Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Euridice100    15/01/2023    2 recensioni
Raccolta di one-shot in attesa di San Valentino | Rating variabile
Dal capitolo III - "(You make me feel) Like my troubled heart is a million miles away":
“Non aveva immaginato che la loro prima vacanza insieme si sarebbe svolta così – a dirla tutta, non aveva proprio immaginato una vacanza insieme. Non sa nemmeno se possa definire vacanza un finesettimana a pochi chilometri da Napoli, nella casa in cui Bucciarati ha mosso i suoi primi passi."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Sorpresa
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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And suddenly all the love songs were about you

 
I
“There is a light that never goes out”
 
 
Guido Mista ha gusti semplici: gli piace far festa, mangiare bene ed evita tutto ciò che ha a che fare col numero quattro. Una persona abbastanza ordinaria, non fosse per il piccolo dettaglio di essere guardia del corpo del Boss più potente in circolazione.
A diciott’anni Mista è salito su una barca dicendo di farlo per diventare un futuro Capo, ma già allora conosceva la verità: stava tradendo Passione non per ambizione, ma per fiducia in quell’adolescente biondo sbucato fuori dal nulla e già divenuto perno di molte esistenze.
Giorno Giovanna è riuscito nei suoi piani di conquista e il potere è saldo nelle sue mani. Certo, non mancano nemici occasionali, ma questo è un momento di quiete. Non si sa se e quanto durerà, ma Mista è un ottimista di natura e vuole goderselo a pieno.
Ci sono molte cose che vorrebbe godersi, in effetti. Per esempio, una normale relazione. Mista crede nel grande amore e s’impegna a cercarlo, per quanto ciò sia conciliabile con la sua vita. In effetti, deve ammettere, è proprio questo il maggior ostacolo, e non (solo) per i ritmi e i rischi.
Eppure avrebbe dovuto immaginarlo: trascorrere tanto tempo fianco a fianco con una persona è pericoloso. Scoprirne ogni aspetto, anche le debolezze che si nascondono persino a se stessi, porta ad affezionarsi, il che per un romantico come lui è spesso e volentieri sinonimo di un’altra cosa.
No, Mista non vuole usare paroloni. Non sta bene mettere in mezzo sentimenti così importanti senza esserne certi, quando l’oggetto dei desideri è il proprio Boss. Anzi – proprio perché l’oggetto dei desideri è il proprio Boss, certi pensieri è meglio strapparseli dalla testa. Diciamo che Mista è molto felice quando sta con Giorno. Che ogni volta sente il cuore cantare e sei vocine investirlo di domande – Mista, ma tu lo hai mai visto con qualcuno? No, chissà perché, bello com’è può avere chi vuole! L’altro giorno ti ha guardato e ti ha sorriso, no? Mista, ma non è che gli piaci tu? Perché non gli chiedi che fa stasera? Mista, ja, fallo, che ti costa, dai, su, ma… Ci stai ignorando? Mista, non ignorarci – MIIISTAAA!
In ogni caso, non è il momento per pensare a certe cose. È aprile: il mese in cui il passato torna col suo carico da novanta.
GioGio ha fatto costruire un Mausoleo per i compagni caduti. Ci andranno anche loro, e Fugo ovviamente, quando arriverà la loro ora. Con certi lavori meglio essere previdenti, Giorno ha commentato, e a suo modo Mista non ha potuto dargli torto. In ogni caso, quando ci va, Guido evita a tutti i costi di guardare l’ultimo loculo a destra: è vuoto e prega che resti tale per ancora molto, moltissimo tempo.
La visita al Mausoleo e la Messa il 6 aprile sono appuntamenti fissi da dieci anni, sempre, anche quando uscire di casa poteva significare non rientrarvi più. Mista va da solo il giorno prima per preparare tutto, ma quest’anno, complice il periodo di tregua, Giorno ha deciso di accompagnarlo.
E Guido non si opporrà certo.
Giorno lo osserva sistemare i fiori – sempre i più rigogliosi, i più belli per loro. Tra un lavoro e l’altro, Mista sbircia la sua espressione: è seria, assorta anche più del solito. Oggi i lunghi capelli dorati carezzano liberi il volto dai tratti più marcati. Somiglia molto al padre, la cui fotografia conserva gelosamente.
- Mista – il silenzio è rotto da una domanda improvvisa – Tu pensi mai a loro? -
L’uomo batte le palpebre perplesso. Finisce di sistemare le zagare nel portafiori di Narancia prima di rispondere.
- Siamo qui ora, – fa il segno della croce e si rialza – Ovvio che li penso. Che li pensiamo. -
Giorno scuote il capo.
- Non intendevo questo, – nelle parole c’è una nota di frustrazione impercettibile ai più, ma Mista ormai è in grado d’interpretare ogni sfumatura della sua voce – Quando non veniamo a trovarli, tu pensi a loro? -
