Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: celestialslug    22/01/2023    0 recensioni
Vi è mai capitato di essere infastiditi da qualcosa che non dovrebbe essere dov'è?
Una mosca in un piatto, una macchia su un quadro.
Questo lo prova la brava gente, in un giorno di inverno, alla vista di un uccello nero sul davanzale di un palazzo.
Genere: Dark, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era un giorno di freddo pungente, forse il più pungente di quell'inverno. In giorni come quello lavorare non è cosa, perché ti si intorpidiscono le mani e ti si arrossa il naso e compiere qualunque azione diventa impossibile; o almeno così pensa chi può permettersi di lavorare un po'quando vuole, chi non lotta ma vive bonariamente la propria vita agiata. Quel tipo di vita che in un giorno come questo, ti permette di uscire tutto agghindato per le vie della città, avvolto in una sciarpa calda di un qualche tessuto costoso e in un cappotto ricamato di chissà quale marca lussureggiante. E percorrere le strade in giornate come questa è proprio un piacere in giorni così gelidi, perché giorni gelidi come questo spingono tutta la brava gente, quella del ceto alto, ad uscire a fare compere, diventando una deliziosa occasione per incontrare vecchie conoscenze: scambiare qualche chiacchiera, vantarsi con qualche ricco non ricco abbastanza, scoprire le novità più interessanti delle famiglie più conosciute, e tanti altri passatempi sociali propri di chi ha poco da fare. Sembrava quasi un dipinto impressionista, o la magica ed innevata San Pietroburgo di un libro del secolo scorso, tutto perfetto insomma. Quasi. A rovinare la perfezione di una giornata del genere, c'era come uno scarabocchio in quell'orizzonte magnifico, una macchia nera nel centro del dipinto o una parola fuori luogo in quel vecchio libro. Una bruttura infima che però disturbava lo sguardo, infastidiva e faceva venire l'orticaria per quanto fosse fuori posto. Sembrava fosse un uccellaccio nero e lurido, gigantesco nelle dimensioni, appollaiato sul davanzale di un'alta finestra di un palazzo proprio sopra alle strade in cui la brava gente passeggiava e si intratteneva. Questo uccello lurido aveva stracci come piume ed il suo verso non era un cinguettio ma un fastidioso pianto. Ad osservarlo bene, per Dio! Non era un qualche volatile, ma un uomo seduto sul cornicione. E questa scoperta era ancora più grottesca, un uomo in quelle condizioni risultava ancora più rivoltante e fastidioso, che aveva da piangersi? Non poteva piangere lontano da tutta quella brava gente uscita nella tranquillità di quelle strade? Presto quella macchia di sporco nero attirò l'attenzione dei passanti e qualcuno ogni tanto si fermava addirittura a provare a farlo andare via. "Ma che fate lassù? Scendete! Non avete di che lavorare" L'uomo alla finestra, in mezzo al piagnucolio, rispose: "No! Ho perso il lavoro! Non ho più un soldo né uno scopo, vi prego aiutatemi!" Ma l'uomo in basso, aggiustandosi la bombetta infastidito, gli inveì contro. "Aiutarvi?! Scherzate, di grazia? Non sono certo un nulla facente come voi, straccione, ho già i miei problemi!" E andò via, distratto da qualche ragazza più giovane o da qualche negozio con una bella vetrina. Il pover'uomo fu lasciato solo, almeno finché non si fermò una donna vestita elegantemente, che gli domandò: "Ma che fate?! Scendete! Non avete una moglie che vi aspetta?" E l'uomo alla finestra, tra i singhiozzi rispose: "No mia signora! La mia donna mi ha lasciato per un uomo più ricco e più bello!" E la donna elegante lo squadrò meglio e, ridacchiando si allontanò. "Non ne dubito, uno straccione così lercio è tanto che l'abbia avuta una moglie." L'uomo rimase nuovamente solo, finché l'ennesimo passante non provò a tirarlo giù, un uomo paffuto, con rotonde guance rosse. "Ma che fate?! Scendete! Fa freddo, tornate alla vostra casa!" E l'uomo alla finestra, ancora in lacrime rispose: "Non posso buon uomo! Non ho più casa, non ho posto al mondo, non ho più niente!" E l'uomo paffuto, infastidito da quella visione non seppe dirgli altro che: "E allora fatela finita e smettete di importunare la brava gente, che ha di meglio a cui pensare!" E l'uomo alla finestra lo fece, si buttò dal cornicione su cui era seduto, come se quell'uccellaccio lercio avesse preso il volo, per poi precipitare al suolo. Ma nemmeno così furono soddisfatti, il sangue schizzò sui bei vestiti di chi passava, la strada fu presto chiusa ed il marasma impedì di camminare. Anche da morto, era una macchia, un fastidio, per quella brava gente.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: celestialslug