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Autore: ladypink88    22/01/2023    2 recensioni
Laura non è e una ragazza famosa, tanto meno un personaggio importante. Ma quello che si ritrova a vivere è l'incubo di una dipendenza da una droga legalizzata : per risolvere un problema, si ritrova poi a doverne affrontare un altro più grande. Ma questa è anche la storia di un cammino che la porterà verso una silenziosa, ma avvincente vittoria. Intrecci, storie, sentimenti. Un amicizia, un amore, un amante. Due vite che si uniscono in una promessa che sa di eterno.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Quella mattina Max si era ritrovato inaspettatamente solo in ufficio. Era stato avvisato da una rapida telefonata di Roberta che quel giorno avrebbe dovuto cavarsela da solo e che nel corso della mattinata avrebbe inviato in agenzia sua figlia con un plico di documenti dei quali avrebbe dovuto occuparsi quel giorno.

Sbuffò sonoramente.

Diede una rapida occhiata alle scartoffie in ufficio e alle due postazioni delle sue responbili :solo da quello iniziava la differenza tra le sue donne era chiara come l'aria.
La scrivania di Anna era ordinata e quasi impeccabile, ogni cosa aveva il suo posto, e osservarla era sicuramente un piacere per la vista. 
Lo stesso non si poteva dire per la postazione di di Roberta, dove il caos regnava sovrano e una moltitudine di post-it colorati erano appesi qui e lì.

Ricordava con un sorriso il momento in cui la sua responsabile mora lo avvertì :
" Che non ti venga mai in mente di ordinare gli appunti sulla mia scrivania!" lo ammonì con un tono che era tra lo scherzo e la minaccia.
Max alzò un sopracciglio osservando la postazione della sua responsabile :
" Ordinare?" chiese con un tono poco convinto.
Roberta non potè fare a meno di notarlo e decise di metterlo in difficoltà.
" No , cioè, non intendevo dire questo. In realtà io... " iniziò a farfugliare Max con voce timorosa.

Dopo averlo messo in difficoltà ed aver trattenuto a stento una risata, Roberta non ne potè più e scoppiò a ridere:
" Ok ok rilassati giovanotto, sei stato fin troppo diplomatico. Sono una disordinata cronica, ma odio che si metta mano nelle mie cose. Intesi?"
Max , senza parole, si lasciò scappare un sorriso.
" Ok, capito!" Si limitò a dire.
E si rimise al computer a lavorare.


Sicuramente le due postazioni riflettevano molto le personalità delle sue due responsabili : una più riservata e precisa, l'altra più estroversa e creativa. E le due donne erano riuscite a creare un team vincente ognuna apportando le proprie caratteristiche.
Solo che quel sabato mattina, per la prima volta, Max si ritrovò solo a gestire l'agenzia. Aveva ricevuto una breve telefonata da Roberta, la quale con voce iperraffreddata le aveva fatto sapere che non si sentiva bene e che le avrebbe fatto avere da sua figlia la documentazione su cui lavorare.

Perciò, in quel momento, oltre a gestire un paio di clienti che erano venute per prenotare dei biglietti del treno, non aveva molto da fare. Sospirò e pensò che forse era il caso di approfittarne per andare a prendersi un caffè. Fece per alzarsi quando ascoltò la porta dell'agenzia aprirsi. Pensò fosse l'ennesimo cliente, ma quando alzò lo sguardo strabuzzò gli occhi.
" Buondì sono la figlia di Roberta la resp..." disse la ragazza.

"Laura! Che ci fai qui!" esclamò Max.
La brunetta si girò e rimase senza parole per un paio di secondi.

" Io? Cioè... sei tu l'apprendista di mia madre?!?"

Entrambi si osservarono sorpresi ed esclamarono all'unisono:

" Certo che il mondo è piccolo!".
E dopo essersi accorti di aver parlato assieme scoppiarono a ridere.

Laura esclamò :
" Minuscolo direi!Tu pensa che neanche sapevo ti fossi messo a lavorare!Come mai? " chiese , rendendosi conto che era da qualche settimana che non vedeva Max a lezione.
" Dato che non ci sono clienti stavo andando a prendermi un caffè. Vuoi farmi compagnia che ti racconto? " propose il ragazzo.
" Volentieri!" annuì Laura.
Dopo di che appoggiò la cartelletta dei documenti che le aveva lasciato sua madre sulla scrivania di Max.

" E questa è la documentazione che mi ha lasciato mia madre!" sottolineò la ragazza.
" Te la metto qui, perchè con la testa che ho è facile che poi me la dimentichi!".

Il castano guardò lo spessore della cartelletta e sospirò :
"Ho di che dilettarmi questo pomeriggio allora!".

Si avviarono verso il bar accanto e Max chiese :
" Cosa desideri? "
" Un cappuccino grazie!"
" Niente brioches?"

