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Autore: thequeenofdrama    21/01/2023    1 recensioni
Era stata Adelaide a chiedergli di raggiungerla in villa quel pomeriggio, non poteva essere un brutto segno, no? L’aveva chiamato meno di un’ora prima, voce pacata, ma nessun cenno di dolcezza, più che una richiesta, quella di Adelaide era stata un’invitante imposizione, come sempre, eppure Marcello, questa volta più del solito, aveva corso come un pazzo per arrivare da lei il prima possibile.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Marcello deglutì e si strofinò le mani sui pantaloni, nel fallace tentativo di frenare la sudorazione eccessiva, causa un mix di nervosismo ed adrenalina che sembrava completamente incapace di tenere a freno.

Eppure doveva calmarsi, non poteva presentarsi da lei in quelle condizioni, in primis perché sarebbe stato imbarazzante, si sarebbe qualificato come un ragazzino alla prima cotta, e poi, lei non avrebbe sicuramente perso l’occasione di farglielo notare, con una delle sue taglienti battute sarcastiche. 

In fondo, era stata Adelaide a chiedergli di raggiungerla in villa quel pomeriggio, non poteva essere un brutto segno, no? L’aveva chiamato meno di un’ora prima, voce pacata, ma nessun cenno di dolcezza, più che una richiesta, quella di Adelaide era stata un’invitante imposizione, come sempre, eppure Marcello, questa volta più del solito, aveva corso come un pazzo per arrivare da lei il prima possibile.

Sapeva bene che il primo passo sarebbe toccato ad Adelaide, questa volta, aveva atteso un cenno per tutto il fine settimana, ma aveva rispettato la richiesta di lei di prendersi un po’ di tempo per riflettere e forse, quella pausa aveva fatto bene anche a Marcello. Almeno così pensava, prima di trovarsi di fronte al portone di Villa Guarnieri. Sospirò, prima di bussare.

I pochi passi che gli servirono per raggiungere il salone, gli sembrarono i passi più pesanti della sua vita, perché l’incognita di quello che sarebbe accaduto, di quello che si sarebbero detti, pesava sul suo cuore come un macigno. Marcello aveva perso ogni traccia di sicumera, di tracotanza, forse perfino di familiarità con quel luogo. Si sentiva piccolo, forse più della prima volta in cui ci aveva messo piede, proprio adesso che invece avrebbe dovuto sentirsi l’esatto opposto. D’altronde, non poteva certo pretendere che il successo della sua vita lavorativa combaciasse con quello della sua vita personale, sarebbe stato troppo, no?

Quando finalmente mise piede nel salone, la sua attenzione fu catalizzata immediatamente da Adelaide, fasciata nel suo abito rosso, seduta ad un angolo del divano, le gambe accavallate, e le mani elegantemente posate in grembo.

Marcello strinse i pugni e puntò i piedi a terra, per evitare di correre da lei e prenderla tra le sue braccia, proprio come aveva fatto solo due giorni prima. Troppo vivido ancora il ricordo della pelle morbida di Adelaide sotto le sue dita, dei sospiri di lei spezzati dall’eccitazione, del loro modo di incastrarsi così perfettamente, da fargli quasi paura. Eppure lo avrebbe rifatto altre mille volte.

“Marcello.”

Lui non aveva nemmeno la forza di pronunciare il suo nome, perciò resto in silenzio, in attesa.

“Accomodati.”

Aggiunse lei, e Marcello avvertì una nota piccata nella voce di Adelaide. Stava giocando col fuoco, se ne rendeva conto, ma non riusciva ad essere lucido, gli mancava l’aria. Anche se lei l’aveva appena chiamato per nome e continuato a dargli del tu, e questo gli restituì un po' di speranza.

Si sedette al lato opposto del divano e lei lo guardò stranita, sollevando un sopracciglio, per poi fargli un semplice cenno con la testa, che Marcello colse subito come un invito ad avvicinarsi, e così fece, spostandosi, un po’ goffamente, accanto a lei. Di sottecchi, le vide accennare un sorriso.

“Nel fine settimana qualche gatto ti ha mangiato la lingua?”

Quel tono sarcastico e saccente lo scosse dal suo torpore fatto di dubbi ed insicurezze, strappandogli un sorriso. Non riusciva ancora a guardarla negli occhi, perciò li tenne fissi sulle sue mani, che giocavano coi lembi della giacca.

“No. No, è che…”

“Che?”

“Perché mi ha… hai chiamato?”

Adelaide sollevò il sopracciglio, per l’ennesima volta in cinque minuti.

“Mi vuoi costringere a spiegare l’ovvio?”

Fu in quel momento che Marcello, punto sul vivo, si girò finalmente a guardarla.

“Se te lo sto chiedendo, evidentemente non lo trovo così ovvio.” 

