuzzino e Cenere 1 lo segue fin fuori dalla palazzina. I due si ritrovano a passeggiare nel parchetto dell’università.
Cenere 1 sembra giù di morale e cammina silenzioso con la fronte rivolta verso il basso, così Cenere 2 cerca di rassicurarlo “Non essere triste, sei venuto qui per aiutare te stesso e ci sei riuscito! Solo non nel modo che pensavi”
“Lo so, me di 24 ore più vecchio, lo so…” Cenere 1 incrocia le mani dietro la testa e guarda in cielo “Sai sono contento che tu sia tornato qui a farmi cambiare idea. È incredibile quanto tu sia diventato più saggio in sole 24 ore!”
“HAHA! Beh il merito è anche di Nebbia. Sai, mi è sembrata tenere davvero a me e credo saremo una bella coppia”
“Per essere una bella coppia bisogna essere delle persone mature, ed essere maturi vuol dire aver fatto pace col passato, accettando quello che è stato e facendo tesoro di quanto appreso”
“Sono fiero di te Cenere 1, oggi sei diventato più maturo!”
“Ma non vorrei andarmene senza aver fatto proprio nulla…”
“Che cos’hai in mente?”

E così i due Cenere si salutano stringendosi la mano “Ciao Cenere 2, abbi cura di Nebbia nel futuro”
“Anche tu”
Entrambi scompaiono nel tempo con le rispettive macchine e ancora una volta lo spostamento d’aria fa volare le cartacce sopra le auto parcheggiate, tra cui anche la macchina del demone, con sul cofano due belle cagate fumanti.
 

Sabato 15 ottobre 2022 - ore 4:00 PM

È il giorno del primo appuntamento, di nuovo. Cenere parcheggia senza problemi vicino al parco (che è un parco e non un parcheggio degli autobus. Abbiamo fatto al sindaco un’offerta che non ha potuto rifiutare…) e cammina fino al ponticello sul laghetto, appoggiandosi alla ringhiera. Ha ancora 5 minuti di tempo, o anche di più considerando che le ragazze arrivano sempre in ritardo. Ma ora questo non è importante, l’importante è che abbia sistemato le cose! Sta per immergersi nei suoi pensieri quando…
“E così ti piacciono le papere! Avrei dovuto mettermi un fiocco in testa”
Cenere si volta “Nebbia! Sei in anticipo!” Poi cercando di fare il simpatico e mascherare un poco l’emozione “Non hai bisogno di vestirti da papera per piacermi”
Nebbia lo vede emozionato e prende la palla al balzo continuando a scherzare “Hey, non ti sarai mica già innamorato di me?”
Cenere le sorride dolcemente “Abbiamo tempo per quello…”

[soundtrack consigliata: Amy McDonald – This is the life]
   
 
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