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Autore: EllyPi    16/01/2023    0 recensioni
Dopo un evento sconvolgente, Murtagh si trova a scrivere di getto per schiarirsi le idee, scoprendone con sua delizia il potere guaritore. Per proseguire nel processo di ritrovamento di sé decide di sfruttare questo mezzo, mettendo sotto indagine la sua intera anima e le sue relazioni personali.
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La storia si riferisce a eventi descritti in 'Destino', perciò consiglio caldamente la lettura per comprendere i riferimenti in queste lettere del nostro benamato personaggio. Le lettere seguiranno un arco temporale piuttosto ampio relativo agli avvenimenti di 'Destino' perciò la pubblicazione delle lettere sarà parallela agli avvenimenti dall'altra parte per non essere spoiler.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Murtagh, Nasuada | Coppie: Selena/Morzan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Cara mamma,

Madre,

Vi scrivo in seguito a un evento che mi ha fatto pensare a voi. Non che io non vi pensi. Anzi, per quanto io di fatto una madre non l’abbia praticamente avuta, mi ritrovo a pensare tuttora a voi così spesso da esserne infastidito. Ne sono infastidito perché, per quanto io sappia che eravate un’assassina tra le più fredde e disumane, la maternità vi aveva cambiata, anche se solo un poco.
Quanto bastava, comunque, per amare un bambino che rappresentava null’altro che un ostacolo e una debolezza, come amava ricordarmi mio padre.

Vi penso perché per quanto io abbia desiderato avere una madre un giorno, purtroppo questo mio sogno non si sia realizzato. Ma il Destino mi ha messo a fianco una tra le madri migliori mai esistite: mia moglie, Nasuada. Oggi è nata la nostra seconda creatura, nostra figlia, Órlaith.
A poche ore dall’inizio della sua vita posso già affermare di amarla.

Ora la mia vita si è arricchita di un altro essere femminile, che spero erediti il carattere e l’intelligenza di sua madre. Anche la bellezza, ma non è questo il miglior pregio di Nasuada. Anche lei è una donna forte come lo siete stata voi, vi basti pensare che durante il nostro primo incontro ha voluto dimostrarmi di non essere una fanciulla fragile, battendomi nella scherma con le picche.

Io e lei abbiamo legato perché siamo stati entrambi vittime dello stesso destino: i nomi dei nostri padri ci oscuravano, e il resto delle persone pensava di poterci giudicare in base alle loro azioni, dimenticandosi le nostre nell’oblio.

Io ho creduto in lei sin da subito, e lei in me. È stata una delle poche persone che nella mia vita mi abbiano creduto capace di pensare con la mia testa, senza seguire quella che era l’eredità lasciatami da Morzan.

È stata lei a salvarmi, a rendermi libero, sapete?

E ora, condividiamo un letto, dei figli. La prima volta che i miei occhi si sono posati su di lei, fu proprio su un giaciglio. Io ero prigioniero e lei una carceriera che mi aveva dimostrato più pietà e rispetto del mio stesso padre. Il Destino ha un senso dell’umorismo tragico, a volte.

Io ero restio, allora, ad aprirmi. A lasciare che qualcuno mi dimostrasse che non sono io l’unica persona nel mio mondo che debba importarmi. Ma lei, sofferente, mi ha dimostrato che il sacrificio per amicizia e amore, se sinceri, vengono ripagati.

Sono scappato, volato via su un drago come sognavo di fare da bambino, senza mai più tornare. Per stare da solo, pensando che non avrei sofferto se mi fossi isolato.

Eppure, il dolore non aveva smesso di pulsare in me e nel mio drago.

Ma senza entrare troppo nel dettaglio di come ci siamo ritrovati, torniamo al presente. Ho due figli, proprio come voi. O meglio, lo stesso numero partorito da voi.
Finiarel e Órlaith sono la gioia della mia esistenza, le bende alle mie ferite. Per quanto io venerassi la mia persona, non v’è modo di autoincensarsi in estensione maggiore di quanto non faccia l’amore di due bambini. Comprendo cosa fosse cambiato in voi, già dopo avermi messo al mondo. Però devo scusarmi perché la sofferenza nata assieme a me non è stata univoca: se il gusto del vostro latte era solamente amaro, i miei abbracci o i miei sorrisi dovevano essere come pugnalate per voi. Non per colpa nostra, ma per colpa di Morzan.

Vi chiedo scusa ancora per non essere stato un bravo figlio, per non avervi curato le ferite, per aver peggiorato la sofferenza, eppure non potevo fare altrimenti, nel contesto in cui eravamo prigionieri.

Vi prometto che farò tesoro dell’amore dei miei figli, e dei suoi benefici. Continuerò a pensarvi, malinconicamente e talvolta rabbiosamente, ma vi prometto che non verrete dimenticata come il vostro volto.

Guarirò la mia amarezza rispetto al vostro pensiero, poiché non posso più essere un figlio migliore, darvi l’affetto che meritereste ora che il contesto è cambiato.

A presto,

Vostro figlio Murtagh

  
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