Rispose, piccato, e marcando di più quell’ultima parola. Questa volta Adelaide non provò nemmeno a nascondere il suo sorriso, ma ebbe finalmente compassione di Marcello, e poggiò una mano su quella di lui, stringendola piano.

Istintivamente, Marcello girò il palmo verso l’alto, ricambiando la stretta, aggrappandocisi, quasi, come se gli fosse stata tesa un’ancora di salvezza.

“Non c’è bisogno di essere così teso.”

Gli disse lei, la voce bassa, rassicurante, gli occhi che finalmente si illuminavano della stessa dolcezza in cui Marcello si era perso due notti prima, nella penombra della camera di lei, nel suo letto, mentre affondava in lei, corpo e anima.

Quella connessione era ancora lì, tra loro, elettrica, vivace, anche se al momento passava solo tra i loro sguardi e le loro mani. 

“Vorrei baciarti.”

Disse lui, senza pensarci, ma non fece in tempo a pentirsi delle parole azzardate, perché fu Adelaide a sorprenderlo, con quello che gli rispose.

“Rapido.”

Un avvertimento, ma anche un invito, mentre le labbra di lei si schiudevano in un sorriso e le loro mani si stringevano più forte.

Istintivamente, Marcello si guardò intorno, poi, con la mano libera, salì ad accarezzare il collo di Adelaide, sfiorando la pelle con una piccola carezza del pollice. Si chinò verso di lei e catturò quelle labbra morbide con le sue, i loro corpi che istintivamente si facevano più vicini, mentre le bocche si schiudevano e quel bacio si trasformava in qualcosa che di rapido aveva ben poco.

Per fortuna, nessuno li interruppe. Si staccarono solo per riprendere fiato, guardandosi negli occhi, per poi scoppiare a ridere.

“La capacità di obbedire non è mai stata una delle tue qualità.”

Lo stuzzicò Adelaide, ma senza lasciar andare le sue mani, che adesso stringeva entrambe nelle sue.

“Mi conosci.”

Replicò Marcello, sollevando le spalle e continuando a sorridere.

“Quindi…”

Indagò lui. Adelaide annuì, senza aggiungere altro. Marcello sentì tutta la tensione accumulata in quel fine settimana, finalmente sciogliersi.

“Ti prometto che starò molto attento al Circolo, non farò gaffe.”

Dichiarò Marcello, annuendo con convinzione, ma Adelaide scosse la testa.

“Non mi interessa.”

Lui la guardò, un’ombra di confusione nei suoi occhi scuri.

“In passato mi sono preoccupata troppo dei pettegolezzi, Marcello, non ho più intenzione di farmi condizionare. Ovviamente, se sei d’accordo.”

L’ultima frase la sussurrò più piano, lasciando trapelare un velo di incertezza lei stessa.

Marcello ci mise qualche secondo a metabolizzare la notizia. La Contessa di Sant’Erasmo non solo non si era mai vergognata di farsi vedere in sua compagnia al Circolo, ma addirittura pensare di non nascondere quello che stava nascendo tra loro, a Marcello sembrava pura utopia.

Eppure la fermezza con cui Adelaide lo stava osservando, in attesa della sua risposta, non lasciava spazio al minimo dubbio.

“Chi sei e cosa ne hai fatto della Contessa di Sant’Erasmo?”

Adelaide rise, di una risata piena, gioiosa, che gli scaldò il cuore.

“In questo istante, sono semplicemente Adelaide.”

Sussurrò poi lei, la voce che le tremava leggermente.

Marcello strinse di più la presa sulle mani di lei, poi se le portò alle labbra, baciandole entrambe, prima una, poi l’altra, senza staccare gli occhi da quelli di Adelaide.

“Per me, non conta nient’altro.”

Questa volta, fu Marcello a notare la tensione abbandonare il corpo di lei, mentre il sorriso tornava ad illuminare quel volto perfetto.

“Quindi, che ne dici di andare di là?”

Le propose, ammiccando con lo sguardo.

Adelaide gli diede un buffetto sul braccio.

“Sei tremendo.”

“Ho aspettato tutto il fine settimana!”

Marcello si aprì in un sorriso sornione, scoprendo i denti bianchi e facendo spallucce.

Per tutta risposta, Adelaide si alzò con grazia, tendendogli poi la mano, che lui afferrò immediatamente.

“Non credere che sarà sempre così facile, Barbieri.”

Marcello le passò un braccio intorno alla vita e le rubò un bacio sul collo, mentre si avviavano insieme verso la camera di Adelaide, ridendo come due ragazzini.

Aveva fatto bene a prendersi il pomeriggio libero, pensò Marcello, mentre si chiudevano la porta alle spalle, lasciando il resto del mondo fuori.

   
 
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