Laura pensò ai pantaloni che avevano iniziato a stringerle la vita e optò per un no.
Pochi minuti dopo erano entrambi seduti ad un tavolino : lei gustandosi il suo cappuccino, lui un caffèmacchiato.

" Ancora faccio fatica a crederci! Non pensavo avessi lasciato l'università!" esclamò sorpresa la brunetta.
" Non pensare che sia stata una scelta semplice..." sussurrò Max.
Lei annuì. Sembrava che per lui fosse un argomento delicato, quindi non le sembrò il caso di interromperlo.
" A dire il vero ero diventato apatico, mi sembrava di sprecare il tempo andando all'università, e quindi ho deciso di iniziare a cercarmi un lavoro!"
Lei lo osservò con attenzione :
" Hai fatto una scelta coraggiosa. Non è da tutti! E poi chissà, magari un domani potrai sempre riprendere gli studi..." 
" Solo se dovessi rendermi conto che veramente mi serviranno. Per carità so che che un titolo universitario conta... ma mi sembrava di stare lì a perdere tempo. Nel caso ci penserò!"
Laura apprezzò il suo approccio pratico.
" Non hai tutti i torti. Anche io sto vivendo un momento di apatia verso lo studio, ma non è verso la facoltà in sè. Su di quella non ho dubbi!"
" Problemi con il tuo bello?" esclamò scanzonato il castano.

Lei si zittì e lui si accorse di aver fatto un passo falso.

" Ehy scusami non volevo essere inopportuno!" si affrettò a scusarsi.
La brunetta pensò che in effetti Max era stato sì inopportuno, ma non aveva la colpa del fatto che avesse bisticciato con Manuel il giorno prima.
" Tranquillo" lo rassicurò lei.
Il ragazzo diede una rapida occhiata all'orologio ed esclamò :
" Direi che è il caso che io torni a lavorare!"

Laura annuì nuovamente.
" Direi anche io che è il caso!" esclamò una voce divertita alle loro spalle.
Entrambi si girarono e Laura strabuzzò gli occhi :
" Manu che sorpresa!"

Il biondino sorrise. Sapeva che Laura era senza cellulare e quella mattina era passato a casa di Laura. Gli aveva risposto la voce super raffreddata di Roberta spiegandogli che avrebbe trovato Laura in agenzia ed eccolo qui.
Percependo il forte imbarazzo che c'era tra i due,Max ruppe il ghiaccio :
" Ragazzi , se volete ci beviamo una cosa una di queste sere. Ora scappò!" e con un sorriso uscì dal bar.

Manuel e Laura si ritrovarono soli e in imbarazzo.
" Vuoi prendere qualcosa?" chiese Laura  a sguardo basso.
" sì, una certa puffa che ultimamente chiacchera con tutti i miei amici tranne che con me! " esclamò un certo biondino con finto tono imbrociato.
" E allora eccomi!" esclamò Laura con un timido sorriso.

Senza dirsi una parola si presero per mano ed uscirono dal bar.
L'aura di imbarazzo si era dissipata e le loro mani che si incrociavano dicevano più di mille parole.

***

Il riflesso del sole si specchiava allegro e brillante sul lago di Como. 
Una donna con passo spedito camminava sul lungolago della ridente cittadina. 

" Fa veramente caldo e sono passate le 10 solo da poco! " esclamò tra sè e sè Romina asciugandosi una goccia di sudore sul viso.
Aveva da pochi giorni introdotto una nuova abitudine nella sua routine, ossia quella di fare almeno un'ora di passeggiata a passo spedito, e doveva ammettere che era stata davvero una splendida idea, soprattutto perchè la sera riusciva a prendere sonno molto più facilmente.

Diede un'occhiata al suo orologio e le sue pupille si dilatatono per la sorpesa! Era più di un'ora e mezza che stava passeggiando.
Rallentò fino a fermarsi e contemplò per un attimo il magnifico paesaggio che la circondava: il sole era già alto e si specchiava sull'acqua creando un'atmosfera quasi estiva.
" In effetti manca poco a maggio! " esclamò la donna e dopo aver addocchiato un bar poco lontano decise che si sarebbe fermata per concedersi una deliziosa spremuta d'arancia.

Pochi minuti dopo, mentre era seduta al tavolino gustandosi la fresca spremuta non potè fare a meno di pensare a quanto fosse cambiata . In quel momento indossava un completo sportivo alquanto approssimativo ed i capelli legati, e nonostante questo era da molto che non si sentiva così a suo agio.

Ripensò a quando la sua vita era un viavai tra vari centri estetici e parrucchieri per apparire sempre al meglio per quell'uomo, che non era neanche suo marito.
Era stata cieca , sorda e muta.
E troppo accondiscendente nei confronti di quel psichiatra che per qualche minuto di passione , era disposto a tutto pur di soddisfare i propri interessi e aumentare i propri guadagni grazie alla collaborazione con varie case farmaceutiche, che a tutto pensavano, se non a mantenere " malati" anche dei pazienti che forse, così malati non erano.