È assurdo che in tanti anni non abbiano mai davvero affrontato l’argomento. Assurdo e sensato: prima Passione da ricostruire, l’urgenza di stanare i nemici e stabilire nuove alleanze, poi la costante necessità di consolidare il potere, e questo pericolo e dopo quell’altro ancora, il sogno del Boss sempre minacciato…
Non c’era tempo. Non c’era modo. Non c’era…
Nel loro mondo, realizza Guido forse per la prima volta fino in fondo, non c’è spazio per i sentimentalismi. Figurarsi per altro, allora.
- Sì. Ci penso ogni giorno. -
Giorno tace. Anche alla scarsa luce della cappella, Mista nota che ha aggrottato la fronte, come se stesse riflettendo. Per lui non è facile parlare di emozioni, la sua guardia del corpo se n’è accorta ormai da tempo. In circostanze simili, il Boss si morde le labbra – un gesto stranamente tenero e feroce a un tempo.
- Io provo a pensarci il meno possibile, – Giorno parla a voce bassa, ma non per questo meno chiara – Ero, sono pronto a tutto per i miei obiettivi, se tornassi indietro farei tutto allo stesso modo: Bucciarati condivideva le mie idee e vi ha permesso di scegliere se seguirmi o meno. Ma, ogni volta, queste mi sembrano solo scuse per zittire la coscienza. Che persone sarebbero ora, se… Se fossero ancora vivi? -
- Nari stava ancora a litigare con Fugo per tutt’ ’e ccose. Scusa, Nari, – Guido sorride alla lapide in marmo chiaro – È la verità, lo sai. Con l’età si peggiora, quindi immagina Abbacchio ancora più finto musone del solito. E Bucciarati… – deve tacere per un attimo. Deglutisce – Magari Bucciarati, sotto sotto, voleva ritirarsi. Era da mò che se n’era tornato a vivere nella casa di suo padre, se ne starebbe sempre in barca. E Abbacchio lo andrebbe a trovare. -
Il più giovane annuisce. Ha trascorso col team appena una settimana, ma anche lui ha intuito subito il segreto che tutti conoscevano e fingevano di ignorare.
- Giorno, – riprende Mista, e stavolta guarda l’altro dritto in volto – Se Bucciarati ti ha dato retta lo ha fatto perché ha visto qualcosa in te, e il tempo gli ha dato ragione. Abbiamo deciso noi di fare la cosa che ci sembrava più giusta, credere in lui e in te. Io, gli altri… Tutti conoscevamo i rischi di seguire due pazzi come voi. Non è stata colpa tua. Se io sono ancora qui, è solo questione di fortuna. -
- Avevi messo in conto di non farcela? -
- Se pensi troppo a queste cose ti attiri la malasorte, GioGio, lo sanno tutti. Però alle volte, diciamo… Ho avuto paura. E va bene così. Va bene avere paura, – ripete, tanto al Boss quanto a se stesso.
Giorno gli restituisce il suo sguardo verdazzurro.
- Grazie per avermelo detto. -
Non c’è bisogno di questo ringraziamento. Ma Giorno è sempre così educato, al punto che Abbacchio sospettava lo stesse perculando. Pian piano, invece, Mista ha avuto modo di capire che no, Giorno non finge, è fatto così – tanto gentile e lieve quanto micidiale e spregiudicato. Giorno distrugge e cura: due lati della stessa medaglia, due nature che in lui perdono ogni contraddizione e diventano quel che Giorno, agli occhi di chi gli sta accanto, è.
La perfezione.
A breve Mista si chiederà cosa gli è passato per la testa, se anche l’ultimo residuo di cervello lo ha abbandonato; però, quando afferra e stringe la mano di Giorno, nella sua testa non ci sono vocine impiccione, non ci sono dubbi, non ci sono domande. Lo fa e basta.
GioGio intreccia le dita alle sue – ed è una scossa diversa da tutte quelle che Guido ha provato finora, una scossa più intensa di un orgasmo, più forte dell’adrenalina di uno sparo.
E anche se il mondo non è posto per i sentimentalismi, forse, in un Mausoleo a Napoli c’è spazio per la speranza.
 
 
 
 
Il titolo della fic viene dall’omonimo capolavoro degli Smiths.
Nella storia Fugo è appena menzionato, ma è (per quanto possibile) felice e contento. Tutto è andato come narrato in Purple Haze Feedback.
 
 
N.d.A.: Ritorno con un nuovo progetto: una raccolta di tre oneshot in attesa di San Valentino. Si parte con la primissima GioMis della mia vita: lascio a voi ogni commento a riguardo, dal canto mio posso dire solo di essere riuscita a scriverla in pochissimo tempo (incredibile per una lumaca come me!) e di essermi divertita molto nella stesura, il che è la cosa più importante. Il vostro parere sincero è, come sempre, benvenuto e desiderato.
Mi potete trovare su Twitter, Tumblr e Ao3, dove pubblico le traduzioni.
Ci si rilegge tra un paio di settimane col secondo capitolo, o magari anche prima, chissà. :)
Bacioni e grazie di vero cuore per aver letto fin qui!
Euridice100
 
 
P.S.: NON SI RIPUBBLICANO LE STORIE ALTRUI SENZA PERMESSO E SENZA I DOVUTI CREDIT.
   
 
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