Ma a quei tempi per lei era molto più importante trascorrere del tempo con Luca, il suo amante, celebre psichiatra che aveva messo gli occhi su di lei, o per meglio dire, su ciò che lei avrebbe potuto fargli guadagnare. Quanti farmaci non necessari aveva fatto prescrivere ai suoi pazienti tramite il suo amato psichiatra? 
La risposta le faceva male. La verità faceva male.
E le costava ammetterlo perfin a se stessa.

E la tanto dolorosa verità era che aveva perso il numero di pazienti a cui aveva fatto prendere psicofarmaci non così indispensabili. In quel momento si era autoconvinta che non avrebbe fatto danno a nessuno .
Ma si sbagliava di grosso.
Le venne in mente l'ultima paziente a cui aveva ordinato tramite Luca uno psicofarmaco e le benzodiazepine, lo xanax, nel dettaglio.
Si ricordava ancora gli occhi di quella ragazza che la osservavano con aria timorosa.
Aveva fatto questo alla figlia si una sua amica.
Non aveva avuto alcun scrupolo.

E ora lei si rendeva conto sulla sua pelle di quanto fosse facile incappare in una dipendenza con questi farmaci. E quanto difficile fosse uscirne. Era stata irresponsabile e approssimativa . E avrebbe voluto fare qualcosa per potersi redimere dai suoi errori , ma non aveva idea di che cosa.
Anche perchè lei era essenzialmente la prima ad essere stata vittima delle sue stesse azioni. Aveva preso con leggerezza xanax per mesi per sfuggire alla sua depressione e si era ritrovata non solo depressa, ma anche dipendente da una sostanza che andrebbe presa per 4 settimane al massimo.

Ripensava a quella ragazza che aveva deciso di diventare psicologa per poter essere di aiuto agli altri... ma dove era finita? Certo, da qualche parte dentro di se esisteva ancora, doveva solo trovare il modo per rientrare in contatto con lei.
E il primo vero passo era aiutare in primis  se stessa. 

Il giorno dopo sarebbe stato domenica e aveva invitato sua sorella Silvia a pranzo. Da quanti anni non la vedeva? Almeno un paio. Silvia l'aveva ammonita diverse volte circa la sua relazione con Luca e la sua condotta. E un ricordo le venne in mente. L'ultima volta che vide sua sorella.

Erano sedute ad un bar e Silvia staava girando nervosamente il cucchiaino nella tazzina.
" Guarda che se continui a girare così energicamente il cucchiaio in quella tazzina presto il caffè uscirà fuori!" esclamò in tono sarcastico Romina.
" Lo  ben so .Ma sei tu che mi fai venire sempre di più i nervi Romina! Non ti rendi conto che se vai avanti così ti perderai? Perderai tuo marito, il tuo matrimonio e anche la fiducia che i tuoi pazienti hanno in te, e che in tanti anni di fatica ti sei guadagnata!!! Ma ne vale la pena solo per star dietro a quel belloccio ciarlatano? "

Romina si stava spazientendo. Ogni volta che vedeva sua sorella iniziava sempre la solita predica. Era così stanca di vederla così infelice ed insoddisfatta: 
" Sorellina mia rilassati! Davvero, è assolutamente tutto sotto controllo! Forse dovresti prendere qualche tranquillante per gestire meglio il tuo nervosismo non trovi?" le sorrise sarcastimente.

" No, io sto benissimo! Sei tu che ti sei bevuta il cervello! Devi lasciare quel bastardo! Sei ancora in tempo Romina dammi retta!" esclamò Silvia visibilmente angosciata.
" Ora basta! " disse irritata Romina.
" Il fatto che tu non riesca a trovare uno straccio di fidanzato dopo Lorenzo non ti autorizza ad insultare in questo modo il mio Luca!" sputò Romina in preda alla rabbia.

Qualcosa si spezzò. 
Romina si rese conto immediatamente  di aver passato il limite, ma ormai il guaio era fatto.

" Capisco. In tal caso quando ti ritroverai sola e con il cuore spezzato, dimenticati di avere una sorella!" esclamò Silvia con il tono di voce più asettico che le aveva mai sentito in tutta la sua vita.

E nel giro di pochi secondi si alzò e la lasciò sola in quel bar.


Il ricordo di quel incontro riscosse Romina. Voleva recuperare il rapporto con sua sorella, ma prima di tutto desiderava chiederle scusa. Aveva avuto ragione in tutto e per tutto ma lei era stata ottusa e testarda. E aveva perso tutto.

Adesso però era pronta a ricominciare : e il primo tassello del puzzle era senz'altro sua sorella.
 
   
 
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